10.Verità su verità
"Can you hear the silence?
Can you see the dark?
Can you fix the broken?
Can you, can you feel my heart?"
Guardo il paesaggio attorno a me che cambia velocemente, si mostra sfocato, maestoso nel suo silenzio.
Un po' come i pensieri.
«Per quanto starai senza quel bambino?»
Scendo il finestrino e guardo la figura accanto a me che sta guidando «Un mese circa» Rispondo, per poi voltare nuovamente lo sguardo al di fuori.
Esco di poco la testa, socchiudendo gli occhi per il vento e sentendo i capelli in continuo movimento.
Una volta arrivati vicini al luogo d'interesse rischio di sbattere la testa contro un ramo, la figura accanto a me reprime una risata, ricevendo in tutta risposta un mio sguardo poco gentile.
Apro lo sportello della macchina e scendo, sentendo immediatamente le foglie secche sotto le scarpe
«Su, seguimi»
«Se non voglio finire perso tra le creature di questo bosco, formando poi una monarchia, diventando di conseguenza il re di questo luogo, non ho altra scelta, se non seguirti.» Rispondo seguendo la figura più grande di fronte a me.
Mentre camminiamo nel bosco sento diversi rumori che non mi convincono, i quali mi portano ad aumentare il passo verso la nostra meta.
«Papà, hai deciso di liberarti di me e stai cercando un posto abbastanza isolato?» Chiedo affiancando l'uomo, il quale mi guarda davvero male.
Leva il telefono dalla tasca e mi mostra un video.
Oooh shit.
Sono io la notte che ho cercato la cartella della famiglia Hale, le telecamere mi riprendono di spalle, ma ovviamente mio padre mi riconosce alla perfezione.
«Vuoi sapere degli Hale, e le tue notizie avrai» Dice con un tono che non mi rassicura affatto.
La struttura davanti a noi mi mette i brividi, o meglio, ciò che ne rimane.
È quella che dovrebbe essere la casa dove è avvenuto l'incidente della famiglia Hale, da quanto mi ha raccontato mio padre è così da circa dieci anni.
«Sai che non avrei dovuto portarti qua?» Chiede mio padre, annuisco mentre continuo a fissare ciò che rimane di quella casa.
«Non penso che questo sia diventato un luogo turistico, è pur sempre una proprieta privata» Sobbalzo nel sentire quella voce che sembra così diversa, mi volto, lui sembra così diverso.
Mio padre gli punta subito un'arma contro, probabilmente non l'ha riconosciuto.
Poso lentamente una mano sull'arma di mio padre, abbassandola.
«Stiles..che..cosa fai?»
«È lui»
«Lui?» Mio padre punta lo sguardo fisso sul ragazzo a pochi metri da noi.
«Derek, Derek Hale» Esordisce, rimettendo l'arma a posto.
«Cosa ci fate qua?» Derek si avvicina a noi.
Non sembra nemmeno lo stesso ragazzo che Christopher mi ha portato a conoscere.
È come..tetro? Sì può descrivere una persona tetra?
I capelli sono lievemente scompigliati, tiene le mani nelle tasche della giacca nera in pelle che copre una maglietta bianca leggermente aderente.
Le sue iridi sembrano fissarci con tale disprezzo che ti senti in colpa solo tastando il terreno circostante a quella casa.
«Noi..» Mi guardo attorno, dappertutto tranne che al ragazzo, non reggo quello sguardo.
«Ho scoperto il tuo nome perché ho cercato nei vecchi casi di tuo padre, ovviamente ho cercato solo il tuo nome, senza andare ad interferire nei dati personali.
Oggi mio padre mi ha portato qui, io non ne sapevo il motivo, poi mi ha mostrato che la notte in cui ho scoperto il tuo nome ero stato ripreso perfettamente da una telecamera, così lui, sapendo di più riguardo il caso mi ha portato qui.» Spiego velocemente, temendo una reazione più che negativa.
Probabilmente Derek non mi salta addosso solo perché ha visto l'arma di mio padre, tira un lungo sospiro e si passa una mano sul viso.
«Sai che mi sono sentito preso in giro in parte?» Se ne esce, e lo comprendo, infondo è come se durante un gioco avessi usato i trucchi per vincere, insomma lui voleva fare solo qualcosa di carino con un bambino e io mi sono infilato a forza nella sua vita, volendo sapere sempre troppo.
«Cosa speravi di trovare qui?» Continua a chiedere, ferito.
«Stiles?» Mio padre mi poggia una mano sulla spalla prima di seguire la strada che abbiamo percorso prima, capendo che Derek potrebbe entrare in discorsi che a lui non devono riguardare.
«Io...» Derek ora è appena ad un metro da me, nonostante questa distanza sento il mio fiato corto.
«Volevo scoprire di più della persona con cui voglio avere a che fare anch'io» Ammetto
Il ragazzo davanti a me chiude gli occhi, probabilmente cercando di formulare una risposta che non lo faccia sembrare debole, facendogli tenere il coltello dalla parte del manico.
«E non potevi scoprilo col tempo?»
«Me lo permetteresti?»
«Ora come ora? Non lo so»
E devo ammettere che quelle semplici parole mi fanno male.
«Non so praticamente niente»
« Invece sai troppo in confronto agli altri, non so nemmeno perché te ne ho parlato»
Cosa intende? Perché io sono troppo in confronto agli altri?
«Perché?» Oso chiedere, facendo un passo avanti.
Derek a sua volta ne fa uno indietro.
« Perché con te sento di non doverti nascondere niente. Ti avrei raccontato tutto a tempo debito, Stiles.»
«E ora?»
«Ora potrei far finta di non conoscerti»
«Lo farai?»
«Pensi che lo farò?»
Scuoto il capo
«Bene»
Svariati minuti dopo sono a conoscenza del incidente della casa Hale.
Diversi anni prima era stato appiccicato volontariamente un incendio nei pressi della casa, con l'intenzione di bruciare il terreno circostante, così è stato.
Quando il tutto è accaduto lui e la sorella ancora viva erano a scuola, mentre lo zio é sopravvissuto non si sa nemmeno come, aveva diverse ustioni nel sessanta per cento del corpo, era ridotto male, ma ora entrambi i suoi famigliari rimasti stanno più che bene in Delle cittadine lontane da Beacon Hills.
Dopo tutto ciò non sa cosa rispondere, semplicemente guarda il ragazzo seduto accanto a sé, con la schiena contro un enorme tronco « Perché tu invece sei restato?» Chiedo dopo diversi minuti di silenzio «Non riesco a separarmi da questo posto» Ammette con un filo di voce.
«Derek?» Richiamo la sua attenzione su di me.
«Stiles»
«Il tuo tatuaggio.»
«Cosa?»
«Quello sulla schiena, sì insomma. Gli voglio dare il mio significato» Il ragazzo fa spallucce, come la cosa non gli cambiasse molto.
«Sono, il tuo passato, quello che ti tiene legato qui, come una calamita. Il presente, che è ciò che ti puoi ancora manipolare per andare a creare poi il tuo futuro che varierà in base al tuo presente. Passato, presente e futuro, ecco come io interpreto il tuo tatuaggio» Spiego strappando un erbaccia accanto a me.
«Vuoi far parte del mio presente, in seguito del mio passato, aiutandomi a creare un futuro migliore?» Mi domanda...
Spazio me
Spero come al solito che il capitolo vi sia piaciuto!
In questo "spazio me" volevo solo avvisarvi che per un brevissimo periodo non potrò assolutamente scrivere, ma appena riuscirò sicuramente scriverò subito, senza farmelo ripetere, Perché forse.. sì, forse mi sto affezionando a questa storia e di conseguenza a voi che leggete!
E quindi niente, a presto miei lettori, finite di trascorrere l'estate al meglio, prima di tornare in quel carcere chiamato scuola!
Ciau ^3^
-Claw
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