Capitolo 33

Siamo davanti al palazzo di Susy, faccio due respiri profondi intanto Matt mi apre la portiera della macchina e mi offre la sua mano per uscire dal suv nero. Lo ringrazio.
Mi accompagna fino alla porta con il suo braccio intorno alla spalla, mi da un po' di coraggio il suo gesto ma non so cosa aspettarmi ci avviciniamo sempre di più Matt si gira verso di me <Sei pronta?>  non sono pronta, ho paura di quello che potrei scoprire...

Lo guardo spaesata avvicino la mano verso il portone e busso attendiamo qualche minuto prima che la porta si apre, vedo susy con uno sguardo triste, si getta tra le mie braccia liberando l'oppressione in un pianto liberatorio.
<Ehi, ehi sono qua! Stai tranquilla...> gli batto la mano sulla spalla per consolarla.

<Scusami e, e che sono disperata.>mi confida tirando su con il naso. <Scusatemi, sono maleducata entrate.> nasconde il viso appena s'accorge Matt e si asciuga velocemente le lacrime per rendersi presentabile.

Entriamo, lei ci fa strada, ci accomodiamo sul divano. <Posso offrirvi qualcosa?>
<No, grazie.> rispondiamo io e Matt.

Sentiamo un pianto che proviene dalla camera in fondo al corridoio io e Matt alzo le spalle ci guardiamo,mentre Susy si alza andando in camera torna con un fagottino tra le braccia sorridente.

<lei è benedetta, mia figlia> spalanco gli occhi sorpresa.
Siamo immobili, fermi, allibiti sul divano.
<Tu- tua figlia?> domando balbettando.
<Si, è la figlia di Carter.> sono senza parole, mi alzo e cammino avanti indietro nel salotto.

<Cosa stai dicendo?> chiedo incredula, sono nervosa, una notizia inaspettata, più che altro sono agitata del fatto che Carter è sparito ed è solo stato trovato un cumulo di cenere con una forma umana senza un corpo e il suo zaino poco più in là.
Matt mi osserva e capisce che non posso, non riesco a parlare così prende lui in mano la discussione.

<Sai che Carter è morto vero?> gli chiede Matt.
<Si, lo so, i telegiornali ne hanno parlato per giorni.>dice triste.
<Dimmi Susy perché mi hai fatto venire qui.>chiedo un po' dura.
<io- io- ho bisogno di aiuto, ho lasciato lo studio, lavoro qui a casa come baby-sitter ma non riesco ad arrivare a fine mese. Ti prego.> lo dice con un disagio, lo chiede con disperazione infatti piange appena finisce di parlare capisco cosa si prova.

Apro le braccia e mi avvicino a lei <Ok, ok non ti preoccupare... ora smettila di piangere e siediti> siede vicino a noi, guardo la bambina, vedo la somiglianza con Carter le sorrido < È proprio bella!> dico spontaneamente.

Susy mi sorride <Ok, Susy ti aiuterò mi sei stata sempre vicina e ci sei sempre stata anche quando non potevi ma... ti devi trasferire a Los Angeles sarai i miei occhi, la mia mente, le mie orecchie io mi fido di te non mi deludere.>

<Te lo giuro su mia figlia> come posso non fidarmi con questa risposta, la guarda con amore e dolcezza.
<Mi bastava "te lo prometto"> Matt mi guarda senza dire una parola, non capisco se mi guarda con meraviglia o mi sta studiando certamente mi incute un pochino di disagio.
<Quanto tempo ti ci vuole per prepararti?> ci pensa.
<Circa tre o quattro ore.>
<Ok prepara tutto, ti serve qualcosa?>
<Degli scatoloni > risponde.

<Ok io e matt andiamo a prendere degli scatoloni, tu inizia a preparare tutto.>
Matt mi segue all'uscita saliamo in auto <sei sicura di quello che stai facendo?> Mi domanda.
<Si> rispondo netta.

Inizio a raccontare cosa ha fatto Susy  per me anche quando non poteva, a volte ha trascurato gli studi, appuntamenti e pure le feste.
<Ho capito ma prima di fidarti di lei indaga per favore.> gli faccio l'occhiolino per rassicurarlo schioccando la lingua al palato, mi sorride di rimando scuotendo la testa, lo guardo estasiata è così fresco, così bello...
Basta! Non devo più cadere su queste fantasie adolescenziali, sono un adulta con tre figli che però sono i suoi... Uffa che casino! Sono dilaniata dai pensieri e dalle congetture che questa vita mi continua a sbattere in faccia è, è  crudele.

Mi giro verso il vetro cercando di distogliere lo sguardo che tutte le volte mi ammalia, mi porta a pensieri non realizzabili l'ho già visto e comprovato. Forse è meglio che penso a altro...

<Qualcosa non va?> mi chiede.
<No, è  tutto ok! Forse ho solo un po' di fame.>
<Carlos fermati in un ristorante. Poi cerca degli scatoloni e portali all'indirizzo di prima.>
<Sarà fatto signore>

Carlos si ferma e ci troviamo in un ristorante carino, italiano entriamo e la cameriere ci fa accomodare.
<Grazie.> ci porge i menù sorridendo, Matt si schiarisce la gola distraendo il cameriere infastidito da come mi ha fatto i raggi x.
<Quando siamo pronti la chiamo.> dice "gentilmente" Matt.

Sorrido sotto i baffi scuotendo la testa arresa del fatto che non cambierà mai, una gelosia mai capita visto a come si è comportato con me.
<Perché ridi?> mi chiede.
<Nulla> rispondo non guardandolo in viso, le mie dita giocano con le posate e il tovagliolo. Lui mi fissa ma mi guardo attorno in cerca del nulla solo per chiudere la discussione che lui però non vuole chiudere.

<Parla, che cosa c'è che ti fa sorridere.> lui sembra rilassato, io non lo sono altrettanto anzi sono pronta a esplodere il mio sorriso non era perché la cosa mi divertiva anzi, era più che infastidito.
<Senti Matt..>


N/A: CIAO RAGAZZE SCUSATE IL RITARDO  MA TRA COMPITI, COMMISSIONI E TUTTO IL CONTORNO NON SONO RIUSCITA A AGGIORNARE. CERCHERÒ DI ESSERE PIÙ  SVELTA NELLO SCRIVERE  PIÙ CHE ALTRO PER VOI, CAPISCO CHE A VOLTE È UN PO  PALLOSO ATTENDERE LA PUBBLICAZIONE.

GRAZIE PER CHI COMPRENDE UN BACIO ANZI TRE ALE 😘😘😘


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