L'irritante meccanico

LEO

Ah, cosa avrebbero mai fatto i miei amici senza di me! E pensare che, dopo che mi ero fatto saltare in aria con Gea e ricomparso accanto all' Athena Parthenos, Jason e Piper hanno cercato di strangolarmi mentre piangevano, seguiti a ruota da Percy, Annabeth e Hazel. Frank c'era corso incontro con tanta foga da catapultarci sulle pendici della collina a rotolare! Come se non fossi già abbastanza acciaccato e dolorante! Invece Nico in piedi mi pungolava il fianco con una scarpa mormorando – Non è possibile! Ti ho sentito morire! Eri morto! Sei una mania? Uno zombie? O un vampiro?

Alla fine si era convito che fossi umano, anzi semidio, dopo aver ascoltato la nostra impresa per ottenere la Cura del Medico di Esculapio. Mi aveva abbracciato anche lui, con le lacrime agli occhi, mormorando – Stupidi figli di Apollo! Combinano solo guai, ma per una volta ne hanno fatta una giusta!

La festa di quella sera... oh davvero indimenticabile! Perfino Nico aveva sorriso almeno tre volte in tutta la giornata! Segno che doveva essere davvero entusiasta! Ora lo sentivo di nuovo tetro e freddo mentre mi guardava mettere insieme lamine di ferro e bronzo celeste, cavi e bulloni per costruire il telefono per il Tartaro. Anzi, all'ultimo momento decisi di dotarlo di videocamera. In realtà non morivo dalla voglia di vedere il grande luogo oscuro dove Annabeth e Percy avevano affrontato la Notte, ma era comunque un'opportunità rara, se avesse funzionato...

-Puoi smetterla di fissarmi la schiena?- ridacchiai sentendo lo sguardo del figlio di Ade alle mie spalle – Lo so che sono fin troppo bello, ma così mi fai arrossire! –

-Come se potessi mai prendermi una cotta per te, Valdez!- Sbuffò Nico, andandosi a sedere sulla brandina che avevo portato al Bunker Nove, dato tutto il tempo che vi passavamo.

- Perché? Neanch'io sono il tuo tipo?-

Gli altri mi avevano riferito della cotta di Nico per Percy. La cosa era ormai di dominio pubblico e non sembrava dargli fastidio che ci scherzassimo su. Lo vidi scuotere la testa con la coda dell'occhio.

-Mi rinfaccerete questa frase a vita?-

-Ovvio! Mi passi quel cacciavite?-

Con un fruscio di vestiti, si accostò a me ed io presi dalla sua mano lo strumento. Lo sfiorai appena, ma rabbrividì per il contatto. La pelle di Nico era fredda come ghiaccio soprattutto in confronto alla mia.

-Non hai mai freddo? Sei gelato!-

-Tu non hai mai caldo? La tua temperatura sarà almeno di quaranta gradi!-

- Cosa posso farci se sono troppo caliente!- ridacchiai, riconcentrandomi sul lavoro.

-Come sei modesto!-

-Lo so!- replicai, facendogli la linguaccia.

- Molto maturo...-.

-Disse il ragazzino fissato con le carte di Mitomagia.-.

-Non ci gioco più da tempo!-.

-Ma se ti ho sentito parlarne con Frank l'altro giorno in infermeria.- ridacchiai.

-Lui ed Hazel erano venuti a trovarmi, dato che ero costretto a letto.Io e Frank abbiamo praticamente solo quell'argomento in comune.- si strinse lui nelle spalle.

-Almeno ti sei riposato in questi giorni. Io invece sono riuscito a scappare dalle grinf... ehm... cure amorevoli del Dottor Solace.- sogghignai.

-Avrei voluto riuscirci anch'io, ma avevo fatto una mezza promessa sullo Stige...- sospirò lui.

- Non devi inventarti scuse con me! Se ti piace il figlio di Apollo...- lo provocai.

-Valdez!- mi urlò lui nell'orecchio.

- Che c'è? Cosa ho detto? Non sono mica Piper! Non so andarci per il sottile in campo amoroso!-.

-Tra me e Solace non c'è niente!- ribadì il figlio di Ade, arrossendo.

-Andiamo, Nico! Sei tutto rosso ed è l'unico a cui dai retta e che non guardi come se volessi ucciderlo.-.

-In questo momento sto provando l'impulso di uccidere te piuttosto!-

-Oh... perché pensi di riuscirci?- domandai, scoccandogli un'occhiata.

Aprì una mano e feci guizzare una fiammella di fuoco sul palmo .

- Non tentarmi, maledetto piromane!- replicò lui, imitandomi.

Al posto del fuoco sul suo palmo si creò una sfera vorticante di oscurità. Ridacchiai e mi rimisi all'opera, dandogli le spalle.

- Non dovresti assegnare i laboratori ai figli di Efesto?- mi chiese dopo un pò.

-Ho dato l'incarico a Nyssa.

- Ma sei tu il capogruppo!

-Si, ma Nyssa conosce i miei fratelli da più tempo. Io sono solo l'ultimo arrivato. – mi strinsi nelle spalle.

Dopo altri venti minuti ultimai il lavoro.

-Ecco qua, Signore Oscuro.- sorrisi, alzandomi in piedi e porgendo a Nico due videofonini grandi come I-Pad. – Due telefoni extra large per gli amici dell'Oltretomba extra large. Uno lo terrai tu. Uno lo lanceremo nel baratro, il terzo lo porterò al Grande Capo se questi due funzioneranno.

- Grande Capo?- mi fece il verso, inarcando un sopracciglio.

- Suvvia, l'hai notato anche tu come ha assunto il comando, no? Figurati, per me va bene. Non resisterei alla pressione di dover coordinare così tanti semidei per così tanti lavori. Naturalmente Annabeth e Reyna gli daranno manforte, ma penso sia Percy ad arbitrare tra le due. Comunque... ho scritto le istruzioni per i nostri due giganti. Le metteremo nel polistirolo.-

Avevo dotato il telefono di tre pulsanti: uno grigio da premere sia per l'accensione, sia per spegnerlo; uno verde per chiamare; uno rosso per chiudere la chiamata. Semplice, ma i Titani ed i Giganti forse non erano informati delle ultime scoperte tecnologiche del secolo! Diciamocelo, senza twitter, foto di cibo e gatti, domande stupide su yahoo e hashtag di persone depresse, ci credo che ai mostri stessi non piacesse il Tartaro. Peggio di tutto... Percy mi aveva detto che non c'era neanche un McDonald's! L'Orrore!

-Almeno servi a qualcosa. Vieni con me?- mi chiese Nico.

- Dove?-

-Negli Inferi. Non devi ricalibrare il segnale o fare quelle cose da nerd strane per far si che l'apparecchio funzioni?

-Ah, si, certo. – replicai, rabbrividendo.- Non credi sia prematuro portarmi a casa tua per il nostro primo appuntamento?- lo stuzzicai.

Lui arrossì gridandomi – smettila Valdez! Dei, quanto sei irritante! -.

Ridacchiando del suo imbarazzo, recuperai della carta da imballaggio in cui avvolsi uno dei videofonini. Feci una corsa nella cabina numero 9. Facendo lo slalom tra bulloni e cacciaviti che i miei fratelli si stavano lanciando contro per decidere in modo educato ed ordinato le squadre e la locazione, mi accostai a Nyssa. Le dissi che andavo negli Inferi con Nico e che alle dieci ci saremmo visti all'ex albero di Talia. Lei mi raccomandò di stare attento e spostò l'appuntamento alle sette di mattina. Che tiranna! Presi un cambio d'abiti, mi beccai un graffio sulla mano per colpa di un chiodo e raggiunsi Nico fuori dalla casa. Il figlio di Ade mi si accostò. Era basso e mingherlino esattamente come me, ma almeno io avevo una muscolatura ben definita. Non che riuscissi ad intravedere molto del suo fisico da sotto i larghi jeans, l'ampia maglia nera col teschio bianco e il giubbotto da avviatore.

-Era da un po' che volevo chiedertelo, Nico... ti vesti sempre di nero perché è il tuo colore preferito o per impersonare meglio il figlio di Ade?-

-Per entrambi i motivi.- mi rispose lui, abbozzando un ghigno.

Posò la sua mano fredda sul mio braccio nudo per la maglietta a mezzemaniche del Campo Mezzosangue ed iniziammo a dissolverci tra le ombre. Per voi che non l'avete ancora mai provata, sappiate che è una sensazione che non rientra nella top ten del divertimento da semidio.


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