Capitolo 25

Il ponte di Ognissanti durò dall'1 al 4 novembre, e il 5 il ristorante riaprì.
In quei quattro giorni Maddalena Veralli aveva avuto molte cose a cui pensare: il gesto di Raffaele, la sua intenzione di introdurre Sofia in famiglia, l'aveva spiazzata, e aveva gettato una nuova luce sul passato che avevano in comune.
Tuttavia la responsabile di sala non si fidava molto della decisione di Galiardi: in quei giorni di ferie aveva infatti cominciato a sospettare che, con la dichiarazione del fatto che Sofia fosse sua figlia, l'uomo volesse evitare che la stampa tornasse a parlare del suicidio - o presunto tale - di suo fratello Ernesto.
Per questo Maddalena si era presentata a Villa Galiardi, la mattina del 5 novembre, prima di andare al lavoro: quando Enrico Varano l'annunciò, Galiardi ne rimase alquanto basito; disse tuttavia al maggiordomo di farla entrare nel suo studio.
《Buongiorno, cara Maddalena. Come mai prima d'ora è un piacere vederti!》l'accolse con un gran sorriso. Ma la Veralli non si fece ingannare.
《Perché questa decisione improvvisa di riconoscere Sofia come tua figlia?》domandò brutalmente.
《Non sapevo che nutrissi dei dubbi nei miei confronti. Pensavo che fossi felice all'idea che Sofia fosse finalmente considerata una Galiardi. Non era quello che volevi, quando l'hai spinta tra le braccia di mio figlio?》la provocò lui.
《Volevo il riscatto per mia figlia, ma non mi aspettavo che strumentalizzassi così tanto la cosa》ribattè lei.
《Cosa stai cercando di dirmi?》chiese l'uno.
《Comodo dire che sei tu il padre di Sofia, in un momento così critico per la tua famiglia, coi giornalisti alle calcagna. Una bella notizia è quello che ci vuole, per evitare che scavino più a fondo in questa storia...》continuò l'altra.
《Non avranno scheletri nel mio armadio da scoprire, se è quello che speri》rispose il primo.
《Sei sicuro? Te la ricordi l'attività antifascista di Ernesto e di Michele Imbriani durante la guerra? Ti ricordi come ti arrabbiasti, dimostrando loro con i fatti che mettersi contro di te era pericoloso? E ricordi anche che in quanto tua ex segretaria conservo tutte le carte necessarie per far tornare a galla ogni cosa? Pensa che scandalo... Lo stimato Raffaele Galiardi che si rivela essere un criminale di guerra agli occhi dell'opinione pubblica... I tuoi adorati figli sarebbero rovinati appresso a te...》lo sfidò la seconda.
《Cosa vuoi in cambio?》si affrettò a dire l'imprenditore.
《Voglio le analisi del sangue che attestino che Sofia è effettivamente tua figlia. Se non hai niente da nascondere, non è un problema, immagino...》pretese la responsabile di sala.
《E se esce fuori che non è mia?》domandò Raffaele.
《Non dirò nulla, se è quello che temi. Tu però sottoponiti a questo test, e avrai il mio silenzio definitivo》replicò Maddalena.
《Può starci. Tu però non fare scherzi, altrimenti sai che posso essere pericoloso》minacciò Galiardi.
《Appunto per questo sono venuta da te: faccio l'interesse della mia famiglia come tu lo fai della tua. Siamo sulla stessa barca, e finché remiamo nella medesima direzione, tutto andrà bene. Arrivederci, Raffaele》ribattè la Veralli, salutandolo e uscendo.
Il padrone di casa si affrettò a pensare a una contromossa: Maddalena Veralli poteva essere molto più pericolosa di lui.

                                       ***

Telefonò a Vespucci, il quale era arrivato a "L'ingrediente segreto" di buon mattino perché non aveva chiuso occhio per quattro notti e a casa sarebbe impazzito; da qualche tempo infatti aveva cominciato ad avere diverse remore nei confronti del losco piano di Raffaele Galiardi e del figlio nei confronti dei Mainaghi, ma ricordandosi di quanto fossero potenti, temibili e vendicativi i suoi datori di lavoro, non si era mai opposto alla loro volontà.
Quello che gli aveva chiesto Galiardi la sera di Ognissanti era stato troppo: convincere Adele e Andrea ad accettare uno stock di prodotti per l'iniziativa "La nebbia agl'irti colli" da un'azienda che stava per fallire e per questo avrebbe praticato un prezzo di vendita stratosferico, costringendo i proprietari del ristorante ad un prestito impossibile da restituire e che quindi avrebbe decretato la loro rovina.
In un'altra situazione non avrebbe avuto problemi a collaborare a una simile meschina azione - in fondo era da sempre gli occhi, le orecchie e il braccio destro di Raffaele; ma in due mesi di permanenza a "L'ingrediente segreto" aveva imparato ad apprezzare la gente che lo componeva e le loro qualità: il coraggio di Adele, che si batteva per portare avanti il sogno del fratello nonostante fosse doppiamente difficile per lei, donna in un mondo di uomini; l'intraprendenza di Andrea, che sapeva vedere lontano, inseguendo ideali che gli altri nemmeno immaginavano; l'amore incondizionato di Camilla per il suo uomo, ricoverato e costretto a nascondersi; la forza d'animo di persone come Maddalena e Sofia, come Giulia, Rino, Marta, Nanni, Monica e Grazia, il cuore pulsante della struttura, che facevano funzionare ogni giorno; e lo spirito di sacrificio di Beatrice, che aveva lasciato la sua città natale per difendere la figlia Lisa dalle maldicenze sulla sua nascita, una donna forte e fragile di cui il ragioniere si era perdutamente innamorato, nonostante il cuore di lei battesse ancora per Stefano Dalmata.
Gli si struggeva l'anima al pensiero che dal 31 dicembre il mondo di tutta questa gente sarebbe andato in frantumi e che lui avrebbe contribuito a tutto ciò, anche se in minima parte.
《Pronto?》rispose in tono neutro.
《Buongiorno, ragioniere. L'ho chiamata perché abbiamo un problema》esordì Galiardi al di là della cornetta.
《Quale problema?》domandò Alfredo.
《Maddalena Veralli vuole le analisi del sangue che confermino la mia paternità nei confronti di Sofia. Ma lei sa cosa potrebbe succedere se risultasse che il padre non fossi io...》rispose Raffaele.
《Quando glielo ha chiesto?》chiese l'uno, conoscendo il timore del suo interlocutore.
《Stamattina è venuta alla villa minacciando di rivelare la verità su Ernesto e su Michele Imbriani e noi, adesso come adesso, non possiamo permetterci la fuga di simili notizie》replicò l'altro.
《Cosa dovrei fare?》fece allora il primo.
《Cerchi di dissuaderla dal suo intento, e se proprio non ci riesce allora dovrò intervenire io. Ho diverse conoscenze in ambito ospedaliero che non avrebbero problemi a mostrare che il padre di Sofia Veralli sono io, però cerchiamo di non arrivare a tanto... Mi capisce?》ribattè il secondo.
《D'accordo, farò tutto ciò che è in mio potere》giurò il ragioniere, prima di salutare Galiardi senior e riattaccare.
Il suo nuovo compito sarebbe stato arduo: Maddalena infatti era un osso duro, non sarebbe stato facile convincerla ad abbandonare il suo intento.

                                      ***

Nel frattempo, la responsabile di sala aveva bussato alla porta dell'ufficio di Adele.
《Il signor Imbriani è qui e chiede espressamente di vederla》esordì.
《Non ho molto tempo per lui, come sa anche lei oggi comincia l'organizzazione della nuova iniziativa...》replicò la Mainaghi, che non aveva alcuna voglia di ascoltare le folli congetture del suo amante.
《Il signor Imbriani dice che è urgente》insistette la Veralli.
《Lo faccia entrare》sospirò la giovane donna, e subito dopo si sedette di fronte a lei, mentre Maddalena usciva.
《Cosa mi devi dire di così importante?》domandò poi nervosa.
《Mi avevi chiesto delle prove, giusto?》rispose lui.
《Spero che siano convincenti》lo sfidò lei.
《Ieri sera sono stato alla cena di introduzione di Sofia Veralli nella famiglia Mainaghi, quando a un certo punto Raffaele ha preso da parte il ragionier Vespucci perché al rientro dal ponte di convincesse ad accettare un affare...》raccontò l'uno.
《Quale affare?》chiese l'altra.
《C'è un'azienda in fallimento che sta vendendo le sue scorte di magazzino e il ragioniere dovrebbe convincerti a comprare quella merce, sulla quale l'azienda praticherà dei prezzi alti perché è roba pregiata. Mi pare che il ristorante non navighi nell'oro, quindi vi servirà una mano dai Galiardi...》continuò il primo.
《E con questo che intendi dire?》replicò la seconda.
《Intendo dire, Adele, che è un sacco di soldi che tu non hai perché li hai impiegati nelle cure di tuo fratello, e poiché sarai insolvente ti ritroverai costretta a vendere "L'ingrediente segreto", che i tuoi soci non vedono l'ora di demolire per costruirci un grande magazzino!》affermò il giovane uomo d'affari.
《Sapevo che avevi molta fantasia, Fabrizio, ma non immaginavo che fossi completamente pazzo. Ma ti stai ascoltando? Da quando ci siamo rivisti parli di complotti, demolizioni, piani diabolici e aziende che non hanno nemmeno un nome. E lo fai per partito preso, avendocela a morte coi Galiardi perché, secondo alcuni sospetti di tua madre sul letto di morte, Raffaele avrebbe fatto arrestare tuo padre! Come posso darti credito?》rimbeccò la donna.
《La verità è che tu invece sai che ho ragione, ma non vuoi ammettere che la situazione ti sta sfuggendo di mano, a partire dal tuo adorato chef Del Bosco, che con Violetta si lancia sguardi inequivocabili》rinfacciò Fabrizio.
《Ti prego, non continuare. Stai sparando sulla croce rossa. Già mi sento inadeguata rispetto a Roberto...》cercò di fermarlo Adele, sul punto di crollare.
Imbriani le prese la mano.
《Non permettere a questa gente squallida di rubarti la dignità e la fiducia in te stessa. Tu non sei inadeguata, Adele. Sei una donna forte e in gamba, ma proprio per questo ti ritrovi circondata da uomini che vogliono farti a pezzi. Promettimi che terrai sotto controllo Vespucci》le disse, fissandola coi suoi grandi occhi azzurri.
《D'accordo, ci proverò》lo accontentò la Mainaghi. Il ragazzo la salutò col baciamano, e non appena se ne fu andato lei cominciò a ragionare sulle sue parole. Cosa nascondeva Alfredo Vespucci sotto la sua mite aria da onesto contabile? Doveva scoprirlo prima che fosse troppo tardi.

                                     ***

Anche quel giorno Alessandro tornò a "L'ingrediente segreto": aveva deciso che quel luogo gli piaceva, ma soprattutto gli piacevano le donne che ci lavoravano - Tomei era un grandissimo donnaiolo, ma lo sapevano solo quelli che lo conoscevano bene, tra cui Fabrizio.
Soprattutto due erano rimaste impresse nella sua mente: la prima era Monica Dalmata, con la sua bellezza fresca e l'esuberanza tipica dei vent'anni; la seconda era Grazia Vallesi, affascinante, vissuta e libera nonostante le molteplici storie che aveva avuto nell'ultimo periodo; ed era lei, in quel momento, che cercava: sapeva che attualmente andava a letto con Raffaele Galiardi, ma al dirigente Rai piacevano le sfide.
《Dottor Tomei! È venuto a trovarci anche oggi?》esclamò la ragazza.
《Ogni giorno è valido per venire in questo posto e vedere come prima cosa il suo splendido sorriso!》commentò il giovane.
《Lei è troppo gentile, con me. Anzi, lo è solo lei. Non godo della migliore reputazione, ultimamente...》sospirò lei.
《E allora mi lasci dire che è circondata da gente stupida, retrograda e bigotta! Ognuno è principalmente un individuo libero che non deve rendere conto a nessuno!》decretò lui.
《Mi trovo perfettamente d'accordo con lei!》fece la cassiera, ma la sua espressione cambiò non appena vide entrare dalla porta d'ingresso Raffaele, che lanciò subito un'occhiataccia a lei e a Tomei.
《Buongiorno, dottor Tomei! Vedo che è spesso nostro gradito ospite...》esordì.
《Questo luogo è grandioso, ed è per me un onore lavorare con voi!》replicò il dirigente.
《Anche per noi è un privilegio avere un uomo della Rai... Che fa, si ferma per pranzo?》continuò l'uno.
《Molto volentieri!》esclamò l'altro, mentre si allontanava verso l'interno, dirigendosi verso Maddalena per chiederle un tavolo.
《Che cosa stavi facendo con quel tizio?》domandò poi Galiardi senior alla Vallesi.
《Nulla di compromettente, anzi, direi che sei stato tu quello inopportuno》ribattè la giovane.
《Ascoltami bene, ragazzina. Puoi andare con chi ti pare quando ti pare, ma non appena ti do un appuntamento per incontrarci, tu disdici tutti gli altri impegni e vieni da me, è chiaro?》sottolineò lui, minaccioso.
《Chiarissimo》rispose lei.
《Bene, allora buona giornata》la salutò l'uno, dirigendosi verso il suo ufficio.
《A te》mormorò l'altra. Quello che credeva essere un vantaggio si stava trasformando in un incubo; mai come in quel momento le mancava Tancredi: tra loro non c'era propriamente amore, ma il ragazzo non si sarebbe mai sognato di comportarsi con lei come un padrone.

                                       ***

La giornata si svolse abbastanza tranquillamente, ma ad ogni ora che passava Monica era sempre più perseguitata da un dubbio che la tormentava: dov'era andato suo padre nelle ultime quattro sere? A incontrarsi con Beatrice Morin, con la quale era scoppiata l'antica passione?
Doveva capire, ed evidentemente dissuadere suo padre dal fare una follia che sarebbe costata la reputazione della famiglia: dal suo punto di vista la capocameriera era una donna subdola, intrigante ed arrivista, che appena aveva capito che l'ispettore Dalmata era vedovo, subito era tornata a girargli intorno e a corteggiarlo per sistemarsi; per questo voleva capire cosa stesse succedendo tra quei due, e fermare quello che sarebbe potuto essere un danno irreparabile.
All'uscita dal lavoro aveva pedinato Beatrice, seguendola a poca distanza nella via che aveva imboccato: la Castello sperava di scoprire qualche torbido segreto della capocameriera, ed eventualmente ricattarla per farla allontanare da suo padre per sempre.
Alla fine la Morin aveva raggiunto un convento, luogo che Monica trovò abbastanza strano per un incontro amoroso clandestino, ma dovette presto ricredersi, perché Beatrice, appena arrivata, aveva abbracciato un uomo: nascosta dietro un muro, la ragazza riconobbe suo padre.
Dopo che si furono sciolti dalla stretta, la giovane notò che il padre e la sua amante venivano raggiunti da una suora, la quale teneva per mano una bambina mora e magra con le trecce, che somigliava molto a Monica quando era piccola.
La Castello ebbe un brivido di disgusto nel vedere che la bambina aveva salutato prima la Morin e poi suo padre, chiamandoli rispettivamente "mamma" e "papà".
Monica ebbe un conato di vomito, prima di scappare via velocemente da lì, senza voltarsi indietro.
Suo padre e quella donna avevano una figlia, e a giudicare dall'età presunta della bambina, l'avevano avuta che la povera signora Dalmata era ancora viva.

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