Hello, I'm A Wertherhead

Strana storia. Sono la reincarnazione del Werther di Goethe?
Sì, mi sento come lui. Come un Kurt Cobain intellettuale. Disagiato. Incompreso. Sporco. Ho amato per tre anni la stessa ragazza, quella ragazza che pensavo fosse come me l'ero aspettata; poi, però, sono iniziate le superiori... Il disastro.
Era una troia! E troia è la massima offesa che una ragazza può udire. Ma lei non mi amava. Mi vedeva come uno sfigato. Per tre anni. Si sarebbe offesa, se fossi stato il suo fidanzato, se mi avesse amato, se le avessi detto troia.
Mi sentii solo, abbandonato dalla classe. Dai due unici amici che avevo in quella classe disunita quale la mia, una tipica classe di Liceo Classico di oggi. Fui smarrito, l'unico motivo per cui io mi iscrissi a quell'indirizzo era andato via con qualche altro ragazzo da sbattere alle sue amichette facili; e quel gigantesco amore per lei lasciò dentro di me un gigantesco vuoto. Ero vuoto. Rinunciai al Liceo Artistico per fare questa fine. Fu così che iniziò la mia fine.
Ma, come il sole nasce dalla notte, anche le amicizie più strampalate iniziano da periodi di vuoto e solitudine, quasi sempre per momenti di inerzia. Era estate. La mia solitudine si accentuò, venendo abbandonato anche dai miei unici due amici fidati, e uno di loro era mio fratello. E quale poteva essere la causa motivante il loro abbandono se non la presenza di ragazze che avevano conosciuto da poco... Non mi volevano portare con loro. Mi sentii inadeguato. Un cane. Abbandonato come un cane.
Era finita. Nuova estate di merda da ripetersi alla precedente in corso. Ero solo. Solo! Ma sapevo che quell'abbandono era solo temporaneo. E così, qualche volta, mi portarono con loro. Fu così che conobbi una futura amica... Tra le due, era la più disposta ad uscire con noi; l'altra, seppur più cercata, era una di quelle ragazze che se la tirava. Povera snob da quattro soldi, infatti dopo un po' non uscì più con noi. Noi. Noi chi? É un discorso complesso, troppo complesso per essere scritto in due righe. Fatto sta che da loro conobbi nuovi amici, con i quali instaurai una profonda amicizia.
Chi sono? Gente emarginata, ma non drogati o criminali. Ascoltano Metal, come me, ma non sono satanisti. No, non siamo satanisti. Atei per la maggior parte, d'altronde fu grazie a loro che iniziai a bestemmiare. Più grandi di me, alcuni non vanno più a scuola (perchè l'hanno terminata, o si sono ritirati), alcuni fanno l'Albelghiero. Gente che ragiona, comunque.
Insomma, fu con loro che cominciai a distaccarmi dall'ambiente scolastico e da quello della classe, cominciando a non studiare più. I miei ideali cambiarono, poeti e artisti maledetti. Tutto ciò si tradusse in schizofrenia, forse. Non riuscivo più a studiare, la cosa diventò diversa. Procrastinazione cronica forse. Cominciai a comporre poesie e a darmi da fare con la musica, tutte caratteristiche di un artista. E poi Werther, e la sua vita. Mi piace la letteratura, in questo modo conobbi Goethe. Pensai: "Non posso fare questa fine!". Dopotutto, io non ho una pistola. E neanche una ragazza da amare come un ragazzo innamorato.
Non c'è un Albert, e neanche una Lotte. Ma fatto sta che quella nuova amicizia aveva riempito quel mio gigantesco vuoto, tanto da non occuparne neanche un millimetro.

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