Capitolo 23

《Monica, aspetta!》esclamò Stefano correndo dietro alla figlia.
《Che altro vuoi dirmi? Mi pare che quello che è successo basti!》ribattè lei furibonda.
《Perché hai organizzato tutta questa messinscena? Perché non ne hai parlato con me?》chiese lui.
《E cosa mi avresti detto? "Sai, tesoro, andiamo a Milano perché voglio ricongiungermi con la mia amante"?》replicò la ragazza.
《Non avevo idea di ritrovare Beatrice proprio qui, a "L'ingrediente segreto", ma non immaginavo nemmeno che tu ti saresti messa sulle sue tracce! Anzi, mi chiedo come fai a sapere di me e lei, sono sempre stato così attento, per rispetto a te e alla mamma...》confessò l'ispettore sanitario.
《La mamma, buonanima, lasciala stare. Credevi davvero che in una città piccola come Udine si potesse nascondere un segreto così grande?》rimbeccò l'una.
《Ma tu perché mi hai mentito, coinvolgendo anche Don Antonio?》domandò l'altro.
《Lui non era d'accordo, è stata un'idea mia. Volevo capire da vicino chi era la donna con cui tradivi la mamma, e sapere se c'era lei dietro il nostro trasferimento》spiegò la prima.
《Adesso lo sai, e poi comunque dopo oggi dovrò risolvere questa faccenda con Beatrice, dirle che non avevamo alcuna intenzione di fare questa pagliacciata...》affermò il secondo.
《Sarà impossibile, ti teme come la peste》commentò Monica.
《È per questo che vorrei mi dessi una mano, tu che lavori così a contatto con lei...》propose Stefano.
《Che furbo che sei, papà... Ora che c'è la possibilità che io ti faccia da spia, come ti piace il mio lavoro qui!》rinfacciò la giovane Castello.
《Non voglio che tu mi faccia da spia, solo che mi aiutassi a ristabilire un contatto...》la pregò Dalmata.
《Mi stai chiedendo troppo... Contattala da solo la tua amante, vedo che l'iniziativa non ti manca!》si oppose la figlia, voltandogli le spalle. Non avrebbe mai aiutato suo padre a rimettersi con quella donna.

                                       ***

Era talmente agitata che quasi non percepì di essere andata a sbattere contro qualcuno, e che quel qualcuno fosse, per la seconda volta consecutiva, Tancredi Galiardi.
《Ci incontriamo sempre in un modo rocambolesco, signorina Castello》osservò il ragazzo.
《Dalmata. Monica Dalmata. Castello è il cognome di mia madre》lo corresse la cameriera.
《Lei è la figlia dell'ispettore sanitario Stefano Dalmata? Quello che è venuto qui con la sua squadra l'altro giorno?》chiese lui.
《È venuto anche oggi, mi ha sbugiardata davanti a tutti e si è ricongiunto con la sua amante, Beatrice Morin!》decretò lei.
《La capocameriera?》domandò l'uno.
《Esattamente. Ecco perché sono venuta qui sotto mentite spoglie. Volevo capire chi era la donna che si è messa in mezzo tra mio padre e mia madre》rispose l'altra.
《Allora ha qui un esperto in materia. Mio padre è un traditore seriale: non gli è bastata la sua allora segretaria Maddalena Veralli, ma adesso si è preso anche la mia ex amante Grazia Vallesi!》spiegò il primo.
《La cassiera del ristorante?》fece stupita la seconda.
《Le vie del tradimento sono infinite. Ormai è rimasta solo mia sorella a credere nel lieto fine》commentò Galiardi.
《E quelle sceme delle mie colleghe. Ma d'altra parte nessuno è perfetto》replicò la Castello.
《Continuerà a lavorare qui nonostante tutto?》volle sapere Tancredi.
《Sì, non ho certo paura dei pettegolezzi, e poi credo che da qualche tempo la clientela de "L'ingrediente segreto" sia abituata a vedere e sentire di tutto》ribattè Monica.
《E allora saprò da chi tornare per parlare un po'. Lei è l'unica persona che è riuscita a capirmi, dopo tutte queste settimane》ammise il rampollo dei Galiardi.
《E lei è riuscito a capire me. Adesso vado, a presto!》lo salutò la figlia dell'ispettore Dalmata, tornando dentro.
Tancredi si diresse alla macchina con una sensazione di leggerezza: era come se gli fosse stato tolto un peso dal petto.

                                       ***

Non appena rimise piede in cucina, Monica sentì gli occhi di tutti addosso. Non poteva sopportarlo. Doveva fare qualcosa per indurli a smettere.
《Allora? Che avete da guardare tutti quanti? Mi chiamo Monica Dalmata, sono la figlia dell'uomo che vi ha fatto tremare di paura con un'ispezione. Avete intenzione di fissarmi tutto il giorno? Non avete altri scandali di cui parlare? Mi pare che non ne manchino...》sbraitò.
《Signorina, si calmi, per favore...》la pregò la Morin.
Gli occhi della Castello si ridussero a due fessure, mentre si avvicinava alla donna che aveva turbato la stabilità della sua famiglia.
《Zitta, lei deve stare zitta, che se non la faccio passare pubblicamente per la svergognata che è, lo faccio solo per rispetto ai suoi colleghi che non c'entrano niente!》ribattè.
Beatrice non ebbe nemmeno la forza di rispondere.
Ognuno dei presenti in cucina guardò prima l'una e poi l'altra, in silenzio: si sentivano solo i rumori del cibo che veniva cucinato e dell'acqua che scrosciava sulle stoviglie sporche.
A un certo punto la porta si aprì e comparve Adele, con un'aria abbastanza preoccupata.
Andrea rivolse subito lo sguardo alla sua fidanzata, mentre Camilla, dopo quello che era successo con Francesco Galiardi, si vergognava a guardare in faccia la futura cognata.
《Cos'è successo qui? Sento la gente parlare di Tancredi Galiardi, di suo padre e della Vallesi, e di lei, signorina Castello, o forse dovrei dire Dalmata...》esordì la Mainaghi, rivolgendosi alla nuova arrivata. 《Perché si è presentata con un nome fittizio?》le chiese senza mezzi termini.
《Non è un cognome fittizio. È di mia madre. Volevo risolvere una storia di famiglia. Spero che non vada ad inficiare la sua valutazione del mio lavoro, signorina Mainaghi》la sfidò Monica.
《È ancora troppo presto per dare un giudizio definitivo sul suo operato qui, signorina Dalmata, o Castello, come preferisce》ribattè Adele.
《Castello va bene, mi ha fatta sentire un'altra, anche solo per pochi giorni》replicò la cameriera.
《Signori, se mi dedicate un attimo di attenzione, vorrei dirvi una cosa importante. In questi giorni "L'ingrediente segreto" affronterà una nuova tempesta: i giornalisti spunteranno da ogni dove per scoprire di più su tutta questa storia. Vi prego, quindi, di mantenere un profilo basso e di concentrarvi solo sulla nuova iniziativa di San Martino, "La nebbia agl'irti colli". Grazie a tutti e buon lavoro》decretò la donna, sperando sinceramente di contenere l'entità degli scandali appena scoppiati uno di seguito all'altro.
Stava per uscire, quando si trovò davanti Violetta; quella ragazza passava anche troppo tempo al ristorante, per i suoi gusti.
《Buongiorno, Violetta》la salutò con fredda cortesia.
《Buongiorno, Adele. Sono venuta per delle nuove idee sull'iniziativa di San Martino, e mi dispiace per ciò che è appena successo. Gli affari privati della mia famiglia non dovrebbero ripercuotersi su questo posto》rispose la giovane Galiardi.
《Ho fatto in modo di contenerne gli effetti. Torno in ufficio》disse la Mainaghi avvicinandosi ad Andrea per salutarlo, prima di andarsene. Violetta sentì una fitta allo stomaco, ma non fece trapelare nulla.  

                                     ***

《Capito in un brutto momento, immagino...》disse poi, quando Adele fu uscita.
《Non ti preoccupare. È che non ci siamo ancora ripresi dagli eventi degli ultimi giorni...》spiegò Andrea.
《Credimi, siamo sulla stessa barca. Anche a casa non è facile. Prima ho visto Tancredi uscire di qui, era furibondo...》affermò la ragazza.
《Dicono che lui e tuo padre abbiano alzato i toni》raccontò lo chef.
《I miei non sono mai stati una coppia particolarmente unita, ma a Tancredi non è andato giù il fatto che, di tutte le donne di Milano, papà abbia scelto di andare con l'unica verso cui mio fratello abbia mai provato qualcosa di simile all'amore》confessò la Galiardi.
《Mi dispiace per tutta la tensione che dovete sopportare alla villa》fece Del Bosco.
《E questo non è ancora niente. Nemmeno mi immagino cosa si rinfacceranno quei due》confidò lei.
《Allora è proprio tempo di focolai, visto che la signorina Morin è ai ferri corti con la nuova arrivata, e soprattutto con suo padre Stefano Dalmata...》ammise lui.
《L'ispettore Dalmata? Quello che ha fatto l'ispezione sanitaria qualche giorno fa?》domandò l'una.
《Esattamente. A quanto pare l'ispettore e la nostra capocameriera si conoscevano molto da vicino, e la Castello, usando il cognome di sua madre, è venuta qui per spiare le sue mosse》rispose l'altro.
《È brutto quando in famiglia non ci si parla. Poi si arriva a un certo punto in cui si scoppia, ed esce tutto il marcio che è stato tenuto nascosto...》replicò Violetta, ma la loro conversazione fu interrotta dal grido di Camilla.
《Ahia!》urlò la suchef. Si era fatta un taglio con un coltello.
《Camilla! È tutto a posto?》le corse incontro la giovane Galiardi, seguita Andrea, Rino e Nanni.
《Mi sono tagliata...》spiegò la ragazza.
《Strano, tu non ti tagli mai...》osservò lo chef.
《Perché non metti il dito sotto l'acqua fresca?》consigliò Rino.
《Sciacqua il dito, poi ti accompagno a medicarlo, d'accordo?》propose Violetta.
《D'accordo》ribattè Camilla, mentre seguiva i consigli di tutti e Andrea la guardava con preoccupazione.

                                      ***

Violetta accompagnò Camilla in infermeria e la medicò con cura e diligenza.
《Grazie mille... Sei brava, te la cavi col primo soccorso...》si complimentò la Reggiani.
《In Svizzera, quando ero in collegio, ho seguito anche un corso da infermiera》raccontò la Galiardi.
《Almeno può tornarti utile, l'importante è che non ti capitano errori di distrazione come questo...》ribattè l'una.
《Però è strano, Andrea ha detto che a te non capita mai. Sicura che non ci sia qualcos'altro? Da due giorni hai una faccia...》osservò l'altra.
《Si vede tanto?》chiese la prima.
《È successo qualcosa, ne sono sicura. C'entra mio fratello, l'ho visto come ti insidia》rispose la seconda.
《Non mi insidia, sono io che mi sono lasciata troppo andare》confessò la suchef.
《In che senso?》domandò l'ereditiera.
《L'altra sera ci siamo baciati, a Biella. Mi aveva accompagnato per vedere come andavano i lavori dell'osteria, poi ha cominciato a piovere... Insomma, aprire una filiale era il sogno mio e di Roberto, ma lì con me c'era Francesco, sono cambiate così tante cose, il mio uomo è lontano e io, beh, non ci capisco più niente》confessò l'emiliana.
《Come ti senti quando sei in compagnia di mio fratello?》domandò allora la milanese.
《Quando sono in compagnia di Francesco mi sento serena, distesa, leggera come non mi ci sentivo più dal giorno in cui Roberto è stato colpito, qui davanti...》ammise Camilla.
《E quando sei con Roberto?》continuò Violetta.
《Con lui mi sento come se fumassi dell'oppio: so che crea dipendenza, ma non riesco a smettere》confidò la Reggiani.
《E allora devi cercare di fare chiarezza, per mio fratello, per Roberto ma soprattutto per te stessa. Solo facendoti delle domande, e dandoti delle risposte, potrai capire cosa vuoi davvero》sorrise la Galiardi.
Da quella chiacchierata, la suchef de "L'ingrediente segreto" non uscì con meno dubbi, ma sicuramente un po' più rassicurata.

                                      ***

A Villa Galiardi, Serena aspettò che il marito rincasasse: quando Raffaele se la vide davanti, seduta sul divano a braccia conserte e lo sguardo fisso su di lui, capì che non poteva rifuggire al confronto.
《Immagino che tu voglia ricoprirmi di insulti》esordì.
《Gli insulti sono qualcosa di così banale, una sceneggiata da domestiche... No, io voglio semplicemente renderti noto lo squallore del tuo tradimento, con l'amante di tuo figlio Tancredi in una stanza d'albergo, ma non ti vergogni?》lo attaccò la moglie.
《E da quando ti interessano le donne che sono passate nel mio letto? Io ti ho fatto mai domande sulle tue, di avventure?》ribattè l'imprenditore.
《Almeno io ho avuto il buongusto di non farmi fotografare!》replicò lei.
《Io non avevo la minima idea che ci fosse qualcuno a fotografarci!》esclamò indignato lui.
《Dimentichi che da quando Tancredi si è sollazzato con quella che potrebbe essere la sua sorellastra siamo sotto assedio mediatico. Dovevamo tenere un profilo basso, e aspettare che passasse la tempesta, e invece siamo nell'occhio del ciclone ancora più di prima!》rimbeccò l'una.
《Tu e il tuo attacco morboso al buon nome della famiglia! Sei fissata proprio, oggi come venticinque anni fa, quando tuo padre il conte Di Castelbianco mi ti ha praticamente svenduta per salvare le vostre finanze!》le rinfacciò l'altro.
《Tu non lo devi nemmeno nominare mio padre. Devi solo ringraziarlo, perché ti ha dato il prestigio e una credibilità quando eri soltanto un factotum!》gli ricordò la prima.
《Un factotum che faceva circolare denaro, tutto il denaro che i Di Castelbianco avevano allegramente sperperato!》sottolineò il secondo.
《Adesso non stiamo parlando del passato, ma del presente, un presente in cui qualcuno non ben precisato sta tramando nell'ombra ai danni della nostra famiglia, perciò cerchiamo di mantenere una parvenza di normalità!》rimarcò la contessa. 《E adesso dove vai?》aggiunse poi, mentre il marito lasciava il salotto.
《A prendere un po' d'aria, si soffoca!》decretò l'uomo d'affari, sbattendo la porta.

                                      ***

Adele sapeva che a quell'ora avrebbe trovato Fabrizio a casa: era sicura che dietro le fotografie compromettenti di Raffaele e Grazia ci fosse lui; d'altra parte il giovane Imbriani odiava dichiaratamente Galiardi perché durante la guerra aveva fatto arrestare suo padre e costretto lui, sua madre e sua sorella a scappare a Parigi.
Da quando era tornato a Milano aveva cominciato ad attuare la sua vendetta, e negli ultimi tempi un misterioso e torbido susseguirsi di eventi si era abbattuto sulla famiglia Galiardi; e quando lei aveva cominciato ad avere il sospetto che dietro tutti quegli scandali ci fosse lui, Fabrizio aveva iniziato a raccontarle di improbabili e folli mire di Raffaele Galiardi su "L'ingrediente segreto", e per darsi una credibilità agli occhi della Mainaghi aveva promesso le prove necessarie che sostenessero le sue ipotesi.
Adele non ne poteva più di quei giochi di potere, ci stava rimettendo l'immagine del ristorante, che Roberto aveva messo nelle sue mani.
Non appena suonò il campanello, il giovane uomo le aprì di corsa.
《Qual buon vento ti porta qui?》le chiese con galanteria.
《Vento di tempesta. Si può sapere che ti è passato per la testa?》esordì Adele.
《Vedo che le notizie volano...》osservò Imbriani, mentre la faceva entrare.
《Allora sei stato tu... Dovevo immaginarlo!》esclamò la Mainaghi.
《Ho semplicemente dato una mano al corso degli eventi. Raffaele adesso è scoperto, sicuramente farà dei passi falsi che ti dimostreranno che ti dico la verità. A questo proposito, nel frattempo, ho mandato alcuni miei informatori sul campo a raccogliere prove...》affermò lui.
《Informatori, prove... Ma ti ascolti? Che cos'è, una guerra delle spie? Ti rendi conto che ci sta rimettendo il ristorante?》ribattè lei.
《È proprio per aiutarti che sto usando ogni mezzo! Raffaele Galiardi è uno sciacallo, e suo figlio peggio di lui, piomberanno su "L'ingrediente segreto" e lo faranno a pezzi!》replicò l'uno.
《Non ho intenzione di sentire una parola di più...》commentò l'altra.
《Pregherai per il mio aiuto, un giorno, soprattutto quando Violetta Galiardi ti avrà allontanato dal tuo adorato chef!》esclamò il primo.
《Sei un pazzo!》decretò la seconda.
《Allora se mi credi un pazzo, stammi lontano, vediamo se resisti!》la sfidò il giovane imprenditore.
《Sei senza ritegno...》fece la proprietaria de "L'ingrediente segreto" mentre il viso del ragazzo si faceva più vicino.
La verità era che Adele Mainaghi non credeva a una sola parola di ciò che Fabrizio diceva, ma non poteva fare a meno di lui, perciò gli si concesse senza opporre resistenza.

                                     ***

Verso sera Beatrice era andata a trovare sua figlia al convento, e si era fatta accompagnare dal ragionier Vespucci, che ormai conosceva il suo segreto; tuttavia la verità era un'altra: aveva paura di essere seguita da Stefano, ma per fortuna non gli era venuto il minimo sospetto dell'esistenza di un loro eventuale figlio.
La piccola Lisa era stata molto contenta di vedere sua madre, e aveva subito manifestato curiosità nei confronti del ragioniere.
《È lui il mio papà?》chiese candidamente.
《No, non è il tuo papà, è un amico della mamma》spiegò Beatrice.
《Il mio papà quando torna?》insistette la bambina.
《Presto, tesoro. Più presto di quanto immagini》affermò la donna, che stava raccontando comunque una mezza verità: Stefano Dalmata viveva e lavorava a Milano.
Rimasero un po' di tempo con Lisa, poi la salutarono e promisero di venirla presto a trovare.
Durante il ritorno Vespucci rivolse alla Morin la domanda che la donna sperava non gli rivolgesse.
《Perché non le dice la verità?》domandò infatti.
《E per dirle cosa, ragioniere? Che è la figlia illegittima di un uomo già sposato e con una famiglia?》ribattè lei.
《Un uomo vedovo con una figlia ormai grande》precisò lui.
《Monica Dalmata mi odia, non permetterà mai che io ristabilisca un rapporto con suo padre, figuriamoci che le porti dentro casa una sorellastra!》replicò la capocameriera.
《La signorina Dalmata dovrà fare i conti con un altro lato di suo padre, e se gli vuole bene dovrà accettarlo!》esclamò convinto il ragioniere.
《Vorrei avere la tua convinzione...》sospirò la donna.
《Beatrice... Posso darti del tu? Non sei da sola, ci sono io a sostenerti...》la rassicurò l'uomo.
《Grazie... Alfredo》sorrise la Morin, e Vespucci, davanti a quel sorriso, non ce la faceva a confessarle di essere il referente di Raffaele e Francesco Galiardi per la disfatta de "L'ingrediente segreto".





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