Capitolo 29

Quella sera, prima che tutti andassero a casa, Adele andò in cucina per fare un annuncio.
《Buonasera a tutti!》esclamò.
《Buonasera, signorina Mainaghi》risposero tutti in coro.
《Adele》fece Camilla.
《Sono venuta per farvi un annuncio importante》esordì la Mainaghi, mentre Andrea si metteva accanto a lei.
《Come sapete, da domani avremo giornate intense, frenetiche. La pubblicità della nostra nuova iniziativa, "La nebbia agl'irti colli", verrà girata da una troupe televisiva della Rai proprio qui, a "L'ingrediente segreto", per essere trasmessa al Carosello la sera dell'11 novembre, in cui cade San Martino》riprese poi.
《Che bello, verrà la televisione!》saltellò Giulia.
《E noi gli attori dobbiamo fare?》domandò Rino.
《Esattamente. Voi, noi e i nostri clienti. La nostra idea è offrire al pubblico un set cinematografico spontaneo e naturale che li faccia sentire a casa》spiegò Andrea.
《È un'idea davvero meravigliosa, chef》sorrise Beatrice.
《Quello che vi chiediamo è di non sentirvi in soggezione. Il nostro punto di forza è proprio l'assenza di impostazione, la totale naturalezza》aggiunse la Mainaghi.
《Signorina Mainaghi, io domani non posso esserci》intervenne Sofia.
《Andiamo a fare le analisi del sangue. Per la paternità del signor Galiardi》specificò Maddalena.
《Allora ci vediamo direttamente domani, signorina Veralli》la rassicurò Del Bosco.
《Sono sicura che Roberto sarà felice di vederci così, pieni d'energia. E la mia speranza è proprio questa, cioè che la nostra energia arrivi fino a Ginevra, fino a lui. Con questo vi saluto e vi auguro una buona serata e una buona notte!》concluse Adele. Le sue ultime parole furono accolte da uno strosciante applauso: la proprietaria de "L'ingrediente segreto" era commossa dall'affetto che manifestavano i dipendenti nei suoi confronti; Fabrizio sosteneva che i Galiardi miravano a distruggere tutto ciò, e che minacciavano di disperdere quella grande famiglia entro il 31 dicembre.
In quel momento, però, le illazioni di Imbriani, per la giovane donna, con contavano poi così tanto.

                                      ***

《Certo che è stato straordinario il discorso della signorina Adele!》esclamò Giulia, al rientro a casa.
《Sono convinta che abbia ragione a dire che tutto il nostro entusiasmo arriverà fino in Svizzera, dal signor Roberto. Tu che dici, Camilla?》fece Marta, rivolta alla suchef.
《Oh... Certo. Penso di sì. Penso proprio di sì...》rispose distrattamente quest'ultima.
《Camilla, ma va tutto bene?》domandò la Ricci.
《Certo, perché me lo chiedete?》ribattè la Reggiani.
《Perché è da diversi giorni che sei strana》ammise la Sensi.
《In che senso strana?》chiese l'emiliana.
《Non so, come se ci fosse qualcosa che ti preoccupa》continuò la veneta.
《Non sarà mica successo che il signor Roberto ha avuto ricadute?》intervenne la piemontese.
《No, ragazze. Roberto sta bene. Sta sempre meglio. Lo aspettiamo tutti a Sant'Ambrogio per essere ottimisti, o tra Natale e Capodanno per essere realisti. Sono io ad essere molto stanca. Penso al suo ritorno come alla fine di tutte le preoccupazioni》replicò la suchef.
《Hai ragione tu. È che è stato un colpo, la sua assenza in questi undici mesi... E contiamo i giorni che mancano al suo ritorno!》affermò la cameriera di Asti.
Camilla sorrise alle sue coinquiline: una volta avrebbe contato anche lei i giorni che mancavano al ritorno del suo uomo a Milano; quel tempo - nemmeno tanto lontano - le sembrava un'altra vita: ora, in mezzo tra lei e la sua ricongiunzione con Roberto, c'era Francesco, il suo invito al Grand Hotel, il suo aut-aut.
E questo era per lei era davvero insostenibile, ma non disse nulla a Giulia e Marta per non farle preoccupare.

                                       ***

Il telefono in casa Vespucci squillò, e il ragioniere si precipitò a rispondere.
《Pronto?》domandò.
《Ragioniere, sono io》rispose Raffaele.
《Signor Galiardi, buonasera. Come mai chiama a quest'ora così tarda?》chiese Alfredo.
《Le chiedo di mettere temporaneamente in secondo piano l'affare Gigli. Domani andrò con Maddalena e Sofia Veralli a fare queste benedette analisi del sangue》cominciò l'uno.
《Mi dispiace di non essere riuscito a fermarla, ma quella donna non si lasciava intimorire neanche dalle bombe, durante la guerra...》si affrettò a dire l'altro.
《Proprio per questo ho bisogno del suo aiuto. Lei deve dissuaderla in ogni modo dal tornare in ospedale ad impicciarsi fino a che non usciranno i risultati delle analisi》ordinò il primo.
《Cosa la preoccupa?》domandò il secondo.
《Non cada dalle nuvole, Vespucci. Quella ragazza non può essere mia figlia, si capiva benissimo che quella volpe di Maddalena era già incinta prima di venire a letto con me. Se si venisse a scoprire che il padre naturale è mio fratello Ernesto, la stampa e la polizia tornerebbero a puntare i riflettori sulla sua morte, e ora come ora non possiamo permetterci un simile problema!》sostenne l'imprenditore.
《Farò come mi ha detto, signor Galiardi》promise il ragioniere.
《Le auguro una buona notte, ragionier Vespucci!》disse Galiardi, prima di riattaccare.
Vespucci sapeva che, dopo la sconcertante rivelazione del suo storico datore di lavoro, non avrebbe dormito neanche quella notte; fantasmi di un passato mai sepolto sarebbero tornati a popolare i suoi sogni: i loschi traffici di Raffaele venuti a galla; il coraggio di Michele Imbriani prima della fucilazione; lo sdegno di Ernesto, sulla terrazza di Villa Galiardi; la sua misteriosa caduta nel vuoto; lo shock di Maddalena; la mobilitazione della contessa Di Castelbianco per zittire ogni sorta di maldicenze; e lui, l'anonimo ragioniere che tutto sapeva e tutto annotava.
Raffaele Galiardi avrebbe falsificato le analisi del sangue, prendendosi la paternità di una figlia illegittima pur di non far tornare a galla quella vicenda.

                                       ***

La mattina successiva, dopo colazione, Raffaele stava per uscire, diretto all'ospedale per fare le analisi del sangue, quando la moglie lo chiamò.
《È proprio necessario tutto questo?》domandò.
《Sì, lo è, proprio per zittire tutte le chiacchiere che potrebbero tornare a girare su una storia vecchia di ventiquattro anni》rispose Galiardi.
《Hai pensato al fatto che potrebbe non essere tua figlia?》chiese la Di Castelbianco.
《Sono assolutamente certo di questo. I tempi sono ravvicinati, però, e nessuno potrà ricondurli ad Ernesto, non se io ci metto del mio》replicò lui.
《Intendi falsificare i risultati delle analisi?》fece lei.
《Non vedo altra soluzione. Abbiamo fatto tanto per preservare questa famiglia, e non sarà una ex segretaria frustrata e insoddisfatta a farci tracollare》promise l'uno.
《Cerca di stare attento. Questo tuo progetto ci ha già portato un sacco di guai...》sospirò l'altra.
L'uomo d'affari prese le mani della contessa.
《Ti giuro che a partire dal primo gennaio del 1960 avremo una figlia devota e un bellissimo grande magazzino》la rassicurò, prima di salutarla e dirigersi dell'autista.

                                     ***

A casa Veralli, Maddalena aspettava che sua figlia fosse pronta.
Aveva lottato tanto per ottenere quel consenso alle analisi del sangue, inchiodando Raffaele con la minaccia di far emergere informazioni scomode sul loro passato; d'altra parte era sempre stata lei la più forte, fin da quando lei e i fratelli Galiardi erano piccoli e abitavano nei quartieri operai: Raffaele diceva sempre che sarebbe diventato invincibile, e aveva tenuto fede alla sua promessa, accumulando tanti successi professionali e altrettanti scheletri nell'armadio.
Lei li conosceva tutti, per questo lui la temeva; e alle soglie di quelle analisi la temeva ancora di più: c'era la metà delle probabilità che il padre di Sofia non fosse Galiardi senior, ma il suo coraggioso e sfortunato fratello Ernesto, della cui morte la Veralli sapeva ogni particolare, e che sognava, un giorno, di poter vendicare; se infatti i risultati delle analisi fossero stati a favore di Ernesto, la responsabile di sala de "L'ingrediente segreto" avrebbe fatto in modo che si tornasse a parlare di lui e del suo dubbio suicidio.
In cuor suo la donna se lo aspettava, perché anche se non era scientificamente provato, rivedeva il minore dei due fratelli Galiardi, l'unico uomo che avesse mai amato, in ogni gesto e in ogni espressione di sua figlia; ne riconosceva la dolcezza, il carattere gentile, in opposizione all'ambizione e alla rabbia di Raffaele.
《Mamma, io sono pronta!》esclamò Sofia, uscendo dal bagno e andando a infilarsi il cappotto.
Tutto quello che Maddalena faceva era per il bene di sua figlia, anche la rievocazione degli eventi più torbidi.
《Bene, andiamo!》la esortò, mentre uscivano di casa.

                                      ***

Intanto Camilla, Giulia e Marta erano andate in caffetteria tutte eccitate: quel giorno infatti sarebbero cominciate le riprese della Rai nel ristorante.
La Reggiani, la Ricci e la signora Eva avevano lasciato Marta e Mimmo da soli.
《Allora, sei pronta per diventare una stella del cinema?》sorrise il barista.
《Macché stella del cinema... Io mi vergogno pure a pensare che ci saranno le telecamere...》arrossì la cameriera.
《Sei troppo timida, Marta, l'ho sempre detto. Magari la televisione ti aiuta a vincerla, tutta questa timidezza...》osservò il ragazzo.
《Dici?》domandò la giovane.
《Ne sono sicura. E poi hai un sorriso talmente bello che bucherà lo schermo》commentò Lojacono in modo galante.
《Sei un bugiardo...》lo prese in giro la Sensi, arrossendo ancora di più.
《Dico sul serio. Tu credi troppo poco in te stessa e nelle tue capacità》confessò lui.
《E tu invece ci credi, nelle tue?》chiese lei.
《Beh, per forza, perfetto come sono...》scherzò il siciliano.
《Scemo che sei!》rise la veneta, dandogli una spintarella.
Non aveva mai dato peso ai sentimenti, ma con Mimmo aveva seriamente cominciato a prenderli in considerazione.

                                       ***

A Sara era piaciuto molto cominciare a lavorare a "L'ingrediente segreto", aldilà di ogni manovra che ci fosse dietro il suo ingresso: leggere i conti, scoprire le varie epoche del ristorante, era stato per lei talmente interessante che il suo entusiasmo aveva trascinato anche Vespucci.
Quando l'aveva raccontato a sua madre, la sera prima, quest'ultima l'aveva messa in guardia: era lì con un compito preciso e non poteva permettersi alcun tipo di coinvolgimento; ne valeva la reputazione di suo padre.
Ma l'atmosfera che si respirava in quel posto, il calore con cui l'aveva accolta il ragionier Vespucci e la grazia scontrosa del lavapiatti Nanni l'avevano quasi fatta sentire in colpa per il vero ruolo che avrebbe ricoperto in quei giorni.
《Buongiorno, signorina. È per caso della Rai?》domandò Guido Del Bosco, capitandole davanti all'entrata.
《No, magari... Sono l'assistente del ragioniere, mi chiamo Sara Lentini》rispose la ragazza.
《Si occupa di conti anche lei?》chiese il giovane.
《In America è assolutamente normale che una donna lavori in un ufficio senza per forza essere una segretaria o una dattilografa》ribattè lei.
《Non intendevo assolutamente sminuirla, ma non mi è capitato spesso di incontrare una donna che svolge la professione di aiuto-contabile, onestamente. Comunque molto piacere, Guido Del Bosco》replicò lui, presentandosi.
《Lei è il fratello dello chef?》fece Sara.
《Il più piccolo, precisamente. Sono l'amministratore delegato de "L'ingrediente segreto"》spiegò Guido.
《Anche lei quindi svolge un lavoro d'ufficio》osservò la Lentini.
《E questo non ci permetterà di divertirci molto in questi giorni, con una troupe televisiva in giro per la sala... Ma ci sono sempre le pause》ammiccò Del Bosco.
《Eh già... Comunque devo andare... Magari ci vediamo》si affrettò a dire la giovane.
《A presto, signorina Lentini...》la salutò il ragazzo con un baciamano.
Sara corse verso l'ufficio, arrossendo: doveva evitare il coinvolgimento, e invece ci stava finendo dentro con tutte le scarpe.

                                      ***

Verso le dieci Alessandro Tomei fece il suo ingresso trionfale in sala, seguito da una numerosa troupe: attrezzisti, fotografi, tecnici del suono, addetti alle luci, registi, cameraman, sarte, truccatrici e segretari.
Adele, Francesco ed Emma vennero loro incontro sorridendo, mentre la clientela si profondeva in mormorii eccitati e desideri di ricevere un'inquadratura perfetta dalle telecamere.
Tomei scorse tra la folla il volto sorridente di Grazia e le sorrise: quel giorno, per fortuna, Raffaele non era lì a controllare tutti i movimenti della sua amante in carica.
Beatrice e le ragazze turbinavano per la sala, distribuendo sorrisi e spuntini a tutti i lavoratori della Rai; a volte Tomei distoglieva lo sguardo dalla Vallesi e lo faceva ricadere su Monica.
Poco dopo arrivarono anche Violetta e Tancredi, felici di aver contribuito a tutto ciò.
Quando venne scattato il primo ciak, una grande emozione pervase tutti i presenti: le scene per la pubblicità de "La nebbia agl'irti colli" vennero girate in sala, in cucina e negli uffici; i prodotti tipici della stagione furono protagonisti di mirabili primi piani.
Quando la troupe ebbe finito, tutti i componenti vennero salutati con affetto e allegria, promettendo che si sarebbero rivisti per i quattro giorni successivi, fino all'11 novembre, giorno della messa in onda.
Di nascosto ad occhi indiscreti, Violetta e Andrea si dileguarono alla volta del magazzino.
《Tutto questo non sarebbe stato possibile senza di te!》si complimentò lo chef.
《Veramente è tutto merito di questo posto, io ho contribuito solo in minima parte...》si schermì la Galiardi.
《Sì, ma sei stata tu il motore di questa ventata d'aria fresca che ha investito "L'ingrediente segreto"... Hai portato nuova linfa vitale al ristorante... e in me》sorrise l'uomo.
I loro visi erano vicinissimi, e d'istinto la ragazza prese una decisione che avrebbe voluto prendere da diverso tempo: lo baciò.
Fu un bacio lungo, appassionato e ricambiato: in quel momento tutto - Adele, Fabrizio, la pubblicità e le differenze d'età e sociali - sembrava lontano e sconosciuto; esistevano solo loro due.
《No》fece all'improvviso lui.
《Perché no?》domandò lei.
《Perché io sto per sposare Adele e tu sei fidanzata con Fabrizio》rispose lo chef.
《Io e Fabrizio non siamo fidanzati, e tra te e Adele non c'è più intesa...》insistette la giovane.
《Ti prego, non rendere tutto più difficile. Se non ci fermiamo adesso, poi sarà impossibile farlo in seguito. Perciò fermiamoci qui》stabilì Andrea, tornandosene velocemente in cucina. Stordita, Violetta si diresse verso casa: aveva bisogno di riflettere.

                                       ***

Tancredi aveva aspettato Monica alla pausa, e lei si era messa un elegante tailleur rosso con décolleté dello stesso colore, e aveva sciolto i capelli.
Erano andati a passeggiare sui Navigli, quando lui le chiese com'era la situazione con suo padre e la Morin.
《Non accetterò mai quella donna nella vita di mio padre, né tantomeno l'idea di avere una sorellastra...》rispose lei.
《A te è andata comunque meglio che a me... Io ho scoperto di averne una dopo esserci andato a letto per scommessa》ricordò Galiardi.
《Almeno Sofia ha la possibilità di fare le analisi del sangue. Nel mio caso, invece, nemmeno c'è bisogno. Lisa ha staccato la faccia a mio padre...》confessò la Dalmata.
《Comunque entrambi abbiamo la possibilità di ricominciare》le fece notare il giovane.
《Ma io non voglio ricominciare. Rivoglio la mia vita di prima, non questa farsa... La verità è che mi manca mia madre. Quando ero piccola, il sabato mattina mi portava sul lungomare di Udine, compravamo due cartocci di frittura di pesce e ce li mangiavamo passeggiando. Adoravo quei momenti, erano solo nostri》raccontò nostalgica la ragazza.
《Tua madre sapeva che tuo padre la tradiva?》domandò l'uno.
《Sì, lo sapeva. Solo che non lo dava a vedere》replicò l'altra.
《Ma non è giusto! Anche mio padre tradiva mia madre, ma lei gli ha sempre restituito pan per focaccia》esclamò il primo.
《Udine non è come Milano. È una realtà piccola, la gente parla, e va a finire che una moglie tradita è più colpevole del marito traditore... Ma io, adesso come adesso, ucciderei qualcuno pur di mangiare ancora la frittura di pesce con mia madre!》si sfogò la seconda, scoppiando a piangere.
Tancredi l'abbracciò, e nel farlo provò una sensazione mai avuta prima.
《Shhh... Va tutto bene, ci sono io...》la consolò accarezzandole i capelli.

                                      ***

Francesco aveva incontrato Emma nel suo ufficio per comunicarle l'ultima novità.
《Ho baciato Camilla una seconda volta》riferì.
《Fantastico, e lei come ha reagito?》domandò la Ferraro.
《L'ho messa ancora più in crisi, e non è finita qui...》continuò Galiardi.
《Che vuoi dire?》chiese lei.
《L'ho invitata a raggiungermi al Grand Hotel la sera dell'11 novembre, a mezzanotte》rispose lui, soddisfatto.
《E lei ha accettato?》domandò di nuovo l'una.
《Se verrà significherà che ha accettato》replicò l'altro.
《E se non verrà?》insistette la prima.
《Sono sicuro che verrà. Ormai la sua relazione con Roberto Mainaghi è praticamente agli sgoccioli, sta insieme a lui solo perché gli fa pena》sorrise tranquillo il secondo.
《Non abbiamo molto tempo. Il ragionier Vespucci avrebbe dovuto già proporre ad Adele l'affare della ditta Gigli!》ribattè Emma.
《Non ti preoccupare, mia cara. Il ragioniere ora ha un'altra priorità che gli ha ordinato mio padre, ma a partire da dopo San Martino consiglierà alla nostra povera piccola Mainaghi un investimento talmente allettante ma talmente rischioso da farle fare l'ultimo canto del cigno molto prima della fine dell'anno!》promise Francesco.
Il loro piano malvagio pareva procedere indisturbato.

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