Capitolo 43
Il giorno successivo Maddalena si diresse nell'ufficio di Vespucci per proporgli di far parte del piano per sabotare i Galiardi.
《Maddalena...》fece lui, stupito. Era da solo, Sara non era ancora arrivata.
《Alfredo, devo parlarti di una cosa molto importante. Riguarda il futuro de "L'ingrediente segreto"》rispose la Veralli.
《Che cosa hai in mente stavolta?》chiese subito l'uno.
《So che hai confessato cosa c'era dietro l'affare Gigli. Fabrizio Imbriani ha scoperto che quello era solo un tassello nel malvagio piano dei Galiardi per distruggere questo posto》spiegò l'altra.
《Sì, ho confessato. Me lo ha consigliato la signorina Lentini. Questo posto mi ha dato molto in pochi mesi e io non riuscirei a guardarmi allo specchio se contribuissi alla sua demolizione. Fabrizio Imbriani avrebbe mostrato alla signorina Mainaghi alcuni documenti che inchiodano Galiardi e suo figlio》precisò il ragioniere.
《Ieri sono stata a casa del signor Imbriani e gli ho raccontato della morte di Ernesto e della probabilità che lui abbia fatto truccare le analisi del sangue per stabilire chi fosse il padre di Sofia》raccontò la responsabile di sala.
《Che ne sai tu delle analisi del sangue?》domandò il primo.
《Raffaele era terrorizzato dall'idea di sottoporvisi fino a poco tempo prima, poi è diventato improvvisamente tranquillo e accondiscendente. Come te lo spieghi?》lo sfidò la seconda.
《Tra la fine di ottobre e i primi di novembre Raffaele Galiardi ha preso accordi con il medico che ha effettuato le analisi, tale dottor Sergio Silani, per far risultare ufficialmente che fosse lui il padre di tua figlia》ammise l'uomo.
《Dobbiamo trovare assolutamente questo medico!》esclamò la donna.
《E invece no, perché non appena ci presenteremo da Silani, lui riferirà tutto a Raffaele, il quale provvederà a farlo trasferire nel luogo più lontano possibile》ribattè il contabile.
《E quindi come agiamo in merito?》replicò l'ex segretaria.
《Ne parleremo con Imbriani. Lui è un uomo scaltro e soprattutto riflessivo, saprà cosa fare》decise Alfredo. Non avrebbe permesso che Maddalena rischiasse la vita per le sue decisioni avventate: si conoscevano da molto tempo e teneva a lei.
***
Quella mattina Sara si rese conto di essere in ritardo; non le era mai successo da quando aveva cominciato a lavorare in vita sua, perciò fu sul punto di inciampare davanti all'entrata de "L'ingrediente segreto", quando due forti braccia l'afferrarono in tempo: era Nanni.
《Attenta... Altrimenti cadi》affermò sorridendo.
《Oh mio Dio, Nanni... Scusa, di solito non sono così sbadata... Meno male che c'eri tu...》rispose l'aiuto-contabile, arrossendo.
《Magari è l'effetto di Milano sulla ragazza americana, precisa e ligia alle regole...》ammiccò il lavapiatti.
《Ma dai, che dici...》fece lei, diventando ancora più rossa.
《Non è una critica, anzi. Ti preferisco così: scompigliata e informale》le sussurrò all'orecchio lui.
I due risero insieme per stemperare l'imbarazzo della giovane.
Da lontano Sofia li vide: pensò che si fossero avvicinati molto negli ultimi tempi; era davvero quello l'amore che Nanni diceva di provare per lei? Faceva a pugni con Tancredi davanti ai suoi occhi, per poi provarci con un'altra? Cercò di non pensarci, concentrando tutti i suoi pensieri su Guido.
***
Tancredi venne a trovare Monica alla pausa pranzo: l'aspettò di fuori perché non voleva vedere Grazia; sentiva che in qualche modo trovarsela davanti l'avrebbe turbato.
《Amore mio!》esclamò la Dalmata, abbracciandolo di slancio e poi baciandolo.
《La mia giornata comincia non appena ti vedo》affermò galante il giovane Galiardi.
《La mia invece è cominciata in maniera piuttosto strana》replicò lei.
《In che senso?》domandò lui.
《Ieri mattina ho visto tuo fratello nel Quartiere Harar, vicino alla chiesa di Don Antonio. Si è incontrato con Renata Lentini, la madre di Sara, e hanno cominciato a parlare fitto fitto》raccontò l'una.
《Mio fratello e la signora Renata? E che avevano di tanto particolare da dirsi?》volle sapere l'altro.
《Non so dirti esattamente il perché, ma è come se si conoscessero da parecchio tempo. Tu cosa pensi?》ribattè la prima.
《Beh, quando io e Violetta eravamo ancora piccoli, Francesco è stato mandato da nostro padre a fare esperienza a New York presso i Ferraro's Store, i grandi magazzini di proprietà della famiglia di Emma. Abitava all'ambasciata italiana ed era fidanzato con Linda, la figlia dell'ambasciatore Osvaldo De Angelis. Poi però lei è scappata con un altro e lui è rientrato in Italia. I Lentini abitavano della dependance dell'ambasciata, il signor Vito lavorava come autista》spiegò il secondo.
《E come mai non è a Milano con sua moglie e sua figlia?》chiese la cameriera.
《So che è in Germania, ad assistere una zia malata e ricca. Magari mira all'eredità》ipotizzò il secondogenito di Raffaele e Serena.
《La signora Renata e Sara però non mi sembrano attaccate ai soldi, né vedo il motivo per cui rivolgersi a tuo fratello per sapere qualcosa sul loro marito e padre》dichiarò la figlia dell'ispettore Dalmata.
《Chi lo sa, magari la signora Lentini vuole accasare sua figlia con Francesco. In fondo è lo scapolo d'oro per eccellenza in città, e anche se sembra legato ad Emma Ferraro non è mai trapelato nulla di ufficiale tra di loro, e quindi Renata pensa di favorire Sara in questo senso》continuò a congetturare il ragazzo.
《Non credo che Sara si troverà d'accordo. La conosco, non è una che si fa manipolare. Comunque adesso devo andare al lavoro. Ci vediamo!》lo salutò Monica, baciandolo.
《A più tardi!》ricambiò quest'ultimo. La confessione della sua fidanzata lo aveva stupito e incuriosito: che ci fosse un altro matrimonio in vista, nella famiglia Galiardi? Non gli restava che scoprirlo, cercando di tenere gli occhi aperti.
***
Alessandro arrivò a "L'ingrediente segreto" con un mazzo di rose rosse.
《Ma che gentile che sei, addirittura i fiori! Grazie!》esclamò Grazia, ispirandone la fragranza e riportandoli accanto alla cassa.
《Il fiore più bello di tutti sei tu, non c'è alcun dubbio!》la adulò Tomei.
《Attento con queste frasi da pifferaio magico, altrimenti va a finire che ci credo come un'adolescente al primo amore!》lo prese in giro la Vallesi.
《Di pifferaio magico non è mai morta nessuna! E poi sono o non sono un genio della pubblicità? Devo comunque saper comporre suadenti frasi ad effetto!》ammiccò il dirigente Rai.
《A proposito di pubblicità... Ho letto che cercate dei nuovi volti per il Carosello...》disse la cassiera.
《Sì, è per la pubblicità di un detersivo. I provini cominciano in questi giorni, potresti venire anche tu...》propose lui.
《E se poi c'è gente più brava di me?》obiettò lei.
《Vorrà dire che almeno ci avrai provato, no?》fece l'uno.
《E va bene, ma non vengo per provare. Vengo per vincere, sappilo》lo sfidò l'altra con un sorriso, facendo finta di minacciarlo col dito indice.
《Ne sono convinto!》ribattè il giovane altrettanto scherzoso, prima di congedarsi.
Sapeva di aver fatto la stessa proposta anche a Monica, quindi per correttezza aveva interpellato anche Grazia: i provini avrebbero decretato chi delle due sarebbe stata la migliore.
***
Alla pausa pranzo Giulia e Marta si prepararono a parlare rispettivamente con Rino e con Mimmo per fare chiarezza sui loro sentimenti.
La Ricci e Lojacono si sedettero al loro solito tavolo in caffetteria, mentre la Sensi raggiungeva il giovane cameriere al bancone.
《Rino, se oggi siamo qui è perché ti devo parlare di una cosa importante》esordì la ragazza.
《Mi devi dire qualcosa di brutto, vero?》indovinò il giovane.
《Il fatto è che ci ho provato, a immaginare una vita accanto a te. Davvero. Solo che siamo diversi, e magari tu dirai che le diversità si superano, solo che tra noi c'è proprio un abisso, capisci?》continuò lei.
《Hai ragione tu. Forse è vero che parliamo proprio un'altra lingua. E non perché tu sei piemontese, e io siciliano. La verità è che sono sempre stato innamorato di Marta》ammise lui.
《E io di Mimmo...》sospirò l'una.
《Allora amici come prima?》propose l'altro.
《Amici come prima!》esclamò la biondina. Si strinsero la mano, sorridendo.
Intanto, al bancone, Marta e Mimmo li guardavano, e intanto lei parlava anche della loro, di situazione.
《Mio fratello e Giulia non erano fatti per stare insieme》commentò Lojacono.
《No, infatti. Hanno fatto bene a chiarirsi》concordò la Sensi.
《Perché lui è sempre stato innamorato di te. Dalla prima volta che ci siamo trasferiti accanto a voi》le fece notare il siciliano.
《Forse ho fatto male a non calcolarlo. Magari le cose sarebbero andate diversamente...》confessò la veneta.
《Magari non tutto è perduto》sorrise l'uno.
《Dici?》fece l'altra.
《Marta, non ti devi sentire legata a me in alcun modo. Siamo stati bene, ma l'amore è un'altra cosa. Non credi?》ribattè il ragazzo.
《Credo proprio di sì》sorrise la giovane. Era contenta che Domenico avesse capito. Era una brava persona.
***
Il telefono dell'ufficio di Francesco squillò.
《Pronto, chi parla?》chiese.
《Sono io, Emma》rispose la Ferraro.
《Si può sapere che fine hai fatto? Non vieni al ristorante da due giorni...》ribattè Galiardi.
《Sono in Svizzera, a Ginevra. Ho preso una camera in un hotel e mi fermerò per qualche giorno》replicò lei.
《In Svizzera? Ti avevo detto di non fare scelte avventate! Spero che tu non...》cercò di dire lui.
《Ho visto Roberto. E gli ho parlato. Ieri notte, per pochi minuti》confessò l'una.
《Ma che cosa ti è saltato in mente? Non gli avrai mica rivelato i dettagli del piano, spero...》sbottò l'altro.
《Gli ho solo detto che ero molto contenta di vederlo, dopo tredici anni. Non immagini nemmeno la gioia che ho provato...》replicò la prima.
《Spero per te che sia vero. Adesso tu fai le valigie e te ne torni subito a Milano!》ordinò il secondo.
《Tu non mi ordini proprio un bel niente!》concluse l'italo-americana, non dandogli nemmeno il tempo di controbattere.
《Emma! Emma!》esclamò il primogenito di Raffaele e Serena, ma lei aveva già attaccato; riattaccò anche lui, furibondo. Stava per accasciarsi sulla poltrona, quando bussarono alla porta.
《Chi è?》domandò.
《Sono Camilla》rispose la suchef.
《Entra pure》disse lui, cambiando improvvisamente tono.
《Avevo assolutamente bisogno di parlarti》esordì lei, entrando e sedendosi.
《Riguardo noi due?》chiese Galiardi speranzoso.
《Tra qualche giorno Roberto verrà dimesso dalla clinica, e io voglio raccontargli la verità. Intendo guardarlo negli occhi, se voglio cominciare una nuova vita con te》spiegò la Reggiani.
《Potrebbe essere difficile. Non penso che la prenderà bene》commentò l'uno.
《Lo so, ma dobbiamo provarci. Solo essendo sinceri riusciremo ad essere liberi》affermò convinta l'altra.
《E allora lasciami dire che sono fiero di te》fece Francesco, abbracciandola. Camilla ricambiò. Il ragazzo constatò compiaciuto che la suchef era ormai completamente nelle sue mani; sperò solo che Emma, a Ginevra, non commettesse sciocchezze.
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