74. Piano d'Azione

Bridget

La voce autoritaria di Mark mi varca i timpani, ma la mia mente non assimila il significato delle sue parole. Fingo di ascoltarlo e non sembra neanche farci caso, impegnato com'è a ragionare su uno schema d'azione.

Mentre lui, Mason e Ryan discutono sulle prossime mosse, io studio la cartina che occupa la superficie del tavolo di legno. È una mappa di Arcandida e dei territori confinanti.

Il mio sguardo si perde tra i disegni e le lettere stampate sulla carta marroncina e usurata, senza soffermarsi davvero a leggere. Mi limito a fissare il foglio, immersa in una tempesta burrascosa di riflessioni.

I miei pensieri tartassanti contribuiscono a intensificare il mal di testa che mi martella le tempie da stamattina. Non ho dormito bene; ho trascorso a malapena un paio d'ore a occhi chiusi. Il resto della nottata è passato tra incubi e pianti disperati.

Però, a invadermi i sogni, non sono stati i miei genitori. Stavolta, la vittima di Seth era Luke, invece di Selene. Non ho fatto altro che rivivere il momento in cui il buio dei suoi occhi si è scurito ancora di più, spegnendosi completamente. Mi è morto tra le braccia, di nuovo. E io, di nuovo, non sono riuscita ad aiutarlo.

"Tutto okay?" si preoccupa mio fratello, osservandomi di sottecchi.

"" mi limito a rispondergli telepaticamente.

Ryan, seduto alla mia destra, mi tira una lunga occhiata incerta, prima di tornare ad ascoltare il direttore.

Ci troviamo nella dispensa delle cartine geografiche, in quella che è considerata la sala delle strategie del Palazzo di Ghiaccio. Mark ha convocato me e mio fratello, in quanto futuri sovrani, e Mason, poiché veste il ruolo di Generale.

Il signor Smith è seduto dal lato opposto del tavolo, con la schiena verso la parete, e noi tre ci siamo posizionati davanti a lui. Stiamo discutendo sul prossimo attacco, quello finale. O, meglio, stanno discutendo. Io continuo ad esaminare la cartina del regno e a pensare, con la testa che pulsa, annegando nelle mie stesse riflessioni.

«Dovremmo invadere di nuovo la Tana» stabilisce Mark, incrociando le braccia e appoggiandosi allo schienale della sedia.

«È una pessima idea. Saremo in vantaggio, se lotteremo qui» ribatte Mason.

Quest'ultimo si trova alla mia sinistra e le sue iridi nere sostengono il peso di quelle ghiacciate di Mark. Si è calato totalmente nel ruolo del Generale: ha assunto l'aria determinata che lo contraddistingue e dibatte animatamente con il direttore.

«Sono d'accordo» si intromette mio fratello, cercando di apparire interessato al loro scambio di opinioni.

In realtà, non credo stia seguendo realmente la conversazione. Nessuno di noi due conosce le strategie di guerra. Ma, almeno, Ryan tenta di esporre il proprio pensiero. Io sono troppo concentrata sul mio dolore, per far caso a chi mi circonda.

Il direttore piazza i suoi occhi azzurro-trasparente su di me. Probabilmente, aspetta una mia opinione. Non me ne accorgo nemmeno, presa a tracciare con l'indice il percorso del fiume di Vann sulla cartina. Percorro con il polpastrello la scia celeste, finché non sfocia nel lago omonimo. Il ricordo del placido scrosciare delle acque si mescola a quello di Seth che ruba l'energia a Luke.

Abbasso le palpebre, sforzandomi di scacciare le immagini terrificanti di ciò che ho vissuto ieri. La radura splendeva, incantevole come un paesaggio dipinto su una tela, ma l'aura di Seth macchiava la purezza del luogo. Sento ancora addosso le scintille corvine dei suoi poteri, che mi lacerano la pelle.

«Bree?»

La voce calda di Mason mi libera dai ricordi. Riapro gli occhi, incontrando i suoi, dolci e apprensivi. Scatto dritta sulla sedia, riprendendomi all'improvviso e notando tre paia di pupille che mi fissano con insistenza. «Cosa?»

«Sei d'accordo?» mi domanda, mantenendo la delicatezza nella voce.

«Non me ne frega niente, di come agirete» sbotto, percependo la rabbia ardere. «Voglio solo uccidere mio padre. Non importa dove.»

Mark e Ryan mi guardano, accigliati dalla mia esplosione di aggressività. Mason, invece, rilascia un sospiro sconsolato. Lui sa quanto sto male. Sa che il desiderio di farla pagare a Seth mi ha offuscato la ragione. Sa che il mio unico obiettivo è trafiggerlo con la Spada e strappargli la vita.

«E lo farai, Bridget» mi assicura Mark, in tono pacato. Ha capito che deve andarci con calma, per evitare di sprigionare la mia rabbia. «Ma, senza un piano, non potremo fare niente.»

«Seth prevede ogni nostra mossa. È inutile pianificare» contesto.

«Ci sarà un luogo dove non si aspetta di vederci» ragiona mio fratello, gli occhi dorati e castani assottigliati in un'espressione concentrata.

Calo lo sguardo sulla cartina che veste il tavolo. Setaccio la mappa, esaminando ogni sezione di Arcandida. Ad attirarmi più di tutti, però, sono la foresta e il lago. Fisso il punto sulla cartina che indica la radura. Lo sfioro con il polpastrello dell'indice, toccando la tomba di Luke con una fitta al cuore.

Ritraggo la mano, come se la carta scottasse. Sbuffo un fiotto di collera, proseguendo la ricerca visiva sulla mappa.

Il logo di una chiesa cattura la mia attenzione. Una cattedrale immersa tra le conifere verdi. Ne leggo il nome, scritto sotto in un'elegante calligrafia.

"Gudenes Tempel".

Mi blocco un attimo a riflettere, sicura di averla già sentita nominare.

"«Gudenes tempel.»"

"«C-cosa significa?»"

"«Ricordalo e basta, va bene?»"

Luke. È stato Luke, a dirmelo, poco prima di spegnersi davanti ai miei occhi allagati. Spalanco le palpebre. Ero troppo impegnata a crogiolarmi nel mio dolore, per preoccuparmi delle due parole in lingua antica che ha pronunciato in punto di morte.

«Cos'è questo posto?» domando, la voce chiaramente allarmata e gli occhi ancora sgranati, indicando la cattedrale sulla mappa.

Mark increspa le sopracciglia corvine, stranito dalla mia improvvisa inquietudine. «Il Tempio degli Dèi. Come mai ti interessa?»

«Cosa stai pensando?» mi chiede mio fratello, che ha già interpretato la mia espressione.

«Luke ha nominato questo luogo, prima di...»

Non sono in grado di continuare la frase: le parole si incrinano e un'afflizione sorda mi scuote con violenza. Sento il calore dolce delle dita di Mason che mi sfiorano la schiena. Mi giro a guardarlo e lui mi sorride teneramente. I suoi occhi scuri mi infondo la forza necessaria per schiarirmi la voce e proseguire il discorso.

«Ha detto il nome del Tempio e che avrei dovuto ricordarlo» spiego al direttore, che non ha staccato il suo sguardo freddo dalla mia figura.

«Credi che sia un aiuto?» mi domanda Ryan.

Annuisco con determinazione. «Ne sono sicura.»

«Io ne dubito, invece» dichiara Mark. «Il Tempio è inaccessibile, è crollato durante la guerra. Non ci andremo. È solo un altro piano di Seth e della sua Ombra fidata, per distrarci dalla missione.»

Un'ondata di furore bollente mi scalda la pelle, mentre Mark pronuncia quelle affermazioni indifferenti. Le sue iridi sono due lastre di ghiaccio inconfutabili. Nelle mie, al contrario, sento bruciare l'inferno.

Mi alzo di scatto dalla sedia, che striscia rumorosamente sul pavimento di assi di legno. Schiaccio i palmi sulla cartina, posata sopra al tavolo, e mi piego all'altezza degli occhi nel direttore.

«Non le permetto di parlare così di Luke» ringhio, conficcando il mio sguardo di oro infuocato nel suo. «È morto per salvarmi. È morto per me. Non deve neanche provare a dargli del bugiardo. Forse lei non si fida, ma io sì, e andrò al Tempio, con o senza il suo permesso. I Guerrieri mi seguiranno. Non commetterò di nuovo lo stesso errore.»

«Sono d'accordo» proclama Ryan.

«Anche io. L'Esercito ti seguirà pure in capo al mondo, Bree» si aggiunge Mason.

Mark sospira, rassegnandosi. Non riesco a capire se a farlo desistere siano le saette di ira che gli scaglio contro o i ragazzi alle mie spalle che mi danno manforte. In ogni caso, il direttore mi fa cenno di rimettermi seduta e mormora un: «Okay, Bridget. Fidiamoci dell'Ombra».

«È un trucco?» faccio, sospettosa, mentre mi risiedo. Mi aspettavo un minimo di insistenza, da parte sua.

«No, affatto.»

«Quindi, come procediamo?» domanda Mason, distraendomi dalla mia diffidenza nei confronti del direttore.

«Invaderemo il Tempio. Tu» sposta lo sguardo sulla sottoscritta, «entrerai nell'edificio, dove probabilmente ci sarà Seth, e avrai la libertà di fargli ciò che preferisci. Noi resteremo fuori a sorvegliare l'entrata e ad affrontare le Ombre, se ce ne saranno. Mi raccomando, esigo la massima riservatezza. Seth non deve scoprire niente. Bridget, nascondi i tuoi pensieri e non permettergli di leggerli. Questa è l'ultima mossa d'attacco che ci resta.»

Annuisco, promettendogli riguardo. Anche Mason e Ryan confermano. Il direttore si alza dalla sedia, in chiaro segno di congedo.

«Quando, Mark?» gli chiede Mason.

Il direttore ci trafigge con i suoi occhi gelidi, inflessibili. «Tra due giorni. Non c'è più tempo da perdere.»

****

I raggi solari valicano le vetrate trasparenti della sala del trono, abbracciando l'ambiente regale e facendo scintillare maggiormente l'oro e le pietre preziose che tappezzano l'arredamento.

Osservo le cuciture colorate e preziose degli stendardi che svettano sulle pareti, illuminate dal sole. Rappresentano disegni di monti, mari, alberi, castelli e individui appartenenti alla storia di Arcandida.

La porta che cigola mi richiama alla realtà. Distolgo gli occhi dai quadri di stoffa, appoggiandoli sulla coppia di battenti dai cristalli incastonati. Ryan fa capolino da uno spiraglio tra le due ante, entrando e richiudendole con cura.

Ho scritto a mio fratello un messaggio dai toni piuttosto urgenti in cui gli chiedevo di venire qui. Mi raggiunge, in fondo alla sala, calpestando il tappetto rosso e dorato che separa la porta dai troni. Io lo aspetto accanto a una delle numerose teche di vetro, dove sono custoditi ed esposti cimeli antichi.

«Dimmi, sorellina» esordisce, una volta che mi arriva di fronte.

Le sfumature d'oro delle sue iridi brillano sotto ai raggi del sole. Sembrano parte integrante dell'arredamento, lucenti e preziose.

«Voglio che tu stia con me, durante l'ultima battaglia» gli comunico in fretta e furia.

«Certo che ci sono» risponde, come se fosse ovvio.

«No, Ryan. Ti voglio al mio fianco nel Tempio.»

Mio fratello schiude le labbra, senza però commentare. Sembra sorpreso. Si scosta dalla fronte il ciuffo di capelli scuro, per poi guardarmi, divorato dall'indecisione.

«Ne ho bisogno» continuo, prima che possa replicare. «Credevo che ce l'avrei fatta da sola, ero convinta, ma dopo la riunione con Mark ho iniziato a pensare. E ho capito che mi serve una spalla. Mi servi tu.»

Non gli do ancora il tempo di rispondere: recupero dalla tasca dei pantaloni la chiave che ho preso in prestito da Mark e sblocco la serratura di una delle teche. Afferro tra le mani il coperchio rettangolare, sollevandolo. L'oggetto posato all'interno splende.

Impugno la spada, rimuovendola con cautela dalla scatola di vetro. Sull'elsa sono incastonati rubini e la lama brilla d'argento puro.

«Puoi prendere questa.» Porgo l'arma a mio fratello.

Lui la stringe delicatamente tra le proprie dita, scrutandola con una luce meravigliata negli occhi.

«Stai cercando di corrompermi con una spada?» ridacchia, senza smettere di studiarla. «Beh, complimenti: ci sei riuscita.»

«L'avevo vista l'altra volta, quando Mark mi ha dato questa» indico il ciondolo della Spada di Luce che mi circonda il collo. «Ho subito pensato che sarebbe stata adatta a te.»

«Non è un furto?»

Scrollo le spalle, rivolgendogli un sorriso complice. «Questo posto è nostro, fino a prova contraria.»

«Sei un mito, sorellina.» Scuote la testa, non riuscendo a trattenere un risolino divertito.

«Insieme?» gli chiedo in un sussurro, timorosa che rifiuti la mia proposta.

Immerge i suoi occhi nei miei e le nostri iridi identiche si incollano. «Sempre, Bree.»

La paura mi abbandona, defluendo in un unico corso. Ryan posa la spada tempestata di rubini e scintille sul coperchio della teca chiusa.

«Ci credi che presto ci siederemo lì?» ragiono, osservando i troni.

«Io voglio quello a destra. È più illuminato.»

Gli colpisco scherzosamente il braccio con un pugno, senza però trattenere un sorriso. «Idiota. Stavo provando a fare un discorso commovente.»

Ryan diventa improvvisamente serio. Mi scruta, con aria apprensiva. «Va un po' meglio?»

Sospiro, sentendomi sprofondare nuovamente nell'abisso che mi ha rapita. Ormai, sono prigioniera di quella voragine interna. Sono prigioniera di me stessa.

«No» rivelo con un filo di voce, abbassando lo sguardo.

In meno di un secondo mi ritrovo inchiodata tra le braccia di mio fratello. Mi stringe così forte che rischia di soffocarmi, ma sul momento non ci faccio caso. L'unica cosa che conta è la serenità che mi trasmette.

«Se non dovessimo riuscire a spaccare la faccia a Seth, puoi sempre sfogarti su di me, in caso ne avessi necessità» mi consola, mormorando quelle parole con la guancia schiacciata sulla mia testa.

«Ti voglio bene, Ryan» bisbiglio, la voce soffocata dalle sue braccia e i raggi del sole che ci avvolgono.

«Anche io, sorellina.»

Spazio Autrice

Salve lettori! Avete trascorso un buon Halloween? 🎃👻

Il capitolo di oggi è dai toni leggermente più calmi, rispetto ai precedenti. Bree è ancora scossa e abbatuta, ma si riprenderà prestissimo, non temete. Lei, Ryan e Mason, chiamati di Mark, si mettono d'accordo su come agire in futuro, in vista dell'ultima battaglia.

Ricordavate le due parole incomprensibili che ha pronunciato Luke, prima di morire? Si trattava del nome di un posto: il Tempio degli Dèi. Secondo voi, stavolta, i Guerrieri riusciranno a prendere in contropiede Seth?

Dopo abbiamo un tenerissimo momento di fratellanza tra Bree e Ryan. Lei vuole a tutti i costi averlo accanto a sé, mentre affronta suo padre, e lui accetta.

Tenetevi pronti: nel prossimo capitolo si ricomincia a combattere e sarà un continuo susseguirsi di azione e mainagioia, com'è giusto che sia. Il gran finale è sempre più vicino!

-6 capitoli all'epilogo.

Xoxo🧞‍♂️

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