Dopo la lunga notte, alle prime luci dell'alba, si rimisero in cammino.

Il Dottore non smise di dormire e Rory si assopì poco dopo la partenza, non avendo mai chiuso occhio.

River invece era fresca come una rosa e poco prima di mezzogiorno fermò il carro a pochi metri dal Tardis, in bella vista sulla cima della collina.

Liberò il cavallo e svegliò Rory con un bacio sulla fronte, mentre spinse il Dottore giù dal carro con un certa violenza.

Rimase disteso al suolo alcuni istanti, prima di capire cosa fosse successo.

Alzandosi realizzò anche di essere fortunatamente in forze come prima, intanto che Rory e River entravano nel Tardis.

Li raggiunse un istante prima che la sua nave scomparisse.

Trovò, senza alcuna sorpresa, sua moglie ai comandi, mentre Rory la osservava stupito.

"Ma lei sa..."

"Sì, sì, grande scoperta!" sbuffò il Dottore, mettendosi anch'esso alla console.

Rory pensò che quella scena, due persone che pilotavano insieme una macchina del tempo, fosse allo stesso tempo strana e meravigliosa.

Ma non è forse sempre questo l'amore? Strano e meraviglioso?

Atterrarono.

Il punto di forza del Tardis, uno dei tanti, era l'effetto sorpresa: non sei mai sicuro al cento percento di dove sei finito fino a quando non esci dalla cabina blu.

"Sei a casa, River, ma appena porterò al sicuro Rory, noi due dobbiamo parlare!"

River sorrise, sistemandogli la giacca tutta stropicciata: "Certo, dolcezza. Devi ancora ringraziarmi. Immagino dovrò cambiarmi"

Uscì dal Tardis ma rientrò prima che il Dottore potesse rimetterlo in moto.

"Oh, dimenticavo due cose. Non proeccuparti per la tua ricerca, Rory. Era fantastica, davvero fantastica!"

Poi si avvicinò di nuovo al Dottore.

Lo tirò a sé e lo baciò. Rory, appollaiato sulla balaustra roteò gli occhi, ma quando River chiuse la porta dietro di sé, ridacchiò.

"Cosa?" sbottò il Dottore.

"Sembri uno stupido adolescente alle prese con la prima cotta!" rispose Rory, con un sorriso a 32 denti "Per favore, ricordami quanti anni hai, cognato!"

"Ho perso il conto. Più di 2000. E non chiamarmi mai più cognato!"