4. Compiti con il Dottore
Rory rimase in silenzio mentre tutti i ragazzi lo superavano per ricevere udienza dal Dottore.
Sembrava di essere in coda per un santo.
Rory certamente non perse tempo e ripassò come meglio poteva nel chiacchiericcio generale.
La prima volta che era stato lì e aveva sentito quella frase del Dottore non ci aveva veramente creduto, ma vedere dal vivo due ragazzi litigarsi la precedenza per andare a chiedere aiuto a un vecchio faceva il suo effetto.
Si perse nelle imprese terrestri e non si accorse di essere rimasto l'unico nella sala.
Il Dottore non aveva la possibilità di controllare quale fosse la situazione.
Non sentendo più litigare e non vedendo arrivare più nessuno, dato che aveva anche di meglio da fare, decise di uscire e chiudere in anticipo il turno, per quel giorno.
Chiudendosi però la porta alle spalle, notò Rory chino sul libro, in un angolo della stanza.
Restò immobile in silenzio, senza capire perché.
C'era qualcosa, oltre al ricordo dei suoi amici, a imporgli di registrare quel momento come veramente importante.
Si stava mordicchiandosi un dito, restando sempre sulla stessa pagina. Non andava avanti e non tornava indietro. Rimaneva su quella pagina e il Dottore cominciò a credere che ci sarebbe rimasto fino a notte, pur di capirla, di comprenderla e di farla sua.
"Hai bisogno di aiuto? Di nuovo?"
Rory alzò la testa di scatto, sorpreso e non riuscì a trattenersi dal ridere.
"Che ti prende?"
Rory continuò a ridere e il Dottore controllò di non essersi macchiato da qualche parte e di aver indossato ogni vestito nel verso giusto.
Non sarebbe stata la prima volta, se avesse indossato la giacca al rovescio.
"Scusami, ma come ti sei conciato?"
"Non ti capisco"
"La chitarra e gli occhiali!"
Il Dottore era nella sua divisa d'ordinanza da rock star ribelle, come ogni fine settimana.
"Sto andando ad aprire un concerto in zona Alpha..."
Ignorò le risate del ragazzo, era abituato a ben peggio di quello e lasciò perdere.
"Piuttosto, hai bisogno di aiuto?"
Rory all'improvviso si ricordò del perché era lì. Sistemò il libro nella tracolla e si alzò in piedi.
"Tu aiuti la gente"
"Si, dicono così"
"Mi aiuteresti di nuovo?"
"Quale libro ti hanno rubato?" Domandò il Dottore, con un largo sorriso.
Rory sospirò, ignorandolo. Non doveva dargli ragione o sarebbe stato reale.
"Ho alcuni problemi con i compiti. Diciamo che..."
Il Dottore si tolse gli occhiali, infilandoseli nella tasca della felpa. Scrutò per qualche secondo Rory, che si era ammutolito.
"Non dirmelo. Sei dislessico. Oppure si tratta di deficit dell'attenzione?"
"Veramente" spiegò, chiudendo il libro e sistemandoselo nella tracolla "Il mio problema si chiama: Ho una professoressa più stronza della media!"
"Ohi! Linguaggio, ragazzino!" Sbottò, fulminandolo.
Rory sbuffò: Per così poco!
La professoressa, nonostante fosse fantastica ad insegnare e lo facesse anche con una passione ammirevole, dava delle ricerche da sviluppare semplicemente assurde.
"Perché?"
"Ma che ne so! Ho cercato su tutti gli archivi digitali, ma non ho trovato nulla di rilevante sugli adolescenti terrestri agli inizi del primo millennio!"
Il Dottore riaprì la porta e fece entrare Rory. Sbuffando la richiuse dietro di sé e si avvicinò a una cabina della polizia blu, sistemata in un angolo dello studio.
Rory non l'aveva notata, la prima volta, ma non poteva non esserci sempre stata.
Però ora strano: era troppo grande per passare dalla porta, figurarsi dalle finestre.
Ancora più strano, Rory non ne era per nulla stupito.
Il Dottore entrò senza troppi preamboli e lasciò dietro di sè la porta aperta.
"Dovrei..."
"Cosa aspetti? Forza, muoviti!"
Rory esitò per un momento, poi entrò e chiuse la porta dietro di sé.
Si guardò intorno con un sorriso divertito.
"Dillo" sbottò il Dottore, lasciando la chitarra appoggiata alla parete.
Girava intorno alla console al centro della stanza, con una certa eccitazione febbrile.
Rory non sapeva esattamente cosa stesse facendo o cosa volesse intendere.
"Scusa?"
"Dillo. Lo dicono tutti. Sono abituato"
"Dire cosa?" Ripeté Rory, avvicinandosi al Dottore.
Quello alzò lo sguardo dal suo lavoro, confuso.
"È più grande all'interno. Non te ne sei accorto?"
Rory si guardò ancora intorno, per nulla sorpreso, ma vagamente meravigliato. Ridacchiò, prima di rispondere.
"Papà me l'aveva detto. Mi ha raccontanto un sacco di cose su di te e sulle tue avventure"
Il Dottore tirò una leva e il pavimento tremò leggermente. Lui rimase in equilibrio senza problemi mentre il ragazzo si tenne alla console.
"Che sta succedendo?" urlò, sovrastando il rumore dei motori.
"Stiamo tornando indietro del tempo! Più di 2000 anni fa! Sarà preistoria per te, ma fidati, è la mia epoca preferita!"
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