Capitolo 20
Era già buio quando l'ispettore sanitario Stefano Dalmata rientrò in casa.
《Tesoro, sono arrivato!》esclamò rivolto all'unica figlia, non appena fu dentro il suo appartamento, situato nell'elegante Quartiere Harar, nella zona ovest di Milano.
《Papà, come è andata la giornata?》domandò una ragazza minuta e mora, venendogli incontro.
《Piena, direi. Sono andato a fare dei controlli a "L'ingrediente segreto"》raccontò l'uomo.
《E perché? Alla televisione dicono che è un posto bellissimo, e anche i nostri vicini di casa non fanno che parlarne bene, mica ci saranno tutte quelle cose da denuncia che scopri sempre tu...》ribattè stupita la giovane.
《Monica, te l'ho detto tante volte che non bisogna lasciarsi ingannare dalle apparenze...》le ricordò Stefano.
《...perché non è la prima impressione quella che conta, lo so. Lo dici sempre tu e lo diceva anche la mamma. Ma non hai trovato niente di brutto, vero?》chiese la ragazza.
《No, è veramente il luogo scintillante che dicono tutti. E i proprietari sono brave persone. Mi hanno invitato a tornare come cliente. Se vuoi un giorno ci andiamo...》propose lui.
《Sarebbe bellissimo, passiamo insieme così poco tempo... Comunque basta che sia di domenica, lo sai che col nuovo lavoro di segretaria ho da fare dal lunedì al sabato...》rispose lei.
《Guarda, meno male che questo impiego te lo ha trovato Don Antonio, altrimenti non so se ti avrei lasciato andare...》commentò l'uno.
《E dai, papà, ne abbiamo parlato tante volte. Ci siamo trasferiti da poco e non ho niente di mio. A parte che la mamma era di qui. Voglio vivere la mia vita, prima di sposarmi, e per mia fortuna ho un papà moderno e di larghe vedute...》lo stuzzicò l'altra divertita.
《Ma non troppo. Dai, adesso mangiamo che ho una fame da lupi!》la esortò Dalmata, seguendola in cucina. Non aveva la benché minima idea di dove avesse trovato lavoro sua figlia.
***
La mattina dopo, la storia dell'ispezione al ristorante fu l'argomento principale di cui si parlò a Villa Galiardi durante la colazione.
《Mi chiedo chi sia stato così meschino da mandare una squadra di ispettori sanitari a "L'ingrediente segreto" proprio mentre si sta rilanciando!》sbottò Raffaele. Serena e Francesco lo ascoltavano, facendo finta di non sapere che era stato proprio lui a mandare Dalmata e i suoi uomini.
《E chi potrebbe essere? Magari i proprietari de "La Rosa dei Venti"?》chiese il figlio maggiore.
《Mai sottovalutare il potere della concorrenza...》commentò la contessa.
《E poi se non hai niente da nascondere perché dovresti temere, papà?》intervenne Violetta.
《Parli perché sei di parte, tesoro? So che passi molto tempo a "L'ingrediente segreto", forse anche più di tuo padre e di tuo fratello...》osservò la madre.
《"L'ingrediente segreto" è uno degli ambienti più creativi e stimolanti che abbia mai conosciuto》ribattè la figlia.
《Parli del ristorante o del suo chef?》insinuò Francesco.
《Che cosa stai cercando di dire?》saltò su Violetta.
《Ho notato che tu e lo chef Del Bosco siete diventati molto amici. Saprai bene che è fidanzato con Adele Mainaghi, e ti renderai conto da sola che non la lascerà mai per te...》continuò il maggiore.
《Lo so da sola qual è il mio posto. E sicuramente Andrea e io siamo meno amici di te e la signorina Ferraro. O sbaglio?》replicò la minore.
Francesco fece per rispondere, ma Raffaele lo fermò in tempo.
《Questi non sono argomenti di cui parlare a tavola. E poi siamo andati fuori tema》disse tempestivamente.
《Speriamo solo che l'ispettore Dalmata dica unicamente parole splendide sulla vostra attività...》si augurò la nobildonna.
《Buongiorno!》esordì Tancredi, entrando in sala.
《Ma quale onore vederti fuori dalla tua stanza e per di più vestito... Esci?》chiese Raffaele.
《Vado a "L'ingrediente segreto" a parlare con Sofia e con Grazia. Sono stato scorretto con entrambe》spiegò il giovane.
《Non credo che ti rivolgeranno volentieri la parola》gli ricordò Francesco.
《Lo so benissimo, ma voglio rischiare》ribattè Tancredi.
《Ben detto, fratellino. Sono davvero contenta di vederti così propositivo》sorrise Violetta.
《Ho intenzione di rimettermi in piedi, sono stufo di piangermi addosso!》decretò il ragazzo, sedendosi a mangiare.
《Vedo che siamo tutti sul pezzo, stamattina》affermò Serena.
《Non sai quanto, mamma. Mi vedo con Fabrizio, oggi. Andiamo in Rai per parlare con il suo amico Alessandro Tomei, per la nuova pubblicità del ristorante》raccontò la figlia, salutando tutti e alzandosi da tavola.
Raffaele, Serena e Francesco si guardarono fugacemente, avevano un problema: Violetta e Tancredi erano troppo vicini a "L'ingrediente segreto" e questo era d'intralcio per i loro piani.
***
Monica si avviò di buon passo alla volta de "L'ingrediente segreto": era il suo primo giorno di lavoro e non aveva alcuna intenzione di arrivare in ritardo.
Aveva spergiurato a suo padre che si trattava di un impiego di segretaria, procuratole dal sacerdote che aveva seguito sua madre, Silvia Castello, dal battesimo al matrimonio con suo padre, dopo il quale si erano trasferiti a Udine; i primi anni erano stati idilliaci: casa nuova, città nuova, parenti gentili e la nascita di Monica; poi però tutto era cambiato, da quando l'ispettore Dalmata aveva conosciuto Beatrice Morin, che in breve tempo era diventata la sua amante.
Sua moglie non l'aveva mai lasciato: sospettava il tradimento, ma non poteva permettersi di lasciare un marito benestante come Stefano, visto che a Udine non aveva agganci a parte la famiglia e le conoscenze di lui; se n'era andata soffrendo, dopo una lunga ed estenuante malattia, e nemmeno sul letto di morte aveva accennato a degli eventuali sospetti riguardo la relazione tra suo marito e la Morin.
In tutti quegli anni, però, era rimasta in contatto con Don Antonio attraverso delle lettere, nelle quali gli aveva raccontato i suoi tormenti; grazie a lui Monica aveva scoperto che l'amante di suo padre lavorava a "L'ingrediente segreto" e aveva una figlia di otto anni - la sua sorellastra - che teneva nascosta in un convento.
La giovane Dalmata voleva capire che tipo di donna fosse veramente, e quali fossero le sue reali intenzioni, per questo aveva deciso di farsi assumere a "L'ingrediente segreto": sarebbe stata l'occasione per studiarla da vicino, e ovviamente Don Antonio le avrebbe retto il gioco; non poteva far capire a suo padre il folle piano che aveva in mente.
Era talmente assorta nei suoi pensieri che non si rese conto di essere andata a sbattere contro qualcuno: sollevò gli occhi e vide un bellissimo giovane con i capelli neri e grandi occhi azzurri.
《Mi scusi... Non l'ho vista...》si riprese subito.
《No, mi scusi lei. Andavo di corsa, devo incontrare una persona proprio qui, anzi due...》spiegò il giovane sconosciuto.
《Anch'io... Cioè, intendo dire che è il mio primo giorno di lavoro...》raccontò lei.
《Lavorerà a "L'ingrediente segreto"?》domandò lui.
《Oh sì. Ho risposto all'annuncio per il nuovo posto di cameriera. Mi chiamo Monica Castello》si presentò la ragazza.
《Molto piacere, Tancredi Galiardi》rispose il rampollo della ricca famiglia, stringendole la mano.
《Quel Tancredi Galiardi?》chiese curiosa l'una.
《Vedo che la mia fama mi precede...》commentò l'altro.
《I giornalisti sanno essere perfidi. Ma io non credo che abbia fatto nulla di male. Mica lo sapeva che la signorina Sofia Veralli era sua sorella. È lei una delle persone con cui deve parlare?》replicò la prima.
《Già. E comunque non avrei dovuto metterla in mezzo con una scommessa. Avrei dovuto invitare la ragazza che amo in vacanza alla luce del sole》ammise il secondo.
《La sua ragazza lavora qui?》domandò la Castello.
《Esatto. Si chiama Grazia ed io sono stato superficiale nei suoi confronti》fece Galiardi.
《E allora questa sarà l'occasione giusta per rimediare, non trova?》gli fece notare la figlia dell'ispettore Dalmata.
《Ma lei dice sempre tutto quello che pensa?》domandò il secondogenito dei Galiardi.
《È il mio modo di fare, anche se so che può non piacere. Adesso vado in cucina, non intendo fare tardi proprio il primo giorno. In bocca al lupo con la sua ragazza!》esclamò Monica, prima di entrare.
《Crepi il lupo!》rispose Tancredi. Poi fece un bel respiro e andò ad affrontare la Vallesi.
***
Grazia non si sarebbe mai aspettata di vedere Tancredi; o meglio, non in quel momento.
《Che vuoi?》lo accolse freddamente.
《Voglio spiegarmi...》esordì lui.
《Non ti sembra un po' tardi per farlo?》lo attaccò lei.
《Ero assediato dai giornalisti, non potevo uscire di casa!》ribattè l'uno.
《Ma poverino... E a me, che Nanni in magazzino mi è montato sopra come un animale, non ci hai pensato?》replicò l'altra.
《Mi dispiace, davvero, ma questa storia mi ha colto alla sprovvista, non volevo farti soffrire...》si difese il primo.
《Tu mi hai fatto soffrire dal primo momento in cui sei entrato nella mia vita, con la tua maledetta idea della relazione aperta...》continuò la seconda.
《Non pensavo fosse un problema per te...》ricordò Galiardi.
《Certo, la giovane cassiera avvenente e di facili costumi non può permettersi di avere dei sentimenti, è logico che pensi solo al suo tornaconto personale... Ma fammi il piacere!》rinfacciò la Vallesi.
《Non ho mai avuto un'opinione così bassa di te, credimi. E ti ci avrei portato davvero in Costa Azzurra, senza mezzucci》confessò il giovane.
《Peccato che invece te ne sei servito eccome!》rimbeccò la cassiera.
《Si può sapere cosa avete da gridare voi due? Volete che la clientela sappia gli affari vostri?》intervenne Maddalena Veralli.
《Signora, vorrei parlare con sua figlia...》fece Tancredi.
《Sofia non ha alcuna intenzione di parlare con te...》si oppose la responsabile di sala.
《Però quando il loro finto fidanzamento profumava di quattrini, come avevate intenzione di parlare, lei e sua figlia!》la provocò Grazia.
《Non si permetta di aggiungere altro!》esclamò Maddalena.
《Signora, la prego!》supplicò Tancredi.
《No!》fece la Veralli.
《Non può impedirmelo!》decretò il ragazzo, spingendola via e correndo verso le cucine.
《Fermati!》lo inseguì la donna, ma lui era già entrato.
***
Nel frattempo, in cucina, Beatrice aveva presentato Monica a cuochi, cameriere e lavapiatti.
《Avete lo stesso accento!》notò Giulia.
《La signorina Castello è istriana, anche se vive a Milano》spiegò la capocameriera.
《Ormai è come se fossi milanese, anche se i veri milanesi nemmeno esisteranno più》commentò la Castello.
《Questo è vero, infatti sono piemontese. Mi chiamo Giulia Ricci》disse la biondina di Asti.
《Io invece sono Marta Sensi e sono veneta》si presentò la cameriera di Marostica.
《E io sono Camilla Reggiani e sono emiliana》aggiunse la suchef.
《Ho sentito parlare di lei dai giornali. È la fidanzata di Roberto Mainaghi, se non sbaglio》commentò Monica.
《Se pensa che io sia una raccomandata, si sbaglia. La mia posizione me la sono guadagnata lavorando》ammise Camilla.
《Non ne dubito》ribattè la nuova arrivata.
《Io sono Sofia Veralli e sono nata e cresciuta a Milano, qui sui Navigli》fece la giovane Veralli.
《Sofia!》esclamò la voce di Tancredi.
《Ho cercato di fermarlo, ma non c'è stato niente da fare...》intervenne Maddalena.
《Signor Galiardi!》osservò Monica.
《Vi conoscete?》chiese Rino.
《Ci siamo urtati qui davanti, nella fretta》spiegò la Castello.
《Si può sapere cosa vuole ancora da Sofia?》avanzò Nanni furibondo.
《Nanni, ti prego...》lo pregò Sofia.
《Signor Borghese, voglio solo chiarire le cose...》rispose Tancredi.
《Gliela chiarisco io una cosa. Sparisca dalle nostre vite, gente come lei non la vogliamo!》decretò il lavapiatti.
《Sofia...》fece Galiardi.
《Ti prego, fai come dice...》supplicò la Veralli.
Vedendo l'aria minacciosa di Nanni, il giovane rampollo di Raffaele e Serena capì che non era il caso di insistere; prima però lanciò un'ultima occhiata a Sofia, che distolse lo sguardo; Monica non si perse nemmeno un particolare.
***
Adele, prima di dirigersi verso il ristorante, era andata al circolo per incontrarsi con Fabrizio, il quale sosteneva di doverle parlare di una cosa importante.
《Finalmente sei venuta!》esclamò Imbriani, nel vederla arrivare.
《Spero che quello che devi dirmi sia di vitale importanza》esordì la Mainaghi.
《Siediti, ne avrai bisogno》fece il giovane imprenditore.
《Perché, è molto grave? Che cosa stai combinando?》chiese subito la ragazza.
《So che ieri è venuta la squadra d'ispezione sanitaria guidata da Stefano Dalmata》cominciò lui.
《Sì, e ce la siamo cavata egregiamente》replicò lei.
《Hai idea di chi possa averli inviati?》domandò l'uno.
《Non so, forse la concorrenza?》ribattè l'altra.
《Povera ingenua Adele. Stefano Dalmata è uno dei nomi di spicco nel campo dell'ispezione sanitaria, nonché un grande amico di Raffaele Galiardi》spiegò il primo.
《Tu sei pazzo. Getti fango sui Galiardi solo perché sei convinto che sia stato Raffaele a far arrestare tuo padre, quindici anni fa, ma io non ho alcuna intenzione di dare credito alle tue folli congetture!》esclamò la seconda, scioccata.
《Non sono congetture, lo sai bene anche tu! Ti sei mai domandata il motivo dell'interesse dei Galiardi per "L'ingrediente segreto", proprio ora che Roberto è assente?》replicò Fabrizio.
《Se ne sei convinto, portami le prove. Solo allora ti crederò!》lo sfidò Adele.
《Senz'altro, ma tieni gli occhi aperti sui tuoi adorati soci. Adesso io devo andare a recitare la parte del fidanzato perfetto: accompagno Violetta in Via Mecenate, alla Rai》disse il ragazzo tranquillamente, congedandosi.
***
《Violetta!》esclamò, non appena vide la ragazza, che gli aveva dato appuntamento a "L'ingrediente segreto".
《Sono felice che tu sia arrivato, non avrei avuto il coraggio di tornare a Via Mecenate da sola...》commentò Violetta.
《E infatti ho fatto venire Via Mecenate qui al ristorante!》esclamò Fabrizio.
《In che senso?》chiese la Galiardi.
《Ho dato appuntamento al signor Tomei qui》spiegò Imbriani.
《Ma io non sono pronta, non ho delle vere idee, solo bozzetti... E poi al ristorante sono ancora tutti sconvolti per l'ispezione sanitaria...》ammise la ragazza.
《I tuoi bozzetti saranno un capolavoro, come quelli delle Delizie!》la rassicurò il giovane.
《Buongiorno, Fabrizio!》fece la voce di Alessandro Tomei, che stava venendo loro incontro.
《Alessandro, ben arrivato! Che ne dici di seguirci?》propose Fabrizio.
《Sarebbe per me un onore visitare il ristorante protagonista del Carosello!》fece il dirigente della Rai, seguendo Imbriani e Violetta all'interno de "L'ingrediente segreto".
***
L'ingresso di Alessandro Tomei fu spiato dalla porta della cucina da Giulia, Marta, Sofia e Monica: a dire la verità era stata la giovane Castello a convincere le sue colleghe - solitamente riservate - ad impicciarsi.
《Che bello, tornerà la televisione!》esclamò quest'ultima.
《Anch'io sono emozionata, ma non credo che la Morin sarà felice di vederci qui a spiare le mosse del signor Tomei!》replicò Marta.
《Ma la temete troppo, questa Morin! Cos'è, un generale?》ribattè la Castello.
《È una donna molto severa, sotto la sua apparenza mite》spiegò Sofia.
《Forse perché è zitella, ma per il resto mi sembra un pezzo di pane!》continuò imperterrita Monica.
《Shhh! Non dire queste cose ad alta voce!》la rimproverò Sofia.
《Scusami, cara, ma sei l'ultima persona che può dare delle direttive comportamentali, senza offesa》ribattè la nuova arrivata.
《Ma tu hai sempre una battutaccia per tutti?》rispose piccata la Veralli.
《Dico soltanto quello che penso, e non m'importa se può essere scomodo. La verità brucia, d'altra parte. E adesso rientriamo, si vede che state morendo di paura!》le prese in giro la Castello.
Da ciò che aveva capito, Beatrice Morin era una vera e propria autorità, tra le cameriere, anche se non lo esternava: aveva polso, ma con moderazione, almeno dentro il ristorante.
Bisognava solo che Monica capisse che persona fosse la capocameriera al di fuori di quelle mura.
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