L'assemblea dei semidei al tavolo da pingpong

ANNABETH 

Erano solo le dieci del mattino, ma ero stanca morta. Io e Reyna avevamo passato ben tre ore a controllare i registri del Campo Giove per suddividere i soldati romani in base alla loro casa divina di appartenenza. E un'ora l'avevo passata per convincere la figlia di Bellona che ciò fosse necessario. Se dovevamo organizzare squadre miste a cui affidare compiti precisi, dovevamo sapere il campo in cui ognuno di loro era migliore. Un figlio di Nemesi sarebbe stato un disastro con un figlio di Tiche, così come una figlia di Cerere avrebbe fatto una brutta fine in prima linea nell'attacco ai mostri con i figli di Ares. Ovviamente Percy e Jason erano inutili in un lavoro burocratico di questo genere, specie a causa della loro dislessia che, a quanto sembra, è più accentuata nei figli di Dei maggiori. Ai figli di Atena non dava particolarmente fastidio e neanche a Reyna. Una volta collocato ogni semidio nella sua casa di appartenenza, ci vollero altre due ore al pretore per sciogliere le cinque coorti e radunare ogni eroe nella sua casa di appartenenza. I Romani non erano per nulla contenti. Dopo un pranzo veloce e che mi parve insapore a causa dell'ansia che mi opprimeva, insieme a Chirone iniziammo a distribuire i semidei in base al compito da svolgere. Sia Percy sia Jason contribuirono in modo essenziale ed anche Reyna. Discutemmo per talmente tanto tempo, che mi bruciavano gl'occhi e mi sentivo febbricitante. Chirone ci offri del caffè e decisi che quella bevanda sarebbe stata la mia migliore amica, specie in quei giorni. Per prima cosa, con una conchiglia di Chirone, Percy cercò di mettersi in contatto con suo fratello Tritone. Fu scorbutico come al solito e rifiutò qualsiasi nostro possibile aiuto, accettando solo Tyson che partì immediatamente. Oh beh, noi gliel'avevamo proposto! Alle otto di sera fummo pronti o almeno quanto più pronti possibile. Convocammo un'assemblea con i capogruppo greci e quelli romani neo eletti. Il salotto della casa grande si riempì in fretta. Sorrisi nel notare la serietà dei romani accanto alla svogliatezza dei greci. Perfino la figlia di Somnus, versione romana di Ipno, sedeva composta, sebbene avesse gl'occhi chiusi. Almeno non russava a bocca aperta e testa sul tavolo come Clovis. Quasi mi dispiaceva di non avere un figlio di Minerva accanto a me, ma d'altronde era una dea vergine. Percy era seduto a capotavola, con affianco Chirone sulla sedia a rotelle. Io ero proprio alla sua sinistra e riuscivo a vedere le sue mani che tamburellavano irrequiete sul tavolo. Era cresciuto parecchio dalla prima volta che l'avevo visto. Sembrava più forte, maturo, duro a tratti. Nel Tartaro ero riuscita a vedere la sua natura più crudele. Eppure, sapevo che non mi avrebbe mai fatto del male, anche se non capivo se ricambiava i miei sentimenti. Di messaggi ed occasioni gliene avevo dati tanti. Possibile che non ne avesse colto neanche uno? Si... probabile.

-Leo! Smettila!- urlò Jason, distraendomi dalla contemplazione del mio Testa d'Alghe.

Notai che Butch stava cercando di fermare un mini-satiro di metallo che gli correva sulla testa, radiocomandato da Leo che rideva mentre il figlio di Iride fumava di rabbia e si prendeva a schiaffi. Con un colpo ben preciso, Will Solace lanciò una pallina da pingpong centrando in pieno il satiro che cadde a terra, rompendosi. C'era da aspettarselo da un arciere figlio di Apollo. Era anche il miglior medico del campo.

-Ehi!- protestò Leo, mettendo il broncio.

- Riprovaci, Valdez e ti strangolo!- lo minacciò Butch, sporgendosi sul tavolo.

Leo si limitò a fargli l'occhiolino, ma Butch s'innervosì e si alzò di scatto con i pugni alzati e il viso rosso, mentre Connor e Travis Stoll ridevano senza ritegno. Leo aveva subito stretto amicizia con i figli di Ermes, si adoravano a vicenda. Accanto a loro il figlio di Mercurio cercava di trattenere le risate coprendosi la bocca con le mani, ma sembrava quasi in preda a convulsioni finché Reyna non lo freddò con una delle sue ormai leggendarie occhiatacce.

-Siediti, Butch. Basta Leo. Un po' di contegno, dobbiamo parlare di una cosa seria!- cercò inutilmente d'imporre l'ordine Jason.

-Silenzio.- ribadì Nico con un fil di voce, ma tutti lo sentirono e gli diedero retta, sebbene Nico si stesse guardando le unghie e non sembrava affatto minaccioso. Era molto pallido, anche dopo aver riposato per tre giorni in infermeria sotto gli ordini di Will.

- Semidei, greci e romani- iniziai – abbiamo un problema. I tredici Dei maggiori si sono dovuti momentaneamente assentare per cause di forza maggiore. Sono stati forse rapiti.

Mi fermai per qualche minuto, per lasciarli assimilare la notizia. Sui loro volti si susseguirono stupore e preoccupazione. Nico invece diventò verdastro e delle ombre nere iniziarono a lasciare il suo corpo. Will gli posò una mano sul braccio, scuotendolo e Nico si girò verso di lui.

-Niente maglia dell'Oltretomba. Ordini del Dottore.- gli sorrise, rassicurante.

Nico prese un profondo respiro ed annuì, riassorbendo l'oscurità. Hazel sembrava più tranquilla, ma lo sguardo mi cadde sul pavimento e notai che sotto la sua sedia erano accatastati diamanti e rubini grandi come mele. Non ci saremmo più dovuti preoccupare della vendita delle fragole in calo per un bel po' con quelli.

-Noi dovremo temporaneamente svolgere i loro compiti- continuai -affinché nessun nemico prenda i loro troni o decida di assaltare l'Olimpo per sete di potere. Gli Dei contano su di noi. Non possiamo deluderli. Per il momento vi abbiamo divisi a gruppi e assegnati al ruolo che maggiormente è accessibile alle vostre caratteristiche. Ovviamente siamo aperti a qualsiasi reclamo...

Leo alzò la mano. – Reclamo formale: noi siamo semidei, non Dei. Non possiamo svolgere i loro ruoli!

-Si che possiamo. Sono meno difficili di quello che pensate.- cercò di tirarli su Percy.

Leo alzò ancora la mano – Reclamo formale: ma siete ammattiti tutti?

-No, Leo. È fattibile, sul serio. Ed è l'unico modo per preservare l'olimpo e lo stato attuale delle cose.

Leo alzò ancora la mano – Reclamo formal...

-Respinto!- replicai.

- Allora reclamo Informale: sono l'unico ad essere stanco di essere usato come uno straccio dagli Dei? - .

- No!- replicò Percy – anche io sono stanco, ma non sono disposto a mettere in pericolo le persone che amo. Se lasciassimo l'Olimpo scoperto o gli Inferi senza dominio, i morti potrebbero trovare il modo di tornare indietro e dee come Chione potrebbero assoggettare il mondo o anche Eolo. Te li ricordi, vero?

- Oh, si.- si strinse nelle braccia Leo. – Lui più da brividi di lei e Chione era neve. Ok! Recepito il messaggio. Com'è questa divisione di ruoli? Posso fare Zeus?

- No, io sono Zeus, tu sei Efesto. – ridacchiò Jason.

- Ma io non sono così brutto! Andiamo sono il mitico Leo! Il super Figaccione! Vero Hazel?!-.

- Vuoi impersonare Venere? Te la cedo volentieri! – sbottò Michael Kahale.

- Oh, si Leo, ti vedrei proprio bene con un aderente vestito rosa..- iniziò Connor.

-... e con una corona di fiori in testa...- continuò Travis.

-... seduto su una soffice nuvoletta con tutt'intorno colombe bianche.- concluse il figlio di Mercurio.

I tre si batterono il cinque suscitando una risata generale che smorzò un po' la tensione accumulata.

Quando tutti si furono calmati, Percy prese la lista che avevamo stilato durante il pomeriggio ed iniziò a distribuire i compiti.

-Sull'Olimpo andranno Jason e Piper, che tratteranno con i Venti e con Eolo stesso, li accompagneranno tutti e sei i figli di Nike, due figli di Ecate bravi a manipolare la foschia in modo tale che, all'occorrenza, il dio richiesto appaia seduto sul suo trono. Inoltre vorremmo sull'Olimpo due figli di Apollo esperti in cure mediche ed un figlio di Mercurio ed uno di Ermes per eventuali messaggi urgenti. E un figlio di Atena se le cose andassero per il verso peggiore. I Capogruppo possono scegliere chi della loro casa inviare.

- Negli Inferi vorremmo sia Nico, sia Hazel. La vostra matrigna ha accettato di assistervi. Con loro un figlio di Apollo, uno di Atena, uno di Ermes ed uno di Mercurio.

Nico annuì – Va bene Hazel. Avrò bisogno di lei. Ma non voglio né Figli di Apollo né del dio dei ladri a casa mia o saccentoni.

-Ehi, così ci offendi!- mise il broncio Connor.

-Nico, è solo per le comunicazioni urgenti. Un secondo parere nei momenti difficili è sempre ben accetto. Inoltre se Hazel si ferisse tu la sapresti aiutare? – tentò di convincerlo Will.

Con un sospiro, infine Nico acconsentì – Va bene Solace. Accetto qualunque figlio di Apollo tranne te! Non sopporterei di dover eseguire i tuoi " ordini del dottore" per altro tempo!

-Ok, continuiamo...- riprese Percy, misteriosamente sogghignando – Per fortuna le officine attive di Efesto sono solo dieci, quindi vorrei in ogni laboratorio due figli del Dio più un ciclope di fiducia fornito da mio fratello Tyson per parlamentare con i ciclopi delle officine, più un figlio di apollo per ogni laboratorio ed uno di Mercurio o Ermes.

- I figli di Dioniso o Bacco e Demetra o Cerere si spartiranno i campi coltivati per prevenire le sovversioni dei Karpoi. Formate tre gruppi misti e ognuno porti con se un figlio di Apollo e uno di Ermes/Mercurio.

Polluce non sembrava per nulla entusiasta del compito, invece Dakota ridacchiava e non riusciva a stare fermo dopo essersi scolato chissà quanta Super Fresh. Invece Katie Gardner borbottava a mezza voce con il suo fratello romano l'idea di circondare tutti i campi con lo stronzio per tenere alla larga i fastidiosi spiriti del grano.

- Le cacciatrici di Artemide continueranno a scovare e distruggere più mostri possibili e vorrei che vi portasse dietro due figli di Ermes/Mercurio.

- Amico, ci stai trattando come sostituti dei cellulari? – ridacchiò Travis inarcando un sopracciglio.

- Siete la nostra divisione più importante Travis. Abbiamo bisogno di comunicare tra noi. Capisco che è una seccatura andare in giro per l'America, recapitare messaggi, tutti quei negozi e quei centri commerciali che dovrete controllare...-

-Mi avevi già convinto ad andare in giro!- ridacchiò Connor.

- Infine, Clarisse, Frank, a voi spetta il compito di dividere i figli di Ares e Marte in gruppi sia per proteggere i nostri due campi e chi vi rimane, sia per correre in soccorso a chi si troverà in uno scontro. Sarete la nostra cavalleria. In ogni gruppo preferirei ci fosse un figlio di Apollo, uno di Atene, uno di Afrodite o Venere se c'è bisogno di interrogare qualcuno, uno di Ermes o Mercurio. Quindi non formate più di dieci gruppi.

-Inoltre, scusa Travis, lo so che vi sto chiedendo l'impossibile, ma Fiocco, l'assistente di Iride ci ha detto che qualcuno deve gestire la Compagnia di Spedizioni di Ermes. Avrei quindi bisogno di altri quattro figli del Dio dei Commerci che andranno con lei. Portatevi quattro figli di Apollo, un figlio di Atena e quattro di Iride con tanto di pegasi e bighe capienti. Fiocco vi amministrerà, quindi datele retta e non fatela arrabbiare.

- Capo, possiamo tenere i compensi delle spedizioni?- chiese Travis.

- Uhm... credo di si... Non chiamarmi Capo!- tentennò Percy.

- Facendo un rapido conto – dissi io – rimarranno al campo una decina di figli di Apollo, cinque di Ermes o Mercurio, tre di Atena compresa me, due di Iride e preferirei che tu Butch restassi qui, e diversi figli di Afrodite, Ecate ed altre divinità.

- È in momenti come questi che ringrazio le abitudini promiscue degli dei!- concluse Percy, prendendo un sorso di aranciata blu dal suo bicchiere.

Era stanco, per cui presi io la parola.

- Capogruppo di Ipno e Somnus, vorremmo invece che voi cercaste gli dei in ogni luogo accessibile alla vostra... uhm psiche?!-.

- Lo stiamo già facendo. Lasciate fare a noi.- sorrise la ragazza, tenendo sempre gli occhi chiusi.

Clovis s limitò invece a mugugnare qualcosa di incomprensibile.

-Bene, potete andare.- Sciolsi la seduta.

Dopo qualche minuto di confusione generale e battibecchi del tipo " Non possiamo mettere insieme Barbara e Drew! No, Jennifer non lo sopporta! Prova ad inviare quel dongiovanni da strapazzo con la mia Sam e ti infilzerò personalmente!", in sala riunioni rimanemmo io, Percy, Reyna, Jason, Nico e Leo.

-A cosa pensi, Nico?- gli chiese Jason, mettendogli una mano sulla spalla.

-Voi non pensate che magari Tartaro abbia risucchiato gli dei nel suo mondo sotterraneo? – chiese lui, scostandosi a quel contatto.

-Si – confermò Percy – ci vorrebbe un modo per comunicare con Damaseno e Bob... Pensi sia possibile?

- No. Non posso affacciarmi al bordo del Tartaro e gridare: Ehi? Per caso gli Dei dell'Olimpo sono con voi a giocare a scacchi?! – sbuffò lui.

-Uhm... e se invece costruissimo un telefono speciale?- rimuginò Leo.- Poi ci limiteremmo a buttarlo nel tartaro in una bella imbottitura di polistirolo e a sperare che i nostri lo trovino.

- Altro non si può fare. – sospirai io, sebbene l'idea non mi convincesse. – ci puoi pensare tu, Leo?

Leo prese una chiave inglese dalla sua cintura magica degli attrezzi e la fece più volte roteare in aria mentre diceva – Lasciate fare a me! Porterò Facebook nell'Inferno dell'Inferno!

Ci fece l'occhiolino e agguantò Nico per un braccio – Vieni con me, Re degli Spettri! Ho bisogno di alcuni parametri.

-Si, ma non toccarmi!- si divincolò lui, pur seguendolo.

Ed anche questa era fatta. L'indomani ogni semidio sarebbe andato incontro alle avversità del suo compito. Sperai ardentemente che i campi non subissero altre perdite.

-Ehi, Sapientona! Andrà tutto bene.- mi assicurò Percy, abbracciandomi.

Quando stava per lasciarmi, lo circondai più saldamente con le braccia. Oh Dei, quanto avevo bisogno di questo contatto!


Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top