1. Junior

Correva l'anno 5300 e qualcosa, secondo il calendario terrestre. Il Dottore si stava dirigendo a passo di marcia verso il suo ufficio.

Era il terzo lavoro che cambiava negli ultimi anni, ma questo era abbastanza tranquillo e piacevole che se lo sarebbe tenuto ben stretto.
Ben stretto come ora stringeva al petto un malloppo di fogli, fogliacci e un paio di cartelle in plastica.

Era il giorno delle iscrizioni per il nuovo semestre dell'Università della Luna e qualche buzzurro si ostinava a iscriversi in sede invece che per internet.
Chi diavolo non utilizza internet?

Passò la piccola stanza d'attesa e sbattè dietro di sè la porta con la targa "Dr. Factotum".
Si sistemò alla scrivania, dando le spalle alle finestre ancora oscurate da pesanti tende.

Ordinò velocemente la pila di fogli alla sua sinistra, controllò la posizione delle foto alla sua destra e alzò la cornetta dritto davanti a sè.

"Cominciamo. Vi prego di procedere uno per volta, per ordine d'arrivo. Se bisticciate, alzate le mani o vi ammazzate per il vostro turno non mi importa, non siete sotto la mia responsabilità"

La voce si propagò in contemporanea nell'anticamera. Il Dottore aveva visto qualcuno seduto sulle spartane sedie, ma l'aveva degnato giusto di un occhiata.

Comunque sia era solo e quella frase era inutile oltre che inquietante, ma al Dottore non importava: era abituato a dirla quando greggi enormi di studenti aspettavano sul suo uscio per chiedergli aiuti di ogni tipo.

La porta dell'ufficio si aprì lentamente, quasi non fosse neppure lei sicura di lasciarlo entrare.

Il Dottore non gli tolse gli occhi di dosso, mentre il ragazzo lentamente si avvicinava alla scrivania.

"Siediti" lo invitò l'adulto, con un tono di voce da farlo sembrare un ordine più che una cortesia.

Il ragazzo annuì in silenzio e prese posto ad una delle due sedie davanti al tavolo; non erano molto diverse da quelle della sala d'attesa.

Il Dottore prese dalla pila di fogli circa un terzo di questa e scrutò il ragazzo, che sembrava ogni secondo sempre meno a suo agio.

C'era qualcosa nel suo viso che dava al Signore del Tempo una strana sensazione, che non riusciva però a mettere a fuoco. Faccenda assai comune, per un viaggiatore temporale, quindi non ci fece troppo caso e si concentrò su cose più serie.

"Come mai sei venuto qui? Sul tuo pianeta hanno staccato l'internet?"

Il ragazzo accennò un vago sorriso.

"Veramente, signore, a casa abbiamo un solo computer e mio padre lo sta letteralmente occupando da parecchi giorni" spiegò, stringendo le mani a pugno sopra le ginocchia.

"Non voglio sapere per quali ragioni!" Sbuffò il vecchio, prendendo una penna.

Il ragazzo evitò di spiegargli che suo padre era impegnato a difendere l'universo, come sempre.

"Per prima cosa mi serve il tuo nome e cognome"

"Completo?" Già si immaginava le risate dei suoi futuri compagni.

"Certo"

"Rory Williams Pond Jr."

Il Dottore non scrisse neppure una lettera. Rimase a fissarlo attonito, quasi imperscrutabile, mentre la sua coscienza saltava da una parte all'altra del cervello in cerca di una spiegazione logica.

"Puoi ripetere?"

"Lo so, è un nome stupido. Rory Williams Pond Jr! Sembra un elenco telefonico!"

Il Dottore si sforzò di tenere ferma la penna tra le dita e scrisse nella sua migliore calligrafia quanto detto, all'interno dell'apposito spazio.

Gran parte degli studenti studiava su dispositivi elettronici e persino i professori tendevano a caricare sui cloud le loro lezioni e appuntamenti per gli esami. Nonostante ciò, la burocrazia locale veniva ancora una volta affidata alla buona vecchia carta, come da lì a diversi millenni prima.

Alzò gli occhi dal foglio e non poté più ignorare quel presentimento. Quel naso diritto e stretto, lo sguardo vagamente perso nel vuoto... si, certamente, avrebbe dovuto capirlo subito! Oh, ma quei capelli rossi e quegli occhi! Quegli occhi verdi!

Il Dottore si lasciò sfuggire un sospiro.

"Pianeta di nascita"

"Non posso compilarlo io?"

Il Dottore sorrise divertito: "Se volevi preservare la privacy lo facevi da casa, come tutti! Pianeta di nascita"

Rory sospirò "Terra"

"Oh, bel pianeta! Data di nascita"

Il ragazzo rispose meccanicamente, come un voce pre registrata e il Dottore scrisse più ordinatamente.

"Credenziali dei tuoi genitori"

Lui sapeva già. Sentiva già i loro nomi. Non aveva mai fatto a caso a quanto gli mancassero quei nomi. Oh, se gli mancavano!

"Beh, mio padre è Jack Harkness, capitano Jack Harkness e..."

"Chi!?" urlò il Dottore, spalancando gli occhi e lasciando cadere la penna.

Rory si rizzò sullo schienale della sedia, terrorrizzato. L'uomo davanti a lui sembrava essere posseduto da qualche demonio. Con gli occhi di fuori, apriva e chiudeva la bocca, incapace di elaborare alcunchè.

"Lo conosce?"

"Se lo conosco?!" esclamò, ridendo "Santo cielo, eccome se lo conosco. Com'è che non hai il suo cognome?"

Rory abbassò lo sguardo sulle sue scarpe da ginnastica. I lacci bianchi erano mal legati, quasi sciolti, ma decise di lasciarli così.

"I miei veri genitori sono morti. Ho tenuto il mio vero nome"

Il Dottore non ne fu sorpreso, certamente rattristato come il ragazzo davanti a lui.
Sapeva cosa voleva dire sentirsi solo.

"Immagino che Jack sia sempre di buona compagnia. Ora ha una relazione stabile?"

Rory si lasciò sfuggire una risata: "Sicuro di conoscere mio padre?"

Il Dottore si unì spontaneamente alla sua risata.

"Devo mettere qualcosa come secondo tutore"

"Non c'è un secondo tutore"

"Deve esserci" gli spiegò il Dottore "Per le emergenze, in caso tuo padre fosse troppo occupato a flirtare per aiutarti"

Rory rise ancora e al Dottore sembrò di ringiovanire di almeno 1000 anni.

"Metterò il mio nominativo. Non sei il primo e non sarai l'ultimo!"

Finirono di compilare il resto dei noiosi fogliacci e, congedati, il Dottore decise di tenerlo sotto stretta sorveglianza.

Sarebbero arrivati presto guai; ne sentiva quasi la mancanza.

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