Il segreto di Erica
Erica's PoV
Mi svegliai abbracciata alla mia nuova ragazza, ancora non ci credo di averla davvero baciata, e non riesco a crederci che la mia ragazza sia la mia cotta di più di due mesi guardai l'orologio, 9:49 oggi avevo il turno di pomeriggio. Cercando di non svegliare Harley, mi alzai dal letto e andai in cucina. Presi la padella e, mentre stavo preparando la colazione, sentii delle braccia avvolgermi i fianchi e le dita giocare con l'orlo della canotta, sfiorandomi la pelle. Avvampai, ma continuai a contenermi, almeno finché la colazione non fu pronta. Spensi il fuoco e percepii il corpo della bionda spostarsi verso l'alto e sentii un bacio sulla pelle dell'incavo del mio collo. Non mi trattenni, mi girai e le mie labbra vennero in contatto con quelle di Harley.
Sorrisi nel bacio.
Le sue mani vagarono verso l'alto sul mio corpo fino ad accarezzarmi i capelli e aggrovigliandoci le dita.
Le mie mani presero due strade diverse, una arrivò ad accarezzarle i capelli, e l'altra vagò sotto la maglietta, su e giù per la sua schiena, la sentii rabbrividire sotto il mio tocco. Dopo poco, tracciai la mia lingua sul suo labbro inferiore, lei socchiuse la bocca senza esitare e la mia lingua saettò dentro la sua caverna bagnata chissà come reagirà al piercing. Esplorai praticamente tutta la sua bocca e le nostre lingue iniziarono una battaglia perché voleva entrare anche lei.
Mi rigiró il piercing nella lingua.
Provai un doloroso e malato piacere a sentirla manovrare il mio piercing. Sentivo il cuore scoppiare, un calore inaspettato per tutto il mio corpo e sentii una strana voglia nella zona intima. La sua lingua mi entrò in bocca e mamma mia se ci sapeva fare!
Ci staccammo con un po' di fiatone, con una stringa di saliva che ancora univa le nostre lingue.
Erica: "È pronta la colazione. Dai prima che si raffreddi" Le diedi un bacio a stampo e impiattai il bacon e le uova.
Harley: "È tutto delizioso. Mai quanto te, ma delizioso." Fece ammiccandomi
Erica: "Ti ricordo che non è nemmeno un giorno che stiamo insieme." Risposi ridente, mentre lei fece una smorfia strana con tanto di linguaccia.
Erica: "Pensavi di tornare al covo più tardi?"
Harley: "Col cazzo, perché?
Erica: "Ti avrei prestato dei vestiti e una borsa se tu avessi voluto tornare dal clown che anziché fare divertire le persone le ammazza." Affermai continuando a mangiare. Lei rise di gusto
Harley: "Ma stasera nel locale dove lavori non c'è la serata karaoke?"
Erica: "Vero, ti va di stare con me stasera al bar?"
Harley: "Sì, ovvio che voglio venire con te." Non sapevo se avesse usato il termine a caso, ma feci finta di niente
Erica: "Canterai qualcosa anche tu questa sera?"
Harley: "Non lo so, ma stavo pensando che dovrei comunque tornare al covo per prendermi un cambio d'abito."
Erica: "Vuoi che il mio alter ego ti accompagni?"
Harley: "Se tu mi accompagnarsi, mi farebbe sentire al sicuro." Rispose abbassando lo sguardo sul piatto vuoto
L'orologio segnava le dieci e mezza, quando mi alzai da tavola e iniziai a sparecchiare, Harley insistette per aiutarmi e io benaccettai il suo aiuto.
Alle 11 ero pronta ad andare a lavoro e lei era pronta per tornare a casa. Misi subito il costume e decisi di accompagnarla come prima cosa. Mi guidò per i vari quartieri, fino a quelli più malfamati ed entrò in una casa diroccata, dicendomi ti restare fuori e che avrebbe urlato se avesse avuto bisogno del mio aiuto.
Una ventina di minuti dopo uscì dalla casa con un borsone sulla spalla e un beauty case in mano. La riaccompagnai a casa mia, e, dopo essermi assicurata che sarebbe stata bene, andai al bar.
Harley's PoV
Avevo preso tutto di soppiatto. Mr. J dormiva sonoramente, e non mi fu molto complicato prendere i vestiti e i trucchi. Erica mi riportò a casa sua e si assicurò che sapessi cosa fare nel caso mi annoiassi o volessi semplicemente far qualche lavoretto.
Decisi di esplorare per bene la casa. Iniziai dalla camera della mia ragazza, l'avevo già vista, ma volevo sapere meglio com'era.
La stanza era viola pastello sporco, il pavimento di parquet nero, come le tende alla finestra. C'era un grande armadio di mogano sulla sinistra, e il letto con lenzuola e federe nere e coperte bianche spiccava sulla destra. Accanto al letto c'era un comodino di legno chiaro con la foto che mi aveva mostrato ieri sera o stamattina.
Il bagno era piastrellato d'azzurro con il pavimento bianco. C'erano la doccia, il lavandino con sotto un piccolo mobile, il water e uno specchio a muro.
Il salotto era viola scuro, pavimentato di nero. C'era un grande divano morbido color panna con un paio di cuscini lillà, una poltrona color crema con un solo cuscino nero, una bella TV, un altro paio di mobili a cassettoni e un tavolino di legno chiaro davanti al divano.
La cucina era moderna, con tutti gli attrezzi necessari a preparare molti pasti. C'era anche un bel tavolone con quattro sedie. La cucina tendeva di più al bianco, con il pavimento in parquet chiaro.
Pensai di avere finito, ma la vocina nella mia testa mi diceva che c'era ancora una stanza. Così iniziai a cercare e notai un punto in cui il colore del muro del salotto era un minimo più chiaro.
C'erano delle scale.
Scesi le scale.
C'era una stanza buia.
Accesi la luce.
Era pieno di articoli di giornale messi in ordine temporale, con alla fine una grossa scritta in nero
BASTA! MI ARRENDO!
Gli articoli riguardavano tutti Joker e i suoi spostamenti, con tutti gli appunti possibili e immaginabili a lato.
C'era qualcosa segnato all'inizio. UCCIDERE JOKER
Erica aveva in mente di ucciderlo, ma si era arresa chissà quanto tempo fa...
Io sono comunque la sua assistente...
Sono al sicuro?
Sì, lo sei, lei ti ha salvata, ricordi?
E se stesse fingendo
Chi finge non fa così
Allora...sono al sicuro?
Sì
Sì, lo so, sono sparita per un mese
Sì, lo so, il capitolo fa cacare
Sì, cercherò di caricare più spesso, ma sappiate che non ho molta ispirazione in questo periodo e i capitoli usciranno con irregolarità
Sayonara mezzelune
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