13. Il Ragionier Bongini

Per quanto bizzarra, la proposta dell'architetto Melone avrebbe senza dubbio incontrato il favore di diverse persone in paese, per le quali l'occultamento del Condominio rappresentava senza dubbio una priorità importante.
Ben diverso il caso del ragionier Bongini, che era venuto al Dosso di Roncale per una sua mirabolante proposta. Alessio Bongini era un uomo sui 55 anni, grigio come l'edificio del Catasto, a Sondrio, nel quale lavorava da moltissimi anni, aveva una voce metallica e fastidiosa e vederselo comparire di fronte confermò a Nereo che quei colloqui sarebbero stati una vera e propria Via Crucis.
A Ponte era scherzosamente (o sarcasticamente) soprannominato 'al sindec de Arigna' perché si curava degli interessi della frazione orobica con una partigianeria ben oltre i limiti di un normale attaccamento. Del resto, le frazioni dall'altra parte della montagna, oltre il fiume Adda, erano da tempo quasi disabitate e gli ultimi resistenti continuavano a ribadire con orgoglio la propria appartenenza.
"Buongiorno Nereo"
"Buongiorno Ragioniere". Sapeva bene, l'incaricato, quanta e quale importanza rivestissero per il burocrate anche questi piccoli e ormai disusati titoli.
"Allora, non ti nascondo –attaccò il citofonico Bongini – che la scelta di questo benefattore di un incaricato che viene dal borgo, dalla parte retica, è già un cattivo segno. Avrebbe potuto benissimo scegliere un giovane di Arigna. Cominciamo molto male".
Tralasciava, il Bongini, che l'unico giovane di Arigna era suo figlio Claudio e che, pertanto, stava in pratica rivendicando per la propria famiglia il lavoro di chi gli sedeva di fronte. Nereo non commentò e lo lasciò proseguire.
"Allora, in questo quaderno ho raccolto tutte le lamentele dei frazionisti dal 1986 fino a oggi. Si tratta di un'opera piuttosto completa, noterai che a nessuna è stata data risposta. Il borgo ci sfrutta e vuole farci morire piano piano".
I soliti toni apocalittici del Ragioniere, che mirava a instillare un senso di colpa fondato su una sorta di 'complesso della Piccola Fiammiferaia' .
"A questa situazione assolutamente drammatica e nei fatti lesiva di importanti diritti fondamentali della persona, abbiamo provato negli anni a fare fronte in vari modi. Il migliore, che purtroppo non si è realizzato - gracchiò – sarebbe stato quello di far trasferire tutti i discendenti della frazione come residenza nel comune e conquistare la maggioranza, ma io non ho mai escluso iniziative diverse, come un ricorso alla Corte Europea dei diritti dell'Uomo"
A Nereo la questione pareva davvero esagerata e cominciava pertanto a spazientirsi, ma sollecitò nondimeno il suo brizzolato e paranoico interlocutore.
"E quindi?"
"E quindi questa occasione potrebbe finalmente a correggere e modificare questo squilibrio storico."
" E come?"
"Allora, noi di Arigna proponiamo che tutti i fondi vengano dati al comune, ma con una condizione. Che siano utilizzati per costruire una nuova sede comunale e le nuove scuole a San Matteo!"
"A San Matteo? La contrada dove c'era la chiesa caduta?" strabuzzò gli occhi Nereo.
"Non è solo una chiesa caduta, è un borgo colpito oltre un secolo fa da una frana."
"Sì ma per intenderci..."
"La contrada della comparrocchiale. Le scuole e il Comune attuale a Ponte Borgo verranno invece convertiti a edilizia popolare di cui c'è tanto bisogno".
"Ma signor Bongini, quindi se ho capito bene tutti i ragazzi di Ponte ma per le medie anche quelli di Tresivio, Chiuro e Piateda dovrebbero venire in Arigna a scuola? E tutti gli abitanti venirci per un certificato all'anagrafe o all'ufficio tecnico?"
"Esatto"
"Ma è una provocazione?"
"Chiamala come vuoi, Nereo – chiosò con aria sognante il Ragioniere mentre, guardando verso la sua amata frazione ,consegnava con le sue dita tozze i dossier accompagnatori all'incaricato – io la chiamo giustizia e riequilibrio di una pluridecennale situazione di apartheid. Proverete anche voi cosa significa doversi spostare ogni giorno per tutto ciò di cui si ha bisogno".
Nereo pensò per un solo momento alla transumanza di tutti gli studenti e gli abitanti per raggiungere una frazione semidisabitata a 800 metri, per piazzare gli uffici pubblici in un posto dove una seconda frana poteva cadere anche a breve e dove si giungeva solo con una strada sterrata.
Nonostante il suo spirito umanitario, ci volle ben poco a concludere che le bislacche rivendicazioni del 'sindec de Arigna' e il suo rinascimento orobico potevano senza dubbio attendere.

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