Notte di festa

PERCY

-Cioè... stai diventando un Dio, Capo?- mi domandò Leo, sbigottito dopo la mia spiegazione.

-A quanto sembra...- sospirai, appoggiando la schiena alla testiera del letto.

-Tutto ciò è incredibile, meraviglioso, strepitoso!- gioì Reyna con uno scintillio negli occhi - Sarai il primo Dio ad essere diventato tale solo con la tua forza di volontà e il tuo coraggio.-.

-In realtà il primo è stato Dioniso- precisò Annabeth - ma è comunque un evento fuori dal comune. Non sono stupita che sia toccato a te. Era la conseguenza più logica dopo tutto ciò che hai passato.-.

Ero allo stesso tempo felice di vedere il suo volto soddisfatto, ma anche triste perché forse lei non aveva neanche preso in considerazione l'idea che la nostra relazione si sarebbe notevolmente complicata. Non che avessimo una relazione reale... insomma per il momento era solo nella mia testa... Cosa piuttosto triste e da sfigati a rifletterci. Avrei dovuto porre rimedio a tutto ciò. Io amavo Annabeth, ne ero convinto. Gliel'avrei detto, presto. D'altronde dopo aver affrontato mostri, titani, dei e giganti, confessare il mio amore per Annabeth avrebbe dovuto essere una passeggiata. Allora perché mi sudavano le mani ogni volta che la guardavo e la lingua mi s'impastava ogni volta che cercavo di trattare quell'argomento?

-Affascinante.- mormorò Will – potrei prelevare un po' d'icore? Non ho mai avuto l'occasione di studiarlo.-.

-Dopo, raggio di sole. – gli disse Leo, saltandogli al collo. – ora dobbiamo organizzarci.-.

-Per fare cosa?- chiese Reyna.

-Una festa, mi sembra ovvio!-.

-No – mi opposi – niente feste. Abbiamo da lavorare oggi.

-Percy... abbiamo lavorato tutti tantissimo in questo periodo...- tentennò Annabeth – che ne dici di prenderci questa giornata di riposo?-.

-Sarei d'accordissimo, Sapientona. Ma poi ci ritroveremmo arretrati col lavoro e...-.

-Percy, c'è poco da fare e la maggior parte delle truppe sono rientrate al Campo. Posso occuparmi io dei rapporti. Inoltre non sta succedendo nulla di che .- disse Reyna.

-Non mi sembra giusto...-.

-Voi due prendetevi una pausa! È un ordine!-.

Io e Annabeth acconsentimmo e passammo una giornata fantastica solo noi due. Prima mi aiutò a sistemare la cabina di Poseidone e a fare il bucato. C'erano tantissimi vestiti che lavammo nel fiume, scherzando con alcune driadi. Poi pranzammo al padiglione, purtroppo io da solo al tavolo di Poseidone, ma parlai con tanti amici che non vedevo da tempo. Rimasi sorpreso di vedere Leo, Will, Dakota, Lou Ellen, gli Stoll e Polluce a discutere animatamente al tavolo di Dioniso.

Nel pomeriggio, dopo un'arrampicata sulla parete a ostacoli, una gara di tiro con l'arco ( vinta da Annabeth sebbene Apollo continuasse a darmi consigli) e uno scontro con le spade vinto da me nell'arena, ci separammo per fare una doccia e cambiarci. Ci rincontrammo a cena, poi mentre stavo per andare a trovare Reyna, Leo mi bloccò, aggrappandomisi ad un braccio.

-C'è una barca che vi aspetta, sua divinità!- mi disse, spingendomi verso la spiaggia dove trovai Annabeth ad attendermi su una semplice barchetta a remi.

-TU remi!- disse Annabeth, quando salì a bordo.

-Neanche per sogno.- ridacchiai, lanciando i remi sulla spiaggia e manipolando le onde finchè non ci spinsero al largo.

Parlammo del più e del meno, ridendo e scherzando tra noi. Amavo il modo in cui Annabeth mi punzecchiava il fianco quando dicevo una stupidagine e amavo sentirla ridere. Eravamo seduti vicini e la barca si spostava con un dolce dondolio. Le raccontai nei dettagli di Ciel, di come mi stessero facendo impazzire gli dei, del Kraken, ogni cosa. Dopo mi sentì più leggero. Ci distendemmo a guardare le stelle. Io potevo vedere gli Dei fluttuare sopra di noi. Mi ero ormai abituato ad ignorarli, così mi riuscì a godere quella serata così romantica. Era il momento giusto per dichiararmi? Forse...

-Qual è la tua costellazione preferita?- mi chiese Annabeth.

-Prima della morte di Zoe, era Ercole. Pensavo fosse più sfortunato di me. Poi mi ha lanciato delle noci di cocco in faccia.-.

-Zoe mi manca. Sai che Talia t'infilzerà appena scoprirà che stai per diventare un Dio?-.

-Probabile.-.

-Quindi... diventerai immortale, potente, cambierai forma?-.

-Forse, ma non cambieranno mai i miei sentimenti.- sospirai, guardandola.

Era davvero bellissima.

-Quali sono i tuoi sentimenti?-.

Ecco, quello era il momento. Come lo sapevo? Afrodite minacciava di strangolarmi se non mi fossi dato una mossa. Dimenticai tutto e mi concentrai solo su Annabeth. Su come mi faceva ridere e su ciò che provavo a stare con lei. Io l'amavo. Perché era così difficile dirglielo?

-Non azzardarti!- sibilò Atena.

Ah, ecco perché!

-Suvvia, nipote. Lasciali in pace.- mi difese mio padre.

I due iniziarono a battibeccare in greco. Annabeth mi guardava ancora, con un sogghigno accennato.

-Provo affetto per tutti i miei cugini e mi sento... paterno nei loro confronti... quasi...- iniziai.

-Anche per Leo?-.

-Si, anche se talvolta vorrei ucciderlo- ridacchiai.

-Potrai fulminarlo una volta diventato Dio.-.

-O trasformarlo in un tonno. Si, mi piacerebbe.- risi.

Presi la mano di Annabeth.

-Però la persona per cui provo i sentimenti più forti sei tu. Annabeth... io ti amo.-.

Ecco fatto! Pensavo sarebbe diventato più difficile, ma dirlo guardando quegli occhi grigi, argentati alla luce della luna piena, è stato naturale come respirare.

-Finalmente, Testa d'Alghe. Iniziavo a non sperarci più di udire questa frase. Sei davvero idiota, ma sei il MIO idiota.- disse lei, abbracciandomi.

Finalmente la baciai e il mondo collassò in quell'idilliaco strofinio di labbra e lingue.

Il nostro ritorno a riva futravolto dalla festa che aveva organizzato Leo, come avevo sospettato. Will ci portò su un palco misteriosamente spuntato all'improvviso accanto all'arena. Su di esso ci aspettava Leo, illuminato da fasci di luce dorata e con un microfono in mano.

-Ok, eroi. Un attimo di silenzio. Ora che la nostra coppietta preferita è tornata dalla loro gita romantica è il momento di discutere di una cosa importante.-.

Allarmato, gli allontanai il microfono dalla bocca.

-Non vorrai dirgli che sto per diventare un Dio, vero? Ti proibisco di rivelarglielo adesso!-.

-Calmo, Capo. Non lo svelerò adesso.- mi rassicurò lui, riprendendo il microfono.

-Allora, semidei, che Dio diventerà il nostro Perseus Jackson?-.

-Leo!- urlai, sconvolto.

-Cosa? Stamattina l'ho detto a tutti, mica ora.- si difese lui.

Stavo per mollargli un pugno, ma il clamore della folla mi distrasse. Sembrava che ognuno volesse attribuirmi un ruolo: Dio degli idioti, Dio del pessimo gusto, Dio del colore blu, Dio degli sfigati, Dio degli ottusi che non capiscono nulla dell'amore, Dio dell'umorismo scadente, Dio del disordine...

-Che ne dite di Dio della sfiga, allora?- sbuffai.

-Ottimo consiglio! Avremmo dovuto pensarci prima di fare il cartellone!- ridacchiò Leo.

Il figlio di Efesto fischiò e sulla mia testa volarono due mini elicotteri che dispiegarono uno striscione con su scritto : Percy, Dio degli eroi, del coraggio, della forza di volontà.

Rimasi a bocca aperta, mentre la folla saliva sul palco. Tutti volevano toccarmi o stringermi la mano e le loro voci si sovrapponevano a quelle degli dei. Io...Dio degli eroi?!

I figli di Nike mi coprirono di corone d'alloro, Annabeth quasi infilzò le figlie di Afrodite che mi riempirono di baci sulle guance, Dakota e Polluce mi offrirono non so quante bevande. C'era musica, cibo blu, fontane di Diet Coke e Super Fresh. I figli di Apollo cantarono e suonarono, dovunque si sentivano risa e acclamazioni. Ero convinto di aver visto Leo e Will che si baciavano, ma forse mi ero sbagliato. Grover pianse tutto il tempo, belando quanto fosse fiero di me sgranocchiando lattine d'alluminio. Più sul tardi, Leo mi portò il videofonino e comunicammo insieme la notizia ad Hazel, Nico e Frank, che era andato negli inferi a trovare la sua ragazza. Ne rimasero scioccati e credetti che Nico stesse per urlarmi contro, ma poi risero e gioirono con noi. Chiamammo anche Jason e Piper che erano rimasti da soli sull'Olimpo con due figli di Nike. Leo gliel'aveva già detto, ma Jason ritenne opportuno fare battute sul fatto che avrei portato il caos e il disordine sull'Olimpo. Che simpatico! Talia e le cacciatrici ci raggiunsero durante la notte. Alcune di quelle ragazze rimasero disgustate dalla notizia.

-Un altro dio maschio? Non è giusto, creerà solo problemi.-.

-Che noi risolveremo!- aggiunse Talia, dandomi un pugno su una spalla.

Fu più sorpresa del fatto che io e Annabeth stessimo insieme e mi prese da parte per minacciarmi. Era e Atene l'approvarono, ma io impallidì quando mi disse che se l'avessi tradita mi avrebbe evirato con un temperamatite elettrico. Stava scherzando, vero? Comunque non avrei mai tradito la donna della mia vita. Non sapevo ancora come avrebbe dovuto funzionare quella relazione Dio non per scelta / semidei, ma ero intenzionato a non rovinarmi la serata con cupi pensieri. Sotto i fuochi d'artificio Annabeth mi baciò. Non ero mai stato così felice, né mi ero sentito più apprezzato. Mise a tacere l'ansia per il compito che mi era stato imposto con della birra che i fratelli Stoll avevano contrabbandato. Facemmo festa tutta la notte e quello fu uno dei giorni migliori della mia vita umana. Non sapevo ancora che sarebbe stato pressoché l'ultimo...

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