Capitolo 28

Dopo la chiacchierata al circolo la sera prima in compagnia di Tancredi e Monica, Alessandro Tomei si presentò a "L'ingrediente segreto" per parlare con i proprietari: Adele lo aveva invitato nel suo ufficio, e con lui c'erano Andrea, Raffaele, Francesco, Emma, Guido e Violetta; la presenza di quest'ultima non era particolarmente gradita alla Mainaghi, soprattutto per gli sguardi d'intesa che si lanciavano lei e lo chef.
《Bene, signor Tomei. Deduco che avrà accettato la nostra proposta》esordì quest'ultimo.
《Diciamo che il signor Tancredi e la signorina Monica sono stati piuttosto convincenti》ribattè Alessandro.
《Vede, la nostra idea è proprio quella di creare un set naturale, senza impostazioni, senza schemi, per dare alla gente che verrà l'idea di sentirsi a casa propria》specificò Violetta.
《Come era successo in precedenza con le Delizie della terra?》chiese il giovane dirigente Rai.
《Esattamente, ma vogliamo rendere l'idea ancora di più》rispose Adele.
《Ma non troppo, s'intende. Insomma, già la televisione potrebbe rendere meno d'elite questo posto, non vorrei che il prossimo passo fosse trasformare il ristorante in una tavola calda...》affermò Emma.
La Mainaghi le lanciò un'occhiata obliqua.
《Emma ha ragione, "L'ingrediente segreto" è un ristorante di lusso e l'idea di proporre la carne allo spiedo mi sembra, ecco, un po'... popolana...》le diede manforte Francesco.
《Dipende dai punti di vista, caro Francesco. Quello che voi ritenete "far entrare cani e porci" per me è "allargare gli orizzonti"》sostenne sua sorella.
《Mi trovo d'accordo con Violetta. Siamo quasi nel 1960, gli elettrodomestici entrano in tutte le case, e ancora si parla di elite. Molti altri paesi europei hanno superato questi preconcetti, e noi siamo indietro di anni!》aggiunse la Mainaghi.
《Mi avete convinto ancora di più. Se volete cavalcare le nuove tendenze, io voglio esserci!》esclamò Tomei.
《Allora adesso è uno di noi, dottor Tomei!》decretò Andrea, stringendogli la mano.
La sua uscita dall'ufficio fu accompagnata dai sorrisi di Adele, Andrea, Violetta e Guido, e dagli sguardi di disappunto di Emma, Raffaele e Francesco.

                                       ***

Non appena lasciarono l'ufficio della Mainaghi, Raffaele, Francesco ed Emma s'incontrarono nella stanza di lei.
《Questo è troppo, il ristorante come set cinematografico! Doveva essere sulla via del declino, e invece sta per avere un altro grande successo!》sbottò la Ferraro.
《Emma, calmati...》cercò di rassicurarla il giovane Galiardi.
《Come posso calmarmi, Francesco? "L'ingrediente segreto" deve essere demolito tra poco più di un mese, e ogni giorno Del Bosco si inventa un'iniziativa nuova per stare sulla cresta dell'onda!》continuò Emma.
《Senza contare che mia sorella gli dà sempre retta, anzi, diciamo che pende dalle sue labbra!》esclamò Francesco.
《Non dovete disperarvi, né per i nostri obiettivi, né per Violetta; in questi giorni il ragionier Vespucci, controllato a vista dalla sua nuova assistente, proporrà ad Adele di acquistare un ingente stock di prodotti della ditta Gigli》intervenne Raffaele.
《Stanno fallendo...》ricordò il figlio.
《Appunto》sorrise tranquillamente il padre.
《Era il famoso affare che farà tracollare il ristorante?》domandò l'italo-americana.
《Esattamente. I Gigli si stanno liberando delle rimanenze di magazzino, ma la loro merce è pregiata, quindi la venderanno a un certo prezzo, troppo alto per le tasche dei Mainaghi al momento...》rispose l'uomo d'affari.
《Ed è qui che interveniamo noi, col nostro generoso prestito, del quale non potranno rientrare perché l'affare Gigli sarà un fallimento totale!》decretò il primogenito.
《La loro ambizione sarà la loro tomba!》affermò soddisfatta la Ferraro.

                                      ***

Nel frattempo, fuori dal ristorante, Sara Lentini si preparava ad entrare. L'emozione di lavorare per un posto così prestigioso era grande, ma anche il compito delicato che aveva; non le piaceva molto fare la spia, ma sua madre le aveva ricordato più e più volte che lo facevano per il loro marito e padre, per permettergli di tornare a piede libero e non nascondersi sempre.
La direttiva di Francesco Galiardi era stata quella di sorvegliare anche i respiri del ragionier Alfredo Vespucci, e lei era curiosa di vedere com'era.
Tutta presa dai suoi pensieri, non si accorse che stava per andare addosso ad un ragazzo con i riccioli castani, che arrivava con una cassa piena di bottiglie.
《Ops, scusami! Stavo per andarti addosso...》fece Sara.
《Non preoccuparti. Sono giornate frenetiche a "L'ingrediente segreto"》rispose quest'ultimo.
《Comunque presto saremo colleghi. Cioè, io oggi ho un colloquio come aiuto-contabile》spiegò lei.
《Allora non siamo colleghi perché io lavoro in cucina. Lavo i piatti》ribattè lui.
《Comunque piacere, mi chiamo Sara Lentini》si presentò la ragazza.
《Giovanni Borghese. Ma qui mi chiamano tutti Nanni》replicò il giovane, stringendole la mano.
《Nanni... È carino Nanni... Io non ho mai avuto un soprannome, Sara è un nome così corto...》fece l'una.
《Comunque l'ufficio del ragionier Vespucci è al primo piano, c'è l'ascensore》disse l'altro.
《Grazie mille. Magari poi ci vediamo in giro》sorrise la prima.
《Ne dubito fortemente. Tu sei agli uffici e io in cucina, ma d'accordo》concluse il secondo, tornando dentro. Sara fece un grosso sospiro e si preparò anche lei ad entrare, e una volta che lo ebbe fatto le sembrò di sentire addosso gli sguardi di tutti.

                                      ***

Appena la vide passare, Sofia si avvicinò alla madre.
《E questa ragazza chi è?》domandò.
《Credo che sia la famosa aiuto-contabile che verrà a sgravare il lavoro del ragioniere...》rispose quest'ultima.
《Il ragioniere ha bisogno d'aiuto?》chiese perplessa la ragazza.
《Con tutte queste novità al ristorante è diventato insostenibile per lui tenere i conti da solo, evidentemente ha capito di non essere invincibile》replicò sua madre. 《Ma adesso non pensiamo a lui, domani è il grande giorno...》disse poi.
《Quale grande giorno?》fece la cameriera.
《Come, non te lo ricordi? Andiamo a fare le analisi del sangue per dimostrare che Raffaele Galiardi è tuo padre!》esclamò la responsabile di sala.
《Ah, è vero... È che ho desiderato così tanto un padre, e adesso che sto per averlo, quasi non me ne capacito...》commentò l'una.
《Lo so, tesoro. È spiazzante, per te. Ma essere una Galiardi ti aprirà tutte quelle porte che ti sarebbero state chiuse in faccia a prescindere per il solo fatto di essere figlia di padre ignoto》rispose l'altra.
《Quali porte?》domandò Sofia.
《Per esempio, i buoni partiti come Guido Del Bosco》sorrise Maddalena.
《Ma che dici, mamma!》arrossì la prima.
《Ho visto come ti guarda. E appena ti sei presentata non si è lasciato condizionare dalle cattive notizie che sono circolate su di te!》insistette la seconda.
《Lo conosco da un giorno. E non è nemmeno venuto a cercarmi stamattina...》ribattè la giovane.
《Tornerà. Sono sicura che tornerà. Dai tempo al tempo》la rassicurò la donna.

                                     ***

《Avanti?》fece Vespucci, non appena sentì bussare alla porta del suo ufficio.
《Sono Sara Lentini》rispose una voce femminile.
《Entri pure》rispose il ragioniere.
《Buongiorno, ragionier Vespucci. Sono in tempo, giusto?》domandò la ragazza.
Alfredo la studiò da dietro i suoi occhiali rettangolari, e pensò che quella giovane dall'aspetto innocente non aveva né l'aria di essere la figlia di un latitante, né di una spia che avrebbe dovuto sorvegliarlo tutto il giorno e poi fare rapporto a Raffaele Galiardi.
《Non si preoccupi, signorina. Non è in ritardo》la rassicurò.
《Ecco, questo è il mio diploma. E queste le mie referenze. Ho lavorato principalmente come segretaria e aiuto-contabile in molti studi di New York》raccontò lei, tirando fuori dalla borsa una cartella con dei documenti, che lui si mise subito ad ispezionare.
《Il suo curriculum vitae è veramente notevole, complimenti!》esclamò.
《Vede, ragioniere, in America non è strano che una ragazza si diplomi in ragioneria. Non è un settore molto comune per una donna》ammise la Lentini.
《Non deve preoccuparsi, signorina Lentini. Non sono uno di quei capi prevenuti, che relega le donne a mansioni di segretarie. Sono convinto che sarà in grado di svolgere perfettamente il lavoro per cui mi è stata segnalata》sorrise Vespucci.
《Fossero tutti come lei... Ho l'impressione che giù in sala mi abbiano guardato strano... Soprattutto un lavapiatti che ho conosciuto poco fa, un certo Nanni...》riferì l'una.
《Un ragazzo un po' scontroso, ma onesto. Dovrebbero capirlo un po' tutti...》ribattè l'altro, pensando a quanto il giovane Borghese fosse innamorato di Sofia, e a quanto quest'ultima fosse preda degli ambiziosi disegni di sua madre. 《Comunque può mettersi qui, su questo scrittoio. E questi sono i rendiconti degli ultimi due mesi》cambiò discorso successivamente, mettendole alcuni fascicoli su una scrivania leggermente più piccola, posizionata accanto alla sua.
《Sarà divertente scoprire la storia de "L'ingrediente segreto" attraverso i bilanci!》decretò Sara tutta eccitata, mettendosi subito all'opera.
Vespucci la guardò per un attimo, prima di occuparsi dei conti anche lui: la Lentini sembrava innocua, ma l'uomo non aveva alcuna intenzione di abbassare la guardia.

                                      ***

Andrea, Violetta e Guido erano usciti particolarmente felici e soddisfatti dalla riunione.
《Tuo fratello e la signorina Dalmata ci hanno salvato la vita!》esclamò lo chef.
《Sono una bella squadra insieme. Li ho visti molto vicini nell'ultimo periodo, chissà che quella ragazza non riesca a fargli mettere la testa a posto!》replicò Violetta.
《Sono una bella squadra, come lo siete voi due. Mio fratello mi ha raccontato del vostro sodalizio professionale》sorrise Guido.
《Questo posto è stato il migliore investimento della mia famiglia. Ha fatto la storia della ristorazione milanese, e sono convinta che possa continuare a farla anche aprendosi al nuovo!》replicò la Galiardi.
《"L'ingrediente segreto" ha dato e continua a dare molto a questa città. Siamo appagati da tanto affetto》spiegò Andrea.
《E io sono contento di essermi unito a voi in questo momento così propizio》ammise l'amministratore delegato.
《Mi dispiace, ma non posso tenervi compagnia. Devo tornare a casa a studiare delle nuove idee per il futuro. Tra un mese sarà Sant'Ambrogio e poi Natale. Ci vediamo!》li salutò Violetta, prima di andarsene.
Quando fu sicuro che fossero rimasti soli, Guido decise di rivolgere al fratello una domanda sincera.
《Ma davvero continui ad essere convito di sposare Adele?》fece infatti.
《Ma che domande mi fai?》ribattè Andrea, preso in contropiede.
《Ti ho visto come sei in compagnia di quella ragazza, Violetta. Sembra che tu rinasca. Con Adele, invece, sei freddo, burocratico. La vostra fiamma deve essersi spenta》commentò l'uno.
《Ma che discorsi stai facendo? La fiamma... Non stiamo mica parlando di una ricetta...》replicò l'altro.
《Anch'io pensavo fosse un'idiozia... Ma poi Eleonora è scappata col concertista, e ho capito che forse se n'è andata perché la fiamma si è spenta... Non è che tu e Adele avete lo stesso problema, ma non volete ammetterlo?》chiese il primo.
《Non abbiamo alcun problema》insistette il secondo.
《Quand'è stata l'ultima volta che avete fatto l'amore?》cambiò tattica il minore.
《Non sono affari tuoi》fece imbarazzato il maggiore, per non dover ammettere che era passato un mese.
《Voglio darvi fiducia, per cui organizziamo questa cena a quattro nei prossimi giorni》propose Guido.
《Ma tu non hai una fidanzata!》osservò Andrea.
《Questo è un problema di facile risoluzione, caro fratellone!》si congedò l'amministratore delegato, tornandosene in ufficio.
Lo chef si diresse nelle cucine, convinto che suo fratello sarebbe stato sempre il solito farfallone.

                                      ***

Camilla non raggiunse le amiche in pausa pranzo: per fortuna erano troppo prese dalle loro vicende personali da non farle domande; Francesco le aveva dato appuntamento in magazzino, voleva parlarle; immaginava ciò che le avrebbe detto: che l'amava e che avrebbe dovuto lasciare Roberto.
Ma lei non aveva alcuna intenzione di sferrare un simile colpo basso al suo fidanzato ufficiale, che si trovava in una situazione difficile; tuttavia questo pensiero le dava l'idea di rimanere con Roberto più per pietà che per amore.
《Camilla!》esclamò Francesco, venendole incontro.
《Eccoti...》commentò Camilla.
《Qualcuno sospetta? Le tue amiche? Adele? Andrea?》domandò lui.
《No, per fortuna. Cosa mi volevi dire?》ribattè lei.
《Lo puoi immaginare. Io non riesco a smettere di pensare a te, al nostro bacio sotto la pioggia, a Biella. Il pensiero di te mi toglie la ragione, il sonno, il fiato. Camilla, io ti amo, e non riesco a credere che non ricambi!》confessò l'uno.
《Francesco, io sto con Roberto. Non posso lasciarlo da solo, non adesso. Sta da solo, in Svizzera, e ha paura di rimettere piede in Italia perché il suo assassino presunto potrebbe essere dovunque!》replicò l'altra.
《Ma ti senti? Il tuo sentimento per Roberto è di gratitudine, di carità, magari d'affetto. Ma l'amore è un'altra cosa. E lo sai anche tu》le ribadì il primo.
《Francesco, ti prego, non mi mettere davanti ad una scelta...》lo supplicò la seconda.
《Ti do tempo fino alla messa in onda della nuova pubblicità alla televisione. Se mi raggiungerai a mezzanotte di quel giorno al Grand Hotel, saprò qual è la tua risposta》stabilì il giovane Galiardi, lasciandola sola. La Reggiani avrebbe voluto davvero non sentire quella proposta: non sarebbe stato facile accettare la messa in onda della pubblicità de "La nebbia agl'irti colli".


Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top