Capitolo 37.

Quella sera non ero andata al lavoro perché non mi sentivo affatto bene. Forse il mio malessere era collegato al fatto che avessi passato le precedenti sei ore a piangere, praticamente senza interruzioni.

Le due foto che quell'agenzia, la Mascherade Inc, aveva scattato di lui insieme a quella donna mi chiamavano, perché le guardassi ancora e ancora.

Odiavo il dolore che provavo in quel momento. Non ero neanche riuscita a mangiare. Avevo lo stomaco murato.

"Almeno così dimagrisco" avevo pensato all'inizio, ma poi mi era venuta la nausea, e la situazione era precipitata.

In quel momento doveva essere notte fonda, a giudicare dalla luna alta e piena che splendeva nel cielo buio sopra Los Angeles.

Non potevo credere che Lucifer mi avesse fatto una cosa del genere...

Tutti quei "ti amo", tutte quelle smancerie, tutte quelle promesse, e per cosa? Per tradirmi con la prima che incontrava?

Dovevo riuscire a distrarmi da lui, cazzo!

Riuscire a lasciarlo perdere.

Tutto quel tempo da sola in casa avevo leggermente paura che i demoni venissero a prendermi, ma nel caso sarebbe bastato che gli spiegassi ciò che era successo...

Dopotutto, quanto poteva Lucifer tenere a me se poi mi tradiva in modo così squallido?

Tecnicamente non stavamo ancora insieme quando l'aveva fatto, ma era lo stesso.

Non cambiava nulla.

Mi asciugai le ultime lacrime, sospirando.

Maze stava arrivando da me, dopo essersi ripresa dall'ubriacatura di quella mattina.

Quanto speravo che avesse con sé delle bevande con una gradazione alcolica più alta di quella dell'acqua.

Le scrissi un messaggino, chiedendole dove fosse e quanto le mancasse per arrivare a casa mia.

Lei mi rispose quasi subito dicendo che tra pochi minuti avrebbe suonato il campanello, e di tenermi pronta per ubriacarmi come mai nella vita.

Ne avevo proprio bisogno.

Dell'alcool, ma soprattutto di una amica che mi capisse. E, guarda a caso, anche lei si era appena lasciata con la persona che amava.

Quello era il mio problema: io amavo Lucifer. Anche adesso che lo odiavo per ciò che mi aveva fatto, non potevo negare di averlo amato. E di amarlo ancora.

Quando Maze arrivò, vestita solo con un top nero ed una minigonna dello stesso colore, non potei fare a meno di abbracciarla.

<<Che sono quelle lacrime?>> chiese il mio demone preferito, nonché l'unico che non cercasse di uccidermi <<Non saranno mica per Lucifer, spero.
Jennifer, io e te... Stiamo bene: non abbiamo bisogno di loro>>

Appoggiò per terra una valigia piena di bottiglie di vetro, sorridendo:<<Questo è tutto ciò di cui una ragazza ha bisogno!>>

Non potei fare a meno di ridere del suo entusiasmo e mi piegai sulle ginocchia per tirare fuori dalla borsa la fonte della mia salvezza.

Mi capitò una bottiglia di Bourbon, la bevanda preferita di Lucifer. Lui stesso me l'aveva offerto in almeno un'occasione.

Scossi la testa e mi sedetti sul divano con Maze, che aveva presa per sé non una ma due bottiglie di vodka liscia.

<<Facciamo a chi ne finisce una più in fretta?>> mi propose, anche se in realtà se ne era già scolata metà della sua.

<<Non penso che potrei amarti di più, Maze!>> presi un sorso della mia bevanda, ed in effetti era buonissima.

<<Oh, darling, a proposito: ora che Lucifer ti ha fatto soffrire, ho il tuo permesso per fargli il culo a strisce?>>

Risi, senza ovviamente mai smettere di bere:<<È una proposta allettante... Non che non se lo meriti, dopo il modo in con cui si è comportato>> le passai un braccio intorno alle spalle <<Ma no: lascialo in pace, okay?>>

Lei sbuffò:<<Sei troppo buona, sai? Ecco qual è il tuo problema>>

Avevo quasi finito il mio Bourbon, nel frattempo:<<Mannò! Prendiamo te, come esempio: Eve ti ha fatto del male, no?>>

<<Oh sì>>

<<Eppure impediresti che qualcuno ne facesse a lei, o mi sbaglio?>>

Maze si fermò qualche secondo a pensare, appoggiando la propria bottiglia vuota sul pavimento e stappando l'altra:<<Concesso>> si mise a gambe incrociate, incurante della minigonna che si stiracchiava.

<<E così la cara piccola Eve, mentre meditava di lasciarmi, ha deciso di ingaggiare qualcuno che tenesse d'occhio Luci?>>

<<Sembra proprio di sì>> mi misi a ridere senza motivo e lei mi imitò.

<<Voglio bere ancora, Maze>> mi lamentai, sbiascicando ed abbandonando la mia bottiglia vuota sul divano accanto a me.

Lei si alzò e tornò seduta accanto a me con una bottiglia di Cherry, me la aprì e me la porse.

Sentivo che stavo per perdere il controllo.

Bene: è quello che voglio.

<<Che ne dici di cantare un po'?>> mi domandò Maze, terminata anche la seconda bottiglia di vodka.

<<Sono davvero, davvero stonata>> risi di nuovo, incapace di smettere.

<<Non preoccuparti, bellezza>> mi disse lei, tirandomi su in piedi di peso e dandomi una leggera pacca sul culo.

<<Che ne dici di "Raise Your Glass"?>>

Non aspettò che rispondessi, si limitò a cercare la canzone di Pink su YouTube e a sparlarla a tutto volume dal suo cellulare.

Il mio lato logico mi diceva che avrei dovuto smetterla di bere alcool, altrimenti avrei rischiato il coma etilico, visto che avevo svuotato quasi la metà anche dello Cherry.

<<So raise your glass if you are wrong, in all the right ways>> gridò Maze, sovrastando il volume altissimo della canzone <<All my underdogs,
We will never be, never be anything anything but louds!>>

La mia amica avrebbe anche continuato, ma ero ancora un minimo lucida per rendermi conto che i vicini avrebbero chiamato la polizia se non avessi subito spento quella musica a tutto volume.

Mi piegai per fermare la canzone, ma persi l'equilibrio e caddi in avanti, scoppiando a ridere.

Mi stesi sul pavimento del mio salotto.

Solo per miracolo non rovesciai il mio Cherry.

Ero decisamente ubriaca.

Mazikeen spense il cellulare è la musica cessò, poi si distese accanto a me.

<<Credi che le cose sarebbero diverse ora... Se fossi venuta a letto con te, la notte che ci siamo viste per la prima volta?>> era diventato difficile tenere gli occhi aperti.

Davvero difficile.

<<Ci stai ripensando, eh?>>mi disse lei.

Mi limitai a scoppiare a ridere, bevendo un altro sorso di liquore.

C'è qualcosa di più buono dello Cherry?

<<Non per rovinarti la festa, darling, ma credo che dovresti smettere di bere, prima di sentirti male>>

<<Non provare a dirmi cosa devo fare, altrimenti...>> aggrottai le sopracciglia, sentendomi gli occhi pesanti.

<<Dimmi la verità, okay?>> le chiesi <<Quante volte avete fatto sesso tu e Lucifer?>>

Lei alzò le spalle:<<Qualcuna, molti millenni fa, se non mi sbaglio. Ho fatto sesso con talmente tanta gente che è difficile tenere il conto>>

Ma certo, adesso starà sicuramente scopando con qualcuna - o qualcuno - da qualche parte.

Si starà godendo la libertà ritrovata.

E io invece sono qui come una deficiente a piangere per lui, a cui evidentemente non è mai importato un cazzo di me.

<<Che stronzo>> dissi <<Mi chiedo perché non ho lasciato che gli dessi una bella lezione, quando ne avevo l'occasione...>>

<<Ma posso sempre andare a finire ora quello che ho lasciato a metà. Mi serve solo una tua parola, darling>>

Scossi la testa:<<Ti piacerebbe!>>

Poi chiusi gli occhi per pochi secondi.

Quando li spalancai la luce della mattina californiana illuminava il mio soggiorno.

Mi tirai piano su a sedere. La testa mi faceva male da morire.

A parte il fatto che avevo dormito distesa sul pavimento come una senzatetto, ed ora avevo male a tutta la schiena.

La prima cosa che vidi una volta che mi fui alzata fu la borsa di Mazikeen ancora piena di alcolici.

Mi chiesi dove fosse finita lei, ed ebbi la mia riposta quando sentii lo scarico del bagno.

<<Come ti senti, partner?>> mi domandò Maze, quando uscì.

Notai che si era cambiata: non indossava più gli abiti neri della sera prima, ma una tuta in pelle super attillata con un profondo scollo a V.

Si era anche piastrata i capelli.

<<Come sarebbe a dire "partner"?>>

Lei si avvicinò e mi sistemò i capelli dietro le orecchie:<<Da oggi saremo ufficialmente colleghe, no?>>

Mi portai una mano alla testa:<<Ma in che senso, scusa?>>

Non è che mi ricordassi chissà cosa della sera precedente, a parte della quantità di alcool spropositata che avevo ingurgitato.

<<Non ti ricordi?>> sbuffò <<Stanotte mi hai chiesto di farmi assumere come cameriera per lavorare con te, ed allora io ho risposto che l'avrei fatto se tu avessi ricambiato>>

<<Cioè ho accettato di fare la cacciatrice di taglie?>> i miei ragionamenti erano ancora un po' lenti.

<<Esattamente>> rispose <<Così, qualche ora fa, ho deciso di portarti un po' di vestiti nuovi adatti al tuo nuovo lavoro>>

Mi porse una sportina, sorridendomi.

<<Non mi ricordo assolutamente di avere detto queste cose...>> mormorai <<Ma che ore sono, comunque?>>

Maze guardò fuori dalla finestra:<<Dovrebbero essere circa le nove, a giudicare dalla posizione del sole nel cielo>>

<<Non sarebbe stato più semplice guardare l'orologio?>>

<<Quindi sì? Accetti di essere la mia partner?>> mi stava alle calcagna mentre andavo in cucina e prendevo qualcosa da mangiare.

Erano più di dodici ore che non toccavo cibo.

Aprii una barretta Milka di cioccolato bianco e la ingoiai praticamente senza masticare.

<<Stavo morendo di fame!>> esclamai <<Tu vuoi qualcosa, Maze?>>

<<No, io ho già fatto colazione... E comunque tu eviti la mia domanda>>

Voglio fare la cacciatrice di taglie?

Fa molto selvaggio West.

<<E che mi dici della paga?>> le chiesi, quando finii di masticare la manciata di cereali che mi ero infilata in bocca così, a secco.

Maze alzò le spalle:<<È ottima, soprattutto se punti ai veri criminali. Più il nostro cattivo è cattivo più dollari vale la sua cattura>>

Non è un'idea malvagia.

Era un lavoro pericoloso, certo, ma anche eccitante, che mi dava la possibilità non solo di aumentare il mio guadagno, ma anche di tenermi la mente occupata.

<<Sai cosa? Va bene>> mi stupivo di me stessa <<Non vedo l'ora di iniziare!>>

<<Così si fa!>> esclamò Maze, battendomi il cinque.

<<La tua capa... Joanne, mi pare si chiami, sarà d'accordo che lavori con te?>>

<<Non è la mia capa, e poi perché non dovrebbe? Divideremo i guadagni cinquanta e cinquanta tra noi due, lei non dovrà sborsare nemmeno un dollaro in più rispetto a quanto facesse prima>>

<<Okay, io vado a lavarmi, così poi possiamo andare in centrale!>>

Mi feci una doccia veloce al corpo, mi lavai i denti e misi un bel po' di deodorante.

Quando uscì dal bagno in biancheria intima, trovai Mazikeen intenta a fare zapping tra i canali del mio televisore.

<<Oh, sei uscita!>> esclamò, scattando in piedi <<Ti proveresti i vestiti che ho portato per te?>> mi indicò la sportina.

Io la aprii e ne tirai fuori un paio di pantaloni di pelle nera, un top rosso ed una giacca di jeans abbinata ai pantaloni. Guardando meglio c'erano anche un choker decorato con delle piccole borchie lucenti, ed un beauty.

<<Sono davvero belli, Maze>>le dissi <<Ma questo è il tuo stile, non il mio. Io non mi vesto in questo modo>>

<<Perché no?>> mi si avvicinò, dandomi una pacchetta sulla schiena.

<<Beh, prima di tutto perché non mi sentirei a mio agio con tutto questo tessuto attillato e poi perché non ho un corpo perfetto come il tuo>>

<<E un bel "chi se ne importa"?!>> esclamò lei, incrociando le braccia sotto il seno <<La vita è troppo corta per stare a preoccuparsi di quello che pensano gli altri ad ogni tua piccola mossa>>

<<Disse il demone immortale!>>

Lei rise:<<Su, vestiti!>>

Senza perdere altro tempo mi infilai gli abiti che mi aveva portato, compreso il choker.

I vestiti mi andavano tutti giusti, ma mi faceva strano sentirmeli così attillati addosso.

<<Come sto?>> le chiesi.

<<Uno schianto>> si fece i complimenti da sola, in pratica <<Ma ora siediti, che ti devo truccare come si deve!>>

Andammo nella mia stanza e mi posizionai davanti allo specchio.

Mazikeen mi legò i capelli e iniziò a stendermi la base per il trucco, con calma, per poi passare agli occhi.

Mi fece due righe perfette di eyeliner.

<<Si può sapere come fai a farle così dritte?>> le chiesi <<A me vengono sempre di merda!>>

<<Segreti del mestiere>>

Quando finii con gli occhi passò alle labbra e tirò fuori tre rossetti diversi: uno nero, uno viola e uno rosso acceso.

<<Quale preferisci?>> mi domandò.

Io scelsi quello rosso, in modo che si abbinasse con il top che avevo addosso.

Maze me lo mise velocemente e con maestria. Era evidente che fosse abituata a quel genere di cose.

<<Fatto!>> esclamò <<Sei bellissima. Scommetto che Lucifer si mangerà le mani quando ti vedrà così>>

<<Spero di non incontrarlo e basta>> era passato troppo poco tempo perché potessi stare nella stessa stanza con lui facendo finta di niente.

Magari tra qualche mese avrei potuto, ma non ancora.

Mazikeen fece finta di non avermi sentita:<<Ed ora mancano solo gli stivali, e poi il tuo look è completo!>> era euforica. Immaginai che anche quello fosse un suo tentativo maldestro per non pensare ad Eve.

<<Non hai problemi con i tacchi alti, vero, darling?>>

Lucifer's Pov

Quella notte non avevo dormito nemmeno due secondi contati.

Mi ero fatto uno shot dopo l'altro, ma non ero riuscito a smettere di pensare ossessivamente a quello che avevo fatto.

Non riuscivo a togliermi quelle fotografie dalla mente, come se fossero stampate a fuoco nel mio subconscio.

Ma soprattutto non riuscivo a smettere di pensare allo sguardo affranto di Jennifer.

L'avevo fatta soffrire. Di nuovo.

E la parte peggiore era che non mi ricordavo nulla.

Quella ragazza bionda col vestito rosso, quel bar, quel bacio... Niente.

Mi ricordavo di essere andato a giocare a bowling in centro città, per rilassarmi, e poi di essere andato direttamente a casa di Jennifer.

Sto impazzendo?

Dubitare di me non era... Da me.

Ma quello nelle foto ero io, senza dubbio. Indossavo anche il completo di Armani, quello di due sere prima.

Non poteva che essere vero.

Senza che me ne accorgessi fu mattina in un batter d'occhio.

Mi chiesi cosa stesse facendo Jennifer, come avesse passato quella notte, se fosse riuscita a dormire.

Mi venne il panico all'idea che le fosse venuto un altro incubo come quello della notte prima, per di più mentre io non ero con lei.

Avrei tanto voluto andare a controllare che stesse bene, ma non volevo invadere la sua privacy.

Aveva reso piuttosto chiaro che non voleva vedermi.

Il mio IPhone squillò, segno che mi era arrivato un messaggio, ed una piccola, stupida parte di me sperò che fosse lei.

E invece no, era la Detective che mi chiedeva di raggiungerla il prima possibile alla centrale.

Mi diedi un'occhiata allo specchio: ero in condizioni terribili.

Oltre ai capelli spettinati e alla camicia stropicciata, avevo gli occhi rossi e le occhiaie.

Perfino il fazzoletto nel taschino della giacca era piegato male.

Non avevo la forza di mettermi a posto, onestamente.

Che senso avrebbe, comunque?

L'unica persona la cui approvazione mi importasse davvero era convinta che l'avessi tradita ed usata, e ora mi odiava. Non a torto.

E non avevo voglia di andare alla centrale di polizia, a dire il vero. Non avevo voglia di sorbirmi le occhiate che sicuramente mi avrebbero rivolto i miei colleghi, quando mi sarei presentato in queste condizioni.

Avrei soprattutto fatto preoccupare la Detective. Era l'unica altra persona al mondo oltre a lei, la cui approvazione significasse qualcosa per me.

Non ne avevo voglia, ma decisi di andare lo stesso: se Chloe aveva bisogno di me, il minimo che potessi fare era andare a darle una mano.

Dopotutto eravamo partners.

Era mio dovere.

Almeno, dando una mano a rendere il mondo un posto migliore, potrei contribuire ad attenuare il mio senso di colpa.

Questo era il mio tenore di pensieri mentre volavo verso la centrale.

Fui lì in meno di cinque minuti, e mi sbrigai ad entrare.

Come avevo previsto tutti i poliziotti si girarono a guardarmi, sorpresi che non fossi perfetto e tirato a lucido come mio solito.

Li ignorai, dirigendomi direttamente verso la scrivania della Detective.

<<Ehy, stai bene? Hai una pessima cera, amico>>

Alzai gli occhi al cielo, trattenendo a stento l'irritazione.

<<Buongiorno anche a te, detective Stronzo! E grazie del complimento>> sospirai, superandolo senza sprecare un secondo di più.

Lui mi appoggiò una mano sul braccio:<<Parlo sul serio, Lucifer: sembra che tu non abbia chiuso occhio per tutta la notte>>

<<Ma che intuito, complimenti!>> ero addirittura più acido del solito.

Daniel sbuffò, scuotendo la testa:<<Lascia perdere>> sospirò.

La Detective era seduta alla scrivania, intenta a consultare un fascicolo con affianco una tazza di caffè caldo.

Ben vestita come sempre, non aveva un solo capello fuori posto.

<<Salve, detective>> la salutai.

<<Oh, ciao, Lucifer! Sono felice che tu sia venuto così in fretta...>> la voce le morì in gola appena alzò lo sguardo su di me.

Spinse indietro la sedia e mi fece un cenno:<<Possiamo parlare in privato?>> mi domandò.

Io annuii, sospirando.

<<Seguimi>> mi disse lei, ed io obbedii.

Mi condusse nella stanzetta delle macchinette e chiuse la porta dietro di noi, guardandomi preoccupata.

<<Ti va di dirmi qual è il problema?>> mi domandò, con il suo solito tono di voce calmo e accomodante.

Mi strofinai gli occhi con le mani:<<Detective, ho bisogno del tuo aiuto>> mi tremava la voce <<Penso di stare impazzendo>>

<<In che senso?>>

Mi passai le mani tra i capelli, tentando di dargli un minimo di pettinatura:<<Nel senso che ho avuto un vuoto di memoria... Durante il quale, a quanto pare, ho baciato una tipa in un bar. Il problema è che stavo con Jennifer, voglio dire: ci eravamo messi insieme da poco, ma io sono davvero innamorato di lei, Detective, solo che ha avuto delle foto in cui c'ero io che mi limonavo questa ragazza e ha pensato che l'avessi tradita...>> mi vennero le lacrime agli occhi.

Il discorso che avevo fatto era piuttosto sconclusionato, ma speravo che avesse capito.

Ero troppo stanco per riformurarlo.

<<Aspetta, tu e Jennifer state insieme?!>>

Giusto, c'erano un po' di cose sulle quali non l'avevo aggiornata.

<<Stavamo insieme. Lei mi ha lasciato>>

<<Quindi tu le hai detto... Tutto?>> mi guardava sorpresa.

<<Sì sì, l'ho fatto!>> ero all'limite dell'esasperazione <<Ma non è questo il punto! Il punto è che potrei averla tradita senza nemmeno ricordarmelo, che cazzo! Detective, non so davvero che fare...>>

Lei mi sorrise dolcemente e mi venne ad abbracciare, accarezzandomi la schiena:<<Vedrai che chiariremo le cose. Non ti stare ad angustiare, va bene? Altrimenti finirai solo per peggiorare la situazione>>

Annuii, sebbene fossi poco convinto.

Avevo bisogno di contatto fisico, avevo bisogno di qualcuno che fosse mio amico e potesse capirmi. E la Detective era la persona perfetta.

<<Grazie, Chloe>>

<<Figurati>> mi disse <<È a questo che servono gli amici, no?
Allora, dimmi: a quando risalivano quelle foto?>>

<<All'altro ieri sera, a quanto ho capito>>

Lei annuii:<<Okay: cosa ti ricordi di quella sera?>>

Feci mente locale:<<Ricordo di essere andato a giocare a bowling, Detective.
In un locale in centro, sai: per rilassarmi un po' e per non pensare alle mie preoccupazioni.
Sono stato lì tutto il tempo, poi quando me ne sono andato sono tornato a casa di Jennifer per passare la notte insieme>>

<<È una bella notizia, no?>>

Aggrottai le sopracciglia:<<Non capisco>>

<<Solitamente i locali in cui si gioca a bowling hanno delle telecamere di sorveglianza all'interno, perciò sarà facile controllare se tu fossi veramente lì o meno>>

<<Giusto, Detective. Sei la mia salvezza. Ti adoro!>>

<<Come si chiama il bowling in cui sei andato?>>

<<È l'XLanes, in Alameda Street>>

Lei annuì e mi sorrise:<<E anche oggi direi che ho guadagnato il mio posto in paradiso>> scherzò, ed io la guardai di traverso.

<<Vado a vedere se riesco ad ottenere quelle registrazioni, tu vai in bagno a darti una sistemata, va bene? Così conciato sembri un indovino senzatetto>>

<Grazie!>> le urlai dietro mentre usciva dalla stanza.

Appena rimasi solo il mio pensiero tornò a Jennifer.

Chissà dov'era, con chi era, ma soprattutto cosa stava facendo.

Mi fremevano le ali per la voglia di spiegarle e volare da lei.

Chi se ne importava che magari mi odiasse, che non mi volesse, che non mi amasse più... Il fatto era che io avevo bisogno di lei.

Lei no, sapevo che lei poteva vivere benissimo senza di me, sapevo che era abbastanza forte per rialzarsi ed andare avanti, ma io temevo di non esserlo.

Non mi ero mai affezionato tanto a nessuno, mai e poi mai, e perdere la persona che amavo più di tutte mi avrebbe distrutto.

Feci un respiro profondo ed uscii dalla stanzetta delle macchinette.

Ormai come un automatismo ero abituato a cercare Jennifer tra la gente, pur sapendo che lei non ci fosse.

Questa volta, invece, la vidi dall'altra parte della stanza, insieme a Mazikeen.

È bellissima.

Quello fu il mio primo pensiero, guardandola.

Indossava dei pantaloni neri attillati ed un top rosso scollato, che le lasciava scoperta la maggior parte della schiena.

Aveva degli stivali neri alti fino alle ginocchia che terminavano in dei tacchi a spillo.

Maze doveva averla convinta a cambiare stile, benché non sapessi come ci fosse riuscita e soprattutto perché l'avesse fatto.

È bellissima ed io sono riuscito a perderla.

Richiusi la porta dello stanzino e mi presi la testa tra le mani, premendomi forte le mani sulle tempie per evitare che mi esplodesse la testa.

Quanto desideravo poter andare da lei, colmando la decina scarsa di metri che ci divideva, e baciarla. Ma sapevo che non potevo farlo.

Prima di tutto perché lei era assolutamente stupenda, mentre io avevo i vestiti spiegazzati e le borse sotto gli occhi.

Ma poi, soprattutto, non potevo presentarmi davanti a lei e dirle che forse l'avevo tradita, ma che poi me ne ero completamente dimenticato!

Avrebbe creduto che la prendessi in giro e avrebbe finito per arrabbiarsi ancora di più con me.

Santo Padre, questo era l'Inferno, non quello sul quale avevo comandato per milioni di anni.

Averla così vicina ma non poter stare insieme a lei mi logorava.

Ma avrei risolto quella faccenda, e l'avrei fatto anche alla svelta.

Scoprirò cos'è successo, fosse l'ultima cosa che faccio.

-

Cosa credete che sia successo alla memoria di Lucifer?
E come farà a spiegare il tutto a Jennifer?

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