-Capitolo 10-
Lexy
Un rumore dal retro mi fa volgere il capo verso quella direzione terrorizzata, restando in quella posizione per diversi minuti.
Quando poi lentamente torno al quella visione misteriosa e seducente, mi accorgo che non c'è più.
È svanito, con la stessa rapidità con cui è arrivato e di lui non resta nient'altro che un fiore.
Mi discosto piano dalla finestra, il rumore proveniente dal retro persiste, oltrepasso il corridoio per giungere alla penisola della cucina e afferrare dal primo cassetto il coltello. Mi accuccio poggiando le spalle al mobile e di tanto in tanto mi spingo oltre con il capo in attesa che l'inatesso varchi la soglia.
Dopo pochi secondi, scorgo la maniglia scendere e la porta aprirsi, è buio pesto il respiro è ansante, passi pesanti che si arrestano per accostare l'uscio.
Sono terrorizzata, nel panico che mi affligge mi copro la bocca con la mano sinistra, la destra tiene tremante il coltello.
<<Lexy, Lexy sono io>>, quella voce la riconosco, è Cory, che ci fa qui a quest'ora.
Con un tonfo abbandono il coltello in terra che per l'urto provoca un rumore assordante, sento i passi di Cory giungere fino a me, e quando mi è dinanzi mi guarda preoccupato.
<<Ehi, Lexy che ci fai qui, e con il coltello!>> mi redarguisce con un tono misto di preoccupazione nei miei e nei suoi riguardi: << Se non ti avessi chiamato avresti potuto colpirmi>>.
Mi alzo in preda a una crisi isterica e lo prendo dal bavero della giacca:<< Cazzo Cory, ma come ti viene in mente di entrare in casa a quest'ora della notte, come un ladro per giunta. Oddio ho avuto una nottata orribile!>>
Cory, porta le mani sulle mie e le accarezza piano, quel gesto mi ipnotizza e mi rilassa, mollo la presa lasciando cadere le braccia lungo i fianchi e la testa tra le spalle come a rifugiarmi dal terrore provato.
Cory porta l'indice sotto il mio mento inducendomi a rialzare il capo per incontrare le sue iridi cupe, scandaglia i miei occhi si abbevera dei miei tratti. È innamorato di me da quando lo conosco, ma sa benissimo che io per lui non provo nulla, non posso dargli nulla, solo sesso senza coinvolgimento.
Rompo il contatto visivo, lo allontano da me e mi dirigo di gran carriera verso l'interruttore della luce.
Lui si avvicina e porta le mani sul mio viso, mi guarda con apprensione: <<Lexy, vuoi dirmi che cosa è successo?>>
Tolgo le mani dal mio volto, e mi dirigo verso il piano cottura dove vi è adagiata la teiera piena:<<Vuoi un thé?>>, sto tergiversando, lo so bene, ma ho bisogno di qualcosa di caldo per distendere i nervi tesi come una corda di violino.
Cory si porta le mani nelle tasche sul retro, fa spallucce ridendo:<<Lexy, tutto quello che vuoi, l'importante è che tu sia serena adesso!>>.
Sono esausta ma contenta che lui sia qui, de resto nonostante la paura provata poc'anzi sto comiciando a rilassarmi, ma voglio sapere perché è qui: <<Spiegami perché sei qui a quest'ora della notte!>>
Timidamente si porta la mano destra al collo massagiandolo piano, è in imbarazzo, le gote si tingono di un rosso lieve, le fossette ai lati fanno capolino, la risposta al suo impaccio è il suo sguardo rivolto alle sue scarpe.
<<Allora? Ti decidi a parlare?>> lo redarguisco per toglierlo e togliermi dall'impasse.
Lui alza le mani in aria in segno di resa, lo fa sempre come a scusarsi tacitamente, poi indirizza i suoi occhi nei miei e sospira:<< Volevo vederti, so che è un modo poco ortodosso di presentarmi, ma ti ho chiamato innumerevoli volte, so che tu soffri d'insonnia e constatando il fatto che non rispondessi mi sono allarmato ed eccomi qui.>>
È capitato svariate volte, quando il sonno tardava a sopraggiungere, di ritrovarmi a chiamarlo nel cuore della notte e invitarlo a venire da me, solo adesso ricollego questo dettaglio, ero talmente presa dalla paura da essermi dimenticata questa nostra abitudine.
Sospiro colta dalla consapevolezza di essere stata una stupida, ma la paura ha preso il sopravvento e ha annullato tutto il resto, non avevo messo preventivamente in conto che Cory potesse passare di qui, come suol fare ogni volta che lo invito, dalla porta sul retro.
Avverto la sua presenza alle mie spalle, le sue mani si intrecciano sul mio ventre, il corso dei miei pensieri aveva annullato i miei sensi, è un calore languido, incastra la testa nell'incavo del mio collo, la sua barba solletica la mia pelle e i miei sensi, la mia pelle d'oca mi pungola piacevolmente.
Si fa sempre più vicino, sono intrappolata tra il banco e lui, freddo inanimato contro caldo lascivo, fuoriesce un ruggito gutturale che risveglia i miei sensi e mi accende.
Mi inumidisco le labbra, solo un comando di febbricitante languore fuoriesce dalle mie labbra:<< Va in camera da letto, troverai il necessario, ORA>>.
📖📖📖📖📖📖
Siamo distesi sul letto che ci ha visti protagonisti, le lenzuola sgualcite a dimostrazione dell'intesa e della passione.
Cory al centro del letto ancora assicurato alla testiera, io adagiata al suo ventre, decido di riassettarmi, così lo libero, e contestualmente lui si massaggia i polsi.
Indosso la vestaglia che avevo abbandonato sulla poltrona alla destra del letto, infilo nei passanti la cintola che lo teneva ancorato.
Cory si accorge solo adesso che vi è una peonia adagiata sul mio comodino, la prende tra le mani, la studia la odora e con tono da fidanzato geloso mi dice:<< Adesso te le porti a casa Lexy?>>
Mi innervosisce quando fa così, lo sa che lui non è nulla per me, serve solo allo scopo:<< Cory, quante volte devo spiegarti che noi siamo solo questo, e nulla più>>
La mia mente è agganciata a una sola persona, il mio cuore lo tiene in mano solo lui, lo accarezza o lo calpesta, a suo piacimento e io sono in balia del suo gioco.
Lui ha un'espressione terrorizzata, i suoi occhi mi supplicano, poi da voce a quello stato di paura: << ok Lexy, facciamo come vuoi tu, ma io ne ho bisogno non puoi abbandonarmi >>.
Sono stanca, tra la visita dell'uomo delle peonie, l'entrata in scena di Cory e il pensiero del mio mentore al quale ho affidato tutta me stessa, mi sento prosciugata con uno scatto fulmineo raccolgo i vestiti del ragazzo disteso sul mio letto.
Glieli lancio con disprezzo addosso, è l'unico modo per allontanarlo da me, con voce sprezzante mi rivolgo a lui che mi osserva con espressione vacua: << Forza vestiti ci siamo divertiti ma adesso è ora che tu levi le tende, va via, domani lavoro, chiudi la porta a chiave>>.
Entro in bagno e apro il getto della doccia, mi spoglio da quell'unico indumento, aspetto che l'acqua raggiunga la temperatura e intanto mi guardo allo specchio.
Dei rumori provenienti dalla camera da letto mi inducono a acutizzare l'udito, sento Cory probabilmente di sta rivestendo, poi i suoi passi arrivano e si arrestano dinanzi la soglia del bagno e io istintivamente vi poggio l'orecchio sopra.
<< Ti amo, Lexy >> dice sommessamente, crede che non possa sentirlo, e invece è arrivato forte e chiaro.
Dal rumore che mi ritorna, penso abbia passato una mano sulla porta come a lasciarmi una carezza che non arriva, "mi spiace Cory, io amo qualcun'altro", con poche falcate presumibilmente arriva all'uscita sul retro e a conferma di ciò mi ritorna il tonfo secco della porta.
Entro nella doccia a lavare il ricordo della passione, e rigenerare le mie membra.
Troverete il capitolo integrale nella sezione hot de "l'essenza delle peonie" sempre sul mio profilo...
Prima però vi presento Cory, curiose???
STAY TUNED
SEPMGG
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