Capitolo 24

La mattina successiva Emma era arrivata relativamente presto a "L'ingrediente segreto" per parlare con Francesco di una questione urgente.
《Se mi devi chiedere che programmi ho per il ponte di Ognissanti, non possiamo incontrarci, mi tocca stare a casa a salvare il salvabile》esordì il giovane Galiardi.
《Quello che ti devo chiedere riguarda proprio la tua famiglia》rispose la Ferraro.
《In che senso?》domandò il ragazzo.
《La relazione extraconiugale di tuo padre potrebbe tornarci utile: Grazia Vallesi lavora qui, e si sa che a letto noi donne parliamo tanto. Quella ragazza potrebbe diventare inconsapevole referente delle sorti del ristorante, in modo da facilitare la pianificazione delle nostre prossime mosse》spiegò l'imprenditrice.
《Stai dicendo di sfruttare il tradimento di mio padre?》chiese lui.
《Esattamente》affermò lei.
《Mia madre non sarà mai d'accordo. Ormai ha scoperto tutto ed è ai ferri corti con mio padre. A me sinceramente non importa nulla delle loro vite private, come sai anche tu si sono sposati per forza, ma nelle famiglie come la nostra l'apparenza conta più di tutto, e se si scalfisce quella, la nostra immagine è rovinata》replicò l'uno.
《Tu cerca di convincerla che è un tradimento a fin di bene, e che il 31 dicembre, quando "L'ingrediente segreto" verrà demolito, ringrazierà suo marito》consigliò l'altra.
《Non sarà facile convincerla》commentò il primo.
《Tu provaci. E intanto concentrati sul fronte Camilla. L'hai più vista?》domandò la seconda.
《Mi evita come la peste. Devo aver creato un bel dubbio nel suo cuore. Magari durante il ponte andrà da Roberto, per fare chiarezza》ipotizzò Francesco.
《E allora lasciamola andare a fare la fidanzata amorevole. Non credo che le andrà ancora per molto di recitare questo ruolo. Però tienila sotto controllo, a breve cederà di nuovo》lo rassicurò Emma.
Il primogenito di Raffaele e Serena, una volta rimasto solo, raccolse tutte le sue energie per andare ad affrontare quell'argomento così delicato con sua madre.

                                     ***

A casa Veralli il telefono squillò poco prima che Maddalena e Sofia potessero dirigersi al lavoro.
《Pronto?》rispose la donna.
《Salve, Maddalena, sono Raffaele》disse Galiardi senior al di là della cornetta.
《Raffaele... Come mai questa telefonata?》volle sapere la Veralli.
《Come ben sai la mia famiglia ha un altro problema, e ho bisogno di risolverlo con il tuo aiuto》spiegò l'imprenditore.
《Non lavoro più per te, lo sai》affermò freddamente la responsabile di sala.
《Non si tratta delle tue passate competenze di segretaria, ma della collaborazione tua e di tua figlia》puntualizzò lui.
《Ti ascolto》fece lei.
《Adesso come non mai la mia famiglia ha bisogno di salvare le apparenze, perciò volevo invitare te e tua figlia, perché è una Galiardi quanto Francesco, Tancredi e Violetta》riferì l'uno.
《Ci ho messo ventiquattro anni a dimenticare questa brutta storia e tu non vedevi l'ora di ripropormela, ma bravo, Raffaele...》ribattè l'altra.
《Invece di fare storie dovresti ringraziarmi, avresti solo vantaggi, e la reputazione di Sofia sarebbe salva, perché non dimenticarti che è accusata di incesto...》le ricordò il primo.
《Sofia è innocente!》esclamò indignata la seconda.
《E tu lo potrai dimostrare se accetterete il mio invito a cena, domani alle otto》programmò l'uomo.
《E va bene, domani alle otto》concordò la donna, prima di chiudere la conversazione.
《Chi era, mamma?》domandò Sofia, arrivando in quel momento.
《Domani sera siamo invitate a cena a Villa Galiardi, Raffaele vuole conoscerti meglio, visto che potresti essere sua figlia》rispose Maddalena.
《Mi riconoscerà?》chiese fiduciosa la ragazza.
《Faremo in modo di sì》la rassicurò sua madre.
Nello stesso momento, a Villa Galiardi, Serena aveva udito per caso la conversazione telefonica tra suo marito e la Veralli.
《Ho sentito bene?》esordì.
《Hai sentito benissimo. Domani sera abbiamo ospiti a cena》replicò Raffaele.
《Hai intenzione di invitare quell'ex segretaria arrivista e la sua figlia con la vocazione all'incesto?》inveì la contessa.
《È il modo migliore per salvare le apparenze e mettere a tacere la stampa》sottolineò l'uomo.
《Non bastavano le fotografie, i giornalisti, i pettegolezzi e le umiliazioni, adesso mi vuoi anche portare in casa il frutto dei tuoi molteplici tradimenti?》si alterò la donna.
《Questa casa non sarà tacciata da nessuna onta. Ormai è deciso. Maddalena e Sofia Veralli verranno qui domani sera e tu le accoglierai come una perfetta padrona di casa》comandò Galiardi.
《Bene, benissimo!》ribattè inviperita la Di Castelbianco, uscendo velocemente di casa.

                                     ***

Si diresse a "L'ingrediente segreto" per parlare con Francesco: il figlio maggiore la accolse calorosamente, visto che capitava a proposito.
《È successo un disastro. Tuo padre ha invitato Maddalena e Sofia Veralli a cena alla villa, domani sera》spiegò, sedendosi di fronte a lui.
《E immagino sia per te una dichiarazione di guerra》fece quest'ultimo.
《E mi biasimi? Hai idea di quanto ci abbiamo messo per dissotterrare tutta quella vicenda? Bastava staccare un bonifico bancario talmente lauto da zittire quell'arrampicatrice sociale per sempre, e invece tuo padre vuole giocare alla famiglia felice come se nulla fosse successo!》sbottò la Di Castelbianco.
《Tu e papà dovete restare uniti per il bene dei Galiardi e della nostra causa》le ricordò il giovane.
《Sai in questo momento quanto me ne importa de "L'ingrediente segreto" e del grande magazzino che volete costruire al suo posto?》ribattè la contessa.
《Dovrebbe importarti, invece, soprattutto perché Grazia Vallesi, mentre è a letto con papà, potrebbe lasciarsi scappare qualche parola che potrebbe tornarci utile...》rispose Galiardi.
《Immagino che tutta questa lucida indifferenza ti provenga da una recente chiacchierata con Emma Ferraro...》fece la nobildonna.
《Emma è parte della nostra causa, che sta andando per il verso giusto. Camilla Reggiani è sempre più lontana da Mainaghi. L'idea di lasciarlo per me la tenta sempre di più》sorrise maliziosamente il ragazzo.
《Cameriere, cuochi, ex segretarie e cassiere-amanti che invadono le nostre vite, il tutto mentre ci facciamo comandare a bacchetta da un'italo-americana coi disturbi di personalità! Ma dove andremo a finire?》sospirò lei.
《Quando tutto sarà finito, ringrazierai tutti questi cattivi soggetti, credimi》la tranquillizzò lui, con un vago tono di sfottò.

                                      ***

Era da un po' di tempo che la marchesa Toledo non veniva a trovare Camilla: prima che il ristorante chiudesse per il ponte di Ognissanti voleva vedere la sua protetta, perché negli ultimi tempi non era molto felice; la lontananza da Roberto doveva provarla non poco, ma Margherita era sicura che ci fosse dell'altro, anche se la Reggiani non le aveva detto niente.
《Buongiorno, signora. Vuole ordinare?》fece una voce dall'accento friulano che la marchesa non aveva mai sentito; levò gli occhi e vide una ragazza minuta e magra, coi riccioli scuri raccolti e gli occhi a mandorla.
《Signorina, ma lei è nuova?》le domandò.
《Sì, sono arrivata qui qualche giorno fa. Mi chiamo Monica Dalmata》si presentò la ragazza.
《Io sono la marchesa Margherita Toledo e sto cercando la mia amica Camilla Reggiani》rispose la donna.
《Camilla è in cucina, anche se sta cercando di non sforzarsi troppo perché ieri si è tagliata》raccontò l'una.
《Come tagliata?》chiese preoccupata l'altra.
《Esatto, ma sta meglio. Se vuole gliela chiamo》affermò la prima.
《Grazie》replicò la seconda.
Entrando nelle cucine, Monica si rivolse direttamente a Camilla, che stava sminuzzando gli odori.
《Ti cerca una signora ricca, ha detto che si chiama Margherita Toledo》le riferì.
《Vado subito da lei》affermò la suchef, pulendosi le mani con un canovaccio e lasciando la cucina, mentre Sofia rivelava a Giulia, Marta, Nanni e Rino dell'invito a Villa Galiardi.
《Ma dici veramente?》domandò la Ricci.
《Esatto, stamattina il signor Galiardi ha chiamato mia madre al telefono. Magari vuole riconoscermi》pensò la Veralli.
《O magari vuole comprare il vostro silenzio, ci hai pensato?》ipotizzò Borghese con durezza.
《Ma sei sempre disfattista come al solito?》replicò la piemontese.
《Non sono disfattista, sono solo realista. Hai visto quanto quella gente le ha fatto del male?》le ricordò il lavapiatti.
《Questo è vero, ma magari possono essere cambiati, dopo tutti gli scandali che hanno affrontato, no?》gli fece presente la Sensi.
《Marta ha ragione, magari i Galiardi stavolta si comporteranno da persone perbene》le diede manforte Lojacono.
《Le cose non si dimenticano con un colpo di spugna!》decretò Nanni.
《Ma a volte è necessario per ricominciare a vivere. Se Raffaele Galiardi ha deciso di spezzare una lancia in favore mio e di mia madre, meglio così, no?》lo affrontò Sofia. Non voleva trattarlo male - in fondo le aveva salvato la vita - ma a volte quel ragazzo aveva davvero un carattere impossibile.
《Complimenti, certo che sapete tutte quante come fare carriera, qui dentro!》osservò Monica.
《Che vuoi insinuare?》la sfidò Marta.
《Semplicemente che avete capito tutto, voi. Sofia si fa impalmare dal suo presunto fratello e ci guadagna il cognome; Grazia è più ambiziosa, e punta direttamente a Galiardi senior; Camilla passa da cameriera a suchef grazie alla sua nobile amica e si fidanza col boss... Sarei dovuta venire qui a lavorare molto prima!》commentò la Castello.
《Non saresti dovuta venire proprio, perché sei fastidiosa, pettegola e intrigante!》sostenne la Sensi.
《Avete proprio la coda di paglia in questo posto. Ingoiate uno scandalo dietro l'altro e nessuno ha il coraggio di dire le cose come stanno. Cercate di levarvi quelle maschere di buonismo che indossate sempre, avreste meno male al fegato!》rimbeccò la figlia dell'ispettore Dalmata, prendendo una comanda da una ingessata Beatrice Morin e uscendo dalla cucina.
《Attenzione a Monica, oggi morde!》esclamò Marta.
《Ho notato》disse la capocameriera, che stava raccogliendo il coraggio per raccontare a Stefano Dalmata che avevano una figlia.

                                      ***

《Marchesa! Che piacere rivederla...》esordì Camilla, non appena arrivò al tavolo di quest'ultima.
《Sì, lo ammetto, sono stata un po' lontana dal ristorante, ma sapevo che erano giorni delicati. Quella ragazza, la nuova arrivata, non è la figlia dell'ispettore sanitario che è venuto a farvi il terzo grado giorni fa?》domandò la marchesa.
《Sì, è lei. E ha anche accusato la Morin di essere l'amante di suo padre》specificò la suchef.
《Brutta storia, come quella delle fotografie al signor Galiardi con la vostra cassiera... Quella ragazza è sempre stata troppo svelta per i miei gusti...》commentò la Toledo.
《Lo so, ma chi siamo noi per giudicare?》ribattè la Reggiani, che sapeva di essere la persona meno adatta a pronunciare sentenze, in quel momento.
《Ma tu stai bene, cara? La figlia di Dalmata ha detto anche che ti sei tagliata...》affermò l'una.
《Già, ma non è niente... Un errore di distrazione...》vagheggiò l'altra.
《Stavi pensando a Roberto, vero?》chiese Margherita.
Camilla pensò dentro di sé quanto la nobildonna fosse fuori strada: non stava pensando a Roberto come a qualcuno che le mancasse, ma come a qualcuno verso cui si sentiva terribilmente in colpa, visto che pensava a qualcun altro; e quel qualcun altro era Francesco.
《Sì, mi manca da morire, e pensavo di andarlo a trovare, durante il ponte di Ognissanti》mentì prontamente. Non poteva trapelare niente di fronte alla marchesa, non dopo tutto quello che la donna aveva fatto per lei e Mainaghi.
《Fai bene, sai che il mio autista è sempre a disposizione》sorrise la prima.
《Grazie》fece la seconda. Quando si salutarono e Camilla tornò in cucina, la Toledo fu sempre più sicura che la suchef le stesse nascondendo qualcosa.

                                      ***

Mentre la marchesa usciva dal ristorante, Alessandro Tomei entrava. Violetta e Fabrizio lo avevano talmente trascinato in quell'avventura  pubblicitaria che il giovane dirigente Rai si era quasi affezionato a quel luogo.
Non appena lo vide dalla cassa, Grazia Vallesi sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi, conservando gelosamente la speranza che le malelingue sul suo conto non fossero giunte fino agli studi televisivi di Via Mecenate.
《Buongiorno, dottor Tomei! È venuto qui per lavoro o per piacere?》domandò.
《Per entrambe le cose, in realtà. Sto aspettando la signorina Galiardi e almeno uno dei soci, ma mi fermo volentieri a mangiare qui uno dei piatti delle Delizie della terra, che ho modestamente fatto finire in televisione!》replicò l'uomo sorridendo.
《Allora le faccio trovare subito un tavolo... Maddalena!》fece poi, chiamando la Veralli.
《Sì, Grazia?》rispose quest'ultima. Per via degli ultimi trascorsi tra le due non correva buon sangue, ma quel giorno la responsabile di sala era troppo felice per farselo guastare.
《Il dottor Tomei della Rai è venuto per chiedere un tavolo》spiegò la cassiera.
《Mi segua, dottore. Si è appena liberato il tavolo dove sedeva la marchesa Toledo》replicò la Veralli, rivolgendosi all'ospite mentre lo accompagnava dove diceva.
《Le chiamo subito una delle cameriere. Monica!》esclamò poi, rivolgendosi alla Castello, che si precipitò subito da quelle parti.
《Certo che le belle ragazze abbondano, in questo luogo!》commentò Tomei, appena se la vide davanti.
《Lei è troppo gentile》fece la ragazza, lievemente imbarazzata.
《Lei invece è troppo modesta. Sa che ha un viso che bucherebbe lo schermo?》continuò il dirigente.
《Cosa vuole ordinare, dottor Tomei?》intervenne la Veralli, che considerava inopportuno il comportamento di Alessandro nei confronti di Monica.
《Direi che uno sformato di zucchine e carote aromatizzato alle erbe andrà più che bene, grazie》rispose Tomei, continuando a guardare Monica, ma lanciando occhiate furtive anche verso Grazia.
《Il suo sformato arriverà subito, dottore》sorrise la Castello, andando in cucina con la comanda.
Successivamente, anche la Veralli se ne andò, e lui lanciò un lungo, intenso sguardo alla Vallesi, che sorrise di rimando.

                                      ***

Alla pausa, Camilla non si aggregò alle amiche: aveva bisogno di stare da sola e riflettere su ciò che le stava succedendo.
《Ti disturbo?》fece la voce dell'ultima persona che avrebbe voluto incontrare, ma che al contempo desiderava ardentemente: Francesco.
《Ti avrei cercato io prima o poi, per dirti che mi dispiace, ma con quel bacio abbiamo fatto uno sbaglio》si affrettò a dire la suchef.
《Ne sei proprio sicura?》domandò arbitrariamente Galiardi.
《Ci siamo lasciati trascinare dall'entusiasmo, dall'atmosfera, dalla vicinanza... Ma non è giusto nei confronti di Roberto, verso cui mi sono comportata malissimo...》ribattè lei.
《Non abbiamo fatto nulla di male, ma se ti fa stare più tranquilla, non succederà più》la rassicurò lui.
《Grazie, questo mi rasserena》confessò l'una.
《Per farmi perdonare vorrei invitarti domani sera a cena da noi. Mio padre vuole introdurre Sofia Veralli in famiglia》propose l'altro.
《Mi dispiace, ma domani non ci sono. Vado a Ginevra, a trovare Roberto. E non gli dirò del bacio, stai tranquillo》replicò la prima.
《Hai ragione, non dirglielo. Sarà il nostro segreto...》si congedò il secondo, dandole un lungo bacio sulla guancia. Camilla rimase per un po' impietrita, senza dire nulla.

                                      ***

Quando Beatrice gli aveva dato appuntamento Stefano non ci voleva credere, anche se trovava piuttosto strano che il luogo dell'appuntamento fosse un convento.
La sorpresa fu grande quando la Morin gli venne incontro tenendo per mano una bambina con le trecce, che gli somigliava in maniera impressionante.
《Stefano, questa è Lisa》esordì.
《Ciao, Lisa. Sono Stefano》fece l'uomo, sorridendo teneramente. Aveva capito benissimo chi fosse.
《Ciao, Stefano. Sei tu il mio papà?》domandò la piccola.
Quella richiesta innocente lo spiazzò; ma poi guardò prima Beatrice, poi Lisa, e seppe perfettamente cosa dire.
《Sì, piccolina. Sono io il tuo papà e sono davvero felice di conoscerti》sorrise l'ispettore sanitario.
La bambina lo abbracciò di slancio, e lui ricambiò. Beatrice sorrideva, in disparte: sapeva che sarebbe stato difficile, soprattutto dirlo a Monica, ma sapeva che lei e Stefano, insieme, ce l'avrebbero fatta.

                                      ***

La mattina successiva era il giorno di Ognissanti, e Camilla, scortata come sempre dell'autista della marchesa Toledo, andava a trovare Roberto a Ginevra.
Da quello che sapeva si stava riprendendo sempre di più, e i medici sostenevano che sarebbe potuto tornare a lavorare già prima della fine dell'anno; il suo ritorno sarebbe stato una mano santa per lei, che così si sarebbe ricordata quale fosse la vita che voleva e soprattutto accanto a chi la voleva; con il ritorno di Mainaghi a Milano, la Reggiani sperava di dimenticare Francesco una volta per tutte.
《Amore mio!》esclamò Roberto, quando la vide arrivare.
《Ciao》rispose lei, in maniera più cauta, quando di solito, invece, gli saltava al collo.
《Come stai?》domandò Mainaghi.
《Un po' stanca. Stiamo lavorando a una nuova campagna per il periodo di San Martino, e poi i lavori a Biella procedono molto velocemente...》raccontò la Reggiani.
《Allora significa che avremo una filiale ancora prima che inizi il 1960, è veramente meraviglioso!》decretò trionfante lui, prendendole le mani; che la ragazza gli strinse debolmente.
《Ma quando tornerai? Verso fine anno? A Natale? O magari prima, intorno a Sant'Ambrogio?》chiese speranzosa.
《Fisicamente mi sento guarito e tornerei anche subito, è mentalmente che ho ancora qualche dubbio... Insomma, temo che i primi tempi avrei paura persino della mia ombra...》confessò l'imprenditore.
Camilla avrebbe voluto dirgli che non ce la faceva più. Che la lontananza aveva logorato il loro rapporto. Che forse amava un altro uomo. Ma non ne ebbe la forza.
I suoi atteggiamenti valsero molto più di mille parole per Anceschi, che da bravo investigatore privato aveva fatto caso a tutto.

                                     ***

Quella sera alle otto, a Villa Galiardi, le Veralli furono le prime ad arrivare: vennero accolte con grande gentilezza, perfino da Serena, da cui Maddalena temeva il peggio.
《È una gioia immensa rivederla, signora Veralli!》sorrise, anche se gli costava un grande sforzo.
《La gioia è ricambiata, contessa!》esclamò Maddalena, con tono altrettanto studiato.
Successivamente arrivarono anche gli altri ospiti: Emma Ferraro, Fabrizio Imbriani e il ragionier Vespucci.
Quando si sedettero a tavola, prima che la cena venisse servita, Raffaele battè la punta del coltello sul bicchiere per richiamare l'attenzione dei commensali.
《Sapete perché siamo tutti qui questa sera. Io sono un uomo scettico, ma in questi giorni sono arrivato alla conclusione che esistano dei fili invisibili che ci uniscono a delle persone specifiche e guidano le nostre azioni con lo scopo di farci incontrare. Ed è attraverso mio figlio Tancredi che questi fili invisibili mi hanno riportato a una figlia che non immaginavo di avere, Sofia. Ed è proprio lei che voglio festeggiare, e lei a cui voglio brindare. A Sofia!》affermò, sollevando il bicchiere.
《A Sofia!》esclamarono tutti, imitandolo.

                                       ***

Prima che la serata finisse, Raffaele volle scambiare due parole in privato con il ragioniere.
《Mio figlio Francesco e la signorina Ferraro mi hanno aggiornato su uno dei fronti del piano, mentre lei cosa mi dice dell'altro?》domandò.
《Come sa l'ispezione sanitaria di Dalmata non ha messo in ginocchio la signorina Mainaghi né lo chef Del Bosco, ma ha sicuramente portato molta agitazione all'interno del ristorante. Pare infatti che la capocameriera Beatrice Morin sia stata sua amante in passato, e che la nuova cameriera sia la figlia della defunta moglie dell'ispettore》lo informò Vespucci.
《"L'ingrediente segreto" come luogo di perdizione e torbidi segreti, dove si consumano incesti e vendette familiari... Questo getta una geniale luce sinistra sul ristorante》osservò l'imprenditore.
《Già, ma anche un luogo capace di prendere le proprie debolezze e farne punti di forza...》argomentò Alfredo.
《Cosa le prende, ragioniere? Sembra quasi che le dispiaccia...》notò Raffaele.
《Assolutamente no... Anzi, le volevo chiedere quali saranno le prossime mosse》disse subito l'uno.
《Bisogna convincere Adele Mainaghi ad accettare una fornitura di prodotti di cacciagione ad un prezzo iperbolico da certi fattori molto arrivisti di mia conoscenza... Questa cifra li metterà in ginocchio, e a quel punto saranno costretti a chiedermi un prestito che non possono attualmente permettersi di restituirmi. E sarà lei a convincerla, ragioniere》spiegò l'altro.
《Io?》domandò il primo.
《Esatto, lei. Ha qualche scrupolo di coscienza?》lo sfidò il secondo.
《Non ne ho alcuno, signor Galiardi!》giurò Alfredo.
I due non avevano la più pallida idea che Fabrizio avesse spiato tutta la loro conversazione, avendo così da portare una delle prove che Adele gli aveva chiesto.








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