Capitolo 27
《Fratellone!》esclamò Guido, entrando in cucina accompagnato da Sofia.
《Fratellino!》rispose Andrea, non appena lo vide.
I due si abbracciarono forte: avevano tre anni di differenza e non si vedevano da parecchio tempo, ma il loro legame era molto forte.
《Ho visto e sentito meraviglie a proposito di questo posto, negli ultimi due mesi...》affermò l'uno.
《E il meglio deve ancora venire...》fece l'altro.
《Camilla, sempre più affascinante...》disse il fratello dello chef, baciando la mano della Reggiani.
《E tu sempre galante...》replicò divertita quest'ultima.
《Signore e signori, sono felice di ritrovarvi tutti qui, anche se vedo volti nuovi tra di voi...》notò il giovane, scorgendo i visi di Violetta e di Monica, che era rientrata da poco.
《Questa è Monica Dalmata, la figlia dell'ispettore sanitario Stefano Dalmata, mentre lei è Violetta Galiardi, appartenente alla famiglia dei nostri nuovi soci》spiegò Andrea, presentandogli le nuove arrivate.
《Allora sono venuto in un momento fortunato, in cui il ristorante si riempie di bellezze...》commentò Guido, facendo il baciamano a entrambe.
《Violetta è l'autrice del nostro nuovo luogo e della pubblicità delle Delizie della terra, la nostra iniziativa di ottobre, e si sta preparando per quella di San Martino!》raccontò lo chef.
《Però, lei è davvero la versione femminile di mio fratello, signorina Galiardi, se lo lasci dire...》osservò il ragazzo.
《Diciamo che do una mano》si schermì la Galiardi. Il fratello di Del Bosco aveva toccato un tasto dolente per lei: Violetta infatti sapeva benissimo di essere l'anima gemella dello chef, ma lui non l'avrebbe mai capito, finché avesse continuato a stare con Adele.
《Ma invece la tua bella fidanzata? So che è diventata il capitano della nave...》cambiò argomento Guido.
《Adele è nel suo ufficio, andiamo a salutarla e poi parleremo del tuo contratto...》ribattè Andrea, accompagnandolo di sopra.
***
《Sei veramente fortunato, Andrea. Tra la tua fidanzata in carriera e la tua nuova collaboratrice uguale a te, di certo non ti annoi mai》commentò Guido, mentre aspettavano l'ascensore.
《Non ho il piede in due scarpe, sono innamorato di Adele e intendo sposarla》specificò Andrea.
《Lo immagino, e poi tutto quello che è successo nell'ultimo anno deve avervi cambiati profondamente. Io invece sono il solito vecchio Guido, solo un po' più desideroso di cambiare aria...》replicò l'uno.
《Eleonora?》domandò l'altro, riferendosi all'ultima fidanzata del fratello.
《Era riuscita a farmi mettere la testa a posto, stavamo per sposarci, quando ha avuto la bella idea di scappare con un concertista》spiegò il primo.
《Mi dispiace》ammise il secondo.
《Oh, a me non più di tanto, alla fine. Mi ha dato la possibilità di venire qui. Milan l'è un gran Milan!》confessò il minore, mentre il maggiore, una volta che furono arrivati al piano di sopra, lo conduceva all'ufficio di Adele.
La Mainaghi fu contenta di vedere Guido: il fratello del suo fidanzato la metteva sempre di buonumore, e lei ne aveva maledettamente bisogno, dopo i dubbi che le aveva fatto sorgere Fabrizio sulla lealtà del ragionier Vespucci.
《Guido Del Bosco, il re del bresciano!》esclamò.
《Adele Mainaghi, la principessa dei Navigli!》fece Del Bosco. Si abbracciarono.
《Forse dovrei dire regina, ormai...》aggiunse poi.
《Il re rimane sempre Roberto, io ne faccio solo le veci》rispose lei.
《A proposito, so che si sta rimettendo e che tra un mese dovrebbe tornare in pista...》replicò lui.
《Se siamo ottimisti dovrebbe tornare a Milano per Sant'Ambrogio》precisò l'una.
《Così andremo tutti insieme alla prima della Scala, e per allora avrò anche trovato una ragazza...》ipotizzò l'altro.
《Con Eleonora è finita. Un concertista》spiegò Andrea.
《Ah, mi dispiace. Ma proprio per questo ti ha fatto bene cambiare aria. Sei pronto per unirti a noi?》fece la Mainaghi, riferendosi al futuro impiego di Guido come amministratore delegato.
《Prontissimo!》esclamò quest'ultimo, mentre si sedeva per firmare il contratto.
***
A Villa Galiardi, Raffaele, Serena, Francesco ed Emma si erano riuniti nello studio del capofamiglia.
《Le Lentini sono arrivate?》domandò questi.
《Stamattina presto. Don Antonio ha dato loro le indicazioni per il loro appartamento, poi quando si sono sistemate la signora Renata mi ha telefonato chiedendomi istruzioni》rispose Francesco.
《E tu gli hai detto del posto di aiuto-contabile per Sara?》continuò Raffaele.
《Le ho detto che la ragazza si deve presentare stamattina alle nove, perché il nostro povero ragioniere è oberato di lavoro》replicò il figlio.
《Ci hai pensato tu a convincerlo?》intervenne Emma.
《Ci penserò oggi. Vespucci pende dalle nostre labbra come non mai》ribattè Galiardi senior.
《Eppure stai mettendo qualcuno a sorvegliarlo...》commentò Serena.
《Non mi sono molto piaciuti i suoi scrupoli di coscienza riguardo il compito che gli ho assegnato. Ma sono sicuro che sentendosi osservato tornerà a mettersi in riga》affermò il marito.
《Hai sempre riposto troppa fiducia in Vespucci. In questo gioco l'anello debole della catena è proprio lui, temo che possa crollare da un momento all'altro e raccontare tutto alla Mainaghi》ribattè Francesco.
《E non può farci saltare tutto, non adesso che siamo così vicini al nostro obiettivo...》si aggregò Emma.
《Oggi gli ribadirò una serie di cose, non preoccupatevi》li rassicurò Raffaele.
《Non ci preoccupiamo, mio caro. Confidiamo perfettamente nelle tue doti persuasive》sorrise la contessa, ma faceva uno sforzo terribile al pensiero al pensiero del prezzo da pagare per tutto ciò; la famiglia in funzione della quale era vissuta per tanti anni si stava sfaldando: suo marito aveva trovato una seconda giovinezza appresso a una cassiera di facili costumi e con la metà dei suoi anni; Francesco si faceva comandare a bacchetta da una donna spregiudicata e ambiziosa; Tancredi passava le sue amanti al padre e andava a letto con le consanguinee; Violetta trascurava quel bravo ragazzo di Fabrizio a cui preferiva la compagnia dello chef di un luogo - "L'ingrediente segreto" - che entro la fine dell'anno non sarebbe esistito più. Doveva cercare di rimanere salda e cercare di non perdere la testa, almeno lei.
***
Galiardi senior bussò alla porta dell'ufficio del ragioniere poco dopo.
Vespucci impallidì non appena lo vide.
《Signor Galiardi...》fece subito.
《Buongiorno, ragioniere. Questa mattina sono venuto da lei perché ho qualcosa da dirle》esordì Raffaele.
《Se è per l'affare da proporre ad Adele, ancora non ho avuto il tempo perché mi sono trovato ad avere a che fare con le pratiche di assunzione di Guido Del Bosco, il fratello dello chef, per il posto di amministratore delegato...》si affrettò a dire Alfredo.
《Non si preoccupi, ragioniere. Tanto lo so che ci penserà al momento opportuno. Io ho un'altra cosa da dirle. Stamattina è arrivata a Milano Renata Lentini con sua figlia Sara》esordì Galiardi.
《Le Lentini? La moglie e la figlia di Vito Lentini?》domandò Vespucci.
《Esattamente. Stamattina si sono sistemate nell'appartamento concesso loro da mio figlio Francesco, e stamattina gli hanno telefonato chiedendogli un lavoro. E io ho pensato proprio a questo posto, e più precisamente a lei, ragioniere》continuò l'imprenditore.
《In che senso a me?》fece il ragioniere.
《Lei in questo momento è pieno di lavoro, tra i conti delle due iniziative del ristorante attualmente in corso. Ha bisogno d'aiuto e perciò ho deciso di venirle incontro. Sara Lentini ha il diploma di ragioneria e sa tenere perfettamente i conti. Con il padre costretto a nascondersi nessuno la prenderebbe a lavorare, ma lei è un uomo leale e privo di pregiudizi, dico bene, ragioniere?》insistette l'uno.
《Potrebbe venire domani mattina alle nove. Sara Lentini e sua madre non hanno colpa per quello che è successo》ribattè l'altro.
《Bene, farò in modo che lo sappiano. Lei è una persona leale, ragioniere. Posso sempre contare su di lei. Arrivederci》replicò il primo, lasciando l'ufficio.
《Sempre》concluse il secondo, e quando sentì la porta chiudersi, tirò un grosso sospiro.
Sospettava che Galiardi volesse sorvegliarlo, e l'avrebbe fatto attraverso la figlia di un attentatore.
***
Stefano venne di pomeriggio per passare un po' di tempo con Beatrice; capitava a proposito: la donna aveva bisogno di parlargli di ciò che era successo con Monica.
《Quindi sa tutto?》domandò l'ispettore sanitario.
《Sì, e non solo lei. Ho dovuto dire la verità anche agli altri. Non sai quanto mi è costato...》rispose la capocameriera in tonodi sconforto.
《Perché dici questo?》chiese lui.
《Perché si erano tutti fatti una certa idea su di me. Ua donna di trentacinque senza un marito e senza figli, un'acida zitella concentrata sul lavoro, questo ero considerata qui》spiegò la Morin.
《E adesso ai loro occhi sei una madre, una donna con una vita complicata che sta cercando di ricomporre》la incoraggiò Dalmata.
《Una sfasciafamiglie e poco di buono. Tua figlia l'ha urlato davanti a mezzo ristorante, e tua figlia mi fa la guerra, me la farà finché io e Lisa spariremo dalla tua vita》affermò tristemente lei.
《No, non deve andare così. Vi ho appena ritrovate e non vi lascerò andare più. Monica se ne farà una ragione, prima o poi. È una donna anche lei e dovrà fare la sua vita》replicò lui.
《Non ci lascerà mai in pace, e io non voglio che tu perda tua figlia...》commentò l'una.
《Due figlie. Io ho due figlie. Ricordalo sempre》la corresse l'altro, prendendole il viso tra le mani.
Beatrice sapeva che non sarebbe stato facile, ma Stefano le infondeva la stessa sicurezza che le aveva infuso otto anni prima, quando si era concessa a lui.
***
Dopo la chiusura, Giulia, Rino e Marta si diressero in caffetteria.
La signora Chiarini e Mimmo avevano capito che era successo qualcosa di grosso a "L'ingrediente segreto" quando Giulia si sedette ad un tavolo con Rino e Marta si avvicinò al bancone per parlare col giovane barista.
《Ma veramente la figlia di Dalmata ha detto quelle cose della signorina Morin?》domandò Mimmo.
《Esatto, quello e la storia della figlia. Dovevi vederla, doveva vederla anche lei, signora Chiarini. Sembrava una furia!》raccontò Marta.
《Ho avuto modo di farmi un'idea su Monica. È giovane, impulsiva e testarda. E poi è figlia unica e anche femmina, difficilmente digerirà l'ingresso di un'altra donna nella vita di suo padre》spiegò Eva.
《Ma mi dispiace vedere la signorina Morin trattata così...》sospirò la Sensi. Ma la loro conversazione fu interrotta dai toni della discussione di Giulia e Rino in merito alla faccenda, che si stavano accendendo.
《Non dire queste cose sulla signorina Morin!》esclamò indignata la Ricci.
《È la verità, Giulia. La Morin è una svergognata, che ha fatto una figlia con un uomo sposato e ha nascosto tutto a tutti!》ribattè Lojacono.
《Che altro avrebbe dovuto fare? L'avrebbero giudicata tutti, come stai facendo tu adesso!》replicò la piemontese.
《Nessuno l'avrebbe giudicata, se si fosse tenuta lontana dall'uomo di un'altra!》decretò il siciliano.
《Ma se è un uomo a tradire la moglie invece è normale, anzi, è quasi fisiologico che soddisfi i suoi bisogni? Non potrebbe farlo anche una donna?》lo sfidò lei.
《No, perché non sta bene che una donna faccia queste cose. Una sgualdrina sennò è!》affermò lui.
《Per una cosa così verrebbe giudicata perfino la signorina Mainaghi, non importa se appartiene a un altro ambiente. È una donna, e come tale verrebbe sempre additata》sostenne l'una.
《Il posto di una donna perbene è accanto a suo marito, non dietro a quelli delle altre》si oppose l'altro.
《Sei un bruto, non si può parlare con te!》rimbeccò la prima.
《Scusa... Giulia, scusami davvero. Un bruto sono, hai ragione. Milano neanche un po' mi cambiò. Il Nord in generale non mi cambiò. È che qui voi femmine siete così moderne che ci spiazzate. Al mio paese mai una donna fa qualcosa senza il permesso di un uomo, e al ristorante ne abbiamo addirittura due a comandare... Mi perdoni?》si sfogò il secondo.
《Ti perdono. Ma tu non insultare più la signorina Morin》concesse la cameriera.
《D'accordo》promise il lavapiatti.
Marta, Mimmo e la signora Eva furono rassicurati nel vedere che la situazione era rientrata.
***
Durante il ritorno a casa le ragazze furono molto silenziose.
Poi, all'ora di cena, Giulia rivolse una domanda alle coinquiline.
《Ragazze, secondo voi faccio la cosa giusta? A dare una possibilità a Rino, intendo...》fece infatti.
《Ti riferisci alla discussione avuta con lui in caffetteria?》chiese Marta.
《Quale discussione?》intervenne Camilla.
《Oggi Rino e io abbiamo discusso in merito alla storia della Morin e dei Dalmata. Lui pensa che Monica abbia ragione a dire che la signorina Morin è una svergognata》rispose la piemontese.
《E tu?》chiese l'emiliana.
《Io penso che qualsiasi scelta fatta per un amore più grande, come quello della signorina per sua figlia Lisa, sia una scelta giusta, anche se va contro la morale comune》affermò la cameriera.
《Hai un'opinione molto moderna e coraggiosa, Giulia. E io la condivido. È quasi il 1960 e se a tradire è un uomo è considerato un eroe nazionale, mentre se a farlo è una donna viene etichettata come una poco di buono. Ogni persona, uomo o donna, dovrebbe essere libera di vivere la vita che ha scelto, un po' come stiamo facendo noi. È questa la via migliore per essere felici!》affermò la veneta.
Mentre ascoltava il discorso della coinquilina, Camilla pensava alla sua, di situazione: da una parte c'era la sua fedeltà a Roberto, dall'altra il sentimento nascente per Francesco; la sua parte razionale le consigliava di non buttare via una relazione solida per un uomo che conosceva appena; quella istintiva la tormentava col pensiero che non l'avrebbe mai saputo se non l'avesse fatto.
***
Nel frattempo, Tancredi era venuto a prendere Monica - la quale aveva detto al padre che non doveva rendergli conto di niente esattamente come aveva fatto lui a causa della Morin - e insieme si erano diretti al circolo, dove avrebbero provato a convivere Alessandro Tomei a girare la pubblicità de "La nebbia agl'irti colli" direttamente a "L'ingrediente segreto" come se fosse un set.
La giovane Dalmata indossava un abito rosso vermiglio sbracciato e con una generosa scollatura che avrebbe reso Tomei molto più disponibile a trattare; Galiardi, accanto a lei, era elegantissimo in smoking e farfallino: chiunque li avesse visti insieme avrebbe scommesso che erano una coppia.
《Ci guardano tutti...》sorrise nervosamente la ragazza, dandogli il braccio mentre facevano il loro ingresso al circolo.
《Eppure non ti sei posta tutti questi problemi a sbandierare la tua vita davanti alla clientela del ristorante...》sdrammatizzò il giovane.
《Era diverso... Poi nemmeno è la prima volta che mi ritrovo in mezzo alla gente ricca, col lavoro di papà frequentavamo la Udine bene, ma Milano è così grande, e la buona società così pronta a parlarci dietro...》affermò lei.
《Che parlino pure. Ormai ci siamo abituati, dopo quello che è successo. Oh, ecco Tomei!》fece lui.
I due si diressero al tavolo del dirigente Rai, che non appena vide Monica in tiro sgranò gli occhi.
《Signorina, ma lei è la graziosa ragazza che ho conosciuto a "L'ingrediente segreto"?》esordì.
《Esatto, e questo è Tancredi Galiardi》rispose la figlia di Stefano Dalmata.
《Ho sentito molto parlare di lei, signor Tancredi》commentò Alessandro, levando gli occhi su di lui.
《Immagino. Comunque non siamo venuti a parlare delle mie avventure, ma del ristorante. So che lei è interessato a girare una nuova pubblicità》cominciò Tancredi.
《Sua sorella Violetta e il signor Imbriani sono venuti a propormi di occuparmi della campagna pubblicitaria de "La nebbia agl'irti colli", la vostra iniziativa per San Martino》ricordò Tomei.
《Infatti, ma noi siamo venuti a proporle un progetto più ambizioso》continuò Galiardi.
《E di cosa si tratta?》domandò l'uno.
《Di girare la pubblicità direttamente a "L'ingrediente segreto"》rispose l'altro.
《E voi mettereste davvero il vostro ristorante a disposizione di una troupe televisiva? Non è certo un set, e i vostri clienti non sono attori professionisti. Senza contare i cameraman e gli addetti alle luci costretti a girare in mezzo ai tavoli...》obiettò l'uno.
《Ed è proprio questa la sfida che le stiamo proponendo, dottor Tomei: una recitazione spontanea direttamente sul campo. Nulla di finto, nessun copione, per una pubblicità vera》sostenne l'altro.
《E non dica che a lei non piacciono le sfide...》aggiunse Monica con un sorriso talmente accattivante che il dirigente della Rai non poté che accettare.
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