Capitolo 26

Quella notte Monica non riuscì a dormire: quello che aveva visto le tornava in mente ogni volta che chiudeva gli occhi, e ogni volta si chiedeva perché suo padre si fosse comportato in quel modo; ricordava la loro vita a Udine, quando la madre era ancora viva, una vita normale, senza alcun comportamento sospetto da parte del padre, il cui lavoro era sempre impegnativo; tuttavia tornava a casa sempre sereno e sorridente, la prendeva in braccio per salutarla e poi baciava sua moglie: non aveva decisamente l'aria di un uomo dalla doppia vita.
E invece questa doppia vita non solo ce l'aveva, ma l'aveva anche portata fino in fondo, facendo anche una figlia con la sua amante, e della cui esistenza era perfettamente consapevole.
La mattina del 6 novembre Stefano uscì presto, cosicché Monica, dopo colazione, andò da Don Antonio a raccontare la verità: il parroco si preoccupò non appena vide l'espressione scura della ragazza.
《Cos'è successo, mia cara?》le chiese.
《Mio padre ha avuto una figlia, padre, una figlia da Beatrice Morin!》esclamò disgustata lei.
《Mio Dio! Come sarebbe a dire una figlia? E da dove spunta?》domandò sbigottito lui, facendosi il segno della croce.
《La Morin la tiene in un convento dall'altra parte della città. La bambina si chiama Lisa e ha otto anni. È stata concepita quando mia madre era ancora viva!》replicò con orrore la Castello.
《Ma tu ne sei proprio sicura?》chiese il religioso.
《L'ho sentita chiamare la Morin e mio padre "mamma" e "papà". Come vorrei adesso andare al ristorante e dire a tutti quanti che svergognata è quella donna!》decretò l'una.
《Per carità, cerca di non dare in escandescenza, altrimenti farai solo peggio... Suo padre si schiererebbe subito dalla parte della Morin, tu devi essere più calma...》la pregò l'altro.
《Cercherò di trattenermi, padre, ma non le prometto nulla. Arrivederci》fece la prima, salutandolo e dirigendosi al lavoro.
《Buona giornata!》ricambiò il secondo. Poi, non appena se ne fu andata, Don Antonio accolse due donne che non dovevano essere di Milano: una era sui cinquant'anni, aveva i capelli scuri raccolti e gli occhi neri; l'altra aveva i capelli marroni e gli occhi castani.
《Ben arrivate, signore Lentini...》esordì il parroco, facendole accomodare.

                                      ***

Anche Adele aveva passato la notte in bianco: le parole di Fabrizio Imbriani si erano conficcate come spilli nella sua testa e non volevano saperne di andarsene.
Il ragazzo l'aveva messa in guardia dai Galiardi, da Emma Ferraro e soprattutto dal ragionier Vespucci, che sarebbe venuto a proporle un affare che avrebbe rovinato "L'ingrediente segreto"; la parte razionale di lei s'imponeva di non credere a quelle congetture, che avevano una matrice folle e faziosa; quella istintiva, però, tendeva naturalmente a fidarsi del suo antico amore di gioventù, che teneva a lei proprio come quindici anni prima.
Fabrizio forse voleva solo aiutarla, ma in quel momento Adele non poteva permettersi di mischiare il lavoro con gli affari.
I suoi pensieri furono interrotti da alcuni colpi alla porta.
《Adele, sono io!》esclamò la voce di Andrea.
《Vieni, vieni》rispose la Mainaghi.
《Tutto a posto, amore? Hai una faccia...》osservò lui.
《Stanno succedendo tante cose, tra scandali e nuove iniziative... Penso a Roberto, a cosa farebbe al mio posto...》affermò lei.
《Roberto è orgoglioso del tuo operato, e sarà felice di riaffiancarti, tra qualche tempo. Comunque, a proposito di famiglia, devo darti una notizia importante》disse l'uno.
《Quale notizia?》chiese l'altra.
《Sta arrivando mio fratello Guido da Brescia. Verrà ad occupare il posto di amministratore delegato, visto che il nostro lavoro è triplicato》riferì il primo.
《Sono molto contenta che Guido venga a trovarci. Tu e tuo fratello vi vedete così poco, ed è brutto così, nessuno più di me può saperlo...》sospirò la seconda.
《Lo so, tesoro. Ma sono sicuro che mio fratello, col suo buonumore, farà tornare il sorriso anche a te!》promise lo chef.
《Ne sono sicura》ribattè l'imprenditrice. Non aveva il coraggio di guastare la giornata del suo fidanzato con i suoi sospetti e i suoi tormenti. Avrebbe aspettato il corso degli eventi.

                                      ***

Verso le undici la sala si era riempita quasi completamente: l'iniziativa "La nebbia agl'irti colli" appena lanciata e le Delizie della terra che prosperavano da un mese avevano portato "L'ingrediente segreto" ad avere una clientela raddoppiata rispetto agli anni precedenti.
Maddalena guardava la scena soddisfatta, accompagnando i clienti in sala con un sorriso smagliante: l'idea di avere Raffaele Galiardi in pugno con la storia delle analisi del sangue la riempiva di gioia e consapevolezza di aver vinto, dopo tanti anni.
《Come mai quel sorriso?》le domandò Vespucci, venendole incontro.
《Alfredo! Che ci fai qui?》scattò la responsabile di sala.
《Ho saputo che presto verrà ufficializzata la paternità del signor Galiardi nei confronti di Sofia》esordì il ragioniere.
《Raffaele ha deciso di sottoporsi alle analisi del sangue, mi sembra un desiderio legittimo》ribattè la donna.
《Soprattutto spontaneo...》affermò con durezza l'uomo.
《Cosa stai cercando di dirmi, Alfredo?》chiese allora lei, guardandolo negli occhi.
《Ti stai infilando in un gioco troppo pericoloso a cui credi di saper giocare ma che alla fine schiaccerà sia te che tua figlia. Sai benissimo come può diventare Raffaele quando si parla del passato...》cercò di avvertirla lui.
《E tu di cosa hai paura? Che si scopra il criminale che era?》continuò l'una.
《Non parlare forte, ti prego, sai che quell'uomo ha orecchie dappertutto...》replicò l'altro.
Maddalena stava per rispondere, quando l'attenzione di entrambi fu catalizzata da un grido.
《Svergognata! Sgualdrina! Poco di buono! Come hai potuto fare questo alla nostra famiglia?》urlava Monica fuori di sé, in direzione di una scioccata Beatrice. Vespucci decise di intervenire.
《Non qui, Monica, ti supplico...》la scongiurava la capocameriera. Ma la Castello non le diede ascolto.
《Non solo ti sei presa mio padre, ma ci hai anche fatto una figlia! E adesso che mia madre è morta avete avuto la faccia tosta di ricongiungervi!》continuò a gridare. Gli occhi di tutti i presenti si spostavano da lei alla Morin e viceversa.
《Cosa sta succedendo qui?》intervenne Alfredo.
《Lo chieda a questa sciacquetta!》rispose Monica, guardando Beatrice con disprezzo.
《Signorina Castello, cerchi di moderare i termini!》la rimproverò Vespucci.
《Non modero proprio un bel niente, ragioniere. Anzi, lo devono sapere tutti con che donnaccia hanno a che fare tutti i giorni...》rimbeccò la ragazza.
《Signorina...》cercò di farla ragionare Alfredo.
《No! Mi fate schifo! Mi fate schifo tutti quanti! Vergognatevi!》urlò la giovane fuori di sé, uscendo di corsa dal ristorante.
《Signorina Morin...》fece poi il ragioniere, dirigendosi verso la donna amata.
《Ha ragione la signorina Castello. Sono una sfasciafamiglie!》esclamò Beatrice piangendo e correndo in cucina.

                                       ***

Fuori dal ristorante, Tancredi e Violetta stavano parcheggiando l'auto di lui.
《Mi chiedo ancora come mai hai voluto coinvolgermi in questa storia. Insomma, non c'entro niente...》commentò il ragazzo.
《Lo so, ma hai una grandissima capacità di relazionarti con gli altri, ed è importante, per questa iniziativa》spiegò la giovane.
《Il mio contributo è importante per l'iniziativa di San Martino come lo chef Del Bosco è importante per te?》la provocò il maggiore.
《Ma cosa dici?》ribattè la minore arrossendo.
《Dico la verità. Ho visto come guardi Del Bosco, come parli di lui... Ti brillano gli occhi》affermò l'uno.
《Non mi brilla un bel niente. Lui è fidanzato con Adele e io, beh, sento di avere un impegno nei confronti di Fabrizio...》replicò l'altra, ma la loro conversazione fu interrotta dalla fuga di Monica dal ristorante.
《Io la conosco quella ragazza. Vado a vedere cosa le è successo...》decise Tancredi.
《D'accordo, io vado dentro》rispose Violetta, entrando a "L'ingrediente segreto".
Intanto il giovane Galiardi aveva raggiunto Monica.
《Signorina Dalmata! Va tutto bene?》domandò premurosamente.
《No, non va bene proprio niente. Mio padre e Beatrice hanno una figlia!》replicò disperata la cameriera.
《Una figlia?》chiese il ragazzo.
《Sì, una figlia. Si chiama Lisa e ha otto anni. Ho una sorellastra, una sorellastra frutto di un tradimento!》esclamò la giovane, disperandosi ancora di più.
《Mi dispiace per quello che sta passando, davvero. È orribile finire nell'occhio del ciclone, lo dico per esperienza personale. L'importante è non starci da soli》sorrise lui.
《Dice?》domandò lei.
《Perché non ci diamo del tu? Io sono Tancredi》propose l'uno, tendendole la mano.
《Monica》gliela strinse l'altra.
《E adesso che ne dici se rientriamo? Pare che mia sorella voglia introdurmi nel mondo della pubblicità...》cambiò argomento il ragazzo, mentre tornavano dentro, sorridendosi a vicenda.

                                       *** 

《Violetta, ben arrivata!》esclamò Andrea, non appena vide entrare la Galiardi nelle cucine.
《Buongiorno, Violetta!》si aggiunse Camilla.
《Buongiorno, signorina Galiardi!》fecero poi tutti gli altri.
《Buongiorno a tutti. Mio fratello doveva venire con me, ma si è trattenuto un attimo fuori... Oh, eccolo!》affermò la ragazza, vedendo rientrare Tancredi in compagnia di Monica. Gli occhi di tutti si fissarono su di loro.
《Buongiorno...》salutò il giovane, per spezzare la tensione.
Nanni, dalla sua postazione al lavandino, avrebbe voluto tirargli un pugno per come aveva trattato Sofia, ma Rino gli lanciò un'occhiata eloquente per farlo stare fermo.
《Sono contento che Violetta abbia coinvolto anche te in questo progetto. Più gente siamo e meglio è, poi in giornata arriverà anche mio fratello Guido...》raccontò lo chef.
《Hai un fratello?》domandò Violetta.
《Oh sì, ed è anche un tipo molto galante...》ricordò Giulia.
《E tu avevi perso anche la testa per lui, un anno fa!》la prese in giro Camilla.
《Quindi resta tutto in famiglia...》replicò Tancredi.
《La grande famiglia de "L'ingrediente segreto", di cui ormai fai parte anche tu. Ed è proprio a te che voglio incaricare una missione speciale. A te e alla signorina Castello...》decise Andrea.
《Quale missione speciale?》chiese Monica entusiasta.
《Dovrete andare al circolo a convincere Alessandro Tomei a girare la pubblicità per il Carosello direttamente qui》decretò Del Bosco.
《Ma è impossibile, già è stato difficile sottoporre le mie idee ai pubblicitari di Via Mecenate, figuriamoci farli venire sul campo...》obiettò la Galiardi.
《Ma il nostro Tancredi sa essere molto convincente quando vuole. E poi mi è giunta voce che Tomei sia particolarmente sensibile al fascino femminile...》ammiccò lo chef.
《Quindi saremo le vostre armi vincenti?》domandò la Castello.
《Molto di più... Sarete i nostri assi nella manica!》rivelò Andrea. Il suo entusiasmo fu talmente trascinante che per qualche ora le tensioni aleggianti nel ristorante furono dimenticate.

                                      ***

L'appartamento che Don Antonio aveva indicato alla signora Renata Lentini e a sua figlia Sara, nel Quartiere Harar era grande e luminoso, e fu subito gradito alle donne.
《Mamma, c'è il telefono installato?》domandò Sara alla madre.
《Sì, hanno fatto pensare proprio a tutto. Non ci manca niente, anzi, devo fare una telefonata》affermò Renata, componendo sul disco un numero che aveva segnato su un pezzo di carta.
Arrivato nel suo ufficio da un paio d'ore, Francesco prese subito il telefono: aspettava urgentemente quella chiamata.
《Signora, è lei?》rispose.
《Sì, siamo arrivate proprio stamattina. Don Antonio si è occupato di noi e ci ha condotto nell'appartamento. È veramente bello》affermò la sua interlocutrice al di là della cornetta.
《Sapevo che sarebbe stato di vostro gradimento. D'altra parte siete abituate bene, e lo sarete ancora meglio, visto che sto per proporre a sua figlia un lavoro.
《Quale lavoro?》domandò la donna.
《Aiuto-contabile del nostro ragionier Vespucci. È talmente stanco che non lo riconosciamo più》spiegò l'uomo.
Renata sapeva che quando il giovane Galiardi diceva così, significava che una delle sue pedine cominciava ad avere delle remore di coscienza, e che quindi doveva essere sorvegliato.
《Mia figlia non vede l'ora di cominciare. È sveglia, intelligente e soprattutto leale》ribattè la Lentini.
《Come tutta la vostra famiglia》sottolineò Francesco.
《Quando comincerà?》chiese ancora lei.
《Domani alle nove può presentarsi per una prova. Il ragioniere non deve credere che gliela abbiamo imposta》le ricordò lui.
《Perfetto, allora domani sarà lì》promise l'una.
《Arrivederci》fece l'altro, riattaccando.
《Era il signor Francesco?》domandò Sara.
《Esatto》rispose Renata.
《Notizie su papà?》volle sapere la figlia.
《Papà deve restare ancora nascosto finché questa storia non sarà finita. Nel frattempo ti è stato affidato un incarico importante》riferì la madre.
《Quale?》chiese la ragazza.
《Da domani mattina lavorerai a "L'ingrediente segreto" come aiuto-contabile》la avvertì la donna.

                                     ***

Quando Andrea ebbe finito di spiegare le sue intenzioni, Beatrice chiese di poter avere la parola.
《Credo che sia arrivato il momento di dire tutta la verità, signorina Morin》commentò lo chef.
《Bene, direi che a questo punto me ne posso anche andare. Non ho voglia di stare ad assistere a questa farsa!》esclamò Monica, tornando in sala.
《Deve avere pazienza con lei, non ha un carattere facile...》osservò Camilla.
《No, ha ragione lei. La verità è che vi ho riempiti di bugie. Sono una ragazza madre di una bambina di otto anni, Lisa, avuta da Stefano Dalmata, il padre di Monica, quando era ancora sposato e abitavamo a Udine. Quando sono rimasta incinta sono venuta qui a Milano e ho trovato lavoro qui al ristorante, che aveva aperto da poco. Sono stata aiutata da una suora, che tiene mia figlia nel convento, con l'aiuto delle consorelle. Non avevo alcuna intenzione di cercare il signor Dalmata, è successo e basta. Lo so che adesso mi guarderete con occhi diversi, ma...》raccontò Beatrice.
《Per noi rimarrà sempre la signorina Morin!》esclamò Giulia, sorridendo.
《La nostra integerrima e professionale capocameriera》si aggiunse Marta.
《Lei è una guida per noi》si aggregò Sofia.
《E le staremo vicino, qualsiasi cosa accada!》concluse Camilla.
《Grazie, ragazze. Grazie a tutti, davvero. Sarei persa senza di voi...》affermò commossa la Morin.
《Sono sicura che anche Monica saprà apprezzarla e perdonarla, col tempo...》sostenne Violetta, prendendole le mani.
La capocameriera sorrise tra le lacrime, grata per tutto l'affetto che le veniva dimostrato.

                                      ***

Era l'una dopo mezzogiorno, quando nel ristorante fece il suo ingresso un bellissimo giovane, con i capelli corti neri e gli occhi azzurri, che destò l'attenzione di Grazia per l'incredibile somiglianza con lo chef Del Bosco.
《Buongiorno, signorina》la salutò galante il nuovo arrivato.
《Salve, vuole un tavolo?》domandò la cassiera.
《Veramente sto cercando mio fratello》replicò il giovane uomo.
《Suo fratello?》chiese la Vallesi.
《Mi chiamo Guido Del Bosco, e mio fratello è lo chef Andrea Del Bosco》rispose lui.
《Notavo una certa somiglianza...》fece lei.
《Grazia, ci penso io al signore》intervenne la Veralli. 《Sono Maddalena Veralli, la responsabile di sala》si presentò poi.
《Ma...》cercò di replicare la cassiera.
《Ti ho detto che ci penso io, grazie》tagliò corto la responsabile di sala, facendo strada al fratello dello chef.
《Sofia!》esclamò poco dopo, chiamando sua figlia in sala.
《Mamma, sto lavorando...》le fece notare lei.
《Questo è Guido Del Bosco, il fratello dello chef Andrea》affermò la madre.
《Vi somigliate》disse il ragazzo.
《Lei è mia figlia, Sofia Veralli》la presentò Maddalena.
Guido stette alcuni minuti a guardarla senza parole.
《Incantato!》fece poi, baciandole la mano.
《Lo... Lo chef è... in cucina...》balbettò la ragazza.
《Lo accompagni tu, tesoro?》domandò sua madre.
《Ma veramente starei lavorando...》si giustificò la giovane, imbarazzata.
《Mica ci sei solo tu in sala, hai delle colleghe, no? O sono buone solo a fare scenate davanti a tutte? Vai, Sofia, accompagna il signore...》insistette la donna con un tono che non ammetteva repliche.
Sofia ubbidì e accompagnò Guido da Andrea. Maddalena aveva capito che era scoccata la scintilla tra sua figlia e il fratello dello chef Del Bosco, e questo giovane sembrava non sapere nulla dello scandalo che l'aveva travolta tempo prima; la responsabile di sala non si sarebbe lasciata scappare l'occasione di accasare Sofia senza problemi.

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