Capitolo 19

{Percy}

Mio padre mi lasciò andare all'improvviso e sbattei sul pavimento.
Hermione, devo ammettere che il coraggio non le mancava, corse verso di me e mi aiutò a rialzarmi.

- Stai bene? - mi chiese scostandomi i capelli dal viso.

- Si, sto bene - risposi guardando male mio padre.

Lui incrociò le braccia al petto e mi squadrò.

- Dobbiamo parlare - mi disse.

- Non mi va - ribattei.

- Perseus... Perché non capisci che sto cercando di proteggerti? -

Sbuffai.
Se il suo modo di proteggermi era farmi prelevare dalle sue guardie e trascinarmi a palazzo con la forza allora, immagino che cosa avrebbe fatto quando non doveva proteggermi!

- Non ti ho chiesto nulla - risposi acido avvicinandomi a lui.

- Ma tua madre si - mi disse.

Mamma?
Rimasi allibito.
I miei genitori non si sentivano molto e da quando io avevo litigato con papà la situazione era peggiorata.

- Da quando tu e mamma andate d'amore e d'accordo? - chiesi.

- Da quando nostro figlio è diventato più sconsiderato del solito -

Sentii una mano accarezzarmi il braccio, e solo a quel punto mi resi conto di avere i muscoli tirati e i nervi a mille.
Hermione mi strinse il braccio e mi guardò con i suoi occhi nocciola.

- Penso che tuo padre ha ragione - disse.

- Nemmeno lo conosci - borbottai.

- Vero, ma anche io ho dei genitori che si preoccupano per me, so cosa significa -

Quella ragazza era troppo calma e ragionevole.
Il mio opposto praticamente.
E tutto quello di cui avevo bisogno adesso.

- Sono nei guai - ammisi guardando mio padre.

- Ma va -

Lo fulminai.
Come se fosse colpa mia sei guai mi inseguivano.

- Percy... - mi sussurrò Hermione prendendomi la mano.

Sospirai.

- Va tutto bene - dissi per rassicurarla.

- Perseus possiamo parlare adesso? - mi chiese mio padre.

- No, non sei lei non viene con me -

- Sai che non... -

Si fermò quando mi guardò in faccia.
Non avrei mai lasciato Hermione in quel posto da sola.
Ok c'era il suo ex ma non mi fidavo di lui e poi stava russando alla grande.

Mio padre annuì e uscì.
Lo seguii e uscimmo fuori dalla stanza.
Però nel resto del castello c'era l'acqua e me ne ricordai quando Hermione rimase senza fiato e prese a galleggiare verso l'alto.

- Merda! - esclamai.

Evocai il mio potere e la rinchiusi in una bolla d'aria, facendola tornare sul pavimento.
Hermione tossí un paio di volte e mi guardò male.

- Che cosa... - cominciò con voce roca.

- Scusa...dimenticavo che non puoi respirare sott'acqua - dissi mortificato.

- Tu respiri sott'acqua? - mi chiese scioccata.

Ah, era per questo che aveva fatto quella faccia, non perché l'avevo quasi fatta annegare!

Scrollai le spalle.
Uno dei tanti vantaggi dell'essere figli di Poseidone.

Misi la mano dentro la bolla e allungai una mano verso la sua.

- Dai ti faccio strada - dissi con un sorriso.

La mia ragazza esitò per un attimo ma poi mi prese la mano e si lasciò guidare.

                           ***

{Hermione}

Il palazzo del dio del mare era... be'...Marino?
C'era tutto ciò che riguardava il mare.
Oltre al fatto che ci trovassimo nel profondo dell'Oceano. Prevaleva il blu e il verde, i suoni, come avevo già capito, erano attutiti per via del fatto che ci trovassimo sott'acqua.
Le colonne greche erano in madreperla e le mura erano cosparse di conchiglie di qualunque foggia e colore.
Le finestre erano oblò enormi che davano sull'oceano.
E ovunque c'era lo stemma del dio del mare: il Tridente. Lo stesso tatuaggio che aveva Percy sul braccio.

Pesci e strane creature ibride entravano e uscivano dalle finestre e ci passavano accanto come se niente fosse; la maggior parte si fermavano a guardare Percy e si inchinavano davanti a lui.

Se non avevo ancora capito che il mio fidanzato era un pezzo grosso ora ne avevo avuto la certezza in quel momento.

Arrivammo davanti ad un portone sorvegliato da due guardie mezzi pesci mezzi umani. Aprirono la porta e Poseidone entrò, seguito a ruota da Percy e me.

- Allora... - cominciò il dio del mare - Si può sapere da dove sono iniziati i tuoi problemi questa volta? -

Percy sospiró e si passò una mano nei capelli.
Sapevo che toccava a me dire come stavano le cose.
E sapevo anche che se lo avessi fatto il mio ragazzo si sarebbe arrabbiato ma non mi importava, poteva incazzarsi quanto voleva.

- Credo che sia colpa mia - dissi.

- Hermione! - esclamò Percy.

- Sta zitto Perseus - intervenne Poseidone - Voglio sentire questa storia -

Il dio del mare mi fece un cenno con il mento e cominciai a raccontare dall'inizio...



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