Capitolo 33

Non appena vide Fabrizio arrivarle incontro in Piazza Duomo, Violetta si sforzò di sorridere, anche se non ce la faceva a non pensare ad Andrea e Adele sulla terrazza de "La Rosa dei Venti".
《Sono venuto non appena ho sentito la tua voce... Va tutto bene?》domandò premurosamente Imbriani.
《Sono stata poco bene in questi giorni. E poi le ultime due settimane sono state un po' particolari》raccontò la Galiardi.
《Per via del riconoscimento di Sofia Veralli?》chiese lui.
《Sofia è una brava ragazza, si vede benissimo. Solo che non immaginavo che mio padre avesse un lato oscuro che nascondeva perfino a noi e alla mamma...》commentò lei.
Il giovane avrebbe voluto dirle che i lati oscuri di Raffaele Galiardi erano molti di più di quanto si potesse immaginare.
《Siamo tutti fatti di luci e ombre, e poi tuo padre è stato un uomo, prima che un marito》cercò di spiegarle.
《Questo non giustifica il fatto che sia stato un bugiardo nei nostri confronti, e che mio fratello Francesco gli somigli molto in questo》ribattè la ragazza.
《Che vuoi dire?》domandò l'uno. Il primogenito dei Galiardi era forse più arrivista e intrigante del padre: era sicuro che anche lui avesse un ruolo particolare nel piano di distruzione de "L'ingrediente segreto".
《Qualche tempo fa lui e Camilla Reggiani, la fidanzata di Roberto Mainaghi, si sono baciati. Conosco mio fratello, e sono certa che sia stato lui a prendere l'iniziativa. Non mi piace l'idea che Camilla metta a repentaglio la sua storia d'amore per scegliere lui》rispose l'altra.
《Parli per lei o di te stessa?》chiese il primo, con un sorriso furbo.
《Forse anche quello... Non so se è corretto dirtelo, ma da quando ho conosciuto Andrea Del Bosco, non riesco a smettere di pensare a lui. Ci siamo anche baciati. Lo so, è uno sbaglio, sia nei confronti di Adele, sia nei tuoi, sono stata così scorretta verso di te, facendoti nutrire di illusioni...》replicò la seconda, guardandolo negli occhi con uno sguardo triste.
Fabrizio sorrise in modo rassicurante: per quanto la sua corte a Violetta facesse parte del suo piano di vendetta contro suo padre, sentiva di cominciare a provare qualcosa di sincero per quella ragazza così dolce e vitale, innamorata di Andrea esattamente come lui stesso lo era di Adele. Era tentato di informarla di tutto, dai suoi obiettivi ai loschi piani della sua famiglia; ma non era ancora il caso.
《Non ti preoccupare, se vuoi che io sia semplicemente tuo amico, lo sarò》la rassicurò.

                                       ***

Raffaele si era fatto accompagnare di corsa a casa: la sua mossa per affondare "L'ingrediente segreto" stava per trasformarsi in una vittoria dei suoi avversari.
《Raffaele, sei sconvolto! Si può sapere cos'hai?》domandò Serena, non appena lo vide entrare in villa come una furia.
《Devo scongiurare un disastro...》rispose quest'ultimo.
《Riguarda "L'ingrediente segreto"?》chiese lei.
《Esattamente. Adele Mainaghi vuole usare i soldi del ristorante per acquistare i prodotti Gigli》ribattè lui.
《Non intende ricorrere al tuo generoso prestito?》fece l'una.
《No, e quel suo maledetto fidanzato chef glielo avrà suggerito! Devo fare qualcosa per indurla a scongiurarci un prestito in ginocchio!》esclamò l'altro.
《Chiamerai Ettore Gigli per fargli alzare il prezzo di vendita?》intuì la prima.
《Esatto. E spero di essere convincente》replicò il secondo, dirigendosi verso il suo studio. La moglie venne con lui e chiusero la porta.
Lui si sedette alla scrivania, lei di fronte. Poi Raffaele compose il numero di Gigli.
《Pronto?》rispose la voce del suo interlocutore al di là della cornetta.
《Ettore, sono io. Adele ha deciso di comprare con i soli soldi del ristorante. Alza il prezzo della merce》ordinò Galiardi.
《Come alzare?》domandò Gigli.
《Tu fai come ti dico, e sarai ampiamente ricompensato. Sai che sono un uomo di parola》insistette l'uno.
《D'accordo, Raffaele》ubbidì l'altro.
Poi Raffaele riagganciò.
《Cosa ti ha detto?》chiese la contessa.
《Accetterà. Non ha alternative》la tranquillizzò il marito.

                                       ***

Sofia era tornata dal pranzo con Adele e i fratelli Del Bosco con un sorriso a trentadue denti: sua madre aveva ragione, era bello sentirsi importante.
Non appena rientrò, la madre e le amiche le fecero un sacco di domande.
《Sono stata bene, sono stata veramente bene!》esclamò la giovane.
Ma non poté fare a meno di scorgere lo sguardo truce di Nanni, che la trapassava da parte a parte.
Alla pausa decise perciò di affrontarlo.
《Si può sapere che cosa ti prende?》domandò.
《Niente, non mi prende niente!》ribattè il lavapiatti.
《E invece sì, è da quando sono rientrata che mi guardi male... Che cosa ti ho fatto?》chiese la cameriera.
《Cosa t'importa? Da quando sei una Galiardi, te ne vai in giro a fare la signora...》commentò acido lui.
《Ma che cosa stai dicendo? Sono sempre la stessa... Sei tu che sei strano...》replicò lei.
《Anch'io lo sono! Sono sempre lo stesso Nanni che ti ha salvato la vita un mese fa, e che te la salverebbe ancora, se necessario, anche adesso che hai qualcun altro che potrà correre a salvarti...》affermò l'uno.
《Perché ce l'hai tanto con Guido?》chiese allora l'altra.
《Voglio sapere cosa ci trovi onestamente in quello là》ammise il primo.
《È gentile, sincero e tiene veramente a me. Non gli importa nemmeno della mia onta riguardante l'incesto con Tancredi. Mi ha fatto sorridere di nuovo. E vorrei che fossi felice per me》sostenne la seconda.
《Felice?》fece Borghese.
《Sì, perché se sei mio amico dovresti esserlo. Vorrei che trovassi anche tu la felicità》sorrise la Veralli.
Nanni sorrise, per la prima volta quel giorno: Sofia era una persona talmente buona e altruista che era impossibile tenerle per il giovane avercela con lei.
《D'accordo, ci proverò》promise.

                                       ***

Verso sera, dopo il lavoro, Monica si diresse verso casa per parlare con Don Antonio: almeno a lui doveva parlare del suo amore per Tancredi.
Lo trovò che aveva appena finito di confessare alcuni fedeli.
《Padre, aspetti! Le dovrei raccontare una cosa importante...》esordì.
《Monica cara! È un po' di tempo che non vieni...》osservò il parroco.
《È che sono successe parecchie cose》spiegò la ragazza.
《Ti riferisci alle intenzioni di tuo padre nei confronti di Beatrice Morin?》domandò il religioso.
《Non solo. È successa una cosa, in questi giorni, una cosa bellissima...》cominciò lei, mentre il prete tornava nel confessionale.
《Ti sei innamorata, per caso?》chiese lui.
《Sì, e lui è un ragazzo bello e gentile, e come me in una situazione familiare complicata》rispose l'una.
《E a tuo padre l'hai detto?》fece l'altro.
《No, con mio padre non ho avuto molta voglia di parlare, per via di ciò che è successo. Ma quello che è accaduto mi ha fatto riflettere》replicò la prima.
《Su cosa?》volle sapere il secondo.
《È peccato prendere delle decisioni affrettate, o portarsi dietro dei segreti, se tutto ciò è fatto per amore?》domandò la Dalmata.
《Avete fatto tutti quanti degli sbagli, in questa storia. Tuo padre, a tradire tua madre. La signorina Morin, a nascondergli una bambina. E tu, a vivere qualcosa di meraviglioso, ma in segreto》ribattè il religioso.
《E che cosa dovrei fare, allora? Raccontarlo a mio padre, con tutte le situazioni complicate che abbiamo rispettivamente io e Tancredi?》domandò Monica.
《Io sono dell'idea che tu non debba avere paura di tuo padre, se l'amore tra te e il giovane che ami è sincero come lo è quello tra tuo padre e la signorina Morin》spiegò Don Antonio.
《Ne parlerò con Tancredi, e poi affronteremo le nostre famiglie》promise la giovane friulana.
E dopo aver salutato il parroco ed essersi fatta il segno della croce, se ne andò, proprio mentre la signora Renata Lentini entrava nella chiesa.
《Buonasera, signora Lentini!》esclamò la Dalmata, rivolta alla vicina di casa.
《Buonasera!》ricambiò Renata, diretta verso il confessionale.

                                       ***

《Padre, mi perdoni perché ho peccato》esordì, mentre si inginocchiava.
《Signora Lentini! Quali sono i suoi peccati?》procedette Don Antonio.
《Più che altro, vorrei farle una domanda》fece lei.
《Quale domanda?》chiese lui.
《Secondo lei e anche secondo Nostro Signore, è un peccato così grave far parte di qualcosa contro qualcuno per aiutare qualcun altro?》domandò l'una.
《Si riferisce al motivo per cui lei e sua figlia Sara siete venute a Milano?》volle sapere l'altro.
《Lei sa bene che farei qualsiasi cosa per salvare mio marito dalla situazione in cui si trova adesso. Così facendo però sto chiedendo a mia figlia di fare qualcosa di più grande di lei, che invece a vent'anni dovrebbe avere solo pensieri allegri per la testa...》rispose la prima.
《Cosa mi sta chiedendo esattamente, signora Lentini?》continuò il secondo.
《È giusto sacrificarsi per un bene più grande?》chiese Renata.
《Ogni scelta che facciamo, se dettata dall'amore, è una scelta giusta. Lei e sua figlia siete sicure che il signor Vito Lentini, alla fine di tutta questa storia, sarà sano e salvo?》la fece riflettere Don Antonio.
《Io... Spero di sì》affermò la donna. Francesco Galiardi le aveva giurato che, a partire dall'anno nuovo, suo marito non si sarebbe dovuto più nascondere; e i Galiardi avevano fatto molto per le Lentini.
《E allora stia tranquilla, signora, e continui a pregare》la rassicurò il prete.
E dopo averla assolta dai suoi peccati con la formula di rito, la salutò, e lei tornò a casa più dubbiosa che mai.
La domanda del parroco l'aveva fatta riflettere: doveva continuare a fidarsi dei Galiardi? O i Mainaghi erano innocenti? Aveva sbagliato davvero la signorina Linda a lasciare lo storico fidanzato Francesco per l'allora povero ma intraprendente Roberto, tredici anni prima?
Cercò di non porsi troppo la domanda, specialmente davanti a Sara; il loro compito lì era chiaro e preciso, il resto non contava.

                                       ***

Qualche ora più tardi, Camilla, Giulia e Marta avevano cenato, poi la suchef aveva dichiarato di avere una forte emicrania ed era andata subito a dormire, tra le espressioni interrogative delle coinquiline.
Poco dopo, mentre queste ultime sparecchiavano, il telefono squillò.
《Chissà chi è a quest'ora...》commentò la Ricci, alzando la cornetta. 《Pronto?》rispose poi.
《Buonasera, signorina Ricci》fece Roberto Mainaghi dall'altra parte.
《Signor Mainaghi! Come sta? Camilla ogni volta dice che migliora, e la signorina Adele dice che potrebbe tornare anche entro Natale...》continuò l'una, entusiasta di risentire il proprio capo.
《Io sto bene, grazie, signorina. Camilla è in casa? Posso parlare con lei?》domandò l'altro.
《Temo che Camilla in questo momento non possa rispondere, ha una forte emicrania, è andata a dormire proprio dopo cena...》spiegò lei.
《Non fa niente. Domani le dica che ho chiamato. Arrivederci, e mi saluti la signorina Sensi》la salutò lui.
Poi, quando riagganciò, sentì addosso lo sguardo incuriosito della collega.
《Era il signor Mainaghi, vero?》chiese Marta.
《Sì, e ti saluta》rispose Giulia.
《Perché le hai detto che Camilla ha il mal di testa?》domandò la veneta.
《Perché è vero. Non credo che avrebbe avuto le forze per parlare con Roberto》replicò la piemontese.
《Va bene, in ogni caso domani le diremo che ha chiamato》ribadì la Sensi. La Ricci annuì.
Ma dalla sua stanza Camilla aveva sentito e capito tutto: Roberto aveva cominciato ad avvertire che qualcosa non andava; oppure qualcuno aveva notato qualcosa di strano nel comportamento di lei e lo aveva riferito a Mainaghi: ma chi? Forse Adele? O Andrea? O magari la marchesa Toledo? Doveva assolutamente scoprire chi avesse spinto il suo fidanzato a chiamarla, quando sapeva benissimo che tra qualche giorno sarebbe andata a trovarlo.

                                       ***

La mattina successiva cercò di fare finta di niente, quando le coinquiline le dissero che Roberto aveva telefonato la sera precedente, chiedendo di lei.
《Ah, davvero? E come mai?》fece in tono vago.
《Non lo sappiamo, sinceramente. Però ha chiesto se lo avessi richiamato》aggiunse Giulia.
《Sembrava preoccupato. Ma è tutto a posto?》intervenne Marta.
《Sì, perché?》domandò la Reggiani.
《Perché sei strana nell'ultimo periodo. Assente, inquieta, come se ti mancasse qualcosa》rispose la Sensi.
《È per Roberto lontano, vero? Deve essere insopportabile fare avanti e indietro dalla Svizzera e non vederlo tutti i giorni...》sospirò la Ricci.
《Già, ma non deve temere, io lo andrò a trovare presto, e poi ad ogni modo tornerà entro Natale, staremo di nuovo insieme per vedere l'arrivo del nuovo decennio, e chi lo sa, magari, come si dice, "Anno nuovo, vita nuova"...》commentò nervosamente l'emiliana.
《Ma che cos'hai?》domandò allora la piemontese.
《Non vi preoccupate, va tutto bene. È che questo affare Gigli mi mette un nervoso addosso...》rispose la suchef.
《La signorina Mainaghi dice che è tutto sotto controllo. I soldi le bastano. E io mi fido di lei》la rassicurò la veneta.
Adele sapeva sempre trovare la soluzione a tutto. Probabilmente l'avrebbe trovata anche non appena Camilla le avesse detto che voleva lasciare suo fratello: l'avrebbe scuoiata viva.

                                       ***

In quel momento, però, Adele avrebbe voluto scuoiare vivo il ragionier Vespucci.
《700.000 lire? Il signor Gigli aveva detto che erano 500.000!》aveva sbraitato all'uomo che le aveva consegnato praticamente tutte le rimanenze di magazzino della ditta Gigli.
《Che ci vuole fare, signorina? Gigli è alla frutta, e se deve vendere, lo fa a un prezzo buono, degno della sua merce, che è di prima qualità...》rispose questi.
《Effettivamente potrebbe essere colpa mia, magari ho sbagliato a fare i calcoli, o le mie previsioni erano erronee...》era intervenuto Vespucci, suo malgrado.
《Ha sbagliato i calcoli? Le sue previsioni erano erronee? Ragioniere, lei doveva trattenermi, e invece con i suoi errori mi ha convinto a comprare della merce con costi vertiginosi da un'azienda che sta fallendo!》sbottò la Mainaghi.
《Un'azienda che tuttavia vendeva merce di ottima qualità, e i cui proprietari mi avevano giurato una transazione di 500.000 lire!》giurò il ragioniere.
《E adesso come le troviamo altre 200.000 lire?》domandò disperata la ragazza.
《Che succede qui?》intervenne Raffaele, il cui arrivo, agli occhi della Mainaghi, sembrò quasi provvidenziale.
《Signor Galiardi! La signorina qui, vuole concludere a 500.000 lire quando io gliene ho chieste 700.000》spiegò il trasportatore.
《La colpa è mia, signor Galiardi. Ho sbagliato i calcoli e le previsioni. Mi dispiace》riferì Alfredo.
《E qual è il problema? Gliele presto io!》esclamò Galiardi senior.
《Non so se posso accettare...》commentò Adele.
《Signorina Mainaghi, non si faccia scrupoli a chiedermi ciò che vuole, siamo soci, non se lo dimentichi!》decretò lui, sottoscrivendo un assegno da 200.000 lire.
《Questo è suo, signore, può andarlo a ritirare direttamente in banca. Dica al signor Gigli che può considerarlo come un'uscita di scena con stile!》affermò poi soddisfatto, rivolgendosi al trasportatore, il quale, tutto contento, se ne andò salutandoli. 

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top