Capitolo 38.
Passò qualche minuto prima che mi decidessi ad uscire dal mio nascondiglio, ovvero la stanzetta delle macchinette.
Quando lo feci vidi Jennifer e Mazikeen che parlavano con una poliziotta di colore, che mi pareva si chiamasse Joanne.
Mi avvicinai ancora un po' di metri, approfittando del fatto che lei non si fosse accorta della mia presenza, ed arrivai a sentire la loro conversazione.
<<Se è così, ti do il benvenuto ufficiale nel mio team, cara Jennifer!>> aveva appena finito di dire Joanne, battendole una mano sulla spalla.
"Il benvenuto nel team", aveva detto...
Oh.
Jennifer aveva deciso di diventare una cacciatrice di taglie?
Sospirai, deglutendo la mia preoccupazione per lei e per quella scelta.
Certo, volevo che passasse più tempo possibile con Maze in modo che fosse al sicuro, ma non mi aspettavo che avrebbe trovato quel sistema per farlo.
Questo spiegava il perché di quei vestiti super sexy che si era messa addosso.
Da quella distanza più ravvicinata notai che indossava un rossetto rosso acceso, probabilmente prestatole da Mazikeen, che le esaltava la forma leggermente a cuore delle labbra.
In più, come se già non bastasse, portava al collo un choker nero borchiato. Un'altra gentile concessione della sua nuova collega.
Feci un altro paio di respiri profondi e mi avvicinai ancora, col cuore in gola.
Non mi ero mai sentito così... Insicuro.
Sì, "insicurezza" era la parola giusta per descrivere il mio stato d'animo.
Una minima parte del mio cervello si soffermò su quanto fosse ridicolo che il Diavolo si sentisse in quel modo. A causa di un'umana, per di più.
Avevo imparato ad ignorarla quando si trattava di Jennifer.
Fu in quel momento che i suoi occhi chiari contornati di eyeliner si posarono su di me.
Lei distolse all'istante lo sguardo, e indietreggiò di mezzo passo, quasi automaticamente.
Mi portai una mano alla bocca, sentendomi malissimo.
Ora mi sentivo obbligato ad andarle a parlare, ma temevo che se l'avessi fatto l'avrei solo ferita ulteriormente.
Comunque il problema non si pose nemmeno, perché lei disse qualche parolina nell'orecchio di Mazikeen e uscì da una porta della stanza.
Scattai per seguirla, incurante del fatto che avrebbe potuto anche mandarmi via a calci in culo, ma Maze mi intercettò e mi fermò, appoggiandomi una mano sul petto.
<<Spostati, Maze! Devo andare da lei>>
Il demone non lo fece:<<No, non devi. E se ti importasse davvero di quella ragazza la lasceresti in pace>>
Abbassai lo sguardo su di lei:<<Ma che stai dicendo?>>
<<Dico, Lucifer, che io le voglio bene e so quanto male tu le abbia fatto. E so anche come sei solito trattare le persone che tengono a te: peggio di spazzatura... O meglio: le tratti come pedine. Le utilizzi finché ti possono essere di una qualche utilità, ma poi, appena non ti servono più, te ne disfi senza tanti complimenti.
Ti suona familiare?>>
Il suo tono di voce insolente mi infastidiva quasi più della natura delle sue parole. Quasi.
Avevo raggiunto il limite della sopportazione.
<<Ed è qui che ti sbagli, Mazikeen>> non la guardavo nemmeno negli occhi <<Solo perché ho trattato te come spazzatura, questo non significa che farei lo stesso anche con lei. Perché lei significa qualcosa per me>>
Dopo quell'ultimo affondo la superai e mi fiondai all'inseguimento di Jennifer.
Doveva essere andata nel bagno delle donne.
Mi guardai in giro per controllare se qualcuno fosse lì vicino, ma finii con il limitarmi ad aspettare appena fuori dalla porta.
Jennifer sarebbe stata contenta di vedermi? Ne dubitavo, visto l'occhiata che mi aveva rivolto e la sua fuga.
Ero io ad aver bisogno di vederla.
I minuti passavano, ma lei non usciva.
Lentamente l'ansia iniziò ad impadronirsi di me, a strisciare sul mio petto, ostruendomi i polmoni ed impedendomi di respirare per bene.
Perché ci metteva così tanto?
Quando - qualche minuto dopo - la riebbi davanti agli occhi mentre si lavava le mani nel lavandino, mi sentii all'istante molto meglio.
Almeno finché non mi accorsi delle sue guance bagnate, ed allora mi si strinse il cuore.
<<Ciao, Lucifer>> disse, senza voltare lo sguardo nella mia direzione <<Posso fare qualcosa per te?>>
Le quali, per una perversa ironia del destino - e sicuramente c'entrava anche lo zampino di mio Padre - erano le stesse parole che mi aveva rivolto durante la nostra primissima conversazione.
<<Scusami, io stavo solo...>> mi sentii male ricordandomi di essere tutto messo in disordine.
<<Mi stavi solo seguendo?>> la sua voce era spenta, quasi rassegnata, e piatta <<Se c'è qualcosa che vuoi dirmi, fallo ora. Così ci togliamo il pensiero>>
Rabbrividii, udendola pronunciare quell'ultima frase con completa noncuranza.
Mi lisciai la giacca con le mani.
<<Okay, so che non mi crederai, so che sembra assurdo, ma potrei anche non averti tradito. E dico "potrei", perché non ne ho alcun ricordo, come un vuoto di memoria>>
Jennifer prese un paio di pezzi di carta dal rotolo e si asciugò le mani, poi li buttò nel cestino.
<<Non so cosa significhi>> aveva ricominciato a piangere <<Ma non voglio parlarne più>>
<<Significa che ti amo>>
<<No! Basta, adesso basta!>> si mise le mani tra i capelli, disfandosi la coda <<Tu mi fai impazzire, che cazzo! Prima fai tutto il carino, mi consoli, ti preoccupi, sembra che ti importi davvero di me... Ma poi bam!>> e sbattè una mano chiusa a pugno contro il palmo dell'altra <<Vai a baciarti una ragazza a caso al bar, nella prima occasione disponibile>>
<<Mi dispiace, Jennifer>> mi avvicinai di qualche passo, ma lei indietreggiò <<La verità è che non mi ricordo assolutamente di quella ragazza che bacio nella foto, né di quel bar!>>
Lei scosse la testa:<<Ma in che senso senso?! >> esclamò.
<<Non ti farei mai niente del genere, okay? Non so perché ho un vuoto di memoria, non so cosa mi sia successo, ma se davvero ho baciato quella ragazza col vestito rosso, l'ho fatto senza rendermene conto>>
Lei incrociò le braccia:<<Ammettiamo per un secondo che sia la verità: questo dovrebbe farmi sentire meglio? Ti capita spesso di limonare gente senza poi ricordartene?! >>
Strinsi le labbra, mentre lei chiuse gli occhi e si appoggiò alla parete.
<<Io ho fatto del mio meglio con te, per far sì che noi funzionassimo, ma ora basta: sei libero di tornare a fare sesso con chi ti pare, non sei contento?>>
Scossi la testa, mentre lacrime mi rigavano il viso:<<Non voglio fare sesso con chi mi pare, Jennifer. Io sono cambiato, non sono più l'uomo di una volta>>
<<Non dire cazzate!>> esclamò <<Le persone non cambiano. E neanche gli angeli, a quanto pare. Quelle foto ne sono la prova lampante>>
<<Ma io sono cambiato!>> gridai <<Ti amo e non desidero... Non desidero nessuno che non sia tu. Devi credermi>>
Lei esitò:<<Sono belle parole, Lucifer, non c'è che dire, ma sono solo quello: parole. Ormai non ci credo più>>
<<Hai ragione>> mi frugai ansiosamente in tasca, tirandone fuori un anello d'oro bianco sormontato da uno smeraldo.
Era lo stesso che avevo comprato per fingere che lei fosse la mia futura moglie, ma, dopo che l'aveva tenuto addosso, da quando mi ero reso conto di provare qualcosa per quell'umana, non me ne ero più separato.
Jennifer spalancò leggermente gli occhi, riconoscendolo.
<<Ti amo, Jennifer. E voglio che questo l'abbia tu>> glielo porsi <<Fanne quello che vuoi: vendilo o buttalo via, se preferisci. Ma devi, devi per forza accettarlo>>
Lei scosse la testa:<<Non posso. Ed ora è meglio che vada>>
Vederla così sofferente mi faceva più male di tutte le volte in cui mi ero fatto tagliare le ali messe insieme.
<<E così Mazikeen ti ha convinto a diventare una cacciatrice di taglie?>> feci la prima domanda che mi veniva in mente, tanto per non farla andar via.
Jennifer alzò le spalle:<<No: io ho deciso che volevo diventarla>> decisamente infastidita.
Perché continuo a dire la cosa sbagliata?
<<Ci vediamo>> e fece per uscire dal bagno.
<<No, ti prego>> la richiamai <<Non ti va di andare da qualche parte a... Mangiare? >>
Quanto sono suonato disperato?
Mi importava il giusto.
Lei sospirò:<<Onestamente in questo momento faccio fatica anche a guardarti>> deglutì <<Speravo che non ci saremmo incontrati affatto>>
Annuii:<<Credevo che saresti stata più arrabbiata di così, ma dopotutto non dovrei essere sorpreso, no? Ogni volta che pensavo avresti reagito in un certo modo, tu sei riuscita a sorprendermi>> risi sottovoce, benché in verità fossi piuttosto disperato.
<<È un complimento?>> domandò.
<<Sempre>> e le sorrisi.
Lei abbassò lo sguardo.
Era già tanto che non mi gridasse contro i peggio insulti.
<<Comunque>> mi disse, avvicinandosi di qualche passo <<Avrei dovuto essere più gentile con te ieri, anche se ero arrabbiata. Non dovevo scaricarti in quel modo. Mi dispiace>>
Morivo dalla voglia di toccarla, ma sapevo che se l'avessi fatto non avrebbe reagito bene.
<<Ma ti pare? Sei stata fin troppo gentile, in relazione a quello che credevi ti avessi fatto>>
<<Quindi è questa la tua versione ufficiale? Che hai un vuoto di memoria?>>
<<Non mi credi?>> mi avvicinai ancora un po' a lei <<Ho promesso che non ti avrei mentito più, e sto mantenendo la promessa>>
Lei alzò gli occhi e mi guardò per bene in viso:<<Non sembra che tu stia mentendo, in effetti>>
Allargai le braccia, come a dire:"ovvio che non lo sto facendo!"
Jennifer si appoggiò con le spalle al muro ed incrociò le caviglie:<<Quindi il Diavolo ha i vuoti di memoria?>>
Il suo tono di voce era più che scettico. Infondo la capivo.
<<Come ti senti?>> mi domandò lei.
<<Perché me lo chiedi?>>
Mi rivolse un'occhiata più che eloquente, ed io mi pentii di nuovo di non aver trovato la voglia di vestirmi meglio.
<<Non ho dormito benissimo>> ammisi.
<<Mi dispiace>> sospirò ancora <<Allora missà che dovrò accettare la tua proposta di andare a pranzo insieme, così mi potrò accertare che tu mangi qualcosa. Non vorrei che avessi altri buchi di memoria>>
<<Ma ora è il momento per me di uscire dal bagno delle donne. Non vorrei che ci vedessero insieme e pensassero male: le voci corrono veloci qui in centrale...>>
Lei si sforzò di sorridere ed io capii ancora una volta di aver detto la cosa sbagliata.
Mi sarei preso a pugni in faccia.
Ma almeno aveva accettato di pranzare con me, e questo era già molto più che abbastanza.
Uscimmo insieme dal bagno.
Mazikeen se ne era andata mio Padre solo sapeva dove: la donna che intercettammo fu la Detective, che squadrò Jennifer da capo a piedi.
<<Cambio di stile, vedo!>>
Jennifer sorrise leggermente, portandosi una mano nei capelli e arrossendo.
<<Già>> rispose <<Non è riuscito un granché, in effetti. L'avevo detto a Maze che sarebbe andata così>>
<<Non dire così: sei molto carina>> la rassicurò la Detective.
Mi associo.
Poi si rivolse a me:<<In merito alle registrazioni, ho controllato ed era come pensavi tu: il filmato conferma che sei stato tutta la sera lì>>
Jennifer, accanto a me, disse:<<Le registrazioni del posto in cui hai detto di essere andato a giocare a bowling?>> mi chiese.
<<Esatto>>
<<Ma allora com'è possibile...>> sbattè piano uno dei tacchi sul pavimento.
<<Non so, me lo chiedo anche io>>
Era una buona notizia, quella: se le telecamere mi avevano ripreso dove credevo di essere, allora significava che non stavo perdendo colpi, ne avevo vuoti di memoria.
E soprattutto non avevo tradito la persona che amavo.
Ma ora si poneva un altro tipo di problema e cioè chi fosse l'uomo nella foto.
Era identico a me e portava anche il mio stesso completo.
Non aveva il minimo senso.
<<Io torno al lavoro, ragazzi>> disse la Detective <<Fatemi uno squillo se avete bisogno d'aiuto>>
Jennifer salutò Chloe con la mano ed io la abbracciai ancora, poi lei si allontanò per tornare alla sua scrivania.
Usciti insieme a Jenny dalla centrale di polizia fummo subito asfissiati dalla calura estiva.
<<Avrei dovuto mettermi dei pantaloncini corti>> commentò lei, fra sé e sé.
Io sorrisi, contento che sapesse che le avevo detto la verità, che non l'avevo mai tradita.
Lei si fermò all'improvviso e mi passò le braccia intorno alla vita, appoggiandomi la testa sulla spalla.
<<Mi dispiace>> sussurrò <<Mi perdoni per non averti creduto?>>
<<Nessuno al mondo mi avrebbe creduto in una situazione del genere>> le assicurai.
Jennifer mi prese per mano:<<Certo che avresti potuto provare a parlare con me, invece di fare la faccia da colpevole e stare praticamente zitto!>>
<<Lo so, ma avevo troppa paura che mi prendessi per pazzo. Il vero problema ora è capire chi fosse quella... Persona nelle foto>>
Jennifer alzò le spalle:<<Non so, Luci. Sicuro che non esista un bambino identico a te, tipo come ne Il Principe e il Povero?>>
Ovviamente quella era una battuta, ma mi fece venire un'illuminazione.
<<Oh, cazzo!>> urlai <<Quel bastardo di Michael...>>
<<Michael?>> chiese lei, un po' preoccupata dalla mia reazione improvvisa.
<<Sì, è il mio fratello gemello>>
Lei rimase in silenzio per un po':<< E fammi indovinare: ti odia abbastanza da fingersi te e farsi fotografare mentre bacia una ragazza, solo per rovinare la tua relazione?>>
<<Ha fatto di peggio per provare a rovinarmi, molto di peggio>>
<<Ottimo!>> esclamò <<Quante persone vogliono farci fuori e/o intrappolarci e/o ricattarci? Vediamo: la mafia francese, i demoni, tuo fratello che è un arcangelo... Ho dimenticato qualcuno?>>
<<No, non direi>> incrociai le braccia <<Odio lasciarti, ma devo andare a parlare con Amenadiel>>
Davvero non volevo separarmi da lei, men che meno ora, sapendo che quel viscido del mio fratello gemello Michael era sulla terra.
Tuttavia non volevo coinvolgerla più di quanto già non lo fosse nelle faccende angeliche e infernali.
<<Non posso venire anche io?>> mi chiese, tirando fuori dalla tasca dei pantaloni uno dei pugnali a mezzaluna, il regalo di Maze.
Sospirai, arrivando alla conclusione che sarebbe stato meglio che le stessi vicino in quei giorni, ora più che mai.
<<Va bene, va bene>> dirle "no" non era affatto semplice <<Ma io voglio essere veloce, cara. Pensavo di volare>> risi sotto i baffi <<Spero che tu non abbia le vertigini>>
La vedi deglutire a fondo:<<Vuoi portarmi...? Volando?!>>
<<Se vuoi>> risposi <<Certo: sarebbe il metodo più spedito>>
Scrollò le spalle:<<Sempre meglio che camminare con questi tacchi a spillo>>
L'ironia era il suo modo per sdrammatizzare la situazione, ormai lo avevo capito, e lo apprezzavo.
Tuttavia eravamo messi piuttosto male.
Qualunque motivo avesse spinto Michael a tornare sulla terra, di sicuro non era fare beneficenza.
E di sicuro c'entrava con il rovinarmi la vita, come sempre.
Bastardo.
Presi Jennifer in braccio e la strinsi forte.
Lei mi afferrò il colletto con entrambe le mani, appoggiandomi la testa vicino al collo.
<<Credo che dovrei chiudere gli occhi>> mi disse.
<<Credo anche io>> e mi preparai a spiccare il volo.
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