Capitolo 20.
Mentre la ragazza bellissima dai capelli neri abbracciava Lucifer sfoderando un gran sorrisone, io distolsi lo sguardo.
E mi rendevo perfettamente conto di quanto la mia gelosia fosse stupida, considerando tutte le persone con cui quell'uomo era andato a letto.
Eppure non era facile rimanere indifferenti.
Chissà se lui e questa Eve hanno fatto sesso, mi ritrovai a chiedermi, infastidita nel constatare quanto quell'ipotesi mi infastidisse.
Ero così immersa nei miei pensieri che non mi accorsi che lei aveva superato Lucifer, iniziando a studiarmi da capo a piedi con i suoi grandi occhioni scuri.
"Eve, ti presento Jennifer" le disse, e poi, rivolto a me :"Questa è Eve"
Mi sforzai di sorriderle, fin troppo consapevole che avevo il trucco della sera prima sbavato ed i capelli spettinati.
Lei guardava anche me con entusiasmo, e appena le porsi la mano mi abbracciò stretta e mi baciò entrambe le guance, come se fossimo vecchie amiche.
Mi irrigidì a causa di quel contatto improvviso :"Felice di conoscerti" le dissi, in ogni caso.
Intanto, Luci si era allontanato ed era appena tornato con un bicchiere pieno d'alcool in una mano. Lo porse ad Eve, che lo prese porgendogli un cenno di ringraziamento.
"Allora" domandò lei, appena ebbe finito di bere "Avete visto Maze?"
Ma certo!
Solo in quel momento realizzai che quella Eve doveva essere la ragazza di cui Mazikeen era innamorata, quella che era andata via.
"Sarà in giro ad acciuffare qualche criminale, come sempre" Lucifer le appoggiò una mano sulla schiena nuda e la sospinse con delicatezza fino in sala. Appena la ragazza si mosse la lunga gonna del suo vestito bianco ondeggiò al ritmo della sua camminata. Andò a sedersi sul divano.
"Spero... Spero che non sia troppo arrabbiata con me" sussurrò, portandosi le mani al petto "Ma dovevo andare via dopo tutto il casino che ho combinato con Charlie, ed i demo..."
Lucifer la fermò mettendole una mano sulla spalla :" Sì, capisco"
Aggrottai leggermente le sopracciglia ed affilai lo sguardo. Perché quella reazione spropositata? Sembrava che mi stessero nascondendo qualche cosa... Sì, mi stanno di sicuro nascondendo qualcosa.
"Chi è Charlie?" domandai.
"Non lo sai?"
"Non so che cosa?"
"È il figlio della dottoressa Linda e di mio fratello" mi disse Lucifer.
Linda non mi aveva mai detto di avere un bambino. E col fratello di Lucifer, per di più.
"E che è successo con Charlie?" stavolta mi rivolsi ad Eve, che nel frattempo aveva finito il suo drink.
Da lei avevo più possibilità di ottenere informazioni.
"Oh!" esclamò Eve riscuotendosi "È una storia lunga : Sai, è successo tutto per colpa mia, in realtà. Io volevo che Lucifer tornasse a casa con me, credendo che qui non fosse felice. E così..."
Luci sembrava sul punto di interromperla, contrariato che Eve mi stesse parlando di qualcosa che lui evidentemente avrebbe voluto tenermi nascosta.
Ma io fui più veloce di lui.
" Quindi tu e Lucifer...? " glielo chiesi tanto per sicurezza, ma ormai ne ero quasi certa.
"Beh, sì. Lui è stato il mio primo amore, tanto tanto tempo fa " aveva un tono di voce trasognato " Ma tranquilla : adesso io e Luci siamo solo buoni amici. Non è lui che mi interessa..." e mi sorrise.
"Sono piuttosto certa che Maze sarà felice di vederti" dissi, capendo al volo che l'amore di Mazikeen era ricambiato.
Il sorriso di Eve si allargò ed i suoi occhi si illuminarono :"Dici davvero?!" esclamò, battendo le mani, felice come una bambina a cui hanno appena preso il dolcetto al cioccolato che desiderava tanto.
Io annuì e lei mi gettò le braccia al collo per la seconda volta in pochi minuti.
Mi guardai intorno per vedere dove si fosse andato a cacciare Luci, ma di lui non c'era traccia.
"Dov'è finito Lucifer?" domandai ad Eve, non appena si staccò da me.
"Non lo so..." fece spaziare lo sguardo per tutta la stanza "Era qui fino ad un secondo fa"
"Allora" mi disse, dandomi una gomitata scherzosa "Tu e Lucifer, eh?"
Mi morsi il labbro, sorpresa che una ragazza che conosevo da tre minuti mi trattasse con una tale confidenza.
"Sì" le risposi "O almeno credo"
"Dai, andiamo!" esclamò Eve, saltando in piedi e trascinandomi con sé.
Mi fermai, trattenendola per una mano :" Andiamo dove?"
"A cercare Luci e Maze, ovviamente"
Alzai gli occhi al cielo.
"Ovviamente" sussurrai tra me e me, e poi, alzando la voce perché Eve mi sentisse :" Non sarebbe meglio fare una chiamata?"
"Una...Cosa?"
Ma che diavolo significa?
"Sai, quella cosa che si fa col cellulare, componendo il numero di telefono e spingendo sull'icona verde..." ero sempre più confusa.
"Oh!" esclamò lei, illuminandosi " Giusto, giusto. Mi ricordo"
Presi il mio cellulare che dalla sera prima era abbandonato sul comodino accanto al letto matrimoniale rosso, e poi composi il numero di Lucifer.
Eve si sedette sul letto, accarezzando con le mani il liscio lenzuolo di seta.
"Quanto mi era mancato questo letto..." sussurrò.
Ma certo che hanno fatto sesso, pensai, rispondendo così alla domanda che mi ero fatta poco prima.
"Già" riuscì a dire "È molto comodo, in effetti "
Il cellulare di Lucifer squillava, ma lui non rispondeva. Sbuffai, esasperata.
"Ora possiamo andarlo a cercare, Jennifer?!"
Come gli è venuto in mente di andarsene via così, senza dire nulla, all'improvviso.
Dopo che mi sono aperta con lui.
"Jennifer?" mi chiamò ancora Eve, visto che non rispondevo.
E se fosse andato via proprio a causa di quello che gli ho detto? Potrei averlo spaventato di nuovo... Questo spiegherebbe perché mi ha lasciata sola con questa ragazza che non conosco.
"No" le risposi, alla fine " Sono sicura che Lucifer tornerà presto"
Tornerà presto, vero?
Tornai a sedermi sul divano ed Eve mi seguì.
"Perché non mi parli un po' di te?" le domandai. Tanto valeva che provassimo a conoscerci un po'.
"Se ti va" aggiunsi in fretta, notando che esitava.
"Non c'è molto da dire..." si sistemo i lucenti capelli neri dietro le orecchie.
Ci fu un attimo di silenzio imbarazzante tra noi, e così decisi di andare in bagno a lavarmi.
Almeno mi sarei resa presentabile.
Tanto Eve sembra conoscere l'attico di Lucifer molto meglio di me... Non avrà problemi a rimanere sola.
L'acqua fresca della doccia mi diede una bella svegliata, e quando uscì mi sentivo rinata.
I postumi dell'ubriacatura della sera prima si facevano sentire, ma dopotutto non erano terribili quanto avrei creduto.
Non avendo con me il mio spazzolino mi limitai a fare qualche gargarismo con l'acqua del rubinetto.
Quando ebbi finito di lavarmi notai che sulla mensola sotto lo specchio c'era appoggiato - tra le alte cose - un profumo chiuso nella sua scatola blu di cartone.
Lo tirai delicatamente fuori e mi ritrovai tra le mani una boccetta nera di media grandezza. Me ne spruzzai un po' sul polso, con circospezione, sperando che a Lucifer non dispiacesse.
Aveva un odore davvero buono.
Me ne spruzzai un po' anche sul collo.
Quando tornai in sala da Eve, lei si era distesa sul divano in tutta la propria lunghezza, completamente a suo agio.
"Fatto" dissi "Se vuoi usare il bagno..."
Esitai, imbarazzata, e mi diressi verso l'open bar di Lucifer, fingendo di volermi versare qualcosa da bere.
In realtà, di alcool ne avevo abbastanza per altre due vite, ma speravo che fare finta di essere occupata mi avrebbe tolta dall'imbarazzo che si era creato con l'ex di Luci.
Ancora non capivo perché cavolo mi avesse lasciato da sola con lei. Cos'era, una specie di scherzo di pessimo gusto?
Deglutii la rabbia, provando a tenere la mente occupata per non focalizzarmi né sul comportamento di Lucifer né sul fatto che ricorreva il quarto anniversario del giorno che mi aveva rovinato la vita.
Afferrai un bicchierino di vetro ed una bottiglia a caso tra tutte le bottiglie di alcool del bar. Non guardai nemmeno l'etichetta : mi limitai ad aprire il tappo ed a versarmene un po'.
Letteralmente due secondi prima avevo pensato che non avrei più toccato alcolici per molto tempo, ma poco importava : ne avevo bisogno quella mattina, anche più della sera precedente.
Buttai giù il liquido in un colpo solo facendo una smorfia : era forte. Molto forte.
Guardai con la coda dell'occhio che stesse facendo Eve, la quale non si era spostata nemmeno di un millimetro.
Devo smetterla di bere di mattina.
Ebbi la forte tentazione di versarmi ancora un po' di quello che - a quanto pareva - era Gin.
Mi trattenni e rimisi via la bottiglia.
Supererò questo giorno proprio come ho fatto gli scorsi tre anni.
Ce la farò. Ce la farò. Ce la fa-
"Ehy, stai bene?"
Eve mi appoggiò delicatamente una mano sulla spalla ed io sobbalzai.
"Sì...Sì, tutto bene"
Lei mi rivolse un sorrisetto e si sedette accanto a me.
"Una volta ero sposata, sai?"
"Ah sì?"
Riuscì a malapena a nascondere la mia sorpresa.
Mi chiesi quanti anni avesse. Guardandola così pareva avere un paio di anni più di me, al massimo quattro o cinque.
Eve sorrise di nuovo :"Mi sono sposata giovane" spiegò "Lui si chiamava Adam : non è finita bene tra noi "
"Oh" dissi "Mi dispiace"
Fu il meglio che mi venne in mente, anche perché conoscevo quella ragazza da sì e no dieci minuti.
"Mi sono ripresa bene, direi. Alla fine penso che lasciarlo sia stata la cosa migliore che abbia mai fatto. E lo devo in buona parte a Luci"
Ma certo. Ovvio.
"Sono felice per te, Eve"
Non sembrava male, così a prima impressione. Mi pareva una persona molto dolce anche se decisamente eccentrica.
E io raramente mi sbagliavo a giudicare la gente.
"Ora ti va di dirmi qual è il tuo problema? Magari posso aiutarti" disse con la sua vocetta limpida e squillante.
Mi domandai perché volesse aiutarmi. Insomma, sapeva a malapena come mi chiamassi.
"Preferisco non parlarne"
Anche perché farlo ha solo l'effetto di far scappare le persone.
Ed a quel pensiero avvertì una fitta al cuore, ripensando al modo in cui Lucifer si era defilato senza dire una parola. Dovevo averlo spaventato.
Forse la mia esperienza gli aveva ricordato il suo passato traumatico, facendolo soffrire.
O forse - ipotesi di gran lunga più probabile - l'avevo terrorizzato con un discorso così profondo, probabilmente perché si era reso conto di quanto tenessi a lui.
Un classico.
D'altronde non sarebbe stata la prima volta che lo facevo scappare via. Sbuffai.
Eve aveva preso il bicchiere da cui avevo bevuto io e se lo stava riempiendo di un liquido di uno sgargiante colore rosso.
"Cos'è?" le domandai.
"Succo all'arancia rossa".
"Buono?"
Lei mi porse il bicchiere :" Ne vuoi un pochino?"
"No, grazie" scossi la testa " Sto bene così"
Lei fece spallucce.
Quando Lucifer fosse tornato mi avrebbe sentita. Eccome.
Sentivo la rabbia che mi si agitava nervosamente nello stomaco. Era impossibile giustificare il suo comportamento, soprattutto visto che sapeva che giorno fosse per me.
Lacrime di rabbia mi inumidirono gli occhi.
"Quindi... Suppongo che tu conosca bene Lucifer"
"Oh sì" rispose Eve "Molto molto bene. In tutti i sensi"
Alzai gli occhi al cielo.
Strano però che nella sua voce non ci fosse traccia di scherno, né di sarcasmo. Non sembrava che l'avesse detto per farmi innervosire.
Certo che l'ha detto per farti innervosire, altrimenti perché l'avrebbe fatto?!
Mi obbligai a sorriderle :"Allora suppongo che tu possa aiutarmi. Quando stavate insieme, si è mai... Tirato indietro, diciamo, quando le cose sono diventate serie?"
Lei ci pensò su qualche secondo, aggrottando le sopracciglia scure come se si sforzasse di trovare le parole giuste :" No, non direi " disse " Anche perché la nostra "relazione" - come la chiami tu - più che una relazione vera e propria è stata più una cosa da una botta e via... Okay, forse un po' più di una "
Eve alzò le spalle "Il che fa di me il primo amore di Lucifer"
"Il suo primo amore? Ma se hai appena detto che non è stata nemmeno una vera relazione..."
Quella ragazza mi confondeva in modo assurdo.
"Già, ma non so se hai notato che le avventure di Lucifer sono tutte di una notte" mi disse "Nel suo caso, qualunque storia più lunga diventa automaticamente degna di nota"
"In effetti ha senso" concessi.
"Voi due da quant'è che state insieme?" mi domandò, incrociando le braccia sul bancone ed appoggiandoci la testa sopra.
Esitai :" Definisci 'stare insieme' "
"Fare sesso"
Arrossii. Sia per la domanda inopportuna da parte di quella che era quasi una totale sconosciuta, sia per la situazione assurda in cui mi trovavo.
"Secondo te il sesso è l'unica cosa importante in una relazione?"
Una domanda per rispondere ad un'altra domanda. Funziona sempre.
"No, non direi" mi rispose, ridendo sommessamente "Ma, ripeto : le relazioni di Luci si misurano con dei parametri un po' diversi dai soliti... "
Annuì :" Ci conosciamo da poco più di una settimana, in verità. E non abbiamo fatto sesso"
Perché ne stavo parlando con lei, invece di invitarla gentilmente a farsi gli affari suoi? Soprattutto visto che era l'ex di Lucifer.
Probabilmente perché avevo bisogno di tenermi occupata con qualcosa, anche se avrei preferito trovare un altro modo. Uno qualunque.
Eve era rimasta zitta :"Wow, è veramente cambiato allora! Voglio dire, già qualche mese fa - poco prima che me ne andassi - mi era sembrato molto diverso, ma non pensavo che sarebbe arrivato a tanto. E soprattutto non credevo che ci sarebbe arrivato con te... E invece"
Non credeva che ci sarebbe arrivato con me?
E questo che cosa significa?
Rivolsi ad Eve uno sguardo interrogativo.
Lei si morse il labbro, indecisa se parlare o meno.
"In che senso? "
"Va bene, va bene" cedette lei "Qualche mese fa, quando sono arrivata a Los Angeles, Luci stava soffrendo per una donna..."
"Che donna?"
Lei mi guardò dritta negli occhi :"La detective Decker"
Chiusi le palpebre, imprecando mentalmente. Era come sospettavo, quindi.
Lucifer e Chloe avevano avuto un flirt, una relazione o qualcosa del genere. Forse erano persino andati a letto insieme.
E la cosa peggiore era che ovviamente Lucifer si era ben guardato dal parlarmene. Soprattutto visto che la Detective lavorava con lui ogni giorno.
"Mi dispiace" disse Eve "Davvero : pensavo che lo sapessi già. Scusa".
Mi alzai di scatto :" Non importa : non è colpa tua" e mi diressi nella camera da letto di Lucifer.
Raccolsi da terra il mio ciondolo e lo portai alle labbra per lasciarci sopra un leggero bacio, poi me lo infilai in tasca.
"Io torno a casa" informai Eve, quando tornai in sala.
Lei mi guardava preoccupata :"Cosa dirò a Lucifer quando tornerà?"
Mi tremarono le labbra :"Digli che non sai dove sono andata, va bene?"
Eve annuì.
Non volevo vederlo.
Quella proprio non doveva farmela, non il ventidue giugno.
Scesi le scale del Lux calpestando i gradini con rabbia mal repressa.
Chissà dov'era Lucifer in quel momento.
E se fosse con Chloe?
Non l'avrebbe fatto, vero? Non mi avrebbe lasciata sola con la sua ex per andare a trovare la sua preziosa detective... Dovevo crederci.
Presi l'autobus per l'ennesima volta. Il sole mattutino splendeva alto nel cielo, ed iniziava a scottare benché fosse piuttosto presto.
Il viaggio fino a casa fu una tortura vera e propria e quando arrivai trovai la porta avvicinata.
Per mia fortuna la sera prima avevo chiuso il cancello. Il che non era molto, ma era comunque già qualcosina.
Andai a buttarmi sul mio letto, grata che il mio cuscino odorasse ancora di essenza alla lavanda dalla sera prima.
Accesi lo schermo del cellulare e ovviamente Lucifer non mi aveva richiamata, né mi aveva mandato un messaggino.
Proprio come Michael, che la sera prima era tornato a New Orleans senza avvisarmi.
Cosa c'è che non va in me?
Chiusi Whattsapp e aprii Google con le lacrime agli occhi, e digitai "come tirarsi su di morale" nel campo di ricerca.
Aprii una pagina che prometteva di fornire cinque metodi per risollevare in fretta il morale.
In verità, la prima idea che mi era venuta in mente era quella di prendere qualcosa di mangiare. Peccato che non sarebbe stato d'aiuto al mio metabolismo, oltre al fatto che non avrebbe risolto i miei problemi.
Scorrendo l'articolo si leggeva un elenco puntato :
1. Dedicati all'arte. Un quadro, un film, un brano musicale.
Uno dei tanti effetti positivi che l'arte ha sull'essere umano, infatti, è per antonomasia quello di ridurre lo stress fisico e mentale, e favorire la produzione di seratonina, anche definita "l'ormone della felicità".
Sbuffai e spensi il cellulare con rabbia, desistendo dal leggere il resto dell'articolo.
Dubitavo che cercare su internet una soluzione ai miei problemi me ne avrebbe effettivamente fornita una.
Così alla fine cedetti e tornai in sala. Mi sedetti al tavolo e mangiai una fetta della crostata di prugne che avevo preparato per la sera precedente.
Il cibo era senza dubbio la risposta a tutti i miei problemi.
Eppure ero sola. Di nuovo.
Quella sì che era una costante.
Mi venne voglia di chiamare Mazikeen al cellulare ma era improbabile che mi rispondesse, e poi - ammesso e non concesso che l'avrebbe fatto - mi sarei sentita in dovere di dirle che la sua Eve era tornata in città.
E a quel punto lei sarebbe andata dalla ragazza di cui era innamorata, perciò mi sarei ritrovata un'altra volta da sola.
Mi stravaccai sul divano.
Non avevo voglia di fare alcunché, a parte stare lì distesa ad occhi chiusi. Se mi fossi mossa temevo che mi sarei sbriciolata come un grissino, temevo che mi sarebbe venuta una delle mie solite crisi. Non volevo che la fettina di crostata che avevo mangiato finisse nel water.
Rimasi in quella posizione per un lasso di tempo che mi parve lunghissimo, ma non avendo sott'occhio un orologio non potevo dirlo con certezza.
Poi, qualcuno suonò il campanello.
Non aspettavo nessuno, il che mi diceva che non poteva essere che Lucifer.
Davvero non volevo vederlo.
"Chi è?!" gridai, dopo essermi schiarita la voce.
Nessuna risposta.
"Lucifer, se sei tu puoi anche andartene!"
Qualche secondo di silenzio, e poi una voce profonda che conoscevo bene arrivò dall'altra parte della porta :"Sono un vecchio amico".
Mi alzai di scatto, come una sorta di yoyo umano, e andai subito ad aprire.
Daniele era proprio come me lo ricordavo, se non si contava il fatto che in quegli anni fosse cresciuto di quattro o cinque centimetri.
Aveva gli stessi occhi scuri e luccicanti, lo stesso sorriso aperto e sincero. I capelli biondi erano tagliati molto più corti di quanto li ricordassi, però. Da bambino li teneva un po' più lunghi ed aveva anche il ciuffo.
Non potei fare a meno di sorridere e gli gettai le braccia al collo, felice di rivederlo dopo quattro anni.
"Che sorpresona!" esclamai, mentre lo stringevo forte.
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