"DETECTIVE ABBIATI"


Nessuno aveva risposto al "Buonasera" del detective. Si mise a ridere e poi continuò lui a parlare. -Sono il detective Abbiati, ho il controllo del caso, con chi posso parlare?- nessuno si fece avanti. -Io- gli dissi -parli con me-. Scosse la testa. -Vieni ragazzo, andiamo dentro-. Il detective mi mise una mano sulla spalla e continuò a fumare. A me dava fastidio il fumo e lui continuava a buttarmelo addosso e io mi coprivo il naso e la bocca con la mano sinistra. Appena entrammo nel ristorante lui mi fece sedere su un tavolo. Ci sedemmo e lui era di fronte a me con le mani giunte mentre io stavo respirando affannosamente per l'ansia. -Tranquillo- mi disse. Non riuscì, però, a tranquillizzarmi. -Mi hai chiamato tu, vero?- non volevo rispondere ma i suoi piccoli occhi a pallina riuscivano a farmi dire tutta la verità. -Si- gli risposi. Utilizzai la stessa tecnica dell'altra volta per parlare con un detective: risposte secche e poco intuitive. -Perché doveva essere anonima?- mi chiese lui mentre si guardava attorno. -Non lo so- gli dissi. -Senti, ho bisogno di alcune risposte- -anche io- gli dissi. Poi lui sbatté la mano sul tavolo di legno. -Okay, senti, cosa vuoi sapere- mi chiese. "Tante cose" pensai. Avevo tantissime domande dentro di me da fare ma non era il momento giusto. -C'è la maledizione, no?- gli chiesi. Lui mi guardò esterrefatto e poi respirò. -Si- era lui che ora rispondeva in modo secco. Ero riuscito a girare la frittata perfettamente. -Lei cosa ne pensa?- gli chiesi. -Penso che ci sia qualcosa di vero, tu?- mi rispose. -Non ci credo, io- gli dissi. -E quindi cosa pensi?- io gli sorrisi. -Penso che qualcuno abbia ucciso sia Loris che Vittorio, ecco cosa penso- poi continuai -e quel qualcuno è in questo gruppo-. -Perché non sei tu l'assassino?- mi chiese. Io gli sorrisi di nuovo. -Perché io sarò quello che gli toglierà la maschera- e incrociai le braccia. Ero sicuro di quello che stavo facendo? no ma era tanto di guadagnato di fronte ad un detective. -Hai visto qualcosa?- -No- in realtà si ma volevo tenermi le informazioni tutte per me. Aveva capito che stava mentendo. Il detective poi si alzò ed uscì fuori. Andò vicino al corpo di Loris. Appena lo vide si ricordò subito di Vittorio.

IL RITROVAMENTO DEL CORPO DI VITTORIO

Abbiati entrò in macchina quella mattina senza sapere di cosa avrebbe trovato.  Anche lì la chiamata era stata anonima. Chi lo aveva chiamato? il suo assassino? Abbiati giurò che la voce era modificata, aveva un'intonazione metallica. Appena si avvicinò lo vide senza occhi, senza lingua e con un buco in pancia. Insomma non era proprio una bella scena.

Questo fu il flashback che Abbiati stava vivendo. Si coprì gli occhi di nuovo perché Loris era stato trattato esattamente come Vittorio. -Andate via, vi verrò a trovare domani mattina a tutti- disse lui. I miei genitori già lo erano venuti a sapere. Abbiati, poi, chiamò anche i genitori di Loris. Mi misi nei panni di due genitori che amavano il loro figlio. Penso che sia il dolore più brutto che una persona che ama qualcuno possa provare. Tutti piangevamo. Io non sapevo più cosa dire. Francesca non mi guardò più così male ma stette vicino a me e io vicino a lei. Jacopo piangeva e andò verso casa. Isabella piangeva troppo ed era troppo triste per tornare a casa, perciò Abbaiti chiamò i suoi genitori per farla venire a prendere. Federico fece lo stesso insieme ad Alice, Mirko e Giada. Vincenzo, invece, andò nel bosco a pensare. Lui era il più sensibile di fronte a queste cose. Pianse, tirò pugni ad ogni cosa. Abbiati aveva chiesto a tutti noi di andare direttamente a casa perché l'eventuale assassino sarebbe potuto essere ancora in giro. Vincenzo non seguì le indicazioni di Abbiati e andò nel bosco mentre noi andammo tutti a casa. Mentre passeggiava affannosamente Vincenzo calpestava sempre qualche ramoscello qua e là. In un certo instante, però, sentì dei passi non suoi. Si girò di scatto. -Chi è?- con un'intonazione di paura. Nessuno rispose e lui continuò ad addentrarsi nel bosco scuro. Dopo qualche minuto risentì di nuovo i passi. Si voltò tre volte e poi si girò verso l'uscita dal bosco. Stava camminando e all'improvviso aumentò di velocità. Qualcuno lo afferrò da dietro il collo e lo tirò giù. -Fermo- gli disse. Era Diego. -Cosa ci fai qua?- gli mise poi la mano sulla bocca per farlo stare zitto. -Ho sentito le sirene e sono venuto, che è successo?- disse e poi chiese. -Beh, è morto Loris-. Aprì gli occhi. -O cazzo, quando?- -Poco tempo fa- gli disse. -Il corpo è stato scoperto prima delle sei ore, siamo spacciati- e poi si buttò a terra. -Perché mi hai preso così, mi hai fatto spaventare- lui lo guardò. -C'era qualcuno, anche io ho sentito quei passi-. Se fossi stato in loro mi sarei fatto qualche domanda. "Il Diavolo cammina? il Diavolo perché non è scomparso dopo? Perché?" tutto ciò era facile da capire. Qualcuno aveva fatto il lavaggio del cervello, qualcuno aveva compiuto due omicidi e qualcuno, sicuramente, non si sarebbe risparmiato. Quindi la vera domanda che bisogna farsi è "Chi sarà il prossimo?"

Entrai in casa verso le 2:00. I miei genitori erano in piedi ad aspettarmi. -Tesoro, cos'è successo?- mia madre si alzò e venne ad accarezzarmi il viso. -Loris è morto, qualcuno l'ha ucciso- mio padre ci guardò a tutte e due e noi lo guardavamo. Poi si alzò e con una voce sottile disse -è stato il Diavolo?-. Misi giù le mani di mia madre dalla mia faccia, mi girai per andare in camera e poi mi voltai con la testa. -Si, il Diavolo- risposi.

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