4. Il Guru

"Caro Giulio, anzi cari voi tutti qui riuniti, il problema è uno solo?”
“E quale sarebbe Fausto?” Domandò una adorante ragazza seduta proprio di fronte a lui.
“Che voi pontaschi non capite nulla né di Ponte né dello sviluppo che questo paese dovrebbe avere in futuro. Ecco perché ci vuole uno come me, ecco perché ho fondato questo think-tank, questo simposio, questo nugolo di idee per il futuro che si chiamerà OltrePonte.”.
“Un bellissimo nome – pensò Giulio – ricorda vagamente Oltretomba. Proprio una prospettiva ridente.”
Fausto Raimondi, lampadatissimo, muscolosissimo,con una camicia di lino ampiamente sbottonata nonostante il principio d’autunno, aveva dei denti bianchissimi, che sfoderò mentre aspettava che l’effetto delle sue illuminanti parole si depositasse sui giovani virgulti pontaschi (anzi, sulle pontasche e sul solo Giulio a rappresentare il sesso maschile) che cercava di indottrinare.
“Anche perché nel vostro provincialismo culturale non avete potuto vedere, come abbiamo fatto noi, che da anni realizziamo concetti di meta sviluppo locale per la trasformazione ontologica di insediamenti periferici con potenzialità globali non adeguatamente sfruttate, l’orizzonte di un futuro integrato, globale e locale, con un ritorno alla terra da realizzarsi con progetti, oserei dire 3.0.”
“Noi chi?” sussurrò sottovoce Paola, l’amica di Giulio, al povero ragazzo, frastornato dall’apoteosi del nulla alla quale stava assistendo.
“Ma niente Paola, sarà un plurale maiestatis.”
“Ed è quindi evidente che nessuno di voi saprebbe sfruttare adeguatamente l’occasione più unica che rara, che comunque avevo previsto, di queste risorse a fondo perduto che un illuminato magnate, che certamente ha avuto una educazione steineriana come me, ma altrettanto certamente ha contemperato il ritorno alla terra con prestigiose scuole inglesi e stage in importanti realtà istituzionali europee ed americane, mette di fronte a noi con rara sensibilità come un frutto maturo che altro non possiamo che cogliere e mangiare”
“Ma cosa dice, Giulio? Non ho capito un tubo” sibilò di nuovo Paola, attenta a non essere scoperta.
“Vuole la grana, i venti milioni, in parole povere” rispose.
“E dal momento che tuttavia esiste una oggettiva condizione ostativa che è data da questa parzialmente errata diagnosi del tessuto socioeconomico, culturale e demografico che il benefattore ha operato, di certo male informato dalla solita cattiva politica locale che intendiamo debellare, ovvero i dieci anni di residenza, non potrò essere io ad elaborare questa strategia che elaboreremo.”
“Quando si inizia a lavorarci?” chiese speranzosa Paola.
“La abbiamo già elaborata, mia cara” risposte Fausto con insofferenza.
“Dunque – riprese il guru – vi prego di accettare per acclamazione la persona che ho scelto e che rappresenterà all’Incaricato le istanze e il progetto di OltrePonte.”
Tutti si guardarono intorno, incuriositi, attendendo la Rivelazione del Profeta.
“E quella persona é… Giulio Sala!” esclamò scoppiando in un applauso seguito da tutte le astanti.
Tutte, sì, perché uno solo non applaudiva. Era proprio Giulio che spontaneamente, senza filtro, disse a bassissima voce e cominciando a sudare freddo “Oh cazzo…”

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