Capitolo 39.

Il volo durò pochi minuti, durante i quali tenni sempre gli occhi prudentemente serrati.

Potevo sentire l'aria sul corpo che frustava i vestiti, la maggior parte proveniente dallo sbattere delle ali di Lucifer.

Da bambina avevo spesso sognato di poter volare, ed ora che ne avevo l'occasione non riuscivo neanche a dare una sbirciatina.

Quando atterrammo sul balcone del Lux, potei finalmente spalancare gli occhi.

Era tutto così incredibile. Mi sentivo spaventata, ma allo stesso tempo euforica.

Luci mi appoggiò piano sul pavimento del terrazzo, ed io mi diedi una stiracchiata, sistemandomi i capelli.

<<Com'è stato?>> mi chiese.

Percepivo quanto anche lui fosse su di giri, perciò non mi parve il caso di frenare il suo entusiasmo, finché durava. Gli brillavano gli occhi.

Le sue ali candide splendevano di riflessi dorati, quella mattina. Non li avevo notati prima d'allora.

<<Una cosa assurda! Non ci posso ancora credere!>> mi riferivo sia al volo, sia alle sue ali, sia alla sua bellezza ultraterrena.

Si sistemò il colletto della camicia, che io gli avevo tutto stropicciato aggrappandomici, e si passò le mani tra i capelli.

Dovette accorgersi che gli fissavo strabiliata le ali, perché mi rivolse un sorriso più luminoso del solito.

Mi passò le braccia intorno alla vita, ridacchiando, finché non mi ritrovai contro il suo petto.

Mi sentivo stranamente a posto quando stavo insieme a lui, come se ogni pezzo del puzzle venisse inserito al posto giusto.

Gli infilai le mani nei capelli, attirandolo ancora più vicino.

<<Mi prometti una cosa?>> lo guardavo dritto negli occhi.

<<Chiedi e ti sarà dato>> mi rispose scherzoso, con quella che era ormai diventata una formula abituale.

<<Sono seria>>

Mi baciò la fronte:<<Anche io>>

<<Promettimi che starai attento>> sussurrai <<Qualunque cosa accada>>

Luci aggrottò le sopracciglia, uno sguardo triste gli comparve sul volto:<<Io sono immortale, cara, te lo sei dimenticata?>> mi sistemò i capelli dietro le orecchie <<Starò bene. Promesso>>

Appoggiai la testa sul suo petto, stringendolo forte.

Non potevo perderlo. Non anche lui.

E poco importava che fosse praticamente immortale, perché sapevo che c'era un'arma che poteva ferirlo, e perfino ucciderlo.

Sarebbe potuta succedergli qualche cosa, e se fosse accaduto, il senso di colpa mi avrebbe letteralmente uccisa, questa volta.

Sapevo che era il Diavolo e tutto, che era stato un potentissimo cherubino, il mitologico "Portatore di Luce", eppure mi sentivo in dovere di proteggerlo.

Luci mi prese il mento con due dita e mi fece alzare la testa, in modo che tornassi a guardarlo in faccia:<<Dovresti preoccuparti per te stessa, non per me>>

<<Starò bene>> risposi io, accarezzandogli le spalle e la schiena, da dove spuntavano le ali.

Fu allora che qualcuno, dall'interno dell'attico, si schiarì la voce.

Io sobbalzai, allontanandomi da Lucifer.

Lui incrociò le braccia.

<<Oh, Amenadiel!>> esclamò <<Eccoti qui con il tuo solito, pessimo tempismo!>>

<<Se avete finito, belli innamorati, noi dovremmo procedere col consiglio di guerra>> lo sguardo scocciato di Mazikeen faceva avanti e indietro tra Lucifer e Charlotte, la Dea di tutto il creato, in piedi accanto ad Amenadiel.

Linda era seduta sul divano, ed aveva il piccolo Charlie appoggiato accanto a sé, in un seggiolino da portare a mano.

È sempre bello sapere di non avere diritto ad un minimo di privacy.

Scossi la testa, prendendo Lucifer per mano ed entrando nel suo attico dalla porta del terrazzo.

Le parole "consiglio di guerra" mi avevano lasciato un sapore amaro in bocca. Non promettevano nulla di buono, per niente.

<<Allora>> disse Amenadiel, con la sua solita voce da baritono <<Direi che ci siamo tutti e possiamo quindi iniziare>>

Io mi sedetti sul divano, vicino a Linda, l'unica altra umana presente, e Lucifer si fermò in piedi vicino a me, rivolgendo un'occhiata affettuosa al suo nipotino.

<<Non ci siamo tutti: stiamo ancora aspettando la detective Donny>> sbuffò Charlotte guardandomi male, palesemente infastidita dalla mia presenza.

<<Decker>> la corresse Luci, scocciato <<Si chiama detective Decker>> e poi, notando come la Dea mi guardasse, esclamò:<<Vorrei sapere chi è che l'ha invitata!>>

La donna incrociò le braccia, facendo risaltare ancora di più la scollatura a V del suo abito blu:<<Io non ho bisogno di un invito>> gli disse, avvicinandosi a noi due <<Al contrario di qualcun'altro qui presente>>

Luci fece un passo in avanti, guardandola in modo minaccioso.

Lei non si smosse di un millimetro, né parve affatto turbata.

Dopotutto è la Dea di tipo tutto il mondo.

<<Luci...>> lo presi per mano e lo feci sedere vicino a me. Lui mi lasciò fare senza opporsi.

<<Senta: lo so che non le sto simpatica>> le dissi io <<E lo capisco. Ma penso che dovremmo collaborare tutti insieme per risolvere questa situazione>> dovevo essere diplomatica, benché quella donna mi odiasse.

<<Dovremmo?>> lei scoppiò in una breve risata <<E tu cosa c'entri, se posso chiedere? Credi di avere qualcosa da spartire con noi? Tu non sei parte di questa famiglia. E non lo sarai mai>>

Incrociai le braccia:<<È suo figlio che mi ha permesso di venire e lui non sembra pensarla così>>

Feci finta di non sapere che la donna alla quale avevo appena risposto a tono fosse la Dea di tutto l'universo.

Lei si limitò a sbuffare, andando a sedersi nell'angolo bar del salotto e versandosi da bere.

<<Grazie mille per averci liberato dal cane rabbioso!>> mi disse Maze, venendomi seduta vicino e sorridendomi, ignorando completamente Lucifer.

Mi sorpresi che si riferisse a quel modo alla Dea del creato, ma decisi di non commentare il suo comportamento.

La Detective arrivò proprio in quel momento, indossando uno dei suoi classici outfit: un paio di jeans blu ed una camicia a tinta unita.

Lucifer le sorrise e la salutò con un cenno della testa, e lo stesso fecero Maze e Linda.

Lei rispose loro, ma venne a sedersi accanto a me, facendo slittare un po' più in là il demone alla mia sinistra.

<<Come va?>> mi sussurrò.

<<Potrebbe andare meglio>> poi il mio sguardo incontrò quello di Lucifer <<Ma anche peggio>> aggiunsi.

La Detective si accorse di quello scambio di occhiate e mi rivolse un cenno d'approvazione.

<<Qual è il piano, gente?!>> esclamò Mazikeen.

Avrei dovuto parlarle per assicurarmi che stesse bene riguardo alla sua storia finita male con Eve.

Chissà dov'è lei in questo momento.

Era da diversi giorni che non la si vedeva in giro: forse aveva deciso di cambiare aria per qualche tempo.

Nel frattempo Chloe aveva preso la parola:<<Io direi di partire dall'analisi dei dati a nostra disposizione, per poi procedere in rassegna le possibili mosse da intraprendere>>

Le sorrisi brevemente, apprezzando il suo sostegno ma soprattutto il suo ammirevole sangue freddo da detective.

Mi schiarii la voce:<<Al momento sembra che dovremo avere a che fare con un gruppo di demoni che vogliono usarmi per costringere Lucifer a tornare all'Inferno, nonché con Michael che è piuttosto incazzato pure lui>> sospirai <<Credete che stiano collaborando, magari per raggiungere lo stesso scopo?>>

<<Ha senso>> disse Amenadiel <<Michael è sempre stato geloso di Lucifer, ed ora l'occasione perfetta per sfogare la rabbia accumulata in millenni potrebbe essere proprio rispedirlo all'Inferno>>

<<Ma non capisco...>> ragionai io <<Se sono a conoscenza di quello che c'è tra me e Lucifer, allora perché invece di provare a rapire Charlie non hanno direttamente provato a rapire me?>>

O avrebbero sempre potuto uccidermi. Ovviamente Michael e i demoni non possono saperlo, ma se morissi ora finirei dritta dritta all'inferno e probabilmente Lucifer mi seguirebbe, dando loro ciò che vogliono senza sforzi.

<<Perché per i demoni sarebbe più vantaggioso avere un nuovo re, magari uno piccolo, che possono crescere da loro, plasmandolo come preferiscono. E questo è il primo motivo, poi c'è il secon->>

Interruppi Lucifer senza quasi accorgermene:<<Ma questo non coinciderebbe con ciò che Michael vuole, o mi sbaglio? A meno che in effetti non abbia un altro scopo>>

<<Non siamo sicuri né del suo scopo né della possibile alleanza tra lui e i demoni. È questo il problema>> si sistemò uno dei polsini della camicia <<Il secondo motivo di cui stavo per dirti è che c'è una sola regola che gli angeli devono rispettare assolutamente: non fare del male agli umani. Il che spiegherebbe perché il mio caro gemello abbia optato per il rapimento di Charlie, che tecnicamente è per metà celeste>>

Mi passai le mani tra i capelli, cercando di mettere mentalmente insieme tutti i pezzi, mentre Amenadiel e Linda si scambiavano degli sguardi carichi d'ansia.

<<Cosa succederebbe se un angelo facesse del male ad un umano?>> domandai.

<<Nell'immediato nulla>> rispose Charlotte, sbuffando <<Ma non potrebbe più tornare nella città d'Argento, a meno di non voler subire la proverbiale ira del mio Ex. E fidati di me quando ti dico che è un qualcosa a cui nessuno vorrebbe assistere. Ricordi le Dieci Piaghe d'Egitto, no?>>

Rabbrividii:<<Non potreste chiedere aiuto a... Beh, a Dio?>>

Mazikeen scoppiò a ridere di gusto e lo stesso fece Lucifer, che esclamò:<<Se aspetti che Lui intervenga, rischi di dover aspettare per molto molto tempo!>>

<<Che stronzo>> sputò Charlotte tra i denti, e per un attimo ebbi paura che un fulmine cadesse dal cielo e la centrasse in pieno.

Non accadde.

Fu allora che ebbi un'illuminazione:<<Scusi se glielo chiedo>> le dissi gentilmente <<Lei non ha dei... Non lo so, dei poteri speciali di qualche tipo che potrebbero aiutarci?>>

La Dea mi guardò con disprezzo malcelato, ancora una volta, ma decise di rispondermi comunque:<<Ovvio che sì, ma qui sulla Terra non posso farne uso. Sono troppo potenti: finirebbero per fare a brandelli questo povero corpo umano. E poi credi davvero che li userei contro uno dei miei figli?>>

La Detective si portò una mano alla fronte, sospirando, e Linda alzò gli occhi al cielo.

<<Michael vuole obbligarmi a tornare in un posto che odio, Madre! E tu dovresti capirmi meglio di tutti, visti i millenni che ci hai passato>> Lucifer stava per esplodere <<Ha anche provato a separare me e Jennifer!>>

Charlotte alzò le spalle:<<Quest'ultima cosa è stata ben fatta, in realtà>>

<<Se ho fatto qualcosa che l'ha infastidita, mi dispiace tanto. Non era davvero mia intenzione>> misi le mani avanti per calmare Luci.

La Dea scoppiò di nuovo a ridere:<<Per essere infastidita da te dovrei considerarti, cosa che di certo non faccio. Prima di tutto perché sei una piccola ed insignificante umana, e poi perché mio figlio ha questa insana passione per te che non può portare a nulla di buono per nessuno dei due>>

Non sapendo che replicare decisi di starmene zitta.

<<Come ogni genitore>> mi spiegò Charlotte <<Io voglio solo il meglio per mio figlio: e non sei tu>>

Nessuno dei presenti osò o seppe rispondere a quella affermazione, limitandosi a tacere.

Nella stanza c'era talmente tanto silenzio che potevo sentire il rumore del sangue che mi scorreva nelle vene.

Deglutii l'umiliazione, com'ero ormai abituata a fare.

Sapevo che Lucifer potesse aspirare a molto più che a me - in tutti i sensi - ma sentirselo rinfacciare così era avvilente oltre ogni dire.

"È abbastanza grande per decidere quello che è meglio per lui", pensai io, ma non lo dissi ad alta voce.

<<Qualcuno faccia stare zitta la dea dei miei stivali, per favore!>> gridò Maze, estraendo uno dei suoi pugnali <<Prima che lo renda definitivo>>

<<Ehy Maze, stai calma>> la ammonì Chloe, appoggiandole una mano sul braccio.

<<È tutto a posto, non preoccuparti, partner>> provavo a convincere sia lei sia me stessa.

Mi alzai in piedi, barcollando a causa di quei maledetti tacchi a spillo:<<Io devo andare>>

Detto questo, senza aggiungere altro, uscii dall'attico di Lucifer.

Dovevo allontanarmi da loro per pensare... Per pensare alle cose, in generale. A tutto.

Tutte le assurdità che mi avevano travolta in così poco tempo, tutto il dolore, la felicità, la paura.

Quel mare di emozioni, alcune delle quali neanche identificabili, mi spaventava e mi accitava al tempo stesso.

Ma, in quel momento, temevo più che altro che la Madre di Luci potesse avere ragione: non ero abbastanza per suo figlio.

E magari lui non se ne sarebbe accorto ancora per qualche giorno, qualche mese, o addirittura qualche anno, ma alla fine si sarebbe stancato di me.

Dopotutto non era abituato a quel tipo di relazione seria.

E, a voler essere sinceri, non è che io fossi chissà quale bellezza.

Non avevo doti particolari, né ero una persona particolarmente interessante.

Avevo un passato incasinato e vari traumi irrisolti che proprio non riuscivo a scrollarmi di dosso.

Quella tarda mattinata di fine giugno era piuttosto nuvolosa, perciò almeno non c'era troppa luce fastidiosa quando uscii all'esterno.

Mi allontanai dal Lux di diversi isolati, ma alla fine mi fermai, piuttosto sudata, e mi sedetti su una panchina.

Presi da una tasca anteriore dei pantaloni un pacchetto di sigarette industriali e ne tirai fuori una.

Non ero una fumatrice, in realtà non avevo neanche mai provato a fumare in tutta la mia vita.

Maze mi aveva dato quel pacchetto quando ero diventata la sua partner, asserendo che una vera cacciatrice di taglie ha sempre una sigaretta mezza fumata tra le labbra.

Sospirai, trattenendo le lacrime per non sbavarmi il trucco, poi tirai fuori un accendino e me la accesi.

La portai alle labbra con circospezione, aspirando.

Dopo pochi secondi mi misi a tossire, mettendomi una mano davanti alla bocca.

Faceva proprio vomitare.

<<Non sapevo che fumassi>>

<<Ed io non pensavo che ci avresti messo così tanto a raggiungermi>> risposi.

Luci si sedette accantò a me sulla panchina rossa:<<Volevo darti un po' di spazio>>

<<E comunque>> dissi io <<In realtà non fumo per niente. E, a giudicare da questa mia prima prova, credo proprio che non inizierò mai>>

<<Meglio così>> mi tolse con delicatezza la sigaretta dalle labbra, spegnendola contro il metallo della panchina, poi ci appoggiò le sue.

<<Spero che tu non stia perdendo tempo a torturarti con le parole di mia Madre, cara. È solo invidiosa e piena d'odio>> la sua voce era profonda e seria.

<<Invidiosa?>> risi.

Quello sì che era ironico: la Dea di tutto il creato che era invidiosa di me!

<<Sì, del rapporto che tu hai con me>> spiegò <<Di quanto io tengo a te, mentre lei a malapena la sopporto>>

<<Beh, tu sei un bellissimo, perfetto angelo, Lucifer. Ed una brava persona. Mi sembra che qui quello che ci perde a stare insieme all'altro sia tu, non io>>

Amavo definirmi una persona realista e sapevo che quella non era altro che la pura verità.

Lui scosse la testa:<<Io sono il Diavolo, Jennifer. Tu sei l'unica che mi vede come un angelo>> mi fece un sorrisetto <<Capisci ora?>>

Io annuii, sentendomi sciogliere il cuore.

Gli appoggiai le mani ai lati del volto in modo che mi guardasse per bene negli occhi.

<<Ti amo, Luci>> sussurrai piano.

Lui era sorpreso da quella dichiarazione improvvisa, ma anche molto felice che finalmente gli avessi detto quelle due paroline.

<<Ti amo>> mi rispose e mi baciò ancora.

Era la seconda volta che mi parlava in italiano, ed io non potei fare a meno di pensare che fosse molto più sexy in "lingua originale".

Comunque non potevo lamentarmi.

<<Forse dovremmo tornare nell'attico>> suggerì Luci.

Io ho un'idea migliore.

<<O forse>> proposi io <<Dovremmo riprendere da dove ci hanno interrotti gli altri>>

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