7. La famiglia Temple-Noble
Il Dottore si dimostrò un poco restio all'idea della pizza, ma Rory non ne aveva mai sentito parlare e lo convinse ad accettare l'invito.
Quindi Wilfred indicò un'utilitaria che aveva parcheggiato poco lontano da loro.
"Ci porterà mio padre, intanto..." tirò fuori dalla giacca il suo cellullare "avvisserò mia madre di ordinare due pizze in più"
Rory riordinò gli appunti e li infilò nella tracolla, mentre il Dottore cominciava ad allontanarsi, dimenticandoselo dietro.
Entrarono in macchina.
L'adulto al volante, vedendosi salire a bordo due sconosciuti, cercò di farsi dire qualcosa da suo figlio, ma stava già parlando animatamente.
Così si voltò verso di loro.
"Mh, immagino che tu sia un amico di Wilf" disse, sorridendo a Rory.
"Rory Williams, signore. Lui è mio nonno" si sbrigò a dire il rosso, prima che la scomoda domanda saltasse fuori da qualche parte.
Il Dottore lo guardò come a dire "Non puoi essere serio", ma il padre di Wilfred non ci fece caso.
"Oh, piacere. Io sono Shaun Temple e lei..."
Allungò la mano al Dottore e quello gliela strinse.
Dopo migliaia di anni si era abituato ai costumi terrestri fino a quasi dimenticarsi come funzionavano le interazioni sociali tra Signori del Tempo.
"John Smith, ma John andrà benissimo!"
I Temple-Noble vivevano in un appartamento appena prima della periferia.
Era l'ultimo di un palazzo con pochi piani e nemmeno nuovissimo.
Shaun parcheggiò davanti all'edificio e finalmente Wilfred chiuse la chiamata.
Non che le chiamate tra madre e figlio fossero abitualmente così lunghe, ma quella volta andò così.
Soprattutto perché tra "Un nuovo amico? Come si chiama? Da dove viene? Numero della carta di identità?" E "Oh! Due ospiti? Non potevi avvisare prima? Sempre all'ultimo!" Aveva fatto appena in tempo a dirle di ordinare due pizze margherite in più, che quelle piacciono sempre a tutti.
Il signor Temple fece strada fino all'ultimo piano, appunto, e la porta si aprì prima ancora che tirasse fuori le chiavi.
Sull'uscio apparve una donna sui 50 anni, con ancora il telefono in mano.
Shaun la superò prima che se la prendesse con lui, ma solo dopo averle lasciato un veloce bacio sulle labbra.
"Seriamente, Wilf, quando ti vengono in mente..."
"Scusa, mamma"
E poi, similmente al padre, Wilfred si allontanò, entrando probabilmente in quella che era camera sua.
L'appartamento si sviluppava intorno ad un unico corridoio che tirava dritto fino alla fine; le stanze erano a destra e a sinistra, tutte a disposizione.
Donna, dopo aver sbuffando sonoramente per entrambe le fughe, si rivolse ai nuovi arrivati.
"Scusateli. Donna Temple Noble, la madre di Wilfred"
Gli altri due si presentarono e il Dottore osò baciarle la mano, nonostante le sue tremassero non poco.
La padrona di casa fece strada verso la cucina che, come tutto il resto, non era grande per niente.
Rory si sedette come Donna aveva caldamente invitato, ma il Dottore sentì qualcosa tirargli debolmente un lembo dei pantaloni.
In un solo secondo ipotizzò tutte le strane cose che poteva essere.
Un dalek in miniatura, uno di quei scarafaggi con due teste o un ratto proveniente da un altro pianeta.
"Tesoro, non disturbare il signor Smith!" Esclamò Donna, poi si voltò verso Rory "Abbiamo della Cola, ti piace?"
"Credo"
Il Dottore abbassò lo sguardo e si ritrovò davanti un cucciolo di umano che a malapena arrivava alle sue ginocchia e si reggeva sì e no in piedi.
Aveva i capelli ben più scuri di Wilfred e il Dottore cominciò a sospettare che quel ragazzino si facesse già la tinta.
La piccola continuava a tiragli debolmente la stoffa dei pantaloni, confusa.
Il Dottore la prese in braccio e lei non fece troppi capricci.
"È una combina guai. Non mi immagino quando comincerà a parlare, vero piccolina?"
La bambina sorrise verso sua madre, poi tornò alla faccia del Dottore: la trovava troppo lunga e troppo ragrizzita.
Allungò una mano per controllare.
Sì, proprio ragrizzita, molto più di quella di papà.
"Lo so che sono vecchio, ma lo sarai anche tu, sai?"
"Oh, Agatha dà già problemi?"
Shaun si era liberato della giacca e della cravatta e si era arrotolato le maniche della camicia poco sotto i gomiti.
"La dia a me, non si disturbi"
"Disturbare?" Ripeté il Dottore "Lei non disturba affatto!"
La bambina ridacchiò, mentre il Dottore la riportava a terra.
"Agatha, avete detto?"
"Come Agatha Christie" spiegò Wilfred, scattando tra il Dottore e suo padre, per sedersi accanto a Rory "Mamma ha letto tutti i libri!"
"Quasi tutti!" Si giustificò Donna, perché John Smith la stava guardando in modo strano, e non era curiosità o stupore.
Il citofono suonò.
"Pizza!"
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