"SENZA OCCHI E SENZA VISO"

Mentre tagliavo la carne, l'urlo di isabella fece saltare tutto il ristorante, perché vicino a lei c'era un corpo pieno di sangue ma senza anima. L'anima di Loris era volata in cielo. Loris non c'era più da quella notte. Uscimmo tutti velocemente e andammo da lei. Lui era sdraiato e lei piangeva disperata. Il suo ragazzo era morto ma con lui non il suo amore...forse.

UN GIORNO PRIMA DEL MIO ARRIVO SULL'ISOLA D'ELBA

-Loris?- chiese Isabella dopo essere uscita dalla doccia. Lui non era in casa. Era fuori, da qualche parte. Trenta minuti dopo il ragazzo tornò. -Dove sei stato?- gli chiese guardandolo male. Isabella sapeva che Giada voleva Loris e che lei ci stava provando in qualche modo. -Sono andato a fare una camminata- le rispose. -E perché non rispondevi?-. -Stavo ascoltando la musica- si giustificò. Isabella poi si mise a piangere. -Non dire cazzate- si asciugò il viso e poi continuò. -Era spento il telefono, Loris- e ricominciò a piangere. -Era in modalità "non disturbare" Isa-. Disse. Ad una accusa di Isabella, Loris aveva una scusa già pronta. Era bravo a mentire. Lei, perciò, non poté fare altro che credergli. La sera stessa, Loris, la portò a mangiare fuori una pizza dove egli pagò personalmente. Non era la miglior pizzeria dell'isola ma questo gesto bastò per fare pace con la sua ragazza, la stessa che ora stava piangendo davanti al suo cadavere.

Poi arrivò Francesca. -Ei- mi avvicinai a lei. -Stammi lontano Riccardo. Ti prego, perché lo hai fatto?- disse lei mentre mi guardava con le mani tutte insanguinate. -Cosa?- "pensano che sono io il colpevole" non ci potevo credere. -Perché cazzo hai le mani insanguinate?- mi chiese Jacopo. -Stavo pulendo la carne, vai anche a vedere- usai lo stesso tono che aveva usato lui sia prima che adesso. Lui non lo fece. Mi credette sulla parola. -è successo di nuovo- disse Giada. Isabella in quel momento la guardò malissimo. Io, però, ero concentrato su Francesca. Lei non poteva pensare che l'avessi ucciso. Intanto Loris non aveva gli occhi. Gli erano stati cavati. "Chi poteva commettere atrocità simili?". -Il diavolo è tornato- disse Mirko. Sembrava che gli altri ci stessero credendo davvero. -Questa volta il corpo, però, deve essere scoperto tra 6 ore- poi continuò lui. -Siete pazzi?- chiesi io. -No, noi sappiamo cosa significa tutto questo, te no.- ribatté Jacopo. Non era iniziata bene l'amicizia tra me e lui. -Spiegamela allora-. Poi gli andai incontro e lui fece lo stesso. Non ci saremmo risparmiati. "Poteva commettere una simile atrocità lui?" pensai. "Si, avrebbe potuto". Ma in realtà ce n'erano anche altri potenziali sospettati. Poi mi ricordai di quell'ombra che vidi davanti a me. Che cosa ci faceva lì? è l'assassino o assassina? una ragazza può compiere questa cosa? c'erano molte domande in testa. Isabella, però, si stava chiedendo a come sarebbe tornata a casa oggi. Io, in realtà, me lo stavo domandando di tutti. La sua famiglia, per esempio. Cosa avremmo potuto dire? l'ora del decesso sarebbe uscita non dopo le 9:00. Ci avrebbero incastrati.
Feci, perciò, la cosa migliore. Mi allontanai dal gruppo e chiamai la polizia. -è una chiamata anonima, c'è stato un omicidio, vi prego venite subito alla "Cala Bianca"-. In meno di 30 minuti arrivarono. Le sirene si sentirono da molto lontano. Erano tre pattuglie con una macchina, forse, della scientifica. -Come cazzo hanno fatto?- chiese Mirko. Da un auto scese un uomo non molto alto con i baffi neri e bianchi a manubrio. Bianchi perché era un uomo molto vecchio tipo sulla sessantina di anni. L'uomo con giacca, camicia a quadri blu si avvicinò a noi. I suoi pantaloni cadevano anche se di corporatura era molto robusto. Si tolse dalla bocca la sigaretta e ci guardò. -Buonasera- esordì.

L'OMICIDIO DI VITTORIO

Era un caldo pomeriggio quando tutto cominciò ed esattamente alle 15:00 Vittorio era steso sul marmo della grotta in cui andava sempre per fare riti satanici. -Vieni a me- diceva sempre. Poi chiudeva gli occhi e pensava a tutto il male che c'era al mondo. Qualche volta portava dei suoi amici. Aveva portato Tommaso e Diego e forse anche altri ma questo ancora non lo potevo sapere. Li portava per fare sacrifici umani. Con che voglia? perché lo faceva? cosa c'era dentro quel povero ragazzo innocente?. Quasi tutti dicevano che era un mostro ma tranne Francesca che vedeva del buono in tutti. E forse aveva ragione. Bisogna guardare quello delle persone. Fatto sta che una notte, Vittorio portò Tommaso. Lo tagliò per fare il sacrificio. Subito dopo il fuoco che Vittorio aveva acceso si spense velocemente. Si accese, dopo, una torcia rossa. Ed eccolo. L'immagine che Tommaso non avrebbe mai voluto vedere. Lo aveva lì davanti: il Diavolo. Grande, grosso, con le corna e con un mantello rosso. Non vide altro perché scappò. Questo succedeva ogni sera? oppure solo quando c'era qualcuno che dava il sangue?. Perché Vittorio ha fatto un rito alle 15? cioè l'ora del decesso. Pensavo che il Diavolo comparisse solo di notte. C'era qualcosa in più e me lo sentivo. Ma se il diavolo compariva solamente nel momento di un offerta di sangue di un'altra persona oltre a Vittorio, mi viene da chiedere, chi ha donato il sangue quella notte?...
Sono strano io? oppure, seguendo questa logica, qualcuno ha donato ancora il sangue? allora, se è così, chi lo ha fatto?

Queste domande non stavano in piedi. La donna delle pulizie a casa di Oreste aveva giurato di averlo visto. E quel biglietto sulla finestra con quella scritta. Ci sono tanti pezzi ma nessun filo che li possa collegare. Anche lei aveva donato del sangue? oppure era lei il nuovo Vittorio? c'entrava qualcosa in questo omicidio? eppure per me la soluzione era molto semplice. Qualcuno, in questo gruppo, era un pazzo, maniaco assassino pronto ad uccidere...e forse l'avrebbe fatto di nuovo perché aveva convinto tutti dell'esistenza del Diavolo. Ovviamente a tutti, tranne che a me e a Salvatore.
Perciò tutti ci stavamo guardando con aria impaurita. Il corpo era stato scoperto prima di 6 ore dalla sua morte. Cosa sarebbe successo ora?

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