Capitolo 10
Non appena la pausa finì, Rino stava rientrando, quando andò a sbattere contro Giulia, che stava arrivando di corsa.
《Oh, scusami tanto, Rino! Non ti volevo urtare...》fece la giovane.
《No, non ti preoccupare》la tranquillizzò il lavapiatti.
《Ma no, sono sempre così sbadata, sempre con la testa fra le nuvole... Camilla e Marta mi prendono sempre in giro per questo, e anche tuo fratello...》si giustificò lei.
Rino sapeva benissimo della cotta di Giulia per Mimmo, e proprio per questo nutriva dei dubbi, conoscendolo.
"Fimminaro" lo chiamavano in paese, ossia sciupafemmine, donnaiolo; secondo lui le donne erano troppo belle per sceglierne una sola, e per questo ne aveva avute e ne aveva ancora a dozzine: siciliane, milanesi, turiste straniere.
Rino invece, da quando era arrivato nella capitale meneghina aveva in testa solo Marta, ma lei era talmente pratica e indipendente da non considerarlo più di tanto.
《Quella canaglia di Mimmo non cambierà mai》disse scherzosamente alla cameriera.
《Ma no, lui non deve cambiare, a me piace così com'è, cioè, volevo dire che... Oh, scusa...》si impappinò lei, arrossendo ancora di più.
《Ehi... È tutto a posto...》sorrise lui, dandole un buffetto sulla guancia.
《Devo... Devo tornare in cucina, altrimenti la Morin mi darà per dispersa...》saltò su la Ricci all'improvviso, correndo via.
《Giulietta?》fece Lojacono.
《Sì?》si voltò la piemontese.
《No, niente... Pensavo tra me e me che mio fratello è un cretino...》le confessò, prima che lei sparisse nelle cucine, domandandosi tra sé e sé se non stesse sbagliando fratello.
***
Violetta e Fabrizio si erano dati appuntamento davanti agli Studi Televisivi della Rai: il giovane Imbriani l'avrebbe messa in contatto con un suo amico dirigente che si sarebbe occupato della realizzazione dello spot pubblicitario delle Delizie della terra per mandarlo in onda al Carosello.
《Eccomi, cara!》esclamò Fabrizio, venendo incontro alla Galiardi.
《Fabrizio, meno male che sei arrivato, ho una paura...》sospirò la ragazza.
《Non devi avere paura, Violetta... Sei una Galiardi, potresti avere il mondo ai tuoi piedi con uno schiocco di dita!》la incoraggiò lui.
《Lo sai che non mi piace così...》ribattè lei.
《A volte bisogna sfruttare le proprie fortune per avere successo nella vita!》ammiccò Imbriani.
《Ecco perché sei un grande uomo d'affari!》scherzò la giovane.
《Diciamo che me la cavo...》fece l'uno sorridendo.
《Dai, adesso andiamo, altrimenti mi paralizzo e decido di non entrare più!》replicò l'altra.
《Non sei da sola, tratteremo insieme》la tranquillizzò il ragazzo, dandole il braccio.
Entrando negli Studi Televisivi di Via Mecenate, Violetta rimase a bocca aperta; dentro c'era un viavai di persone molto più caotico de "L'ingrediente segreto": truccatori, registi, attori, sarti, sceneggiatori, tecnici e assistenti correvano in qualsiasi direzione come se inseguissero qualcosa; nessuno stava fermo.
A un certo punto un giovane uomo dai capelli castani e gli occhi nocciola venne loro incontro.
《Fabrizio!》esclamò.
《Alessandro!》fece Imbriani, stringendogli la mano.
《Dunque lei è la signorina Galiardi?》chiese l'uomo, rivolgendo lo sguardo verso Violetta.
《Sì, sono io, anche se non mi piace sbandierarlo...》arrossì lei.
《La mia amica è sempre così modesta...》intervenne Fabrizio.
《Comunque è un grande piacere fare la sua conoscenza, mi chiamo Alessandro Tomei, dirigente Rai. Fabrizio mi ha detto che è qui per uno spot pubblicitario, giusto?》domandò l'amico di Imbriani.
《Sì, esatto. La pubblicità per l'iniziativa Delizie della terra per conto de "L'ingrediente segreto"》spiegò la ragazza.
《Il ristorante più stellato della città che si serve del Carosello, non so come commentare questo fatto se non constatando che i tempi cambiano!》osservò Tomei. 《Venite con me, vi faccio conoscere il team dei pubblicitari!》aggiunse poi, conducendoli al piano superiore.
***
All'interno dell'ufficio i creativi erano all'opera.
《Ragazzi, lei è Violetta Galiardi e ha da portarvi alcune idee sulla pubblicità de "L'ingrediente segreto"》esordì Tomei.
Due ragazzi e una ragazza la guardarono incuriositi.
《Buongiorno... Si tratta di un'iniziativa gastronomica chiamata Delizie della terra, per promuovere il nuovo menu d'autunno del ristorante...》spiegò la ragazza.
《L'idea è molto interessante, ma ci permetta di dire che è strano...》ammise uno dei giovani pubblicitari.
《In che senso?》chiese Violetta.
《Nel senso che un ristorante a cinque stelle nella pubblicità del Carosello... Non s'è mai visto, la televisione ha un pubblico che in parte è altolocato ma prevalentemente piccolo-borghese, e questo tipo di pubblico non potrebbe permettersi neanche ordinare una fetta di pane a "L'ingrediente segreto"》osservò la collega del ragazzo che aveva parlato.
Tomei sbiancò, probabilmente pensava che quei ragazzi fossero dei grandissimi indolenti: in fondo quella davanti a loro era Violetta Galiardi.
《Io penso che dovremmo provare, altrimenti non lo sapremo mai. Per quanto ho capito da quando sono arrivata a "L'ingrediente segreto", chi ci lavora non prepara solo ricette, ma sogni ad occhi aperti. Sono d'accordo con voi che potrà esserci una fetta di pubblico che in un ristorante stellato non ci può nemmeno entrare, ma non gli si può impedire di sognare, giusto?》fece notare a tutti la giovane.
《Questo è vero... Facciamolo, allora!》esclamò quello che aveva parlato per primo.
Tomei tirò un sospiro di sollievo, e Fabrizio sorrise a Violetta.
Dopo che ebbero salutato il dirigente e furono fuori dagli Studi Televisivi, il giovane Imbriani si complimentò con lei.
《Sei stata fantastica, li hai stesi!》osservò.
《Ma no, ho completamente improvvisato...》fece la ragazza, con modestia.
《E quella storia che "L'ingrediente segreto" non prepara solo ricette ma sogni ad occhi aperti?》insistette l'uno.
《È perché ci credo veramente...》rispose l'altra, pensando ad Andrea.
***
Emma piombò senza preavviso nell'ufficio di Francesco verso le tre del pomeriggio.
《Ma cosa ci fai qui a quest'ora? Pensavo non venissi più...》esordì lui.
《Sono stata a fare una visita ad Anceschi... Ho fatto i complimenti a lui e a sua moglie per la loro figlia in arrivo》cominciò lei.
《Li hai minacciati?》chiese Galiardi, conoscendola.
《Sono stata molto civile, quando c'era la moglie... Forse un po' più volitiva nei confronti di lui, ma sai, era per ricordargli che tutto quello che fa, lo fa per la sua famiglia...》rispose tranquillamente la Ferraro.
《Che cosa gli hai detto?》domandò l'uno.
《Gli ho parlato di me. Dei miei eccessi d'ira e di cosa posso fare in quei momenti》replicò l'altra, mostrandogli la pistola.
《Sei pazza, hai minacciato di uccidere sua moglie!》bisbigliò indignato il giovane.
《Mi fai la morale, adesso? Sei diventato il paladino degli Anceschi, adesso?》lo sfidò la ragazza.
《Semplicemente ti sto consigliando di tenere un profilo basso...》le ricordò Francesco.
《Parli a me di profilo basso? Tu? Con tutti gli impicci che ha fatto tuo padre?》fece Emma divertita.
《Mio padre è agli occhi di tutti una persona rispettabilissima!》ribadì il primo.
《E va bene, non ti scaldare tanto... Adesso vai a fare la tua parte... La povera Camilla Reggiani è così affranta per la lontananza del povero Roberto Mainaghi... Dovesse dirti che vuole andare a trovarlo...》suggerì la seconda, uscendo dallo studio.
***
E così fece. Camilla era come al solito ai fornelli, e appena vide il giovane Galiardi sorrise; le capitava così poco di sorridere, ultimamente.
《Francesco!》esclamò.
《Vedo che come sempre c'è un gran fermento...》osservò il ragazzo.
《Oh sì, e questo è niente... Tua sorella è andata alla Rai col signor Imbriani, e presto avremo un bel da fare con le Delizie della terra!》fece la giovane.
《E immagino che il lavoro ti aiuti a non pensare...》commentò lui.
《Già...》ammise lei.
《Come sta Roberto?》chiese l'uomo.
《Sta meglio, davvero. Si sta rimettendo. E poi legge, si aggiorna, vuole tornare al ristorante senza essere rimasto indietro... Ma io so che gli scoccia, di stare a letto...》spiegò la suchef.
《È sempre stato un uomo attivo, non è abituato all'inerzia. Dovrebbe stare in assoluto riposo, così potrà tornare a Milano completamente rigenerato!》replicò l'uno.
《È proprio quello che non vuole sentirsi dire...》confessò l'altra.
《Sono sicuro che ce la farà... Nel frattempo, se avrai bisogno di parlare, ci sarò sempre io》promise il primo.
《Grazie, davvero. Tu sembri essere l'unico che non insiste a dirmi la sua. Lo apprezzo davvero in questa situazione》rispose la seconda.
《Sarò il tuo confidente prezioso. Adesso ti lascio lavorare. Ci vediamo!》si congedò Francesco.
《Ci vediamo!》fece Camilla, attenta a non mostrare quel "sorriso ebete" che le aveva fatto notare Andrea la volta prima in cui il giovane Galiardi era venuto da lei.
In quel momento entrò Adele.
《Camilla?》la chiamò, lanciando un'occhiata strana a Francesco, che se ne stava andando.
《Adele, scusa... Avrei dovuto venirti a parlare prima di Roberto...》ribattè subito la Reggiani.
《Non ti preoccupare, siamo stati subito tutti molto impegnati con queste Delizie della terra...》la rassicurò la Mainaghi.
《E che delizie saranno, amore mio!》esclamò Andrea, avvolgendo la fidanzata in un abbraccio. Camilla sorrise per loro.
《A che punto siete?》chiese Adele.
《Il ragionier Vespucci ha fatto un prospetto di costi e ricavi, mentre Violetta è andata alla Rai con Fabrizio Imbriani》rispose lo chef.
A sentir nominare Violetta, Adele sentì una sensazione un po' sgradevole, quasi di fastidio del fatto che quella ragazza fosse sempre nei discorsi di Andrea.
《Ah, vedo che la piccola Galiardi ha preso a cuore la nostra attività》commentò.
《Tantissimo, lei e la sua famiglia sono brava gente!》esclamò Camilla.
《Non ne ho mai dubitato. Comunque un giorno di questi vorrei andare a trovare Roberto in clinica...》fece la Mainaghi. Le mancava suo fratello, in quella moltitudine di novità che li aveva investiti. Aveva bisogno di sentirlo vicino.
Non sapeva che Francesco, nascosto dietro la porta, aveva sentito tutto.
***
Qualche ora più tardi, nel pomeriggio, Violetta arrivò a "L'ingrediente segreto" con aria trionfante, diretta nell'ufficio del padre, sulla strada verso il quale incontrò, invece, suo fratello Francesco.
《Sorellina, cos'è tutta questa contentezza?》chiese lui.
《Sono appena tornata da Via Mecenate!》esclamò lei.
《Sei stata alla Rai?》domandò l'uno.
《Sì, per la pubblicità. Mi ha accompagnato Fabrizio, ha un amico dirigente》spiegò l'altra.
《Però... E cos'hanno pensato delle tue idee per la pubblicità?》fece il primo, in tono vago. In realtà sperava che fossero un disastro.
《Li ho visti piuttosto perplessi, a dire la verità. Non sono una pubblicitaria, e oltretutto sarò sembrata loro una raccomandata...》sospirò la seconda.
《Dovresti sfruttare il cognome che porti, lo so che sei una persona indipendente, ma lo sai bene che essere una Galiardi può aiutarti...》le fece notare il maggiore.
《Non sono quel tipo di persona, sai anche questo. Le cose voglio guadagnarmele》gli ricordò la minore.
《E questo ti fa onore...》rispose Francesco.
《Papà è nel suo ufficio?》domandò Violetta.
《Sì, immerso fra le carte. Deve aver preso a cuore questo posto, non me lo sarei mai aspettato》confessò il giovane.
《Le persone cambiano. Adesso vado da lui》si congedò la ragazza, bussando alla porta dell'ufficio del padre.
《Sì?》fece la voce dell'uomo.
《Sono io》rispose Violetta.
《Entra, cara》disse Raffaele.
《Sono stata alla Rai con Fabrizio. Hanno detto che lavoreranno sulla mia idea》raccontò la giovane.
《Così, senza perplessità?》domandò l'imprenditore.
《In realtà hanno detto che un ristorante stellato non è molto adatto al Carosello. Ma erano anche curiosi, e poi la tv si rivolge a tutte le classi sociali... Non credi che sia geniale?》ribattè la figlia.
《Hai ragione... Non c'è che dire, hai sempre guardato più lontano di me!》esclamò il padre.
《Ho ripreso da te... Adesso vado a casa, ci vediamo a cena!》lo salutò Violetta, lasciando l'ufficio.
Raffaele rimase solo pensando che assegnare quell'assurdo compito alla sua figlia più piccola era stata una mossa geniale: con una pubblicità al Carosello, il livello della clientela de "L'ingrediente segreto" si sarebbe abbassato e l'attività sarebbe tracollata per lasciare il posto ai futuri Grandi Magazzini Galiardi.
***
Sofia aspettava con ansia la sera: verso le nove sarebbe andata a Villa Galiardi a fare da modella nel laboratorio artistico di Tancredi.
Era così emozionata che per poco non andò addosso a Giulia, che stava portando dei piatti sporchi a lavare.
《Ehi, ho capito che sei innamorata, ma qui facevamo i cocci!》esclamò divertita quest'ultima.
《Scusami... È che non faccio altro che pensare a stasera!》sospirò la giovane Veralli.
《A quando andrai a fare da modella al tuo principe azzurro?》chiese Marta.
《Chi è che fa da modella a chi?》intervenne Nanni, mentre lui e Rino lavavano i piatti.
《La nostra Sofia è stata invitata da Tancredi a fargli da modella per le sue opere d'arte!》esclamò Giulia sognante.
《Miii, a un passo dall'altare sono!》decretò Rino.
《Che vuoi dire?》chiese Sofia.
《Le modelle mezze nude posano. Poi si sa come vanno a finire queste cose, che tocca sempre il matrimonio riparatore!》ribattè Lojacono.
《Così le rovini tutta la poesia!》replicò la Ricci.
《Sì, mo la poesia! Ste cose in un modo finiscono, ve lo dico io!》continuò imperterrito il siciliano.
《Ma Tancredi è un bravo ragazzo e sposerà la nostra Sofia!》sentenziò Marta, per evitare che di scatenasse una guerra tra il cinismo di Rino e il romanticismo di Giulia.
Ma l'unica guerra in corso era quella che Nanni sentiva dentro.
***
La giovane Veralli lasciò il ristorante verso le otto e andò a casa a prepararsi e truccarsi: indossò il vestito verde acqua che le aveva preparato sua madre.
L'autista dei Galiardi venne a prenderla verso le otto e trenta per portarla alla villa, dove Tancredi l'aspettava davanti alla porta sul retro.
《Sei bellissima stasera!》esordì.
《Grazie, Tancredi!》rispose arrossendo la ragazza.
《Dai, andiamo dentro...》fece lui.
《Allora, come mi devo mettere?》chiese lei.
《Puoi spogliarti e metterti questo peplo bianco dietro quella tenda》disse l'uno.
L'altra prese l'indumento e andò nel luogo indicato da Tancredi, che poteva intravedere le forme della sua preda da dietro la tenda ben poco opaca.
《Ho fatto!》sentenziò Sofia.
《Sembri...》cominciò Tancredi.
《Cosa?》domandò la Veralli.
《Una dea!》decretò Galiardi, avvicinandosi e iniziando ad accarezzarle le spalle; la ragazza in principio fu rigida, ma poi ricordò ciò che le aveva detto sua madre, di come sarebbe stato tutto spontaneo.
I loro visi si avvicinarono, le loro labbra si schiusero in un bacio appassionato, e mentre si baciavano continuavano a toccarsi ovunque, e con foga crescente si buttarono sulla brandina, lanciando via i vestiti.
Fu al culmine del piacere che lei gridò, coprendo altre grida, quelle del povero Nanni che, dopo aver picchiato a lungo e senza risposta alla porta, se ne andò affranto.
***
Da tutt'altra parte si stava dirigendo Adele; aveva pensato a lungo agli eventi che le erano successi nell'ultimo mese: l'arrivo dei Galiardi e di Emma a "L'ingrediente segreto", le nuove iniziative, i viaggi di Camilla in Svizzera per vedere la guarigione di Roberto, l'intesa crescente tra Violetta e Andrea, e soprattutto il ritorno di Fabrizio.
Per quindici lunghi anni aveva creduto che si fosse dimenticato di lei; a nulla erano serviti i soldi e il benessere che aveva cominciato a fare Roberto: Adele era diventata col tempo una donna ricca e sofisticata, ma algida e inarrivabile, fino a che non aveva scoperto di amare Andrea.
Ma Fabrizio, ricomparendo nella sua vita, aveva cambiato tutte le carte in tavola: sapeva che persone erano i Galiardi e voleva vendicarsi; sapeva che non gliene importava nulla di Violetta, e aveva invitato lei, la sua Adele, a trascorrere una notte con lui.
Quando bussò alla porta di casa sua, le aprì immediatamente.
《Ti aspettavo》esordì lui.
《Anch'io. Da quindici anni》rispose lei, facendosi trascinare prima nell'appartamento e poi sul letto, dove finirono nudi e liberi di dare sfogo a quella passione che per anni avevano represso, allontanato, sperato di dimenticare, e che invece si manifestava di nuovo in tutta la sua potenza e disperazione.
***
Nanni era tornato a "L'ingrediente segreto" livido di rabbia.
Aveva sentito i gemiti di Sofia, a letto con Tancredi: il suono delle grida di piacere della ragazza gli rimbombavano nelle orecchie; voleva che smettessero, non ce la faceva più.
《Nanni, tutto a posto?》chiese Grazia, che in quel momento stava fumando una sigaretta.
《È ancora valida la tua offerta?》chiese spiccio il ragazzo.
《Oh, sì!》esclamò maliziosamente la carriera.
《Allora facciamo in fretta...》fece Borghese trascinandola nel magazzino, dove si calò i pantaloni mentre la Vallesi, schiacciata contro il muro, si alzava la gonna e si scostava le mutande, permettendogli di mettersi all'opera; ma il lavapiatti stava entrando dentro di lei con una tale violenza che Grazia sentì dolore come se fosse la sua prima volta.
Quando Nanni ebbe finito, si tirò su i pantaloni e se ne tornò in cucina, lasciandola lì; Grazia si accasciò a terra e pianse forte.
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