Capitolo 35

Quella sera, dopo aver fatto l'amore con Grazia, nella loro solita camera al Grand Hotel, le rivolse la domanda che lo tormentava da tutto il giorno.
《Sai per caso chi è la ragazza di cui Tancredi si è innamorato?》chiese.
《Tancredi innamorato? Ma stai bene?》fece la ragazza, trattenendo a stento una risata.
《È un'idiozia, detta così, lo so. Me lo ha detto Serena, oggi al ristorante》esordì lui.
《Sì, l'ho vista. Quando è passata alla cassa sembrava che volesse uccidermi. Non ci sarebbe voluto proprio, era una giornata così bella...》sospirò lei.
《Ma tu ne sai niente?》domandò l'uno.
《No, per quanto ne so potrebbe essere chiunque, esclusa Sofia che è tua figlia》rispose l'altra.
《Tieni gli occhi aperti, allora. Se lavora a "L'ingrediente segreto" voglio sapere chi è. Mia moglie dice che la loro sembra essere una relazione seria, e io sono curioso di sapere nome, cognome e volto della ragazza che pare aver trasformato mio figlio in una persona seria》ordinò il primo.
《Sarò i tuoi occhi e le tue orecchie》promise la seconda.
L'uomo non aveva la più pallida idea dell'effetto che una simile notizia avesse potuto avere sulla Vallesi: lei aveva dato tutto a Tancredi, e lui la ripagava innamorandosi della prima che capitava.
L'indomani sarebbe andata ad affrontarlo in villa, non sarebbe potuto scappare.

                                       ***

L'indomani mattina decise di seguire Tancredi: sapeva che sarebbe andato al circolo, come ogni giovedì, a giocare a tennis con gli amici di sempre.
L'avevano fatta entrare senza problemi perché ormai era una presenza nota in quel luogo, per i suoi legàmi intimi con i Galiardi.
Lo aspettò dentro, seduta su uno dei divani; appena il ragazzo la vide sbiancò, facendo invidia al suo immacolato completo da tennis.
《E tu che ci fai qui?》domandò.
《Sono qui perché esigo una spiegazione. Chi è la nuova ragazza che ti porti a letto? Che cos'ha più di me?》inveì la Vallesi, alzandosi di scatto.
《Ma sei pazza? Ti pare il luogo per fare una scenata?》fece Galiardi.
《Ho dato talmente tanto scandalo che non m'importa più di niente. Chi è questa qui? La conosco? Non sarà mica quella moretta spocchiosa, la figlia dell'ispettore Dalmata...?》ribattè lei, sgranando gli occhi furiosa.
《Noi non abbiamo più niente da dirci dal momento in cui ti sei infilata nel letto di mio padre, io tu disprezzo come non ho mai disprezzato nessuno in vita mia perché mi fidavo di te...》replicò lui.
《Tu dovresti ringraziarmi, invece, perché ti ho dato tutto. Io c'ero sempre, quando lasciavi le tue conquiste, quando venivi lasciato, quando tuo padre e tuo fratello ti davano del buono a nulla, e pensavo che prima o poi avresti aperto gli occhi, e ti saresti accorto di quanto ti amavo e di quanto ti amo ancora...》confessò l'una.
《Hai detto bene, io mi fidavo di te. Ma tu non hai saputo tenere a freno la tua insensata gelosia, andando a umiliare Sofia a "L'ingrediente segreto" e facendoti immediatamente riconsolare da mio padre. Quindi ti prego, lasciami in pace, non mi cercare più, altrimenti non risponderò di me...》ribadì l'altro.
《Non finisce qui. Tanto prima o poi farai qualche passo falso, e quando lo farai, lo saprò》minacciò Grazia, voltandogli le spalle, diretta a "L'ingrediente segreto".
Se si trattava di Monica Dalmata, lo avrebbe saputo; non l'avrebbe persa di vista un attimo.

                                       ***

Inconsapevole del controllo a tappeto che l'aspettavo, Monica aspettava Sara per dirigersi insieme al lavoro; essendo vicine di casa, le due erano diventare amiche in breve tempo, nonostante non avessero molte occasioni per incontrarsi al ristorante, avendo mansioni diverse.
《Dai, andiamo! Non posso fare tardi...》la esortò, mentre scendevano le scale.
《Non vuoi arrivare tardi dal tuo innamorato?》la provocò l'amica.
《E dai, non scherzare... Lo amo sul serio, e lui ama me...》arrossì la Dalmata.
《Quanto mistero aleggia attorno a questo tipo, che tu hai rivelato solo a Don Antonio... Se mi dici chi è non lo dico a nessuno》fece la Lentini.
《Giura!》esclamò l'una.
《Giuro!》promise l'altra.
《Tancredi Galiardi》confessò la prima.
《Ma veramente?》domandò la seconda, spalancando gli occhi.
《Ti sembra così assurdo?》replicò la friulana.
《No, non intendevo dire questo. Solo che conosci la sua fama di dongiovanni》ricordò la siciliana.
《La conosco benissimo la sua fama. Ma è cambiato. Ci siamo raccontati le nostre vite, non abbiamo più segreti l'uno per l'altra. E abbiamo intenzione di dire tutta la verità alle nostre famiglie》confidò la cameriera.
《Siete coraggiosi, ma non sarà facile, lo sapete...》la avvertì l'aiuto-contabile.
《Lo sappiamo bene, ma non abbiamo alcuna paura. Piuttosto, parlami di te con Nanni. Vi ho visti spesso insieme...》la provocò Monica.
《Nanni e io siamo solo amici. Non credo che riuscirà mai a dimenticare Sofia...》commentò Sara.
《Sofia sicuramente si fidanzerà presto con Guido Del Bosco. E tu avrai Nanni tutto per te!》ribattè sorridendo la mora.
La castana rise, dandole una spintarella; nel profondo del suo cuore si sentiva scorretta anche nei suoi confronti, ma sua madre aveva ragione: non doveva affezionarsi troppo.

                                      ***

Del fatto che Monica avesse qualcosa per la testa se n'era accorto anche suo padre, e proprio per questo aveva deciso di confidare i suoi dubbi a Beatrice.
《Come sarebbe a dire che Monica è strana?》chiese infatti.
《È cambiata totalmente. Sembra quasi tollerante nei confronti delle nostre scelte... Devo preoccuparmi?》replicò l'uomo.
《Hai pensato al fatto che potrebbe essere innamorata?》ribattè la donna.
《Innamorata? Dici?》domandò lui.
《Esattamente. Hai pensato chi potrebbe essere il fortunato?》fece lei.
《Una mezza idea ce l'ho. Spero di sbagliarmi》rispose l'ispettore sanitario.
《Se ti riferisci a Tancredi Galiardi, mi sembra che sia cambiato molto, da dopo l'esperienza con Sofia Veralli》ipotizzò la capocameriera.
《Quelli come lui non cambiano, e non posso pensare all'idea che a rimetterci possa essere mia figlia...》sospirò l'uno.
《Non devi dire così. Insomma, guardaci. Abbiamo passato otto anni a evitarci, e adesso eccoci qui. Le persone possono cambiare, devi solo dare loro una possibilità》sorrise l'altra.
《Se non ci fossi tu non so proprio come farei...》ammise il primo, accarezzandole una guancia.
《Non si deve mai perdere la speranza》gli ricordò la seconda. Lei di sicuro non l'aveva persa: in fondo al suo cuore era sicura che un giorno si sarebbero rincontrati, e così era successo.

                                       ***

Raffaele sentì bussare alla porta del suo ufficio.
《Sono io, Maddalena》rispose la signora Veralli.
Galiardi la fece accomodare.
《Cosa devi dirmi di così urgente?》cominciò.
《È arrivato il momento che tu introduca Sofia in società》esordì Maddalena.
《Che vuoi dire? Insomma, l'ho riconosciuta. Non ti basta?》replicò Raffaele.
《Il riconoscimento non basta. Tutti devono sapere che Sofia è tua figlia》rispose lei.
《Cosa vuoi che faccia?》domandò lui.
《Voglio che tu dica davanti a tutta la Milano bene che Sofia è tua figlia, e che le deve essere riconosciuto il suo posto in società》ribattè l'una.
《Non capisco tutta questa tua smania di mettere in mostra tua figlia》obiettò l'altro.
《Non si tratta di alcuna smania, solo di giustizia. Sofia è una Galiardi a tutti gli effetti, e come tale deve avere i privilegi che questo cognome comporta. Ma prima di ogni cosa, tutti devono sapere chi è. E se tu non hai niente da nascondere, non vedo quale sia il problema》lo sfidò la prima.
《Non ho niente da nascondere, contrariamente a come speri. Avrai la tua festa di riconoscimento di Sofia. Devi solo lasciarmi decidere il giorno》la tranquillizzò il secondo.
《Aspetto tue notizie》si congedò la responsabile di sala, uscendo dall'ufficio.
Raffaele sospirò sfinito: l'incontentabilità di quella donna stava diventando un problema; ma non era nella posizione di potersi opporre alle sue richieste: sapeva troppe cose, e doveva tenerla buona in qualche modo.

                                       ***

La Veralli stava scendendo in sala, quando qualcuno le afferrò un braccio verso la fine del corridoio.
《Si può sapere cos'hai in mente adesso?》esordì.
《Lasciami, mi fai male!》si lamentò lei.
《Dimmi cos'hai in mente e ti lascerò andare!》ordinò lui.
《Sono solo venuta a chiedere a Raffaele di presentare Sofia come sua figlia davanti a tutta la buona società di Milano!》replicò l'una.
《E perché mai?》domandò l'altro.
《Perché mia figlia merita tutto quello che Raffaele mi ha tolto, e sai bene a cosa mi riferisco!》ribattè la donna, ponendo l'accento sulla morte di Ernesto Galiardi.
《È una storia vecchia, e né tu né Sofia dovreste mettervici in mezzo. Se solo Galiardi e suo figlio non avessero deciso di entrare in società con questo posto, le nostre strade non si sarebbero mai rincrociate, e nulla di questa brutta vicenda sarebbe riemerso!》sottolineò l'uomo.
《E che cosa vi conviene tenere nascosto? Il fatto che Ernesto potrebbe non essersi suicidato? Che avesse venduto Michele Imbriani alla polizia fascista per prendersi sua moglie? O che avesse voluto farmela pagare perché avevo scelto suo fratello?》gli ricordò la responsabile di sala, con gli occhi fuori dalle orbite.
《Non dire queste cose ad alta voce, ti prego! Raffaele potrebbe starci a sentire...》la supplicò il ragioniere.
《Che mi senta! È stato molto fortunato, a risultare il padre di mia figlia dalle analisi. Molto, molto fortunato!》ribadì la prima.
《Non metterti nei guai anche stavolta, Maddalena. Potrei non essere lì ad aiutarti!》tentò di farla ragionare il secondo.
《Non ho assolutamente bisogno del tuo aiuto!》decretò la Veralli, liberandosi dalla presa e lasciandolo solo nel corridoio.
Ormai quella donna era una scheggia impazzita, niente e nessuno avrebbe mai potuto fermarla.

                                       ***

Con la testa piena di pensieri Vespucci stava tornando nel suo ufficio, quando Adele uscì dal suo.
《Signorina Mainaghi...》la salutò educatamente lui. Si sentiva terribilmente in colpa nei suoi confronti.
《Ragioniere, proprio lei cercavo...》esordì lei.
《Se è per la storia dell'affare Gigli, mi dispiace, davvero... È che non immaginavo che all'ultimo quello sciacallo avesse intenzione di aumentare il prezzo della sua merce, pensavo che fossimo rimasti d'accordo sulle 500.000 lire...》cominciò l'uno.
《Non si deve scusare, ragioniere. La ditta Gigli sta fallendo e la sua merce è di altissima qualità, è normale che volesse guadagnarci. Per fortuna è arrivato il signor Galiardi, con il suo intervento puntuale e provvidenziale》rispose l'altra, ponendo particolare enfasi sulle ultime due parole.
Vespucci la guardò da dietro gli occhiali rettangolari: aveva come l'impressione che la giovane Mainaghi avesse smesso di fidarsi di lui.
E questo poteva significare che presto sarebbe arrivata anche a Raffaele e Francesco Galiardi, nonché ad Emma Ferraro.
《Il signor Galiardi è un uomo generoso, ha fatto bene a farlo entrare nel capitale del ristorante》sorrise forzatamente Alfredo.
《Sicuramente. Ora devo andare, arrivederci, ragioniere》si congedò Adele.
《Arrivederci》ribattè l'uomo, con un filo di voce. E dopo che la ragazza fu rientrata, il ragioniere si appoggiò al muro e chiuse gli occhi.
La sua coscienza gli gridava nel petto, disperata.

                                       ***

Quella mattina Violetta si era svegliata con un dubbio, che le era tornato in mente dopo il bacio con Andrea; solo che questo dubbio non riguardava lei, ma Camilla.
Aveva come l'impressione che la giovane suchef avesse davvero perso la testa per suo fratello Francesco, a tal punto da rischiare di mettere in discussione la sua relazione con Roberto.
La Galiardi aveva imparato a conoscere Camilla, e sapeva che i suoi sentimenti erano sinceri; a preoccuparla era invece Francesco: da quello che aveva capito in quei mesi, suo fratello era molto vicino ad Emma Ferraro, tanto che lei pensava fossero amanti. Cosa voleva quindi dalla Reggiani?
Doveva cercare di vederci chiaro in questa storia, ed evitare che Francesco fosse il potenziale autore della fine di un grande amore.
Perciò era andata a "L'ingrediente segreto" e aveva aspettato Camilla alla pausa.
《Violetta! Come mai qui? È tanto tempo che non vieni...》osservò la Reggiani.
《Lo so, è che ho avuto da fare in questi giorni... Ma ho avuto modo di riflettere su quanto mi avevi raccontato di te e Francesco. È più tornato da te?》domandò la Galiardi.
《Lui... Beh, dice di amarmi. Di non poter vivere senza di me. E io non mi sentivo così importante per qualcuno da tanto tempo...》rispose l'una.
《Ma tu sei importante, per Roberto. In fondo mio fratello nemmeno lo conosci. Cosa ti ha raccontato di sé?》la fece ragionare l'altra.
《Violetta, non tocchiamo più questo argomento. Lo sai che mi imbarazza parlare di Francesco con te che sei sua sorella...》obiettò la prima.
《Ma sono anche tua amica, e se mio fratello non dovesse essere una persona seria dovrà vedersela con me... Tu però non buttare via la storia con Roberto... Fallo per il ristorante, è il vostro sogno...》la pregò la seconda.
《Questo sabato lo rivedrò, e magari stare con lui mi aiuterà a fare chiarezza. Comunque grazie del tuo interessamento》replicò Camilla.
Dopo che si furono salutate, Violetta pensò che doveva tenere d'occhio suo fratello, e non perderlo di vista neanche per un secondo.

                                      ***

Il fine settimana sembrava non arrivare mai: il sabato mattina Camilla era in viaggio per Ginevra, con il cuore in gola; Roberto forse intuiva che qualcosa non andava, e l'aveva chiamata, ma lei s'era fatta negare, fingendo una forte emicrania.
Ma ormai non poteva più scappare: doveva solo trovare il coraggio di dirgli che si era innamorata di Francesco Galiardi.
Come ogni volta l'investigatore privato Attilio Anceschi seguiva tutti i suoi movimenti.
Camilla si fece accompagnare dal direttore fino alla stanza di Roberto; vederlo in forma le riempiva il cuore di gioia, sarebbe stato terribile infliggergli una coltellata simile.
《Amore mio!》esclamò Mainaghi, andandole incontro. La Reggiani lo abbracciò in maniera piuttosto rigida.
《Scusami se non ti ho richiamato. Sono state giornate molto complicate, a "L'ingrediente segreto"》commentò.
《Complicate?》domandò lui.
《Già. Adele aveva comprato uno stock di prodotti della ditta Gigli, ma non le bastavano i soldi e quindi il signor Galiardi le ha concesso un prestito》spiegò lei.
《Un prestito?》fece l'uno.
《Esatto, ma sono sicura che riusciremo a rientrare》lo rassicurò l'altra, sorridendo in modo forzato.
《Già, lo sono anch'io. Tu, mia sorella e Andrea siete una squadra incredibile, neanche la nuova compagine societaria del ristorante vi ha sconvolto. Sono davvero orgoglioso di voi, ma soprattutto di te. Ti amo tanto, senza di te sarei perso...》rispose Roberto, prendendole il viso tra le mani; e in quel momento Camilla si rimangiò tutte le sue intenzioni.
Non poteva dargli un dolore così grande, né buttare una storia d'amore bellissima come la loro: Violetta aveva ragione, non valeva la pena lasciarlo per Francesco.
Quando fu il momento dei saluti, la Reggiani fu molto fredda e distaccata; tornò a Milano con l'animo vuoto.

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