L'IMMORTALE 10: Il ritorno

Prologo

Stavo entrando nella sala grande ad annunciare a tutti il nostro piano.
Fui chiamato da dietro:"Gustavo! Gustavo! Vuoi avvisalli adesso? La sera della cena tla popoli?" Mi chiese il mio amico.
"Si... perché no? Almeno tutti sapranno le nostre intenzioni" Risposi io.
"Oh...va bene capo".
Spalancai le porte ed entrai.
Erano tutti seduti ai rispettivi tavoli.
"Buonasera a tutti! Finalmente dopo ben 147 anni di guerra, siamo riusciti a trovare un accordo! E oggi siamo tutti qui, riuniti, a festeggiare la pace tra noi!
Vi sta piacendo tutto?".
"Tutto spettacolare." Rispose Tenchino.
"Sono molto felice. E adesso, vi devo raccontare una cosa... Noi del popolo di Stepole abbiamo individuato un pianeta a noi sconosciuto, e abbiamo pensato di...

CAPITOLO 1
Siamo in pericolo

Qualcosa ci stava risucchiando verso il cielo e io subito pensai che la mia vita fosse finita. Stavamo andando verso il paradiso...

Quando ci risvegliammo eravamo in una stanza buia, c'erano delle leggere luci verde fluo su ogni parete.
Mi avvicinai a Guglielmo, eravamo tutti molto confusi, non capivamo cosa stesse succedendo. Mia mamma, Susa, non c'era più, era scomparsa.

Dall'esterno della camera provenivano delle voci. Dicevano qualcosa come: "UEMAN CHU SCE INGUAM PA! LIILIA!".
Tenda fu scosso da un brivido, "Ma è cinese... dicono di andare a prendere gli inglesi".
La cosa mi confuse ancora di più, perché sapevo che aveva ragione, era stato anche un insegnante, poi, in cerca di risposte mi avvicinai alla porta dicendo: "Ma che cosa sta succedendo".
Ci avvicinammo tutti, i rumori erano sempre più forti. Qualunque cosa ci fosse lì fuori, stava arrivando da noi e non sembrava avere buone intenzioni.
Dopo qualche minuto la porta si spalancò e non credo di riuscire a descrivere quello che vidi.
Erano... blu con le antenne!! Erano ALIENI!!!

Giuliana svenne tra le braccia di Shrek.
Un alieno la guardò con uno sguardo strano, come se gli interessassero i suoi capelli. Lui alzò una mano e gli altri alle sue spalle iniziarono ad avanzare verso di noi. Feci alcuni passi indietro e uno di loro mi afferrò per un braccio. Ci stavano prendendo tutti. Iniziai a muovermi, cercando di liberarmi, ma era inutile, erano troppo forti. Uno di loro afferrò Martina che, provando a liberarsi venne colpita da una scossa elettrica proveniente proprio dal braccio dell'alieno. Capì che non avevamo scelta, così mi fermai, mi ero arresa.

Ci trascinarono fuori, nel corridoio. C'erano centinaia di alieni, ognuno di un colore diverso. Attraverso le finestre ne vidi qualcuno anche in giro per lo spazio, gli altri alieni sembravano pacifici e non appena ci videro si avvicinarono in un millesimo di secondo alle nostre facce, non vedevo altro che uno dei loro occhi puntati in faccia.
Ci portarono in una sala enorme, al centro c'era una specie di ascensore e, rispetto alla precedente, questa sala era piena di luci.
Iniziarono a guardarci, poi venne un alieno un po' più alto e più possente che ci mise in riga e toccò il braccio di ognuno di noi. Quando finì prese Sgorbio, Parmiggiano, Shrek, Sara, Gabriele e Emanuele e li mise nell'ascensore. Passò del tempo, credo ci fossimo avvicinati alla terra e un alieno premette un pulsante.
L'ascensore emise tre bip e fece scivolare giù i miei amici. Erano ritornati sulla Terra.

CAPITOLO 2
La scoperta

Ero lì, circondata da mille alieni, abbandonata a me stessa... li avevano rimandati sulla Terra e non sapevamo se fossero ancora vivi. Dopo che scomparvero dietro le porte dell'ascensore, gli alieni ci ammanettarono e ci portarono in una cella enorme. Non era quella cella buia, umida, sporca e con le sbarre, ma era vetrata, bianca, luminosa, pulita e all'interno c'erano dei materassini dove potevi rilassarti. Eravamo tutti tristi, non sapevamo che fare, quindi ci sdraiammo su quei soffici materassini e prendemmo sonno. Penso che passò poco più di un'ora quando ci svegliammo tutti con un sussulto sentendo la porta aprirsi. Entrarono tre alieni, uno viola, uno blu e uno rosa. Si avvicinarono a noi, aprirono la cella e Guglielmo per difenderci si mise in mezzo facendo una mossa di arte marziale e cacciò dalla bocca delle parole incomprensibili:" UACHA TAKA UUWAAATAAA". L'alieno blu fece la testa rossa, Guglielmo indietreggiò mentre il nemico avanzava verso di lui, dicendo: "tu... TU ESSELE MOTTO". Guglielmo scoppiò a ridere ma quando capì che l'alieno era serio si mise a correre per tutta la stanza con l'alieno che lo inseguiva. Guglielmo si girò mentre correva e vide che gli occhi dell'alieno stavano cacciando dei laser, quindi Guglielmo prese il materassino e si nascose dietro ad esso e, nemmeno dopo due secondi, il materassino venne bruciato dai laser.
L'alieno rosa gridò al suo amico:"BUIANAMAZOA!UOMENSHIAOT
AMEH". L'alieno blu si calmò e tornò da loro, l'essere viola iniziò a parlare: "Noi avele celcato di impalale la votla lingua e volele noi avvisale voi che ci salà una festa dedicata a voi questa sela". Successivamente gli alieni portarono ognuno di noi in delle camere da letto. Accompagnarono prima Tenda, mio padre, Martina, Sara e Giuliana, poi me e gli altri furono accompagnati in altre camere. Entrai in questa camera, aveva le pareti color albicocca, un letto a baldacchino paragonabile a quello del settecento, armadio enorme e il bagno in camera! Mi avvicinai a quel letto e vidi un vestito principesco color ocra, oddio peggio della bella e la bestia! Vicino ad esso c'era una maschera e un bigliettino, al suo interno c'era scritto: Ballo in maschera alle ore 20:00.
Andai a fare una doccia bollente e mi lavai anche i capelli, tanto non pagavo nulla meglio approfittarne no? Presi i bigodini e aspettai il giusto tempo per fare i boccoli. Una volta tolti mi truccai, un po' di primer, blush, ombretto marroncino e mascara. Mi sentivo davvero molto giovane e bella. Quella volta riuscì persino a coprire il mio enorme brufolo!
Successivamente mi vestii e misi anche i tacchi, davvero belli!
Erano le 19:56, decisi di uscire dalla camera e dirigermi alla festa.
Nel corridoio incontrai Mima, poi Sara che, oddio, era vestita con i colori del pesciolino Dory, ma non facciamoci caso, dovetti solo trattenere le risate e dalla mia bocca uscii un suono strano... finsi di tossire.
Ci ritrovammo tutti e ci dirigemmo insieme verso la festa e, prima di entrare nel grande salone dissi a loro:" Niente contatti stretti con alieni, non mangiate e non bevete nulla".
Annuirono e Martina disse: "Entriamo, è l'ora di mettersi le maschere e di divertirciiii!!", gesù aiutala tu, pensai. Una volta entrati gli alieni ci accolsero calorosamente e presero uno di noi per ballare...

Erano ore che ballavo, avevo bisogno di un po' d'aria. Uscii dalla sala e camminando per non so quale direzione, mi imbattei in un corridoio, alla fine di quest'ultimo c'era una porta nera enorme. Mi avvicinai e notai che la porta era socchiusa, quindi decisi di entrare. Trovai davanti ai miei occhi degli schermi, su uno c'era la piantina della navicella, era gigantesca con centinaia di stanze, peggio della reggia di Caserta. L'altro schermo invece mostrava la
festa e l'altro... L'ALTRO MOSTRAVA ME E I MIEI AMICI, MA... COLORATI, CON LE ANTENNE E CON GLI OCCHI DEGLI ALIENI!!!
Sapevo fin dall'inizio che non avevano buone intenzioni, ma non avrei mai immaginato questo! Poi notai una piccola scritta in basso, mi avvicinai e, lessi la data di quel giorno. Subito andai a pensare che volessero farci diventare degli alieni e la cosa non mi piacque parecchio.
Poi sentii, fuori la porta, qualcuno che parlava, sbirciai e vidi un alieno che parlava con una scimmia vestita da astronauta, doveva essere anche lei un alieno, e non appena parlò capi che era un maschio, ma questo non importa. Parlavano in inglese, era la mia lingua, la
scimmia diceva:" Dobbiamo impossessarci dei loro corpi... stanotte".
"Dobbiamo collele in glande sala" Continuò l'alieno.
Avevo capito male... VOLEVANO UCCIDERCI E PRENDERE I NOSTRI CORPI!!!
Aspettai che se ne andassero, poi uscì di corsa a cercare i miei amici.

CAPITOLO 3
L'inizio della guerra

Corsi nella grande sala e vidi Sara e mio padre che ballavano insieme, sembravano molto legati, cosa che non avevo mai notato. Spalancai gli occhi quando vidi mio padre baciare Sara.
Decisi di lasciar perdere per il momento e distolsi lo sguardo. Vidi Giuliana che si stava sistemando le scarpe vicino ad un tavolo, probabilmente non si trovava bene con i tacchi. Mi avvicinai di corsa verso di lei. Lei mi guardò e sorrise "Ehii Elisa, non ti pare fantastico? Gli alieni esistono e sono bravi!".

La guardai con uno sguardo disgustato e dissi: "Giuliana! Tu non sai cosa sta succedendo...dobbiamo andarcene subito da questo posto. Non sai che cosa ho scoperto".
Giuliana mi guardò curiosa:" Cosa hai scoperto..."
Le raccontai quello che avevo visto nella camera oltre la grande porta nera, mi guardò e restò in silenzio per alcuni secondi, poi disse:" Dobbiamo avvisare immediatamente gli altri, vado da Ruggiero (mio padre) e... Sara? Ma che...", la interruppi e le dissi di sbrigarci. Io andai ad avvisare Martina.
Non appena la raggiunsi, con il fiatone, le dissi:" Martina dobbiamo andarcene, dopo ti spiegherò tutto, adesso dobbiamo solo avvisare gli al...", fui interrotta da un urlo, e non appena mi girai vidi mio figlio disteso per terra insieme ad un alieno, sembravano senza vita. Restammo fermi a guardare per qualche minuto. All'improvviso il corpo di Guglielmo iniziò a muoversi, poi a fluttuare fino a ritrovarsi a circa un metro di altezza. Lo fissavamo tutti increduli, tutti tranne gli alieni che sembravano piuttosto tranquilli, e a quel punto capii. Stava avvenendo lo scambio, l'alieno stava entrando nel corpo di Guglielmo. Mi guardai attorno. Gli alieni che sembravano essere i capi avevano tutti una specie di arma tra le mani. Mi sembrò di vedere il Dio Volo tra le teste di qualche alieno e non appena mi rivoltai verso mio figlio, delle antenne gli spuntarono sulla testa, i suoi occhi si spalancarono, erano enormi, erano neri, gli occhi di un alieno e la sua pelle stava cambiando. Pian piano divenne di un verde chiaro. L'alieno dentro di lui prese vita e tornò a terra. L'alieno si guardò come prima cosa le braccia, poi si toccò in viso, sembrava soddisfatto.
All'improvviso le porte della grande sala si spalancarono ed entrarono la scimmia con l'alieno che avevo visto prima. Avanzavano verso di noi e la scimmia disse:" Prendeteli tutti".
Iniziammo a correre, non ebbi il coraggio di voltarmi indietro, ero quasi arrivata alla porta quando qualcuno alle mie spalle urlò. "Nooo!! Ruggiero!! Noo!!"
Avevano preso mio padre e con lui cadde un altro alieno. Sara stava piangendo e Tenda la trascinò via, tentando di salvarla, ma fu inutile.
Degli alieni li presero e fecero la stessa fine di mio padre e Guglielmo. Capii che non c'erano speranze, così iniziai a correre lungo i tanti corridoi.
Poi sentii la scimmia che diceva:" Sarà inutile scappare! Tanto prima o poi vi troveremo!!".
Poi cambiò tono di voce, credo parlasse con i suoi amici alieni, credo dicesse:" Non finiteli tutti mi raccomando, laciatene anche uno per me!". Stavano iniziando a ridere e da lì non ascoltai più nulla. Correvo a più non posso e trovai la mia camera. Entrai e mi chiusi a chiave. Mi sedetti sul pavimento, poi, dopo un po' iniziai a pensare che ci potessero essere delle telecamere nascoste. Mi misi a cercare ma non trovai altro che statuette di alieni con un cappello. Decisi di uscire, nel caso mi stessero osservando. Apri lentamente la porta
e...BUUUMMM Qualcuno sbatté contro la porta. Guardai dietro la porta e vidi Martina stesa per terra addolorata. Stava scappando e le avevo semplicemente sbattuto la porta in faccia. La presi per le braccia e la feci stendere sul mio letto.
Provai a farla sentire meglio, le facevo aria con un cuscino e dopo qualche minuto riuscì a mettersi in piedi. Aveva un bernoccolo in fronte. Poi riuscì a dire:" Elisa... fuori c'è ancora... Mima".

La mia amica era da sola spaventata nei corridoi di questa navicella e io era chiusa in camera mia sul letto! Continuai:" Era molto più indietro di te?".
Giuliana scosse la testa:" Ma non so se abbiamo preso la stessa strada, questa navicella è un labirinto!".
Poi la rassicurai dicendole che l'avremmo trovata, ma dovevo andare solo io, lei era ancora un po' stordita, le raccontai del mio sospetto delle telecamere e decise di nascondersi sotto il letto.
Uscii dalla camera ed iniziai a correre, alla ricerca di Mima.
Credo fosse passato un quarto d'ora, circa, quando la vidi in un angolino disperata, si era seduta per terra a piangere.
Non appena mi vide la sua espressione diventò più calma e le dissi di tornare in camera mia.
Dopo qualche minuto riuscimmo a trovare la camera ed entrammo. Martina era scomparsa. Dovevano averla trovata. Uscimmo immediatamente dalla camera alla ricerca di un posto più sicuro.

CAPITOLO 4
E' finita

Io e Mima aprimmo la porta sporgendo le nostre teste fuori guardando a destra e sinistra. Una volta che capimmo che la via era libera uscimmo dalla stanza e facemmo attenzione a dove appoggiare i piedi per evitare qualche scricchiolio. I corridoi erano infiniti, mi giravo per vedere se Mima fosse dietro di me, per non perderla. Era l'unica amica che avevo al momento.
Mentre camminavamo con cautela per tutti i corridoi, pensai a tutti i miei cari, pensai che fosse colpa mia se adesso gli alieni erano entrati nel loro corpo. All'improvviso tutti i pensieri sparirono quando io e Mima vedemmo una porta color argento. La porta era aperta ed entrammo, la stanza era piccolissima, scura ed erano presenti degli armadietti.
Eravamo troppo curiose quindi aprimmo lo sportello dell'armadietto e stranamente non c'era un lucchetto, all'interno c'erano delle tute stile cat woman, ERANO BELLISSIME!
Mi levai quei vestiti che non sopportavo più e misi l'uniforme con Mima, a lei andava un po' stretta. E quando saltai per la felicità mi attaccai alla parete. QUELL' UNIFORME AVEVA IL POTERE DI ATTACCARSI ALLE PARETI! Pensai che fosse un buon oggetto per sfuggire agli alieni. Uscimmo dalla stanza sempre con attenzione e camminammo sulle pareti come due gatte, facevamo proprio ridere! Camminammo per ore per quel corridoio senza rendercene conto visto che ci stavamo divertendo, ma ad un certo punto ci imbattemmo in una porta socchiusa e da lì provenivano delle voci. Scendemmo dalla parete e ci posizionammo ai laterali della porta per sentire all'interno. "Signore, in giro per la navicella ci sono ancora due componenti" disse un alieno, dopo una breve pausa sentimmo "ora vediamo le loro posizioni". Io e Mima allarmate ci guardammo negli occhi ed iniziammo ad andarcene lentamente per non farci sentire ma, nemmeno il tempo di fare un passo che sentimmo un forte allarme e tutti gli alieni uscirono dalla porta. Correvamo più veloce che mai e caddi più di tre volte, quella tuta mi bloccava quando correvo. Mima vide un condotto e visto che era più avanti di me lo aprì e ci entrò dentro, saltai vicino alla parete e mentre stavo per entrare sentii qualcosa che mi tirava. Venni lanciata sulla parete e vidi alcune facce aliene, prima di essere accecata da una luce abbagliante. Poi non vidi più nulla, persi conoscenza, fui risucchiata da qualcosa. Era finita.

Sgorbio

CAPITOLO 5
C'è qualcosa nel cielo

Stavo tornando al campo, senza aver trovato neanche un pezzo di legna più secca, erano tutti umidi.
Ormai, dopo due giorni in quella foresta avevo memorizzato la strada di ritorno.
Sbucai al campo dal solito ingresso con gli alberi di ciliegio, mi avvicinai nella parte centrale, dove mangiavamo tutti e, appoggiai la legna al suo posto.
"Ehi Sgorbio! Vieni ad aiutarmi con questa pelliccia!", mi disse Parmiggiano. Stava tentando di creare delle tende per la notte più calde e resistenti, utilizzando la pelliccia di alcuni animali che avevamo ucciso, ovvero un orso e due lupi.
In realtà avevamo anche trovato delle capre ma per il rispetto di Emanuele le lasciammo stare.
"Arrivo!" risposi. Mi avvicinai alle tende ed iniziammo a sistemare le pellicce. Dopo circa venti minuti riuscimmo a metterle senza farle cadere e notammo che stava arrivando il tramonto. Mi voltai verso la legna, con l'intenzione di iniziare ad accendere il fuoco e vidi che ci stavano già pensando Emanuele e Shrek. Quindi iniziai a prendere il pesce pescato proprio quella mattina da tutti noi.
Durante il mio cammino verso le capanne vidi Sara (di plastica) e Gabriele parlare nella loro capanna. Loro non avevano fatto ancora nulla finora per aiutarci, anche perché non potevano non avendo le mani. A stento camminavano. Purtroppo dopo la loro ultima trasformazione non sono più riusciti a ritrasformarsi in esseri umani.
Presi il pesce e tornai al centro. C'erano già tutti, misi il pesce sul fuoco e mi sedetti anch'io sulle panche.
Quando il pesce fu cotto ognuno prese la sua parte e iniziammo a mangiare.
"MHH BUONO..." disse Parmiggiano.
"Già" continuai io, "peccato che non ci sono anche gli altri, sarebbe stato bellissimo. Chissà adesso cosa stanno facendo, sempre che quegli alieni non li abbiano mangiati per pranzo".
"E poi perché a noi ci hanno riportati sulla Terra..." si chiese Gabriele.
Nessuno rispose.
Continuammo a mangiare e all'improvviso Sara urlò:" C'è una mega palla di fuoco che cade dal cielo! Guardate!".
Tutti ci girammo e vedemmo una palla a punta infuocata che stava per schiantarsi sulla Terra.
Appena si schiantò ci fu un leggero tremolio nella terra.
"Che dite...andiamo a vedere?" disse Parmiggiano.
Andammo nella direzione in cui si era schiantata la roccia, camminammo per qualche minuto fino a quando Shrek urlò:"Ragazzi, venite!!L'ho trovata!".
Corremmo subito da lui e...avevamo visto male. Era una specie di navicella spaziale.
Dopo qualche secondo la porta sulla destra della navicella si aprì lentamente e da lì uscì...Mima!! Subito ci avvicinammo a lei felici. Era diversa, sembrava stanca e aveva qualcosa di simile alle sue vecchie antenne ma erano flosce e avevano un'altra forma.
La tirammo fuori e quasi caddi per terra quando vidi che la sua gamba sinistra non c'era più e che tutta la sua parte sinistra del corpo era leggermente schiacciata.
Così le chiesi:"Ma che ti è successo?Come stai?".
Non appena si mise in piedi ricadde per terra. Non sembrava in grado di poter camminare fino al campo, così ognuno di noi la prese da un lato e la portammo fino al campo.
Durante il tragitto notai che la sua pelle, invece di essere del suo solito nero scuro, era di un arancione scuro. Decisi di non chiederle nulla perché non sembrava ancora in grado di poter partecipare ad un dialogo tra noi. Era stanchissima, o almeno sembrava stanchissima.
La sistemammo nella tenda del cibo, dato che le altre erano occupate ognuna da due di noi e non c'era posto per stare in tre.
La lasciammo lì dentro a riposare. Decidemmo di attendere il giorno dopo per poterle fare qualche domanda, così ci addormentammo tutti, anche se io ebbi delle difficoltà a causa di un gufo che si era sistemato sulla pelliccia d'orso sulla tenda. Insomma, quella non fu una delle mie migliori notti...

CAPITOLO 6
L'incontro

Erano circa le sei del mattino quando sentii qualcuno piangere. Mi affacciai e intravidi Mima nella sua tenda che era scoppiata in lacrime. Svegliai Parmiggiano e gli dissi che Mima non stava bene, quindi andò a svegliare gli altri mentre io mi avvicinai a lei. "Ehy Mima, perché stai qui sola a piangere?" le domandai, "Su quell'astronave fanno cose bru-brutte a tutti" disse singhiozzando.
Gli altri arrivarono e si sedettero a cerchio intorno a lei e Parmiggiano le portò una coperta. Shrek le chiese di raccontare tutto ciò che ha visto e lei continuò, "durante la festa Elisa ha scoperto che gli alieni volevano impossessarsi dei nostri corpi e ci sono anche riusciti. Io ed Elisa eravamo riuscite a nasconderci, ma ci hanno trovate. Quando mi hanno presa, hanno provato a trasformarmi, ci sono riusciti, ma ero... difettosa. Hanno detto qualcosa come:"LEI NO UMANA SIGNOLE".
Così mi hanno rispedita qui".
Mima continuò a piangere e tutti l'abbracciammo, infine tornò nella tenda e continuò a dormire. Noi rimanemmo invece seduti vicini a pensare a ciò che ci aveva raccontato e rimanemmo in silenzio, pensavo che fine avessero fatto gli altri.
Rimanemmo seduti lì per un paio d'ore e Mima dormiva ancora, quindi per rallegrarle la giornata decidemmo di prepararle la colazione. Io e gli altri andammo alla ricerca di qualche cibo saporito, come ad esempio del cocco, prugne o lamponi. Mentre ci addentravamo nel bosco abbiamo visto anche tante specie di animali, le scimmie sono davvero disgraziate, hanno rubato una banana da Gabriele e tutti ci mettemmo a ridere. Dopo un po' mentre ci fermammo per prendere delle prugne, sentimmo dei passi. Tutti ci allarmammo e ci mettemmo a cerchio per la paura, Emanuele saltò in braccio a Shrek e Sara in braccio ad Emanuele. Girammo su noi stessi per vedere se ci fosse qualcuno fin quando non vidi una sagoma da lontano, era un'altra scimmia, poi guardai con più attenzione e vidi che era vestita!!
Sara urlò spaventata. La scimmia si girò immediatamente verso di noi e rimase paralizzata. "Voi siete amici di umani"
Eravamo tutti molto confusi. Chi era quella scimmia?
Ci disse che era pacifico e si avvicinò lentamente verso di noi.
Poi disse:"sedetevi e vi racconterò tutto".
Una volta sistemati iniziò il suo racconto.
Raccontò che lui era il capo degli alieni, era una scimmia e quindi loro per comunicare con lui dovevano parlare inglese, ma avevano ancora qualche difficoltà. Una volta che erano riusciti a catturare gli umani(ovvero i nostri amici) e ad ucciderli, lo hanno rimandato sulla Terra assieme a Mima. Era stato un vero e proprio tradimento.
Poi ci chiese se poteva restare con noi.
Così ci mettemmo tutti in disparte a pensare tra noi.
"Ha ucciso tutti i nostri amici!" Bisbigliò Emanuele.
"Non possiamo far finta di nulla e averlo come amico" Continuò Shrek.
"Forse però può aiutarci a salvarli, sempre se si può" Ipotizzò Sara.
"Sara ha ragione, possiamo tentare" Pensò poi Gabriele.
Alla fine decidemmo di portarlo con noi, nella speranza che ci potesse aiutare a salvare i nostri amici.
Lui ci aveva detto che era possibile, ma ne dubitavo.
In fondo, se non lo avessimo aiutato sarebbe morto di fame, avrebbe detto qualsiasi cosa pur di mangiare qualcosa e sopravvivere.
Arrivammo al campo e Mima ancora dormiva.
Lasciammo la scimmia, che ci disse di chiamarsi Gustavo, accanto ad una tenda. Nel frattempo che gliene venisse costruita una per lui, che avrebbe dovuto condividere con Mima.

CAPITOLO 7
La grotta

Passò qualche minuto e Mima si svegliò.
Quando ci raggiunse iniziò a mangiare senza fermarsi un secondo. Sembrava davvero molto affamata.
Poi si fermò all'improvviso, rimase immobile. Corse nella tenda senza dire nulla.
Andai da lei. Era spaventata, piangeva di nuovo.
"Mima... che è successo?" Le domandai.
"C C C'è la scimmia, QUELLA SCIMMIA!!!"
"Non devi preoccuparti, ci abbiamo già parlato mentre dormivi ed è pacifico, gli alieni l'hanno tradito". La rassicurai.
"Sicuro?" Domandò.
"Si, ha detto di voler distruggere tutti gli alieni lì presenti e riuscirà a far tornare gli altri. Non sono del tutto morti".
"Davvero? MA CHE BELLA NOTIZIA!"
Il suo viso divenne felice e spensierato di colpo e credo che da quel momento non avrebbe più avuto paura di Gustavo.
"Partiamo oggi, Gustavo dice che è meglio partire quando è nuvoloso. Oggi è perfetto".
"Gustavo?".
"Ah giusto... la scimmia si chiama Gustavo".
Uscimmo dalla tenda e iniziammo a prepararci per il viaggio.
Mima parlava con Gustavo, probabilmente lo stava ringraziando.
Io e Parmiggiano andammo a smontare la nostra tenda e prendemmo le pellicce.
Non avevamo nient'altro oltre a quelle e a qualche arma creata lì con bastoni e rocce varie.
Eravamo pronti.
Una volta che ci ritrovammo tutti iniziammo il nostro cammino.
"Dove stiamo andando di preciso?" Domandò Emanuele a Gustavo.
"Conosco qualcuno che può aiutarci ed è sulla Terra solo quando il sole non è forte. Saremmo potuti partire anche di notte... ma il bosco di solito è pieno di animali feroci" Rispose lui.
"Quanto ci vuole più o meno da qui?" Chiesi.
"Sinceramente potrebbe essere anche dalla parte opposta del pianeta. Fermiamoci un attimo. Adesso vedremo dove andare".
Gustavo cacciò una specie di pallina gelatinosa da una delle sue tasche e la gettò a terra.
Passò qualche secondo e da quella pallina comparve una specie di sentiero sul suolo.
"Bene, seguendo questo arriveremo a destinazione, speriamo solo il prima possibile".
"E' una specie di navigatore quindi" Disse Gabriele.
"Già, però non dice quanto tempo impiegheremo nel nostro viaggio" Continuò Gustavo.

Continuammo il nostro viaggio, credo fossero circa le tre del pomeriggio quando ci fermammo qualche minuto a riposarci.
Senza nemmeno pensarci mi sedetti a terra e riposai il mio corpo. Ero troppo stanco per continuare. Chiusi qualche secondo gli occhi.
Qualcuno urlò e spalancai gli occhi.
Shrek era stato aggredito da un lupo.
Iniziammo a correre senza guardarci le spalle, ovviamente seguendo il sentiero.
Correndo, mi accorsi di aver dimenticato tutte le pellicce per terra; QUEL MALEDETTO LUPO!
Seminato quel lupo, continuammo camminando lentamente.

Si fece sera. Le nuvole avevano lasciato spazio al cielo stellato e alla luna, che quella sera era piena. Era così bello.
Guardai avanti a tutti e vidi che il sentiero finiva in una grotta. Ero molto spaventato all'idea di entrarci.

Una volta arrivati all'ingresso ci fermammo.
Poi Gustavo continuò a camminare. Entrammo.
All'interno c'erano delle donne che danzavano attorno al fuoco, recitando strani riti.
Non riuscivo a vedere i loro volti. Poi Gustavo disse: "Marik, sono Gustavo, mi serve aiuto".
Una di loro si voltò verso di noi. ERA UNA SUORA! E AVEVA GLI OCCHI BIANCHI!
Era come un mostro. Poi notai che erano tutte suore.
La suora fece un cenno con la testa a Gustavo ed uscirono dalla grotta.
Noi rimanemmo lì ad aspettare.

Quando ritornarono Gustavo ci presentò la suora "Ragazzi, lei è Suor Marika Raspano e loro sono Suor Beatrice, Suor Monica, Suor Peppa e Suor Giovanna. Vogliono ricreare la Bibbia a modo loro, ecco il motivo di quelle danze di prima. Ha detto che sono disposte ad aiutarci, ma non sarà affatto facile. Dobbiamo essere solo attenti".
"Ok..." Dicemmo tutti.
"Adesso non dobbiamo fare altro che seguire Suor Marika Raspano" Disse successivamente Gustavo.
La seguimmo, addentrandoci sempre di più nei vari corridoi della grotta, fino a raggiungere una specie di porta magica.
"Adesso Suor Marika ci lascia, dovremmo continuare da soli" Spiegò Gustavo.
Entrammo attraverso la porta e non vidi altro che colori mischiati muoversi in una maniera strabiliante. Era una sensazione davvero strana. Mi girava anche un po' la testa.
Ad un certo punto tutto si fermò.
Eravamo tutti al centro di quella miscela di colori.
Poi notai le differenze. I miei amici... NON ERANO I MIEI AMICI!
Ero davanti ad una capra, dei giocattoli, una formica minuscola, una gomma per cancellare, una scimmia e a una persona.
Provai a parlare ma dalla mia bocca non uscì altro che "SQUIITT".
Ero spaventato e confuso allo stesso tempo.
Il signore di fronte a me disse: "Sgorbio?".
Poi non capì più nulla. Ero tornato in quella miscela di colori.
Dopo qualche secondo ci ritrovammo tutti in una grande campagna, davanti ad una specie di razzo spaziale. Eravamo arrivati. Quello era il nostro mezzo per arrivare nello spazio.
"Bene ragazzi, siamo stati pucflati, cioè ognuno di noi è tornato alla sua forma naturale, ad esempio Emanuele è diventato una capra normale, che cammina a quattro zampe e non parla. Questo razzo dovrebbe portarci nello spazio, poi penseremo a trovare l'ufo.
Saliamo, forza!" Ci disse Gustavo.
Così iniziammo a salire sul razzo.

CAPITOLO 8
Giro per lo spazio

Una volta saliti, Gustavo si sedette alla sua postazione ed iniziò ad accendere il motore. Tutti noi ci accomodammo su dei soffici sedili. Quando Gustavo ci disse che il razzo era pronto per partire iniziò il conto alla rovescia. Era davvero bello e in quel momento mi stavo divertendo. Mi sentivo come quando per la prima volta gli uomini salirono sul razzo per andare verso la luna. Tutti in coro "3... 2... 1..." e dopo, Gustavo fece partire il razzo. All'inizio ci fu un forte rumore ma alla fine tutto andò per il verso giusto.
Dopo circa mezz'ora dalla partenza, dato che non potevamo ancora alzarci, iniziammo a parlare. Gustavo ci avvisò che gli alieni sarebbero aumentati a causa della sicurezza visto che lui non c'era più nella navicella e per evitare qualche invasione di sicuro la sicurezza sarebbe aumentata. Iniziai a riflettere per il semplice motivo che per forza dovevamo infiltrarci nella navicella per scoprire che fine avessero fatto i miei amici. Dopo ore di viaggio, dopo molte canzoni cantate per passare il tempo, eravamo ufficialmente nello spazio, nel luogo stabilito da Gustavo. Quindi tutti ci alzammo dai nostri posti e iniziammo a fluttuare. Vedevamo Emanuele che fluttuava e più lo vedevamo e più ridevamo.
Ridevamo e ridevamo fin quando Gustavo non ci disse: "ragazzi, credo di aver visto qualcosa laggiù ".
Tutti ci recammo da lui e vedevamo dallo schermo qualcosa che si muoveva, quindi ci dirigemmo con cautela verso essa.
Dopo minuti arrivammo vicino a quella cosa e Gustavo ci diede la sentenza: "Abbiamo trovato la navicella degli alieni" e Gabriele aggiunse: "Dobbiamo solo capire come entrare".
Proposi: "Io direi di farci un giro intorno e magari vedere quale entrata sia libera". Rimanemmo in silenzio per un po' e Gustavo ci disse: "Forse ho capito quale entrata potrebbe essere libera". Gustavo iniziò a girare con attenzione attorno alla navicella fin quando non si fermò sul retro. C'era una porta aperta e controllammo se ci fosse qualcuno. Gustavo ci assicurò che lì gli alieni non controllavano mai. Allora ad una certa Shrek disse: "Alla faccia di questi alieni, per fortuna che avevano aumentato la sicurezza!".
Tutti ci preparammo e quando uscimmo dal razzo saltammo sulla navicella. Eravamo entrati.

CAPITOLO 9
Un addio importante

Stavamo abbandonando il razzo.
Eravamo entrati.

Quando tutti fummo all'interno dell'ufo cominciai a guardarmi attorno.
Tutto l'ambiente adesso era illuminato da leggere luci viola, niente era più chiaro come l'ultima volta che erano stati lì. Forse stavano dormendo.
Eravamo in un corridoio, Gustavo sembrava conoscere tutto lì, in effetti era casa sua. Dietro Shrek e Sara c'era una porta. Chiesi a Gustavo se dovevamo entrare lì.
Fece cenno di no cona testa.
Poi, accompagnati da Gustavo, ci incamminammo nei corridoi.

Appena svoltammo al corridoio successivo qualcosa cadde addosso a me e a Emanuele. Era un alieno!
Quando ci rialzammo, notai che eravamo circondati da alieni. Ci avevano messo in trappola!
Cinque di loro cacciarono una pistola strana dalla tasca e le puntarono su di noi.
Quando la prima fu attivata, venne colpito Parmigiano, che cadde a terra. Cosa gli era successo? Era morto?
Poi iniziarono a colpire gli altri.
Corsi a più non posso tra i corpi alieni quando sentii qualcosa bruciare nella mia schiena. Caddi a terra e il dolore si propagò per tutto il corpo, persi i senti e non vidi più nulla.

Quando mi risvegliai ero in una stanza buia, non c'erano luci, nemmeno quel bagliore viola.
Camminai alla cieca, mettendo le mani davanti a me provando a non sbattere contro un muro.
"Mhhhh" Sentii.
C'era qualcun altro. Forse ero con i miei amici!
"Chi è?" Domandai alla voce.
"Sgorbio?" Era Sara.
"Ci siete tutti?" Sentii Emanuele.
"Sgorbio c'è" Risposi.
"Anche Sara e Mima".
"Sono Parmiggiano"
"Sono Gabriele".
"Chi manca? Ci siamo tutti?".
"È la sala cavia". Era Gustavo.
"Che cosa?" Chiesi.
"Manca Shrek!" Disse qualcuno alle mie spalle.
"Oh Shrek! Dove sei?"
"Forse è ancora svenuto"
"Aspettiamo un po'" Disse Gabriele.
"Si hai ragione... Gustavo, che cos'è la sala cavia?" Domandai.
Le lucine viola si accesero, poi vidi Gustavo, le aveva accese lui.
Guardai i miei amici, compreso Shrek che si stava risvegliando in un angolo della stanza.
Mi voltai e spalancai gli occhi.
C'era una specie di contenitore verticale con la foto stampata di Guglielmo sopra.
Il mio papà. Caddi a terra per lo stupore.
Mi guardai di nuovo le spalle.
Gli altri stavano osservando altri contenitori identici, ma con le foto degli altri!
Elisa, Ruggiero, Sara, Tenda Martina... Erano tutti loro!
Poi in un angolo più in disparte notai un altro contenitore che si nascondeva un po'...Oddio...Quella era Susa!!!
Si stava scatenando il panico.
"Ragazzi!" Era Gustavo.
Tutti si zittirono.
"I vostri amici sono qui dentro, per loro il tempo si è fermato, quando ritorneranno nel loro corpo sarà come se nulla fosse mai accaduto per loro. Non preoccupatevi. Dentro ogni contenitore vaga l'anima di ognuno dei vostri amici" Ci rassicurò Gustavo.
Poi chiesi la cosa che più mi incuriosiva "Gustavo...Vuoi dire che anche per quella persona vale il tuo discorso?" Indicai il contenitore di Susa.
"Si certo...oooh giusto. Dato che lei era morente sul nostro ufo, abbiamo percepito un po' della sua energia penetrare nel pavimento e subito l'abbiamo trascinata qui con macchine aliene, ha fatto la stessa identica fine dei vostri amici. Però dato che la vostra amica era in punto di morte non è stato possibile restare a lungo nel suo corpo. Così adesso il suo corpo è immerso lì dentro, nella gelatina".
Avevamo tutti delle facce spaventate.
"O mio dio" Dissero Sara e Mima.
"Possiamo tirarla fuori?" Chiese Parmiggiano.
"Facciamolo forza!" Rispose Gustavo.
Spostammo il coperchio e vidi la chioma di Susa immobile nella gelatina.
Gustavo buttò il contenitore per terra e tirammo Susa per le spalle, trascinandola fuori.
Doveva aver sbattuto la testa nel far cadere il contenitore, perché adesso sanguinava.
"Susaaaaa!" Mima provò a rianimarla.
Attendemmo lì, nella speranza che si svegliasse.
Dopo un po' i suoi occhi si aprirono leggermente. Subito ci avvicinammo per aiutarla.
Le alzai leggermente la testa.
"C Cosa è ssssuccessso?" Domandò con difficoltà lei.
"Non preoccuparti, adesso è tutto finito, sei salva" La rassicurò Shrek.
Provò ad alzarsi sui gomiti.
Cadde. Era ferita, non poteva farcela.
Fece una smorfia di dolore.
Stava sanguinando, un po' troppo.
Mima le mise le mani davanti alla ferita, provando a fermare l'emorragia.
Non ce l'avrebbe fatta, me lo sentivo.
Gustavo guardava da dietro, senza intromettersi.
"Non ce la farò..." Sospirò Susa.
"Noo non dire così" Mima era disperata.
"Vedrai che tutto si sistemerà" Continuò Gabriele.
"Vi ho voluti bene...tutti"
"Nooo" Mima stava piangendo.
"Dite a Ruggiero che lo amo ancora come all'epoca... E dite ad Elisa e a Giuliana...che le voglio un bene enorme..."
"Sssi ok..." Dissi.
"Elisa e Giuliana...sono sorelle"
Rimanemmo tutti immobili, sconvolti dalla notizia.
"Ho dovuto abbandonarle entrambe a qualcuno, perché non avevo i soldi oer crescerle e volevo solo il meglio per loro due. Non appena ho visto Elisa in quella casa, mi sono detta che era l'occasione giusta per tornare ad essere una famiglia. E quando ho visto Giuliana tornare improvvisamente dall'inferno, non sapevo come spiegarle tutto, era così affezionata a te, Parmiggiano, che avevo paura non volesse il mio affetto. Sembrava una che fa questo genere di cose. Ma adesso ho capito, ditele tutto. UC UC UC".
Non ce l'avrebbe fatta, era immersa in una pozzanghera di sangue.
Poco dopo chiuse gli occhi...era andata...era morta.
Piangevamo tutti.
La posammo in un angolo più nascosto e le poggiammo il disegno che raffigarava lei sul corpo.
Non riuscivo a credere che Susa fosse morta adesso che sapevamo che era viva.
Sembrava destino e invece è morta comunque. Almeno ci ha detto la verità su Giuliana ed Elisa.
Gustavo iniziò a parlare "Dobbiamo trovare gli alieni che hanno i corpi dei vostri amici e usare questa". Ci mostrò un'arma aliena, simile ad una pistola trasparente con all'interno dell'energia di colore verde.
"Ragazzi...credo ci sia qualcosaltro qui dietro" Disse Mima mostrandoci un altro contenitore con l'immagine di un uomo davanti.
"Lui non lo conosciamo..." Notai.
"Ahh...lui è stato il primo essere umano a subire quello che accade quassù" Confermò Gustavo.
"Credo si siano dimenticati di lui, dato che hanno lasciato il suo corpo per intero lì dentro" Continuò lui.
"Quindi stai dicendo che lì dentro c'è ancora un uomo?" Gli chiese Gabriele.
"Già" Rispose Gustavo.
"E allora liberiamolo!" Disse Mima arrabbiata.
Togliemmo il coperchio e questa volta poggiammo il contenitore a terra con delicatezza.
Tirammo l'uomo per le spalle, come con Susa.
Attendemmo impazienti seduti per terra.
Passò qualche minuto e l'uomo iniziò a muoversi.
Aprì lentamente gli occhi.
"Mhhhh..."
Aprì gli occhi del tutto, sembrava stare bene.
"Chi chi siete voi?" Chiese l'uomo spostandosi all'indietro.
"Ti stiamo salvando dagli alieni...Abbassa la voce o ci verranno a prendere" Gli disse Gustavo.
"Gli alieni! Vero! Gra Grazie di tutto, adesso andiamo però... non sapete cosa mi hanno fatto, fa male!" Si lamentò lui.
"Come ti chiami?" Chiese Emanuele.
"Io sono Chandler, sono di New York".
Ci presentammo tutti.
Poi Gustavo ci disse: "Se volete che i vostri amici tornino dovete tornare sulla Terra e fare una cosa per me".
Accettammo.
"Dovete andare in Egitto, entrare nella Piramide di Cheope e rubare una collana verde chiaro, capirete che è quella perché è l'unica ad essere così. Mi serve una cosa che è al suo interno per poter staccare l'anima degli alieni dai corpi dei vostri amici. Io nel frattempo ucciderò tutti gli alieni che riuscirò ad eliminare".
Capimmo e accettammo di nuovo.
"Da questa stanza sarà facile uscire, dobbiamo solo trovare il modo giusto".
Forse, per la prima volta, in quella settimana, avevo delle speranze di riuscire a salvare i miei amici.
Dovevamo solo fare tutto quello che aveva detto Gustavo, magari senza sbagliare nulla.

CAPITOLO 10
Avventure e perdite

Eravamo ancora chiusi in quella stanza e dovevamo trovare un modo per uscire. All'angolo della camera c'era una telecamera, Gustavo ci disse che dovevamo romperla.
Iniziammo a progettare la nostra fuga e ci sedemmo tutti in cerchio per esporre le nostre idee. Iniziò Gustavo "Come ho anticipato prima dovremmo rompere quella telecamera così che gli alieni non vedano più nulla di quello che sta succedendo e verranno a controllarci".
"E come facciamo a romperla? Non abbiamo nulla a disposizione" continuai. Ci furono minuti di silenzio fino a quando Shrek disse: "Io ho una mira perfetta e ho questo scarpone, è gigante e pesante, quindi potrei lanciarlo contro la telecamera...dovrebbe rompersi".

"Grande Shrek, sei meraviglioso con le tue idee, allora che aspettiamo facciamolo subito!" disse gabriele. "No Gabriè ma cosa stai dicendo, dobbiamo progettare ancora il nostro piano, non possiamo fare le cose a metà" disse Emanuele.
"Ha ragione Emanuele, dobbiamo ancora progettare il nostro piano e se gli alieni entrano in questa stanza cosa facciamo dopo?" continuò Mima.
Poi intervenne Gustavo: " Al massimo gli alieni che si presenteranno saranno uno o due. Il resto di loro adesso dovrebbe essere riunito nella grande sala per una riunione, organizzata da me il giorno che siete arrivati voi".
Passarono altri minuti di silenzio fin quando Emanuele disse: "Ho un idea! Avete presente la gelatina avvolta intorno a Susa?" tutti rispondemmo di sì e ci girammo ancora a guardare il suo corpo. Emanuele continuò: "usiamo quella gelatina, mettiamola vicino alla porta così quando gli alieni entreranno, scivoleranno e poi possiamo scappare". Tutti acconsentimmo, andammo a prendere quella gelatina e la mettemmo davanti la porta. Girammo per la stanza in cerca di qualcos'altro per impedire agli alieni di prenderci. Chandler si avvicinò a un angolo della stanza e disse: "Ho trovato un lenzuolo qui", ci recammo verso di lui e propose: "direi che se mentre gli alieni entrano e scivolano gli buttiamo questo addosso così non hanno il tempo per vedere, noi guadagneremo altro tempo mentre loro lo perderanno" tutti ci meravigliammo dell'idea di Chandler.
"Bravissimo Chandi, da poco sei con noi e già ci meravigli e ci aiuti!" disse Mima. In quel momento pensai che si fosse innamorata di lui. Era così dolce!
Gustavo ci riunì e disse: "Allora ragazzi, questo è il piano: Shrek tu lancia lo scarpone contro la telecamera, dopo che la telecamera si sarà rotta spegniamo le luci, il pulsante è vicino la porta e noi ci nascondiamo ai suoi laterali. Dopodiché aspettiamo gli alieni che verranno a controllare, apriranno la porta e scivoleranno e come ha detto Chandler, butteremo il lenzuolo su di loro in modo da guadagnare tempo e infine usciamo e andiamo sul razzo".
E così facemmo, Shrek tirò lo scarpone contro la telecamera, corremmo ai laterali della porta e spegnemmo la luce. Passarono minuti e sentimmo la porta aprirsi, vedemmo solo un alieno e scivolò per colpa della gelatina e poi Parmiggiano gli buttò il lenzuolo addosso. Chandler si mise anche a ridere quando vide l'alieno fare una scivolata pazzesca.
Uscimmo dalla stanza, Gustavo guardò a destra e a sinistra e disse "Via libera!". Corremmo fino all'uscita e quando la raggiungemmo uscimmo. Eravamo nello spazio, con le nostre tute spaziali prese per il volo precedente. Raggiungemmo il razzo e salimmo. Fluttuavamo.
Gustavo raggiunse la sua postazione e partimmo.
Mima disse: "Allora Chandler... a New York in questo periodo cosa fanno?" lui rispose "Beh se non ho perso mesi in quel contenitore dovrebbe essere Halloween, quindi tutte le persone si travestono e fanno una coreografia". "Gustavo prima di andare in Egitto fermiamoci a New York così vediamo la città di Chandler e ci divertiamo anche" disse Parmiggiano. Tutti eravamo d'accordo all'idea di Parmiggiano, anche Gustavo, anche se sembrava poco convinto, ma una piccola pausa non fa male a nessuno, quindi si informò subito su dove potevamo atterrare. Passarono circa cinque ore e stavamo quasi per atterrare, eravamo tutti emozionati all'idea di atterrare a New York e vedere tutti i luoghi. Una volta atterrati il panorama non sembrava reale, vedevamo tutti i grattacieli e tutte le strade, le macchine e i taxi!
In coro dicemmo: "wow". Prendemmo l'ascensore e dopo circa venti minuti siamo arrivati alla base del razzo. "Allora Chandler guidaci tu" dissi, "Io inizierei andando al Times Square, lì ci sono tante persone per festeggiare Halloween".
Ci recammo lì sotto la guida di Chandler e una volta arrivati sembrava di essere in un sogno. Mi giravo e c'era una miriade di gente, alzavo lo sguardo e giravo su me stesso e vedevo mille schermi con pubblicità diverse. Camminavamo con difficoltà tra la gente fin quando Chandler disse: "Ragazzi venite da questa parte, così capitiamo davanti allo spettacolo". Lo seguimmo e come aveva detto lui, ci siamo trovati davanti a mille ballerini travestiti che cantavano. Stavano facendo la coreografia basata sulla canzone thriller di Michael Jackson e tutti cantavano "cause this is thriller, thriller night...".
Chandler all'improvviso si unì a loro e iniziò a ballare "Guardate Chandler come è bravo ragazzi!" disse Mima, "Uniamoci a lui!" continuò Parmiggiano. Quindi tutti ballammo e seguimmo i ballerini, eravamo molto felici, ci guardavamo e ridevamo, Chandler fece il suo balletto e ci divertimmo ancora di più. Quando finì la canzone, ci fu un applauso per tutta la città.
Questo è il sogno di una vita!

Poi Gustavo si avvicinò a me: "Adesso però dobbiamo andare, altrimenti non ci saranno speranze per i vostri amici. Non so se ve l'ho detto...ma c'è un limite di tempo per salvarli. Gli alieni devono passare almeno 8 giorni in quei corpi prima di distruggere le anime dei vostri amici per sempre".
"Oh...Ok sbrighiamoci. Forza ragazzi! È ora! Dobbiamo salvare gli altri!" Urlai agli altri.
Ci incamminammo verso il razzo che si nascondeva tra i palazzi. Forse lo avevano scambiato per qualcosa preparato per Halloween.
Entrammo nel razzo, salimmo fino alla sala di decollo, allacciammo le cinture e 3...2...1... Eravamo partiti.
Chissà cosa stavano pensando i newyorkesi.
Chandler sarebbe anche potuto rimanere lì, ma aveva detto che aveva voluto aiutarli, anche perché lì non aveva nessuno, i suoi genitori avevano divorziato quando lui era piccolo e da lì sono rimasti in pessimi rapporti.

Passò del tempo e eravamo tornati davanti all'ufo.
Avevo dimenticato che Gustavo non sarebbe venuto con noi. Lui doveva uccidere qualche alieno di nascosto per vendicarsi e magari trovare anche quelli nel corpo dei nostri amici
"Ragazzi...adesso io tornerò sull'ufo. Vi lascerò tutto pronto in modo che uno di voi dovrà premere solo questo pulsante attivando il conto alla rovescia per poi partire, quando dovrete ritornare qui premete quel pulsante dietro il sediolino di Gabriele" Ci disse Gustavo.
"Quindi te ne vai" Disse poi Shrek.
"Ci rincontreremo" Lo rassicurò Gustavo.
"Adesso vado, è stato un piacere. Non credevo che voi umani foste così. Vi credevo crudeli e stupidi. Ci vediamo" Continuò Gustavo abbandonando il razzo.
Eravamo rimasti soli.
Lo guardammo salire sull'ufo.
Poi chiesi agli altri: "Chi va a premere il pulsante adesso?".
"Io no!" Dissero tutti in coro.
"Facciamo a sorteggio?" Domandai di nuovo.
Li vedevo spaventati, forse era meglio se andavo io.
"Eh va bene, andrò io. Pronti?".
Fecero tutti cenno di si con la testa.
Contai nella mente fino a tre. 1...2...3! Mi alzai di scatto e corsi a premere il pulsante, poi ricorsi al sediolino e allacciai la cintura. Il timer era arrivato a 4 secondi.
4...3...2...1...0!!!
Stavamo partendo, pronti per atterrare nell'antico Egitto.

Stavo per addormentarmi, era passato tanto tempo, probabilmente una mezz'ora di noia senza poter far nulla.
Sentimmo dei rumori forti. Eravamo fermi!
Slacciammo le cinture e iniziammo a scendere.
Uscimmo dal razzo spaziale.
Eravamo arrivati in Egitto!
La prima cosa che vidi fu un sole accecante. Poi guardai più in basso e vidi varie piramidi disposte in diagonale nek deserto.
Camminammo per qualche metro e ci imbattemmo in un recinto con vari cammelli all'interno.
Poi notai un bigliettino incollato su una recinzione.
Lo lessi ad alta voce: "Un piccolo regalo da Suor Marika Raspano". In basso era illustrata una sua foto.
"Quella suora è davvero spaventosa" Disse Parmiggiano sorridendo.
"Già, ma è pure grazie alla suora che mo stiamo qua Parmiggià" Continuò Emanuele.
Facemmo tutti un sorriso.
"Beh...immagino che questi siano per noi" Pensò Sara.
Gabriele poi disse: "Beh forza all...BLUM BLUM BLUM".
Gabriele e Sara stavano facendo delle smorfie strane, sembrava stessero oer esplodere. Avevo molta paura.
Iniziarono a crescere.
Chiusi gli occhi e quando li riaprì vidi Sara e Gabriele...ERANO TORNATI UMANI!
Festeggiammo, ci stavano provando da anni e quando meno se l'aspettavano è successo. Erano super emozionati.
Successivamente ognuno di noi salì su un cammello che, senza ricevere comandi si
inaccminarono da soli verso le piramidi. Probabilmente Suor Marika aveva usato qualche magia anche lì.

Una volta arrivati di fronte alla piramide di Cheope scendemmo dai cammelli ed entrammo di nascosto, dato che non avevamo il biglietto.
Eravamo entrati.
L'interno era bellissimo, antico.
Ci dividemmo alla ricerca della collana.
Dopo minuti di ricerca mi sentii chiamare alle spalle; era Emanuele.
"Sgorbio...we, viè qua! l'hanno trovata!" Disse bisbigliando.
Raggiungemmo gli altri.
La collana era posta in un contenitore trasparente situato davanti ad un cartellino di informazioni sulla collana.
A quanto pare si chiamava La collana di Nefertiti.
"Beh... Prendiamola immediatamente e scappiamo, forza! Disse velocemente Sara.
E così facemmo. Rompemmo il contenitore sbattendolo a terra e tirammo fuori la collana.
Eravamo pronti a scappare quando un'enorme nube di polveri si creò attorno a noi.
"CHI OSAAAA?" Una voce enorme disse queste parole.
Rimanemmo pietrificati dalla paura.
Nom sapevamo cosa fare. Non era una delle cose previste che potessero accadere.
Mima mise la collana attorno al suo collo per sicurezza.
Venimmo scaraventati al di fuori della piramide.
Adesso capii di chi era quella voce. Alla luce del sole riuscivo a vedere un enorme faccione di una donna. Era poco visibile, ma abbastanza da capire che ce l'aveva con noi.
"CHI OSA RUBARE E ADDIRITTURA INDOSSARE LA COLLANA DI NEFERTITI!?" Chiese la donna.
Ecco chi era! Nefertiti!
Iniziò a lanciarci per il deserto, infuriata.
Sara e Gabriele cacciarono le loro bacchete e scuotendole fecero scomparire la figura raccapricciante di Nefertiti che, scomparì in un urlò fenomenale: "LA MALEDIZIONE DI NEFERTITI È ORA IN TEEEE!".
Scomparve.
Iniziammo a festeggiare.
"Uuuhhh" Parmiggiano cadde a terra.
Appena lo vidi corsi verso di lui mantenendolo.
"NOOO" Urlai.
Parmiggiano era privo di sensi, non parlava, non si muoveva, sembrava morto.
Dopo lunghi tentativi di rianimazione e pianti capimmo che non c'era più nulla da fare per lui.
Mi accasciai sul suo corpo deceduto ed iniziai a piangere.
Era il mio migliore amico, e adesso non c'era più. Ero disperato.
Prendemmo delle cose dai venditori del deserto che gli sarebbero sicuramente piaciute e le mettemmo vicino al suo corpo, coprendolo con una coperta.
Lo lasciammo a malincuore in un punto abbandonato del deserto, in modo che potesse riposare in pace.
Ci incamminammo tristi verso il razzo, questa volta, senza Parmiggiano...

Salimmo sul razzo e come previsto premetti il pulsante dietro il sediolino di Sara. Partì un video sullo schermo principale che faceva vedere Gustavo: "Bene allora...per tornare all'ufo dovrai premere prima il pulsante rosso sul lato dei comandi, poi avvicinati a quello verde scuro con il numero due sopra, abbassa la leva di destra e alza quella di sinistra. Infine digita 638363829 e il pulsante del conto alla rovescia. Spero ce la farete. Buona fortuna".
Il video di Gustavo finì e io avevo seguito tutte le istruzioni perfettamente, anche se con qualche difficoltà non riuscendo a non pensare a Parmiggiano.
Partimmo.
Durante il nostro viaggio nello spazio, ci capitò di vedere, attraverso il grande schermo che faceva vedere quello che si vedeva da una telecamera situata fuori dal razzo, una mini navicella trasparente contenente solo una persona, c'era poco spazio.
Era un cinese, abbastanza adulto, forse raggiungeva la mezza età.
Non ci aveva visti, guardava da tutt'altra parte. Sembrava stesse parlando con qualcuno a distanza. Poi toccò il suo orecchio destro e... SI TRASFORMÒ IN UN ALIENO!?
Eravamo tutti sconvolti. Quindi i cinesi erano alieni? In fondo Tenda lo disse che parlavano cinese, ci saremmo potuti arrivare molto prima.
Poi la navicella scomparve nello spazio, l'avevamo persa...
Quel giorno fu uno dei più strani e tristi di tutta la mia vita.

CAPITOLO 11
Ci riprendiamo tutto

Il razzo si era fermato e il grande schermo mostrava l'ufo. Eravamo arrivati.

Non appena aprimmo le porte vedemmo Gustavo che si avvicinava a noi, fluttuando per lo spazio. Entrò.
"Ragazzi, siete riusciti a svolgere il vostro compito?".
"Abbiamo la collana...e Parmiggiano non c'è più" disse Mima singhiozzando.
"Quindi vuoi dire che..." Continuò Gustavo.
Gli raccontammo tutto fino a quando lasciammo Parmiggiano da solo in Egitto.
"Quindi la maledizione di Nefertiti è ancora qui!" Urlò felice Gustavo.
"È proprio quella che ci serve per salvare i vostri amici e per indebolire gli alieni!" Continuò.
"Quindi tu sapevi che la maledizione di Nefertiti avrebbe potuto colpire uno di noi!?" Dissi arrabbiato.
"Oh ma io non volevo che uno di voi morisse... Io Io sono riuscito a trovare gli alieni che hanno preso il corpo dei vostri amici!" Disse Gustavo leggermente spaventato.
"Che cosa?"Urlò Shrek.
"Dove sono?" Chiesi.
"Sono tutti nella grande sala, dove avete ballato! Non sarà difficile arrivarci" Disse Gustavo.
"E come facciamo a staccare le anime di quegli alieni dai corpi degli altri?" Chiesi.
"Beh basterà avvicinare la collana di Nefertiti a loro, la maledizione è già uscita, quindi non mi servirà tirarla fuori! Dovete sapere che gli alieni hanno paura di quella collana, in un certo senso hanno contribuito nella sua creazione, ma da quando accidentalmente ha ucciso uno di loro...ne hanno paura. La grande paura che proveranno sarà sufficiente a farli morire e a far disperdere la loro anima al di fuori da quei corpi. Dopodiché basterà avvicinare il corpo scelto all'anima a cui appartiene, l'anima entrerà direttamente nel corpo" Ci spiegò Gustavo.
"Bene, adesso puoi andare. Continueremo da soli, hai già fatto troppo" Gli dissi.
Sentì gli altri dietro di me tirare un sospiro, ma non dissero nulla.
"Ma ma come? Io vi ho aiutati!" Disse lui.
"Già e hai anche fatto morire Parmiggiano! VIA!" Urlai.
Gustavo uscì triste dal razzo.
"...Bene...e adesso possiamo salire anche noi" Dissi.
Uscimmo dal razzo con me nostre tute spaziali ed entrammo nell'ufo.
"Adesso dovete solo ascoltarmi, Mima, Chandler, Emanuele e Gabriele andate nella stanza con i corpi degli altri. Shrek e Sara verrete con me. Andremo nella grande sala e mostreremo a tutti la collana di Nefertiti" Dissi a tutti.
"Bene... Qualunque cosa accada...vi voglio bene ragazzi" Disse Mima quasi in lacrime.
Ci abbracciammo tutti in un unico abbraccio.
"Pur io vi voglio bene ragà" Disse Emanuele.

Ci dividemmo. Eravamo davanti alle porte della grande sala. Erano chiuse.
Guardai gli altri "Pronti?".
Fecero cenno di si con la testa.
Spalancai le porte.
Tutti gli alieni presenti rimasero immobili a guardarci.
Urlai "Tutti quelli che hanno rubato il corpo agli umani vengano qui davanti a me! O la maledizione di Nefertiti prenderà uno di voi!" Mostrai la collana.
Tutti si avvicinarono, era stranissimo vedere i miei amici colorai, con le antenne e gli occhi enormi.
"Bene...Adesso seguitemi" Continuai.
Camminammo con me davanti, gli alieni al centro e Sara e Shrek alla fine.
Stavamo raggiungendo la stanza.
Entrammo, era già tutto pronto.
Sentimmo delle urla. Gli alieni stavano arrivando con tutti i rinforzi.
"Dobbiamo portare tutti i contenitori sul razzo!" Urlò Gabriele.

Così facemmo.
Uno, due, tre, quattro...
Ne erano rimasti due.
Gli alieni che ci servivano erano già a bordo del razzo.
Emanuele e Mima iniziarono a prendere quello di Elisa quando gli alieni arrivarono.
Avevano delle protezioni speciali. A quanto pare avevano davvero paura di quella collana!
Ci attaccarono con delle pistole, ma non presero nessuno.
Spararono di nuovo, ancora niente.
Adesso iniziavano a sparare a raffica.
Stavano per sparare quando Gustavo li colpì alle spalle e iniziarono a combattere.
Sentii Gustavo dire: "Continuate a portare i contenitori! Forza!".
Continuammo.
Shrek e Chandler presero il contenitore di Sara, l'ultimo, e partirono verso il razzo.
Poi il mio sguardo si fermò sul corpo di Susa.
Decisi di portare anche lei sul razzo, in modo che le sue figlie potessero dirle addio e che avesse un luogo diverso in cui riposare, come avevamo fatto con Parmiggiano.
La presi e dissi a Gustavo che avevamo finito.
Iniziai ad avvicinarmi al razzo.
Entrai.
C'erano tutti.
Lasciai le porte aperte, in attesa che Gustavo venisse.
Ad un certo punto lo vidi spuntare tra gli alieni e dirigersi verso di noi.
Stava arrivando.
Quando entrò chiusi le porte nella maniera più veloce possibile.
Eravamo salvi, tutti.

Gli alieni erano già stati messi fuori gioco. Gli avevano già fatto vedere la collana. Dovevamo solo avvicinare i corpi alle rispettive anime.
Sistemammo i contenitori in un posto in cui non si sarebbero distrutti e ci preparammo per partire.
Ci sedemmo sui sediolini, allacciammo le cinture.
Saremmo tornati sulla Terra, in un luogo o in un altro, ma saremmo tornati.
E questa volta c'erano anche gli altri.

CAPITOLO 12
Tutti riuniti

Avevamo appena toccato terra.
Le porte si aprirono...eravamo tornati!
Slacciammo le cinture e lasciammo i nostri sediolini.
Ero emozionatissimo, non vedevo l'ora di rivedere Guglielmo.
Improvvisamente una ragazza salì nella grande sala piangendo: "Vi prego! Fatemi rimanere un po' qui!".
Eravamo molto confusi.
"Emhh... Ma chi sei?" Le domandò Mima.
"La fuori c'è un ragazzo! Ho appena scoperto che mi tradiva! Fatemi restare un po' su questo carro... Comunque so Pina" Continuò la ragazza.
"Carro?..." disse poi Shrek "Aahh...certo".
Ci lanciò uno sguardo e capimmo che il razzo era stato scambiato per un carro di Halloween.
"Grazie di cuore!" La ragazza era molto felice.
"Bene...quando inizia la festa?" Continuò Sara.
"Come ogni anno...qui a Rio iniziamo verso le 23:00".
"Ah giusto...".
Eravamo in Brasile, a Rio De Janeiro...
"Ve prego datemi qualche consiglio...che devo fa mo, col mio ragazzo"
"Ah" Emanuele sembrava essersene dimenticato.
"Come direbbe la nostra amica Elisa, lo picchierei fino alla morte, urlando per tutta la città" Le consigliai.
"Forse la vostra amica ha ragione... dovrei proprio sfogarmi in qualche modo. Grazie di cuore raga! Ci vediamo allora, cia!" E scese dal razzo.
Guardammo tutta la scena dalla telecamera del razzo.
Ci eravamo seduti sui seggiolini come al cinema a osservare il litigio.
Pina era appena scesa dal razzo quando iniziò ad urlare: "Marselooo! Vieni quaaa!".
Non appena trovò il suo Marselo lo iniziò a picchiare fino a quando il ragazzo non si alzò più da terra.
La gente attorno stava filmando tutto.
"Wow..." Disse Chandler interruppendo il silenzio.
"Andiamo un po' a fare festa?" Suggerì Gabriele, poi guardandoci, ricordò degli altri umani "Ohhh giusto, forza! Muoviamoci!".
Ed iniziammo a preparare i corpi.

Avvicinammo il corpo di Guglielmo al suo contenitore.
Io e Shrek togliemmo il coperchio, mentre Mima ed Emanuele appoggiarono il contenitore per terra.
Il contenitore era vuoto, l'anima stava per raggiungere il corpo probabilmente.
Ad un certo punto, il corpo di Guglielmo riprese un colorito simile al rosa.
Qualche secondo dopo...Guglielmo aprì gli occhi.
Corsi ad abbracciarlo piangendo.
Lui sembrava scioccato.
"Chii? C cosa!?... Sgorbio".
"Sei al sicuro adesso".
Dopo pianti e abbracci Chandler lo accompagnò ai sedili ed iniziarono a parlare, per conoscersi e Chandler gli stava anche raccontando tutto quello che era successo.
Noi andammo avanti, prima con Sara, poi con Tenda, poi Ruggiero, Martina...
C'erano tutti, era rimasta solo Elisa.
Gli altri stavano ancora parlando con Chandler, erano rimasti sbalorditi sentendo la storia di Nefertiti.
"Forza ragazzi, ci siamo quasi. Avete fatto un ottimo lavoro" Si complimentò Gustavo.
Adesso toccava ad Elisa.
Iniziammo il nostro meccanismo.
Io e Shrek, Mima e Emanuele e aspettammo...
Elisa riprese il suo colorito e spalancò gli occhi.
Eravamo tutti riuniti.

Elisa

CAPITOLO 13
Il piano B

Sentivo delle voci attorno a me.
Mi stavo riprendendo, sentii di nuovo l'aria entrare nei miei polmoni.
Aprii gli occhi. Era tutto sfocato.
Improvvisamente la mia vista tornò normale.
Mi ritrovai stesa a terra circondata dai miei amici.
C'erano Mima, Sgorbio, Emanuele, Tenda, Sara, Papà...tra loro c'era anche quella scimmia!! E un altro uomo!! Ma chi era!!
Volevo lamentarmi ma riuscì a dire soltanto: "Mhhh...C chi..?".
"Ehi Elisa...Stiamo tutti bene, siamo sulla Terra. Siamo riusciti a scappare" Sussurrò Mima.
"Ma che ci fanno quei due!" Dissi tutto in un secondo.
"Chi?" Chiese Sgorbio.
Emanuele guardò i due interessati: "Ahh, giusto Elì, loro ci hanno aiutati. La scimmia si chiama Gustavo e l'hanno cacciato dall'ufo e ha deciso di aiutarsi, e vendicarsi successivamente. Lui invece è Chandler, gli alieni gli avrebbero fatto la stessa cosa che hanno fatto a voi, ma l'hanno dimenticato nello sgabuzzino".
Riuscì a sospirare un "Ohh".
Giuliana sembrava stare impazzendo: "Parmiggianooo, raga ma dove sta Parmiggiano?".
Vidi gli altri lanciarsi degli sguardi tristi.
Poi Gustavo decise di parlare: "Giuliana... Gustavo è rimasto in Egitto, non è riuscito a tornare con noi, è stato colpito e...".
Gli occhi di Giuliana si riempiono di lacrime.
Parmiggiano era morto!
Spalancai gli occhi.
Giuliana scoppiò in un pianto.
Una delle prime notizie appena sveglia era che Parmiggiano era morto!
Non riuscivo a crederci.
"Ah...abbiamo una cosa da dirvi". Disse Sgorbio.
"Che è successo adesso...?" Chiesi.
Ci raccontò che mamma era ancora viva quando erano sull'ufo, ed era morta pochi minuti dopo averla trovata.
Gli aveva rivelato un segreto: Io e Giuliana eravamo sorelle!
Non riuscivo a crederci. Ma perché non ci aveva mai detto nulla!?
Ci chiudemmo in una stanza del razzo in cui eravamo a pensare alla cosa.
Dopo ore ci abbracciammo ed uscimmo dalla stanza.
"Vogliamo andare fuori?" Chiesi a tutti gli altri.
Erano confusi ma decisero di uscire.
Appena fuori ci ritrovammo nel bel mezzo di un mercato.
C'era gente che vendeva pesce, frutta e vestiti. Urlavano in una maniera esagerata "Comprate sta fruttaaa!".
Usciti dal mercato entrammo in un ristorantino e, non avendo soldi, rubammo tutto il possibile. Uscimmo di corsa e tornammo al mercato. Mangiammo lì per terra, in un angolino di paglia.
Non riuscivo a credere di avere una sorella...e per di più, era Giuliana!
Mangiai una pizza appena scongelata e qualche patatina strana.
Eravamo seduti in cerchio.
Improvvisamente, il mio sguardo cadde alle spalle di Saretta (il soprannome che davamo a Sara di plastica), vidi un portafoglio!
Corsi a prenderlo... era pieno di banconote da $100!!
Decidemmo di andare per il mercato ed acquistare tutto ciò che ci piaceva, magari un cappello dato che avevo delle antenne flosce in testa.
Era l'unica cosa rimasta dopo lo scambio di corpi.
Ci dividemmo per il mercato.
Camminai cercando qualcosa che mi piacesse.
C'erano solo frutta e verdura.
Arrivai ad un punto in cui vendevano abiti da donna.
Cercai qualcosa di adatto a me, dato che avevo ancora quella tuta stretta.
Trovai un completo viola. Lo comprai.
Cercai anche un cappello e trovai un cappello invernale. Comprai anche quello.
Ero pronta.
Dovevo solo cambiarmi. Per me il pubblico non era un problema.
Tornai nel punto in cui mangiammo e tolsi i vestiti.
Ero completamente nuda nel bel mezzo del mercato.
La gente guardava sbalordita.
Così mi avvicinai a loro dicendo: "Che c'è, non avete mai visto qualcuno nudo?".
Misi i miei vestiti e andai a cercare gli altri.

Camminando trovai Chandler che dava uno sguardo a delle mele.
Ancora non lo conoscevo bene, ma avevo intenzione di farlo proprio in quel momento.
"Ehyy Chandler...come va?".
"Elisa...tutto bene. Tu immagino un po' meno, ricordo cosa si prova a tornare svegli, e tu adesso hai anche quelle antenne!".
"Già...va abbastanza bene. Alla fine, da come dice Gustavo, dovrei essere anche ringiovanita fisicamente. Dovrei essere più o meno una vent'enne". Il mio grande brufolo era perfino sparito dal naso! Questo però non glelo dissi.
"Uoo".
"Cosa stai guardando?" Gli chiesi.
"Ah niente, cercavo provviste per il viaggio di ritorno".
"Ohh buono!"
Mi avvicinai a lui per guardare il cibo e scivolai su un pesce, finendo su Chandler che cadde a terra con me.
Ero letteralmente stesa su di lui.
Mi spostai immediatamente.
Mi scusai "Scusa!".
"hahahahahahaha" rideva.
Sorrisi divertita.
"Ma che sta succedendo?" Era arrivata Mima.
"Siamo caduti, aiutaci ad alzarci" Le dissi.
"Vieni qua" Tirò su Chandler e l'abbraccio.
"Fatto male?".
"Nono stiamo bene".
"Ok...Vieni con me, ho trovato delle sciarpe che ti starebbero una favola!" E se ne andarono.
Rimasi li per terra, da sola.
Mima era diventata piuttosto irritante da quando mi ero svegliata.
Eppure avevo provato a salvarla sulla navicella.

Ci riunimmo tutti, ognuno aveva acquistato qualcosa.
Guglielmo aveva preso delle forbici per tagliare le nostre antenne!
Provò a tagliare la sua, si tagliò immediatamente, era come una parte morta di lui.
Facemmo tutti la stessa cosa.
Che sollievo che fu.
Sentivo una specie di fischio, si avvicinava...il vento aumentava...
BUUUUUUUUMMMM

Quando aprii gli occhi, essi furono sommersi da polvere.
Tossii.
Ero sotto qualcosa di pesante. Riuscivo a malapena a vedere quello che c'era fuori. Vedevo il cielo, occupato in gran parte da fumo.
All'ultimo secondo riuscì ad avvistare un ufo salire tra le nuvole. Erano gli alieni! Ancora!
"Mimaaa!" Era Sara.
Con quell'urlo ebbi un po' di speranza, qualcuno si era salvato e tra poco avrebbe salvato anche me.
Passò del tempo, non ricordo nemmeno quanto, quando vidi la faccia di Chandler tra le macerie.
Con tutta la sua forza spostò tutto ciò che era su di me.
Mi prese in braccio e iniziò a camminare.
Era ancora molto stordita, riuscivo a sentire un buon profumo, sembrava provenire da Chandler.
Mi portò al sicuro, accanto a Gustavo e Emanuele.
Mi fece sedere: "Stai bene?".
Feci cenno di si con la testa.
"Adesso vado a cercare gli altri" continuò lui e si allontanò.
Con lui c'erano Sara, Shrek e Tenda.
Chandler era un bravo ragazzo, simpatico e anche forte, perché c'è da ricordare che pesavo un bel po'. Forse con il ringiovanimento pesavo di meno. E chi lo sa...
Mi avvicinai a Gustavo: "Ehi...Devi sapere una cosa. Subito dopo quell'esplosione, ho visto un ufo salire verso il cielo. Credevo fosse giusto avvisarti".
Lui mi guardò serio: "Immaginavo fossero loro... ricordo che questo era il piano B.
Se foste riusciti a scappare, avrebbero distrutto tutta la Terra.
Se non potete offrirgli un corpo, per loro non servite a nulla. Così distruggeranno una volta per tutte questo pianeta. A quanto pare hanno appena iniziato. Dobbiamo stare pronti a qualsiasi cosa, anche se credo che dovremmo tornare lì".
Dovevamo tornare nello spazio?!
"Ma...credi davvero che riusciremo ad ucciderli tutti?" Gli chiesi.
Mi rispose: "Beh, è l'unica possibilità che abbiamo per sopravvivere, io andrò, decidete per voi...".
Ero impaurita all'idea, ma dovevamo farlo...o saremmo morti.
Arrivò Chandler con Mima in braccio, la appoggiò accanto a lei.
Accidenti! Era davvero forte per riuscire a portare in braccio Mima da solo!
Ero molto affascinata da lui...
Poi si sedette alla mia destra.
"Abbiamo finito, siete tutti salvi. Ci sono dei feriti, ma siete salvi".
Mi abbracciò con un braccio...in quel momento capì che era lui ad emanare quell'odore. Era così buono...
Anche se conoscevo Chandler solo da un giorno, tra noi si era già creato un legame amichevole. E a me cominciava a piacere sul serio. Era così simpatico!
Poi mi girai verso Mima, che aveva gli occhi lucidi. Si accorse che la guardavo, stavo per chiederle perché piangesse ma, nonostante fosse ferita si allontanò dall'altra parte del gruppo.
Mi arresi e, stanca, mi appoggiai a Chandler.

CAPITOLO 14
Triangoli, guerre e...

Mi svegliai sulla spalla di Chandler, accanto a me c'era Gustavo che mi diceva a bassa voce "Elisa! Pss... Ehy... Elisa!". Mi girai lentamente e lo fulminai con gli occhi "che c'è Gustavo?!" gli domandai, "alzati, vieni con me, devo parlarti" rispose. Mi alzai di scatto e andai con lui in disparte "Allora che cosa vuoi dirmi?"
"Volevo chiederti se sei pronta per raccontare agli altri del piano B".
"Non possiamo aspettare un altro po?"
"No Elisa, dobbiamo recarci subito a Pechino per fermare questo sterminio, poi continueremo per il resto della Cina. In questo modo rimarranno solo gli alieni sull'ufo".
"...Hai ragione, raduniamoci e raccontiamo tutto agli altri, anche del tuo piano per andare a Pechino, sembra una buona idea".
Chiamammo gli altri e si disposero in cerchio attorno me e gustavo.
"Allora... perché ci avete radunato?" chiese Shrek
"Beh, vi abbiamo radunato perché io ed Elisa dobbiamo dirvi una cosa importante, allora elisa preferisci dirla tu o lo faccio io?" disse Gustavo. In quel momento non lo stavo ascoltando, ero impegnata a guardare Mima che fissava Chandler in un modo strano, non provavo odio ma solo confusione. Cosa le stava succedendo?
"Elisa? Ci sei?" domandò Gustavo distogliendomi dai miei pensieri.
"Sisi cosa stavamo dicendo?"
"Vuoi darla tu la notizia o la do io?"
"No faccio io, grazie lo stesso Gustavo.
Allora ragazzi quello che volevamo dirvi è che gli alieni stanno sterminando il genere umano solo perché siamo scappati e visto che loro non possono averci hanno deciso di distruggere il mondo intero. Perr risolvere la situazione dovremmo recarci a Pechino e fermarli tutti, per poi continuare per tutta la Cina".
"Ah... Allora che aspettiamo! Andiamo subito a Pechino, gli alieni non possono distruggere tutto" disse Emanuele.
"Dai forza prenotiamo ora i biglietti per l'aereo" disse Sara.
Prenotammo l'aereo, ci recammo tutti a preparare degli zainetti con le cose più indispensabili all'interno (quasi nulla) e ci avviammo per l'aeroporto più vicino, ovvero in Messico, dato che grazie a un telefono trovato tra le macerie scoprimmo che l'intera America del Sud era rimasta distrutta. Dopo 5 lunghi giorni eravamo arrivati, soprattutto grazie a me che avevo chiesto informazioni a una signora.
Eravamo nell'aeroporto.
"Chandi Chandiiii" disse Gabriele.
"Ehy... Gabriel giusto?

"Gabriele, ma se vuoi chiamami pure Gabriel o Gabri, solo tu puoi farlo".
"Ah va bene".
Osservai Gabriele ma non avevo preoccupazioni su di lui, ero perplessa sul comportamento di Mima. Chiamarono il nostro volo e salimmo sull'aereo.

Capitai vicino al finestrino e accanto a me si sedette Chandler "Ehy Elisa, come va?".
"Bene, tu invece?".
E così continuo la nostra conversazione parlando del più e del meno. Le ore da affrontare erano davvero tante quindi io e Chandler decidemmo di guardare un film insieme. Passò un ora e mi svegliai sul petto di chandler, e... come era muscoloso! Ricordo ancora quando avevo io tutto quel fisico! All'epoca avevo appena ucciso Mima e Emanuele...Ma lasciamo stare i miei momenti di pazzia... Stavo quasi per aprire gli occhi con tutta la comodità del mondo fin quando non sentii dell'acqua ghiacciata sul mio viso. Mi alzai di scatto e vidi Mima davanti a noi "oh scusami Elisa, sono inciampata, non volevo, scusami davvero" sapevo che stava mentendo ma non dissi nulla e mi diressi nel bagno. Una volta che mi asciugai ritornai al mio posto e vidi Mima seduta lì e Chandler le dava corda. Mi sedetti al posto di Mima e accanto c'era Giuliana, beh era pur ora parlare con mia sorella no?
" A Mima piace Chandler" mi confessò Giuliana.
"Come?".
"Hai sentito bene e so che anche tu e Gabriele provate qualcosa. Si vede".
"Aspetta ma Gabriele sta con Sara"

"Gabriele è gay, saretta è solo una copertura".
"ah vabbè non credo che Chandler ricambi, però mi dispiace per Saretta...Lei lo ama."
"Chandler vede Mima solo come un amica, è con te che potrebbe ricambiare" .
Ma che ne capiva Giuliana da tutta quella roba? Era così evidente? Eppure io non ne stavo capendo niente.
Restai in silenzio e così fu per il resto del viaggio. L'aereo atterrò e da qui iniziò la nostra missione. Eravamo a Pechino. All'improvviso scoppiò una bomba tra dei negozi della città.
"Ragazzi sono gli alieni!" gridò Guglielmo
e tutti i cinesi vicino a noi si girarono e si trasformarono in alieni.
"cumu combattiamo, ma poi che stanno a distrugge pure la loro casa!" disse Emanuele.
"eh bella domanda caro mio" disse Sara.
"r-r-ragazzi questi ora ci fanno fuori!"esclamò Martina.
"Aspettate ho una pistola già sapevo che sarebbe successa una cosa simile" disse Gustavo. Dopo un paio di secondi sparò ad un alieno girato di spalle e Giuliana corse a prendere le armi che possedeva e a sua volte uccise un altro alieno girato di spalle e mi passò le sue armi.
"Combatti sorella" mi disse.
Un alieno si stava avvicinando a Chandler e non gli diedi nemmeno il tempo di fare un altro passo che gli tagliai la gola. Shrek prese le armi e portò Chandler al sicuro visto che non sapeva combattere. Tutti noi combattemmo per ore contro agli alieni e una parte di Pechino era già distrutta.
"Ragazzi correte, dobbiamo nasconderci bene e riposarci" disse Gustavo.
"Venite da questa parte, stiamo con Chandler" disse Shrek.
Passò già una settimana e non si seppe più nulla degli alieni, noi eravamo nascosti in una camera d'hotel.
"Elisa, tutto bene?" sentii la sua voce, la voce di Chandler.
"ehy... potrebbe andare meglio".
"volevo solo dirti grazie per l'altra volta"
"ti avrei salvato la vita a ogni costo"
Mi guardò negli occhi e mi sorrise, si avvicinò lentamente a me e mi abbracciò. Sentii la presenza di qualcuno dietro di me ma non gli diedi importanza, quando mi staccai dall'abbraccio il mio naso e quello di chandler si sfiorarono, si stava avvicinando di più con la testa.
Sentivo il mio battito a mille fin quando qualcuno tossì "ehy ragazziii vi aspettiamo per mangiare " era Mima, la solita.
Gli alieni a Pechino erano stati distrutti, ma adesso c'era ancora l'intera Cina.
"Dobbiamo far finire tutto il più presto possibile" disse Martina.
"Hai ragione, ragazzi preparatevi ora andiamo a combattere" disse poi Gustavo.
"Chandler tu vieni con noi, tanto hai detto che sei bravo a medicare nel caso qualcuno si ferisse, tranquillo starai in una struttura al sicuro, sempre se la troviamo..." continuò Shrek.
Arrivammo ed iniziammo a combattere. Quella guerra durò per settimane, erano rimasti pochi alieni, l'ultima città e ce la potevamo fare, avevamo la vittoria in pugno.
"aooo a scemu, m'hai tagliato er pizzetto, beccate questa" disse Emanuele e zac... uccise l'alieno. Era bello il modo in cui Emanuele parlava, utilizzava vari dialetti alla volta.
Passarono ore e si sentii un urlo straziante da parte di Saretta:
"GIULIANA!!!!"
Shrek si recò da lei e portò subito Giuliana a medicare da Chandler.
"Gustavo vieni qui e coprimi" dissi e successivamente mi recai da Giuliana,
era stesa sul lettino e perdeva sangue. L'alieno l'aveva ferita alla gamba, vedendola sofferente iniziai a piangere ma allo stesso tempo iniziò a salirmi la fame di vendetta.
"Elisa tua sorella sta bene, me ne prendo cura io" disse Chandler
"Mi fido di te"
"Ora vai e vendicati".
Andai di nuovo a combattere e scaricai tutto l'odio contro gli alieni, uccidendone uno a uno fino a quando non ne rimase nemmeno uno. Tutta la Cina era distrutta dopo quattro settimane. Tornai da Giuliana, stava già meglio, le avevano fasciato la gamba.
Ero molto stanca, dolorante e sporca di sangue e polvere delle macerie.
Si avvicinò a me Gustavo che mi disse: "Adesso rimangono solo gli alieni che stanno sull'ufo, riesco a costruire qualcosa per arrivare nello spazio, ci vorrà qualche giorno, e ci serve anche un'aereo. Partiremo con quello, so già io come fare. La prossima guerra sarà la più complicata. Da come avete visto fino a stasera gli alieni non hanno intenzione di arrendersi, credo che qualcuno potrebbe non farcela, non è ancora finita".

CAPITOLO 15
Partiamo per la guerra finale

L'ultima città cinese che avevamo attaccato era ai confini con la Mongolia, così andammo lì.
Trovammo un hotel e con i soldi trovati al mercato pagammo per una notte.
Era una camera per sole due persone, ma dovevamo starci in parecchi.
Entrammo e vedemmo un letto matrimoniale.
"Stanotte tutti stretti!" Disse Martina.
Ero distrutta, come tutti gli altri.
Qualcuno si appoggiò sul letto, altri sul divano o sulle sedie.
Non sapevo dove mettermi.
Mi guardai attorno.
Alcuni stavano anche per terra.
Decisi di fare lo stesso.
Vidi Chandler addormentato accanto al muro.
Così mi avvicinai a lui, e mi addormentai.

Quella notte ebbi un sogno davvero strano.
Ero a scuola, bei tempi, e...STAVO BACIANDO CIRILLO!
Avevo amato lui per un periodo, ma non provavo più nulla per lui!
Sara ci stava guardando alle sue spalle.
Piangeva.
Le avevo appena rubato il fidanzato, mi sentivo malissimo. Guardai Cirillo negli occhi e corsi via.
Successivamente vidi un'immagine di Mima, seduta su un letto a piangere...
Ma che significa.
Mi svegliai con la testa appoggiata sul corpo di Chandler. Qualcuno era già sveglio, anche lui.
Mima era stesa per terra a fissare il soffitto.
In quel momento capì il significato del sogno.
Probabilmente Mima amava davvero Chandler, e adesso si sentiva come Sara nel sogno.
Mi alzai e andai da lei.
"Mima...vieni un attimo con me in bagno. Devo dirti una cosa".
E andai nel bagno, la aspettavo.
Dopo alcuni secondi entrò.
"Che c'è...Hai mica dormito scomoda?".
Sospirai.
"Dimmi un po'...ma mica ti piace Chandler?".
"A me...Chandler? Ma stai bene?".
"No?".
"Nooo, ma che ti viene in mente?".
"Quindi non ti da fastidio se sto sempre con lui?".
"Nah".
"Questa domanda te l'ho fatta perché ti vedo sempre triste...sei strana".
"Non ti preoccupare, va tutto bene".
"Ok...Allora penso che possiamo anche tornare di là".
"Si...tu vai, arrivo subito".
Uscii dal bagno e mi ritrovai davanti ad un bacio tra Sara e Papà.
"Uuhh...A proposito, che succede tra voi due?" Chiesi.
Papà mi rispose: "Lo stavamo dicendo proprio adesso, io e Sara stiamo insieme".
"Felice per voi..." Dissi.
Mi avvicinai a Chandler e mi sedetti.
"Oggi dobbiamo rubare un aereo...emozionati?" Domandai agli altri.
Fecero delle facce serie.
Forse non era lo spirito giusto da usare al momento.
"Verso che ora partiamo?" Domandò Martina.
Mima uscì dal bagno.
"Secondo me prima è, meglio è. Adesso sarebbe l'ideale" Rispose Gustavo.
Così ci preparammo per andare all'aereoporto.
Prendemmo del cibo della camera e partimmo.

L'aeroporto era lì vicino, quindi fu facile arrivarci.
Entrammo di corsa in un reparto e senza guardarci alle spalle, salimmo sull'aereo e chiudemmo le porte.
Poi ordinammo a tutti i passeggeri di scendere per lo svivolo di emergenza che aprimmo.
Una volta che tutti furono scesi andammo dal pilota e facemmo scendere anche lui.
"Qualcuno con più esperienza al volante?" Domandò Sgorbio.
"Gustavo vai tu che pilotavi navicelle" Consigliò Saretta.
Così Gustavo entrò nella sala di comando e noi ci sedemmo su alcuni sediolini.
Saremmo andati in un altro posto in giro per il mondo.
Dovevamo prima scappare dalla polizia al momento.
Partimmo.

Dopo ore atterrammo.
Andai avanti da Gustavo. "Dove siamo?" Gli chiesi.
"Croazia, non so che città" Disse lui.
Scendemmo dall'aereo. Eravamo in una specie di bosco.
Gustavo andò girando cercando qualcosa che gli serviva.
Noi avremmo dovuto costruire delle cinture super resistenti. Avremmo trovato il modo di farlo.
Stavamo raccogliendo dei rami molto spessi, chi ha detto che me cinture non possono essere rigide?
Forse li avremmo ricoperti di qualcosa di morbido.
Si fece notte, l'ammasso di tronchi era accanto l'aereo.
Gli altri si erano addormentati nell'aereo.
Ero ancora fuori, sarei entrata a breve
Vidi Chandler entrare dentro, lo seguii.
Si stava per sedere quando lo chiamai bisbigliando: "Ehyy".
Sobbalzò.
"Ei Elisa...mi hai fatto spaventare".
Sorrise e ricambiai.
"Chissà Gustavo cosa sta combinando adesso, nel bel mezzo della notte, in un bosco" Disse lui.
"E chi lo sa" Continuai.
Pensai alle parole di Gustavo, credo che qualcuno potrebbe non farcela.
E se non avrei potuto parlare più con Chandler riguardo ai miei sentimenti per lui? E se quella era una delle ultime sere tutti assieme?
Dovevo fare qualcosa.
Decisi di dire tutto a Chandler.
"Possiamo andare un attimo nella sala di comando? Dovrei dirti una cosa, magari senza bisbigliare.
"Si...certo" Mi rispose.
Entrammo e ci sedemmo sui sedili dei piloti.
"Senti... c'è una cosa che devo dirti...prima che non sarà più possibile".
"Sarebbe?" Sembrava preoccupato.
Non riuscivo a dirglielo.
"Mhhh" Sospirai.
All'improvviso decisi di dire tutto in una botta e così feci.
"Mi piaci!".
Rimase perplesso.
"Che?" Domandò lui.
Capì che avrebbe detto che per lui non era lo stesso. Lo avrei obbligato a fingere con la violenza, ma volevo cambiare e poi non sarebbe stato vero amore...
Chiusi gli occhi e appoggiai la testa al sedile, arresa.
Improvvisamente sentì qualcuno toccarmi le labbra.
Mi tirai indietro e aprii gli occhi.
Era Chandler! Ma quindi...
Mi guardava fisso negli occhi.
Questa volta fui io a baciarlo.
I nostri baci diventarono più frenetici. Chandler mi prese in braccio e mi sbatté contro il muro. Iniziò a baciarmi sul collo e sentii una vampata di calore espandersi nel mio ventre. Sbottonò la mia camicetta e me la tolse, continuò a baciarmi e il desiderio cresceva sempre di più.
"Ah Chandler...", presi i suoi capelli e gli tirai leggermente la testa all'indietro. Lo guardai negli occhi, aveva il respiro affannato e vidi il desiderio avvampare nei suoi occhi. Strinsi la presa con le gambe sulla sua vita e lo feci strusciare contro di me e sentii un gemito provenire dalla sua bocca. Gli tolsi la maglia, lo spinsi sul sedile del capitano e mi sedetti su di lui baciando tutto il suo torace. Arrivai alla cintura e gliela sfilai lentamente, sbottonando i pantaloni per poi levarglieli. Lui si alzò in un istante, mi prese e mi mise su un mobiletto. Continuò a baciarmi sul collo e all'improvviso sentii un calore espandersi nel mio corpo.
"Non urlare Elisa, ci possono sentire"
"Dio Chandler, si! si!"
Quella notte fu la più bella di tutta la mia vita.

Il giorno dopo mi svegliai stesa su Chandler, i vestiti erano a terra.
Ero così felice!
Gli diedi un bacio e mi alzai, pronta a vestirmi.
Mi abbassai a prendere la maglietta quando vidi Gabriele guardarmi sorpreso.
Rimisi velocemente la maglietta.
Poi appoggiai la maglietta di Chandler su di lui, in modo da coprire le parti scoperte.
Mi accorsi che Gabriele non guardava me...ma Chandler!
Era davvero gay...
"Ti prego tienitelo per te, lo diremo noi agli altri quando saremmo pronti" Gli dissi.
Sembrava deluso.
"S si ok" Rispose, poi uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.
"Chandler...Vestiti che se entra qualcuno sei tutto nudo" Gli dissi.
Lui si svegliò, anche molto felice, ed iniziò a vestirsi.
Stavo per uscire dalla stanza quando mi diede un altro bacio.
Ridemmo. Poi uscii.
Gli altri dormivano ancora.
Uscii per sistemare i rami quando mi accorsi che erano già sistemati.
Gustavo era lì e aveva continuato da solo.
Aveva anche ricoperto i rami con qualcosa di soffice. E aveva costruito quello che gli serviva.
Eravamo pronti.
"Ehi Gustavo. Hai fatto tutto da solo..."
"Già, ma non preoccuparti, è stato rilassante per me".
"Oh bene allora...pronti per partire?".
"Prontissimi".
"Solo un attimo che monto il tutto".

Il pomeriggio eravamo pronti, i motori erano stati modificati, i finestrini tappati e le cinture erano resistenti. Inoltre Gustavo ci aveva detto che grazie a qualcosa creato da lui, avremmo avuto l'ossigeno sufficiente per un mese lassù.
Ognuno si sedette ad un posto.
Nessuno sapeva ancora nulla di me e Chandler.
Partimmo.
Stavamo andando verso l'alto, eravamo in verticale.
Era una cosa stranissima.
Qualche minuto dopo Gustavo mise l'aereo in orizzontale.
Noi vedevamo tutto quello che accadeva fuori grazie alle mini tv dell'aereo.
C'era un mini ufo di fronte a noi!
Ci avevano trovati! Forse gli alieni avevano mandato quel mini ufo per distruggerci o distrarci.
Gustavo in qualche modo sparò un mega proiettile contro l'ufo, era già per metà distrutto.
Ripeté lo sparo.
L'ufo era andato.
Strano...era stato così semplice! Forse eravamo davvero in vantaggio.
Gustavo dopotutto era stato il loro capo.
Avevo ancora qualche speranza di tornare a casa sana e salva, con tutti.
Continuammo la nostra salita verso il cielo, stavamo uscendo dall'atmosfera terrestre...

CAPITOLO 16
Rivelazioni

Eravamo nello spazio, iniziammo a fluttuare, era così strano! Stavo seduta vicino ad Emanuele e Sara, mentre Chandler era vicino a Saretta e Gabriele. Avevamo deciso di comportarci in modo normale davanti agli altri in modo tale che non avessero sospettato di nulla, beh tranne Gabriele che ci aveva visto, e da quella mattina non aveva detto una parola. Era lì seduto, con lo sguardo perso nel vuoto e quindi decisi che più tardi gli avrei parlato.

Andai da Gustavo che stava al volante dell'aereo.
"Allora come va?" gli chiesi.
"Bene, sono solo un po' stanco ma almeno un'altra oretta e potrò riposarmi. Devo prima assicurarmi che non saremo attaccati da altri ufo o che magari non ci troveranno"
"scusa se ti abbiamo lasciato solo ieri sera"
"tranquilla, non fa niente".
Ci furono dei minuti di silenzio fin quando Gustavo non disse "quando finirà tutto dobbiamo andare in Brasile solo io e te"
"mh e perché?" chiesi ridendo
"perché in Brasile c'è il divertimento e siamo due persone che amano divertirsi, non credi? Forse però ci vorrà qualche anno prima che verrà ricostruito come una volta"
"credo che hai ragione, quando finirà tutto vamos en brazil!".
Scoppiammo a ridere fin quando Gustavo non si girò e fece uno sguardo strano.
"Chandler ci fissa, ha uno sguardo arrabbiato. Boh è strano"
Mi girai e vidi che Chandler contraeva la mandibola, era geloso!
"beh, non lo so".
Passò un'ora, io e Gustavo ci dirigemmo dagli altri.
"Ragazzi io vado a riposarmi, l'ufo è qui vicino, a più tardi" disse Gustavo.
"eh mo come fa Elisa hahahaha" rispose Chandler. Lo guardai stranita, non riuscivo a capire cosa gli frullava nella testa, Gustavo fece un sorrisino e se ne andò. Gli occhi di Chandler si soffermarono su di me, ma non dissi nulla perché ci dovevamo comportare solo da amici. Mi misi in disparte e appoggiai la testa vicino la parete e chiusi gli occhi, ero davvero molto stanca.

Mi svegliai all'improvviso in seguito a delle risate, vidi gli altri in cerchio con una bottiglia al centro.
"Ehy ragazzi che fate?" chiesi.
"Gioco della bottiglia " rispose Shrek.
"Ora tocca a Chandler " disse Martina.
Chandler girò la bottiglia e indovinate un po' su chi si fermò? Ovviamente su Mima!
"Allora ragazzi vi concedo 3 minuti di paradiso, fate ciò che volete nella camera di comando" disse Gabriele.
Guardai Chandler ma non mi rivolse uno sguardo, si alzò con Mima e se ne andarono.
Sentivo una sensazione di vuoto nel mio petto, iniziarono a salire le lacrime e quei tre minuti sembrarono un infinità.

Uscirono e Chandler mi guardò. Gli passai vicino per andare da Gustavo fin quando la sua mano non mi bloccò.
"Dove vai?" mi chiese a bassa voce
"Non sono affari tuoi"
"vai di nuovo da lui"
"e quindi? siamo solo amici. Tu invece hai accettato di andare con Mima in quella stanza e chissà cosa avete fatto"
"non abbiamo fatto nulla, mi ha confessato solo ciò che provava per me"
"e tu che le hai detto?"
"che amo te".
Lo guardai negli occhi e lo baciai senza pensarci due volte, non mi interessava se c'erano gli altri, volevo solo baciarlo.
"ELISA" disse Giuliana.
Mi staccai da Chandler delicatamente e dissi "Io e Chandler stiamo insieme, inutile che vi sorprendete, ora abituatevi all'idea".
Il mio sguardo cadde su Mima e da lì iniziò una specie di guerra tra me e lei che solamente noi potevamo risolvere. Gli altri erano molto felici e ci fecero i complimenti.

"Ragazzi dobbiamo arrivare all'ufo" disse Gustavo interrompendo tutto
"Hai ragione, vengo ad aiutarti" dissi.
Guardai Chandler che mi sorrise e capii che si fidava di me, successivamente lo baciai e andai da Gustavo.
"Dove ci dirigiamo?".
"Vicino ai satelliti, solitamente si mettono lì per mimetizzarsi"

"Quanto tempo ci vuole?".
"Non so, secondi? minuti? ore? questo non lo sapremo mai".
Restammo in silenzio a pensare a cosa fosse successo se li avessimo trovati, ma tutto questo era solo da scoprire.
"Allora tu e Chandler... eh" disse gustavo all'improvviso.
"Eh si, scusa per non avertelo detto prima".
"Nah fa niente, se sei felice tu lo sono anche io".
Gli sorrisi e capii che avrei potuto sempre contare su di lui.

"Elisa guarda! Lì c'è l'ufo, l'abbiamo trovato!".
"e ora che si fa?".
"Vai dagli altri e preparate le armi".
Corsi e presi le armi rubate agli alieni, poi mi diressi verso gli altri.
"Ragazzi ecco le armi, abbiamo trovato l'ufo, adesso preparatevi, dobbiamo attaccare. Qui c'è anche qualche pezzo di armatura, indossate tutto" dissi tutto d'un fiato e gli altri annuirono.
Venne Gustavo e si preparò pure lui, eravamo vicino l'ufo.
"Aprite le porte" ordinò Gustavo, era il momento di attaccare...

CAPITOLO 17
Che tristezza...

Le porte erano spalancate ed eravamo fermi ad osservare l'ufo.
Dovevamo trovare un modo per entrare.
Improvvisamente si aprì una botola dalla parte superiore della navicella.
da lì si innalzò un macchinario che sparò dei missili ad una velocità elevatissima verso la Terra.
Quando la raggiunsero, distrussero gran parte dell'Europa.
Russia, Norvegia, Francia, Spagna, Italia...
La botola si richiuse immediatamente.
Eravamo allo stesso punto di prima.
Gustavo uscì e noi lo seguimmo. Sembrava sapere cosa fare.
Si fermò sulla parte superiore dell'ufo.
Lo raggiungemmo. Eravamo tutti in silenzio.
Lui sfilò con facilità un pezzo di navicella, menomale che avevamo lui!
Da lì vedevamo l'interno. Se ci fossimo buttati saremmo potuti entrare.
Gustavo ci guardò e ci fece dei segni con le mani, ma noi non capimmo niente, così ci fece segno di seguirlo e si lasciò andare dentro.

Eravamo entrati, circondati da milioni di alieni, tutto era cambiato dall'ultima volta. Sembravano in allerta.
Li spaventammo ed attaccammo.
Corsi verso un alieno, con la mia megapistola tra le mani e gli sparai.
Improvvisamente Chandler mi spinse a terra, salvandomi da un colpo nemico.
"Grazie" Gli dissi con l'affanno.
Mi tirò per la mano in un angolo più nascosto.
Ma che stava facendo...
"Chandler...la guerra!"
Mi baciò. Sembrava un bacio di addio, non avevo mai pensato che probabilmente saremmo morti quel giorno.
Ricambiai il bacio che fu più intenso del previsto.
"Ti voglio bene Elisa" Mi disse con le lacrime agli occhi.
Non credo di aver mai pianto per cose del genere prima di quel momento, lì piansi come una fontana.
"Anch'io Chandy".
Ci abbracciammo.
Tornammo in guerra.

Dopo ore di battaglia, sembravamo in vantaggio, uccidevo alieni in pochissimi secondi.
Sentii un urlò femminile e subito dopo ci fu un esplosione. Venni sbalzata in un punto lontanissimo con una potenza enorme.
Svenni.

Mi risvegliai sulle braccia di Tenda, che camminava nell'acqua.
Stavamo salendo a riva.
Tossivo.
Mi appoggiò delicatamente sulla sabbia e mi accarezzò.
Poco dopo mi accorsi che stava piangendo.
"Elisa...siamo tornati sulla Terra, alcuni non ce l'hanno fatta..." Riuscì a dirmi Tenda.
Mi alzai di scatto "Ch Ch Ch Chandler?".
"Non lo abbiamo ancora trovato".
Vieni con me.
Mi aiuto ad alzarmi e mi appoggiai a lui, ma non appena vidi che stava peggio di me lo lasciai, facendolo stare meglio.
Mi accompagnò a delle fosse scavate nella sabbia.
Accanto a esse c'erano Martina, Papà, Sara, Sgorbio e Giuliana.
Dietro di me ce n'erano altri che non ero riuscita a vedere bene, ma sentivo la loro presenza.
Andai a guardare nelle buche e vidi... Gabriele, Shrek e Gugliemo.
Sgorbio piangeva come un pazzo.
"No...Gab, noo Sh shr GUGLIELMOO!!!".
Scoppiai in un mare di pianti. Mio figlio! Guglielmo! Era morto e negli ultimi giorni non avevo passato nemmeno un po' di tempo con lui! Avevo pensato solo a Chandler.
Piansi fino a sera tardi, da sola in un angolo della spiaggia.
Gli altri erano muti attorno ad un falò.
E poi erano morti anche Shrek e Gabriele!
Che tristezza.
Mi calmai e mi avvicinai al falò.
"Ma cosa è succeso prima...?" Chiesi singhiozzando.
"Credo che un alieno abbia sparato ad uno di noi, che è esploso ed ha provocato un esplosione ancora più grande.
Il suo corpo adesso dovrebbe essere ridotto in cenere.
Gli unici sospettati sono Mima, Saretta e Chandler...
Sentii un vuoto dentro.
Uno di loro ormai era carbonizzato e altri due erano dispersi sulla Terra...bene!
Non sapevo se sperare che non fosse Chandler, perché volevo comunque bene agli altri...
Mi sedetti accanto a Sgorbio e Emanuele.
Eravamo tristissimi.

Il giorno dopo mi svegliai sentendo qualcuno che mi toccava la schiena.
Mi girai, addolorata.
Era Chandler! Provai ad alzarmi velocemente e lo baciai. Era sopravvissuto!
"Amore!" Riuscii a bisbigliare.
"Sono caduto poco più in la della spiaggia...".
Gli ultimi sospettati al momento erano Mima e Saretta...
Andammo a dare la notizia agli altri.
Camminando trovammo un alieno morente sulla sabbia.
Urlai e chiamai Gustavo.
Doveva esser stato catapultato lì anche lui.
Decidemmo di tenerlo prigioniero, avrebbe potuto farci tornare lì, anche se eravamo poco sicuri di voler tornare...
Gustavo gli creò in un batter d'occhio una sorta di gabbia fatta con rami d'albero.
Una volta che ci saremmo sentiti meglio, forse saremmo partiti.

Passò qualche settimana.
Mi sentivo molto meglio, anche se dentro soffrivo ancora per i morti.
Ero seduta a riva con Chandler.
Ah a proposito...eravamo a Dubai.
Pensavo al fatto che molto probabilmente una volta tornati lì non saremmo più stati insieme.
Ricordavo ancora come ci baciammo in quel momento.
La sensazione di poterlo perdere per sempre era stata bruttissima.
Improvvisamente Chandler interruppe i miei pensieri "Elisa...io non voglio perderti, ma se dovesse accadere, voglio prima fare una cosa...".
Si inginocchiò verso di me.
"Elisa Tromba... vuoi sposarmi?".
Nom riuscivo a crederci, tutti i pensieri tristi uscirono dalla mia testa...
"Oh..." Non riuscivo a rispondere, ma era ovvio che lo volevo!
"Siii!!"
Ci baciammo.

Dicemmo la notizia agli altri e iniziammo a preparare una sorta di chiesa sulla spiaggia.
Quando finì, ci dividemmo. Maschi e femmine.
Dovevamo scegliere il vestito, o almeno, dovevamo crearlo.
Era un buon metodo per dimenticare tutto quello...
Martina, Giuliana e Sara mi accompagnarono in una piccola radura.
"Bene...cerchiamo qualcosa" Dissi.
"Ma che cosa! Te lo creiamo noi! Tu vai a riposarti, che oggi sarà dura!".
"Ah...va bene" Andai a sedermi su un masso enorme.
Iniziai a pensare...il ciclo sarebbe dovuto arrivarmi 4 giorni prima e non mi era ancora arrivato, quindi molto probabilmente avrei rovinato tutto il vestito.
Dopo qualche oretta, le tre ragazze si presentarono da me con un magnifico vestito in...erba, foglie e fiori profumati.
Non era quello che avrei immaginato per il MIO matrimonio ma non importa...

Era il tramonto.
Tuttu erano pronti.
Gli unici eleganti eravamo io e Chandler.
Giuliana mi faceva da testimone, mentre Tenda lo faceva a Chandler.
Papà mi affiancò ed iniziammo ad incamminarci verso la grande roccia, che sarebbe dovuta essere una sorta di altare.
Arrivai all'altare e papà mi abbandonò.
Gustavo era riuscito a rintracciare Suor Marika Raspano, avrebbe condotto lei la cerimonia, mentre le sue amiche avrebbero cantato per creare l'atmosfera giusta.
Non avevo mai sentito la voce di Suor Marika, era così piacevole sentirla...
Arrivò il momento finale.
"Vuoi tu Chandler Bog, prendere Elisa Tromba come tua legittima sposa, per amarla, onorarla e rispettarla, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finché morte non vi separi?".
"Si, lo voglio" Rispose lui.
Ero così emozionata.
Mi ero già sposata una volta, con Filippo, ma era tutta un'altra sensazione!
Toccava a me.
"Vuoi tu Elisa Tromba, prendere Chandler Bog come tuo legittimo sposo, per amarlo, onorarlo e rispettarlo, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finché morte non vi separi?".
"Si lo voglio!".
Le fedi le avremmo comprate un giorno, forse...
Poi Suor Marika si rivolse a Chandler: "Bene...mhhh Vi dichiaro marito e moglie. Adesso puoi baciare la sposa".
Nemmeno il tempo di distogliere lo sguardo da Suor Marika che mi ritrovai le labbra di Chandler sulle mie.
Ero contentissima!
"Viva gli sposi!" Urlò Papà.
Gli altri festeggiarono con lui.
Sgorbio però era ancora un po' triste dalla faccenda di Guglielmo.
E così, guardandolo, ricordai tutto e la felicità del momento scomparve quasi del tutto.
Sentii qualcosa salire dal mio stomaco.
Vomitai.
Successivamente caddi a terra e svenni.

Ero su una collina molto alta.
Mi guardai le spalle e mi ritrovai davanti al Dio Volo.
"uuuh...mi hai spaventata".
"Elisabetta...sono qui per darti una mano...".
Improvvisamente alle sue spalle spuntò mamma.
Rimasi sbigottita.
"Mamma!".
"Elisa...ti voglio un bene infinito. Sappi che continuerò sempre a guardarti da quassù".
Poi spuntò Parmiggiano...e Gabriele! E Shrek!
Guglielmo!
Era il paradiso?
Figlio mio!
Ad un certo punto si fecero avanti Mima e Saretta.
Rimasi in silenzio.
"Ci stavamo abbracciando, e un alieno ci ha prese in pieno..." Spiegò Saretta.
"Sappiate che vi vogliamo bene, vivi felice con Chandler. Siete una coppia stupenda, e poi dovete crescere assieme quei bambini..." Disse Mima.
Stavo per scoppiare a piangere.
"Ma quali bambini".
Mima guardò la mia pancia e capii.
Ero sconvolta, per quell'unica volta con Chandler...
"Ti voglio bene Addio ciaoo un bacio!".
Tutte quelle voci si erano mischiate nella mia testa e tutti scomparvero.
Eravamo solo io, e il Dio Volo.
"Senti Elisa...ti ho già aiutato in passato e lo farò di nuovo. Devi sapere che ti sto osservando dall'inizio e sei molto coraggiosa.
Gli alieni sono sul punto di distruggere la Terra e io non posso permetterlo.
Sei la persona più forte a cui possa affidarmi. Io vi donerò un ufo e andrete in guerra. Il loro ufo è in parte distrutto, ma non del tutto...
Se doveste morire avrete la mia benedizione ed un premio, creerò una nuova costellazione che rappresenterà tutti voi, che si troverà attorno alla luna, che avrà il tuo viso, e essa rappresenterà te e i tuoi tre pargoletti...Ah e se morirete, potrete ricominciare tutto da capo in un universo normale, non ricorderete nulla di questa vita. Lì non esisteranno capre parlanti o cose simili, quindi molti potrebbero diventare degli umani. Forse potrei far tornare anche i tuoi amici che sono da me. E poi per motivi divini i tuoi figli cresceranno più velocemente rispetto agli altri, almeno fino al parto.
Comunque se ve lo siete chiesti, è grazie a me se non avete preso fuoco nella caduta, pultroppo non sono riuscito a salvare tutti".
Mi sorrise.
"Fa buone scelte Elisa"....
La luce diventò più intensa, aumentò di molto e...
Mi risvegliai attorno a tutti, sulla spiaggia, al matrimonio. Il nostro ufo era lì.
Nessuno sapeva ancora che cosa avevo da dirgli e non credevo la prendessero bene...

CAPITOLO 18
L'ultimo attacco

Aprii gli occhi ed era tutto sfocato.
Vidi la faccia di Chandler tutta sfocata, dopo un po' apparve quella di Emanuele e poi quella di Martina. Chandler mi prese per un braccio ed Emanuele per l'altro, mentre Martina mi manteneva la testa per non farmi sbattere.
Chandler si sedette e mi fece appoggiare a lui, la mia vista man mano stava migliorando e riuscii a metterli a fuoco.
"Ehy amore tutto bene?" chiese Chandler.
Lo guardai stranita e non dissi una parola.
Mi girai verso gli altri e papà disse:" È troppo pallida".
Mi girava forte la testa e all'improvviso ebbi la nausea, dopodiché un conato di vomito. Mi piegai davanti e rigettai tutto, peccato che lo feci sul mio vestito, che schifo!
"Chandler vedi se scotta" disse Sara.
Appoggiò la sua mano sulla mia fronte "no, non scotta".
"Dovremmo portarla in ospedale" disse Gustavo.
"Si hai ragione" rispose ancora una volta Chandler.
Presi le forze per rispondere ".No, non serve... state tranquilli".
"si amore dobbiamo andare, su forza prova ad alzarti" disse Chandler.
" vi ho detto che non serve, sono incinta. Eh si sono anche tuoi Chandler".
Tutti rimasero in silenzio fin quando papà inizio ad urlare
"URRAAAA! URRAAA! CHE EMOZIONE!"
"Ma come fai ad essere incinta?" chiese Sgorbio.
"ora vi racconto tutto" dissi.

Passarono ore da quando raccontai tutto agli altri e ci dirigemmo all'ufo. Una volta saliti trovammo lì tutto l'occorrente e ci preparammo. Ci sedemmo, allacciammo le cinture e partimmo. Vedevo Chandler sconvolto, guardava nel vuoto e stava in silenzio. Pensai che forse non voleva dei bambini oppure non ora, ed erano anche tre i bambini, era tutto molto affrettato.
"Beh allora crescono subito questi tre angioletti?" chiese Tenda.
"A quanto pare si, così ha detto il Dio Volo" risposi.
Chandler mi guardò confuso e non disse una parola, non accennò nemmeno un sorriso.
"Ragazzi siamo nello spazio, se volete potete slacciarvi le cinture" disse Gustavo.
Tutti gli altri slacciarono le cinture e provarono a fare un gioco di società, mentre io e Chandler eravamo ancora seduti in un silenzio tombale. Presi coraggio e gli chiesi :"tutto bene?"
"Ho paura, ho paura di non farcela"
rimasi in silenzio e cercai di capire cosa intendesse fin quando non continuò
"paura di non farcela a crescere già tre nostri figli in una volta sola"
"su questo ci aiuteremo, sarai un padre fantastico"
Mi guardò e mi sorrise, infine continuò
"ho paura anche per questa guerra, non voglio che ci succeda qualcosa "
"non ci accadrà nulla, stai tranquillo"
Lui annuì e mi appoggiai sul suo petto. Mise la sua mano sulla mia pancia e iniziò a parlare con i nostri piccoli
"amore hanno scalciato" disse
Gli sorrisi e mi scorse una lacrima di felicità.
Per la stanchezza arrivai ad addormentarmi.

"Ragazzi siamo arrivati dagli alieni, preparatevi" disse Gustavo. Chandler mi svegliò e mi aiutò a vestirmi, successivamente prendemmo le armi e dammo inizio alla guerra.
Entrammo dalla porta principale, anche se non era una cosa molto furba, ci fu un attacco diretto, imprevisto dagli alieni. Tenda cominciò a sparare agli alieni con una pistola, mentre Ruggiero e Gustavo usavano una mitragliatrice. Mi stavo divertendo, eravamo tutti carichi! Chandler rimase al mio fianco e divenne la mia spalla destra.
"Sara attenta dietro!" le urlai, lei si girò e diede un pugno negli occhi all'alieno per poi infilzargli un pugnale nel cuore.
Corsi per aiutare Sgorbio ed Emanuele, un alieno mi afferrò il braccio e Chandler disse "Non toccare mia moglie, bastardo" e gli ruppe il collo.
"Grazie amore" e lo baciai in fretta, mi girai e mi accorsi che avevamo quasi ucciso tutti solo che c'era Gustavo in difficoltà e andai in suo soccorso. Tirai un calcio in faccia ad un alieno come un vero ninja, poi feci un salto all'indietro con il pugnale in mano tagliando la gola a due alieni. Mi fermai un momento, guardai giù ai miei piedi e urlai
"Nooo!! SI SONO ROTTE LE ACQUE!!".

CAPITOLO 19
Imprevisti

Caddi a terra.
Non sapevo che cosa fare, dovevo nascondermi.
Improvvisamente un alieno si lanciò su di me facendomi sbattere contro il muro.
Stavo soffrendo troppo...volevo proteggere i miei bambini ma sembrava impossibile trovare riparo.
L'alieno preparò la sua arma, un mega fucile, stava per spararmi contro.
Pochi istanti prima dello sparo lo riconobbi...era il capo! Quello che ci aveva catturati all'inizio!
PAAMM
Sparò.
"Aaaaaaaaaahhh!!!"
Mi aveva colpito alla gamba destra. Giuliana era saltata su di lui provando a non farmi colpire. Ci era quasi riuscita. Almeno ero ancora viva.
Stava ancora strangolando quell'alieno quando vidi la sua testa separarsi dal corpo...
Decidi di non fare domande di come avesse fatto, dato che era a mani nude.
"Elisa, che succede?".
"I bambini...stanno per uscire!".
"M ma come è possibile!? Emhhh vieni forza!".
Mi accompagnò in una stanza, era la grande sala, dove c'era stato il ballo in maschera.
Mi appoggiò vicino ad un tavolino.
"Ok...emhhh...".
Mi spogliai ed iniziai a spingere più forte che potevo.

C'erano rumori ovunque, la guerra sembrava essere molto violenta.
I miei piccolini erano sulle mie braccia, tutti e tre bellissimi. Due maschi e una femmina.
I rumori stavano diminuendo, erano sempre meno forti.
Poi ci fu il silenzio.
Giuliana prese uno dei tre in braccio, per aiutarmi, dopotutto era la zia.
"Elisaaa! Dove sei!?" Urlò Chandler.
Giuliana andò ad aprire la porta.
"Siamo qui dentro".
"E quel neonato...".
Vidi Chandler entrare di corsa e cercarmi.
Quando mi vide corse verso di me.
"Sono loro...?".
"Si".
"Che belli".
Vidi una lacrima scendergli sul viso.
"Due maschi e una femminuccia".
"Ci servono solo i nomi".
Entrarono gli altri.
"Seeeee abbiamo vintooo!!" Urlò Emanuele.
"Pa pa pa pa paaaarapappaaa" Sgorbio canticchiava, sembrava si fosse ripreso.
Sara e papà erano appoggiati alla porta, impegnati in un bacio.
Poi papà mi vide e corse vicino a me.
Piangeva quasi.
"Sono così felice! Sono nonno!!".
"Io la femmina la chiamerei...Pera. È un bel nome" Suggerì Gustavo.
"Io propongo Molletta!" Continuò Sara.
"Io invece la chiamerei Mima, che ha lottato fino alla fine per salvarci tutti, ed è morta" Dissi e guardai Chandler per avere conferma.
Mi fece cenno di si.
"Bene... e voi due piccolini?".
Vidi Sgorbio che stava per suggerire qualcosa ma si bloccò all'istante. Immaginai che volesse dire Guglielmo, ma dato che non volevo che i miei figli avessere tutti nomi di morti decisi.
"Lui ha la faccia da Guglio, che assomiglia anche molto a Guglielmo".
Cacciò un sorriso.
"Chandler, l'altro decidilo tu".
"Ti piace Charles?".
"Ma è perfetto!!".
Eravamo lì, tutti riuniti, felici. Avevamo vinto, finalmente.
La guerra era finita e potevamo finalmente vivere la nostra vita!
Quei momenti di gioia non durarono a lungo.
"Emh..Ragazzi, credo che non sia ancora finita!" Disse Sara affacciata alla mini finestra.
Si affacciarono tutti, lasciandomi sola per terra.
"Oddio no!!" Urlò Giuliana.
"Ragazzi che succede?!" Gli chiesi.
"L'alieno che avevamo lasciato prigioniero sulla Terra sta arrivando qui con una specie di mini razzo!" Spiegò papà.
"No..." Risposi.
PIIUUUUUUUUMMM
BAAAMMMM
Il razzo alieno oltrepassò l'ufo conficcandosi nel pavimento.
Mi guardava con un'aria di sfida.
Dal razzo si aprirono quattro buchi, uno per lato, dai quali cominciò ad uscire uno strano liquido bianco. Era melmoso.
Iniziò ad espandersi.
Eravamo molto confusi.
"Ma che cosa..." Non riuscivo a capire.
Papà toccò il liquido, provò a ritrarsi ma fu inutile. Era bloccato, era una specie di colla.
Il liquido cominciò a salirgli lungo la mano, per poi continuare lentamente per tutto il braccio.
"Non riesco a muovere il braccio! Sale!" Urlò.
Sarebbe diventato una statua!
"Papà!!!!" Urlai.
"No..." Gustavo sembrava aver capito tutto.
"Dobbiamo scappare, subito!" Continuò.
Strappai la mia maglia per creare una specie di sacco per trasportare i miei figli.
Ne avevo uno sulla schiena e due davanti, accanto alla faccia. Mima era dietro. Se ve lo state chiedendo, ovvio che le facce non erano coperte!
Andai a salutare papà.
Sara era ancora lì a piangere con lui.
"Papà, non preoccuparti, avrai un'altra vita, me l'ha detto Dio. Ti voglio bene".
Mi saluto anche lui e, con le lacrime agli occhi, scappammo.

Il liquido scorreva sempre più velocemente, sembrava impossibile scappare ma in qualche modo ce la stavamo facendo.
Improvvisamente Giuliana inciampò e il liquido le bloccò i piedi. Era finita per lei.
Mi fermai per poco vicino a lei.
"Giuliana! Nooo!".
"Vai, non preoccuparti, starò con papà".
Sospirai.
"Ci rivedremo. Ti voglio bene".
"Anch'io. Adesso vai!".
Continuai la corsa e raggiunsi gli altri.
I piccoli iniziarono a piangere.
Poi toccò anche a Sgorbio, Martina, Sara, Gustavo e... Chandler!!! Erano diventati tutti statue bianche.
Volevo abbracciarlo, morire con lui. Ma dovevo salvare i nostri figli.
Corsi e incontrai Tenda.
"Tenda! Siamo solo noi due".
"Elisa... È un vicolo cieco, qui finisce il corridoio...".
"Cosa? No...Nooo NOOOO!".
"Mi dispiace, sappi che ti ho voluta bene".
"Anche io".
Eravamo appoggiati di schiena contro il muro, il liquido stava per raggiungerci.
Diedi Mima a Tenda.
Ripensai a tutte le mie avventure degli anni precedenti.
Quando ero in guerra con Guglielmo, quando conobbi Emanuele e Mima in quel mega formicaio, poi mio padre, New York, la magia, l'avventura a scuola, quando conobbi mamma, Ercules, Giuliana e Parmiggiano, Gustavo, Chandler, il matrimonio e la fine.
Quella era la fine.
Durante la mia vita, piena di cattiverie, ero riuscita a raggiungere il mio obbiettivo principale. Volevo cambiare, essere come tutti, brava e gentile, non una cattiva che ammazza chiunque le dia fastidio. Ci ero riuscita, ero cambiata, avevo avuto dei figli, ero stata sposata e amata da qualcuno e non per il trono, ma per amore.
Stavamo per morire anche noi, gli ultimi rimasti.
Il liquido raggiunse i miei piedi e quelli di Tenda ed incominciò a salire su di noi.

I bambini erano morti, già delle statuette.
Erano rimaste solo le nostre teste.
"Addio Tenda".
"Addio Elisa, ci vediamo nella prossima vita...".
Quando il liquido raggiunse gli occhi e le orecchie non sentii più niente.
Era tutto nero e silenzioso.
Eravamo morti...

EPILOGO
Un nuovo inizio

Mi svegliai sola nel letto. Chandler era andato a lavoro.
Stranamente i piccoli non si erano ancora svegliati, avevo passato una notte ad allattarli. Non smettevano di piangere.
Mi alzai e andai a farmi una doccia fredda. Probabilmente era il momento più rilassante della giornata.
Poi mi vestii e qualcuno bussò alla porta.
Probabilmente era la babysitter, Sara.
Aprii ed era lei.
"Ehi Sara, tutto bene?".
"Si grazie! Tu come stai?".
"Si tutto bene, vieni entra!".
"Dormono?".
"Già, finalmente. Senti...adesso io vado a fare dei servizi. Credo di tornare per l'ora di pranzo. Va bene?".
"Si ok... ci vediamo dopo allora".
"Ciaoo".
"A dopo".
Uscii e chiusi la porta sospirando. Quei bambini mi sfinivano.
Scesi al piano terra e lasciai il palazzo.
Raggiunsi la mia bellissima Mercedes-Benz rosa e andai verso il bar-pizzeria La pera.
Adoravo quell'auto, Chandler era il migliore nel fare i regali!
Una volta arrivata, parcheggiai l'auto davanti ad un parrucchiere vicino e entrai da La pera.
"We Elisa, tutt'apposto?".
C'era il cameriere Emanuele quella mattina. Lui in realtà era pizzaiolo ma la mattina lavorava come barista.
"Ciao Emanuele. Si tutto bene, sto solo stanca. Non sai stanotte che ho passato co quei tre".
"Eeeh immagino. Parmiggiano mo tiene 13 anni, ma non dimenticherò mai che mi ha fatto passare".
Notai che ai tavoli del bar c'era il poliziotto Ruggiero, lui mi aveva sempre spaventata un po'. Era così serio!".
"Mi prepari un bel croissant?".
"Ma certamente".
Una volta terminata la mia colazione uscii da La pera e andai in panetteria.
C'era la fila.
Quando arrivò il mio turno mi ritrovai davanti a una vasta scelta.
C'erano delle baguette, del pane appena sfornato, dei panini semplici e poi dei dolci che lasciai perdere immediatamente.
"Salve Mima. Mi dia tre di quei panini e una baguette, grazie".
"Subito".
Preparò il tutto in una bustina.
"Sono £39,80".
Pagai. "Grazie...Arrivederci."
"Buona giornata".
Posai la busta sul sedile del passeggero, accanto al mio.
Guardai l'orologio, erano già le 11:00!
Dovevo andare dal meccanico per sistemare un problema all'area condizionata. Faceva così freddo a Birmingham!
Mi fermai ad un semaforo e messaggiai Sara chiedendole se fosse tutto apposto a casa".
All'improvviso sentii un profumo invadere le mie narici. Tutto quel pane mi faceva venire fame.
Mi girai verso il finestrino e vidi il mio amico Tenda, anche lui fermo al semaforo, nell'auto accanto a me.
Aspettai che mi guardasse e lo salutai.
Lui ricambiò e sorrise.
Poi il semaforo diventò verde e ripartimmo.
TIN TIN
Era Sara, aveva risposto al mio messaggio con "Si qui tutto bene".
Era sempre così veloce nei messaggi, diceva solo l'essenziale, stavo pensando di cambiare babysitter. Era troppo riservata.
Arrivata dal meccanico, parcheggiai l'auto ed andai a parlare con Guglielmo, il capomeccanico.
In quel momento stava riparando un'altra auto, quindi parlai con suo figlio Sgorbio. Aveva solo quattordici anni, ma era molto bravo nel riparare veicoli.
"We Sgorbio, come stai?".
"Ciao Elisa, qua stiamo bene. Che si è rotto mo...?".
"Ehh l'aria condizionata non va più".
"Mhh vedrò che posso fare".
"Grazie, sei il migliore".
Feci un sorrisino.
Poi arrivò l'altra meccanica, Giuliana, che lo chiamò.
"Sgorbio vieni un attimo qua!".
"Vabbè, io vado. Tu lascia l'auto qui, tra qualche giorno ti chiamo e te la puoi riprendere. Ciaoo".
"Ah, ciaoo".
Non ero pronta a quello.
Come una stupida non avevo neanche considerato l'idea di dover tornare a piedi, ma così debbi fare.
Verso le 13:15 ero arrivata a casa e Sara poté tornare a casa sua.
Mi tolsi le scarpe ed iniziai a cucinare.
I bambini si erano appena addormentati.
Decisi di cucinare due occhi di bue, per risparmiare tempo e accesi la tv.
Stavano trasmettendo l'intervista della cantante Saretta, una tra le mie preferite, ma da quando ha scoperto che suo marito Gabriele la tradiva con un uomo...non credo che canterà ancora, dato che cantavano assieme.
L'intervista si basava proprio su quello.
C'era il presentatore Gustavo Pretelli che faceva alcune domande sul suo divorzio a Saretta. Era così triste...
Ad un certo punto Chandler aprì la porta.
"Ehy amore".
"We, ho fatto gli occhi di bue".
"Buonii. Sto stanchissimo".
"Non dirlo a me...".
Ci sedemmo a tavola e mangiammo assieme.
Verso le 16:00 scesi con Guglio per portarlo dal dottore, perché non voleva proprio berlo il mio latte, ed era una cosa molto strana.
Entrai in sala d'attesa e mi sedetti su una sedia, con Guglio in braccio.
La segretaria Susa aveva una voce fastidiosa, si diceva fosse molto vecchia, ma per me o erano bugie o si portava più giovane.
Arrivò il mio turno ed entrai nella stanza.
"Salve dottore".
"Ancora!? Mi deve chiamare Shrek".
"Eh va bene...".
Sorridemmo.
"Allora...cosa c'è che non va?".
"Guglio...non vuole bere il mio latte".
"Ah...capita spesso, beh l'unica scelta che può fare è obbligarlo. Deve aprirgli la bocca e fargli ingoiare il latte. Vedrà che starà meglio".
"Oh...ok, grazie allora".
"È sempre un piacere. Sono £600".
Pultroppo fui costretta a pagare.
Non credevo di tornare da lui, in fondo era caro e nemmeno tanto professionale. Secondo me non sapeva quel che faceva.

La sera, dopo cena, misi i bambini a dormire e per qualche ora sarei stata in pace.
"Amore, andiamo su?".
"Mhhh va bene. Però solo dieci minuti che non ce la faccio più".
Il nostro appartamento era all'ultimo piano, quindi avevamo delle scale private per il terrazzo dentro, accanto al bagno.
Presi le chiavi e salimmo su in terrazzo.
Ci stendemmo per terra ed iniziammo ad osservare le stelle.
Facevamo quello da quando ci eravamo conosciuti. Qualche sera a piacere ci rilassavamo guardandoe stelle.
"Guarda che bello il Gran Carro".
"Già...Uhh guarda!! La Pila!!".
È una costellazione che si può vedere solo una volta l'anno, il di Aprile, è formata da varie stelle che circondano la luna.
È così bella quella costellazione!
"Ohh woow! È così bella..." Continuò Chandler.
"È la mia preferita, sembrano una famiglia per il modo in cui sono disposte. Tutte in cerchio attorno alla luna.
Poi c'è la luna che è ancora più bella...".
"OOH...sai..." Chandler rideva.
"Che c'è?".
"La tua faccia è identica a quella della luna!".
Scoppiammo in una risata.
Sospirai.
"Aahhh...".
Ci girammo l'uno verso l'altro.
"Ti amo" Gli dissi.
"Non quanto me..." e ci baciammo...

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