11. Un progetto del tutto inatteso

L'INCARICATO - UN RACCONTO AMBIENTATO A PONTE: UNDICESIMA  PUNTATA
Nereo faticò un poco a disfarsi di Anita, ma alla fine ne ebbe ragione. Per godere del bel panorama e per non perdere nemmeno un appuntamento si era portato da casa il pranzo. Dal dosso di Roncale poteva ammirare le montagne, il paese e anche qualche dettaglio di minor gusto come i capannoni del fondovalle, eterno terreno di scontro tra i fautori delle “magnifiche e progressive sorti” della valle e quelli che ne volevano la conservazione ambientale.
Finì con l’assopirsi al sole ottobrino, e a svegliarlo fu una vocione profondo come se venisse dal fondo di una caverna
“Hei Nereo ti disturbo?”
Evidentemente Scarizza aveva fatto il suo lavoro e già in paese tutti sapevano chi fosse l’incaricato.
Marino Ghilardi era il vicepresidente (il Presidente era, naturalmente, Floriano Andrei) della “Gloriosa 1911”, la società calcistica pontasca. Nel resto della sua vita faceva il fabbro, come attestavano le manone dalle quali nessuno avrebbe mai voluto prendere una sberla. Era un omone buono e semplice, con la fissazione del pallone.
Nereo non aveva alcun dubbio, Marino sarebbe venuto con una qualche progetto di uno stadio da realizzare da qualche parte, magari costringendo il Comune a espropriare a tale scopo una parte del giardino di una casa nobile in uno dei pochi terrazzi pianeggianti. Ma Marino Ghilardi era arrivato per sorprenderlo con una richiesta estremamente diversa.
“Allora Nereo, tu sai che a me piace il calcio no?” disse agitando la testa e obbligandolo, di fatto, a un colloquio all’aperto.
“Sì lo so” accondiscese Nereo, so che giocavi anche nelle giovanili del Como.
Era un capitolo della vita del Ghilardi di cui andava molto fiero e si illuminò a sentirlo nominare.
“E sai anche, probabilmente, che lavoro faccio”.
“Certo, sei un fabbro”.
“Ma non sai cosa faccio tutta l’estate nel mio tempo libero!”
Nereo strabuzzò gli occhi temendo quello che stava per sentirsi proporre: un parco del trial? Un percorso di quad fino al tremila?
“No davvero, Marino, ma vieni al punto”.
Il Ghilardi aprì lo zaino e ne estrasse quattro o cinque quadretti, delle lastre di vetro che al loro interno richiudevano qualcosa, come dei classificatori. Ne prese uno e lo appoggiò di fronte a Nereo.
“Farfalle?”
“Esatto – sorrise bonario alzando le mani – colleziono farfalle da quando avevo quattordici anni e la mia dopo venticinque è una collezione di tutto rispetto. Sia chiaro che io ho tutto regolare, tutto dichiarato, tutti acquisti certificati”
“Farfalle” ripeteva intanto a bassa voce Nereo, ancora incredulo.
“E quindi ho pensato a un progetto che riguardi il mio insetto preferito.”
“Farfalle” pensò intanto ancora una volta il ragazzo, poi riavendosi di colpo chiese “Ma cosa intendi Marino, una specie di Museo o mostra permanente della farfalla?”
“Eh no, quello no, anche perché è un’idea che nella biomimesi è un po’ superata”.
“Ah… e quindi”
“E quindi ci sono tantissime specie di farfalle che sono minacciate dai bracconieri, tipo la farfalla dei ghiacci”
“Davvero esistono i bracconieri di farfalle?” chiese un sempre più stupito Nereo.
“Certo – aggrottò la fronte il suo interlocutore – e sono persone malvage e senza scrupoli. Comunque pensavo a un centro di riproduzione e studio delle farfalle. Case delle farfalle ce ne sono già in giro, ma questa sarebbe la più completa e grande d’Europa. Sopra il paese, nelle zone dei boschi abbandonati, un po’ umide, si potrebbero trovare delle aree ottime e io sono in contatto con un paio di esperti dell’Università”.
“E tu che ruolo avresti nella Casa, Marino”, provò a chiedere ancora dubbioso sulla molla degli intenti dell’altro.
“Nessuno, sono solo un appassionato. Mi basterebbe sapere che esiste, che aiuta le farfalle a salvarsi e poterla visitare tutte le volte che voglio”.
Nereo trattenne una lacrima di commozione all’immagine del gigante immerso in una nuvola di coloratissime farfalle.
Lo ringraziò, prese il progetto e lo salutò.
Rientrando in ufficio aprì per la prima volta un quaderno intitolato “Pro memoria” e scrisse per la prima volta dall’inizio dei colloqui.
“Progetti interessanti: 1. Il centro delle farfalle”.

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