60. Il Sacro Sigillo

Bridget

«Ryan!»

La mia esclamazione impaurita rimbomba tra le pareti della Grotta, mentre osservo a occhi sgranati mio fratello, tenuto in ostaggio dall'Ombra.

«Non muovetevi» ci minaccia il ragazzo dalle iridi di pece, puntandoci contro la lama di un pugnale.

Tiene un braccio sul collo di Ryan, per bloccarlo alla parete, e lo sguardo intimidatorio rivolto verso me e il direttore.

Mio fratello approfitta della sua distrazione e forgia una sfera magica, che spara sull'Ombra. Questa viene sbalzata dall'altra parte della caverna, vicino a noi.

Mark tira su il ragazzo, con uno strattone violento, afferrandogli un lembo della maglia, e lo attacca al muro ghiacciato.

«Il vostro Padrone non ci rovinerà i piani» ringhia, sottomettendo lo scagnozzo di Seth con i suoi occhi glaciali.

L'Ombra, però, non si lascia spaventare dall'inclemenza del tono di Mark e dall'austerità del suo sguardo. «Troppo tardi, direttore» cantilena, sorridendo con scherno.

A un tratto, sul fondo della Grotta, prendono vita delle figure. L'aria si deforma e ondeggia, poi tre corpi cominciano a formarsi, facendosi sempre più nitidi, e il gruppetto di Ombre diventa visibile. Sono due ragazzi e una ragazza, armati fino ai denti e con l'espressione di chi è pronto a distruggere tutto ciò che lo circonda. Probabilmente, hanno sfruttato un incantesimo di occultamento per nascondersi nella Grotta, fino al nostro arrivo.

«Preparatevi» ci avverte Mark.

In seguito, estrae un coltello dalla cintura delle armi e affonda la lama nello stomaco dell'Ombra che, prima, ha aggredito mio fratello. Lascia cadere il corpo e si lancia sul trio. Ryan corre ad aiutarlo, affrontando uno dei tre nemici.

Osservo mio fratello e Smith che lottano. Ryan è immerso in una sfida a colpi di magia, e il suo avversario sembra parecchio abile a maneggiare i poteri. Mark, invece, è alle prese con la coppia di Ombre. Scaglia i pugnali che porta appesi alla cintura, tentando di centrarli, ma i due li schivano con semplicità.

«Bridget» mi richiama il direttore, tirando l'ennesimo pugnale a vuoto, «spezza il Sigillo» mi ordina, senza mai distogliere l'attenzione dai nemici.

Mi avvicino alla struttura di pietra bianca. Scruto il disco con l'incisione del fiocco di neve e mi rigiro il ciondolo tra le dita, non sapendo bene come agire.

«Cosa devo fare?» chiedo a Smith.

Il direttore riesce a liberarsi di una delle due Ombre, colpendola nel segno con una delle numerose lame che sta gettando. Il cadavere della ragazza scivola lungo la parete striata dal gelo, sporcandola di rosso e macchiando anche il pavimento nevoso.

«Inserisci la collana nella fessura» mi espone il procedimento, e nel frattempo combatte contro il ragazzo rimasto.

Porto le mani dietro al collo per sganciare la catenina, ma una presenza alle mie spalle mi ferma. Mi volto e, un attimo dopo, sono incollata al muro, con un'Ombra dinanzi. Avvicina di troppo i suoi occhi neri ai miei, graffiandomi con il suo sguardo buio e furente.

«Allora, è così che fai? Cambi schieramento quando ti pare?» esordisce con disprezzo.

Me lo scollo di dosso con una scarica magica. «È stata un'indecisione passeggera» minimizzo la cosa, preparando un'altra saetta da scagliare, se dovesse attaccarmi nuovamente. «Ma, adesso, ho capito dove devo stare. E non è con voi.»

«Potresti ancora tornare, sai? Seth ti accoglierebbe a braccia aperte.»

«Le Ombre sono state la mia rovina» sibilo.

«Come vuoi» scrolla le spalle, «ma io ti ho avvertito. Stai sbagliando tutto.»

Ignoro l'affermazione del ragazzo corvino e rilascio il dardo elettrico. Lui para il colpo con uno scudo, forgiato dalla magia nera, e assorbe il mio incantesimo. Abbassa la difesa e mi si lancia contro, ma riesco a scostarmi per un pelo dalla sua traiettoria, finendo per fargli scalfire solo l'aria.

Indietreggio e mi arresto quando vado a sbattere con la schiena su qualcosa. Mi giro e mi trovo davanti le iridi di Ryan. Ci scambiamo uno sguardo d'intesa e, spalla contro spalla, fronteggiamo i nostri rispettivi rivali, difendendoci a vicenda.

«Ci penso io» dichiara mio fratello, rimandando indietro la sfera che ha tirato l'Ombra.

«Sicuro?»

«Sì, sorellina. Sta' tranquilla. Spezza il Sigillo e andiamocene da qui.»

Mi separo da Ryan e raggiungo l'altare al centro della Grotta, abbandonandolo in balia delle due Ombre. Studio la fessura nella quale devo inserire il mio ciondolo e lo slaccio dal collo.

Sento un tintinnare di lame, alla mia destra: il pugnale del direttore cozza contro quello del suo nemico, producendo una sinfonia metallica che rimbomba nella Grotta di Cristallo. Tiro un'occhiata nella direzione opposta, verso Ryan, per assicurarmi che mio fratello se la stia cavando.

Noto per miracolo la fiamma nera che viene sparata nella mia direzione. No, nella direzione del Sigillo. I miei sensi si allertano. Allungo un braccio e libero i miei poteri in un vortice, che si schianta sulle lingue di fuoco scuro, disintegrandole.

È stata l'Ombra con cui stavo parlando precedentemente, a proiettare le fiamme. L'altra sta ancora combattendo contro Ryan.

Mi concentro sulla prima. Scandaglio con meticolosità la figura del ragazzo, tirapiedi di Seth, fino ad ottenere il controllo della sua mente. Uso l'ipnosi per spingerlo ad attaccare il suo alleato. Completamente dipendente da me, aggredisce il suo compagno e tra i due si scatena una lotta furiosa.

«Che problema hai?!» sbraita l'Ombra che stava affrontando Ryan, mentre si difende dal suo amico.

Osservo con un sorriso compiaciuto il combattimento che ho instaurato. Mio fratello, adesso libero, mi affianca.

«Sei un genio, sorellina» si congratula, scombinandomi affettuosamente i capelli.

Gli schiaffeggio la mano, indirizzandogli un'occhiata stizzita. Sistemo le ciocche disordinate dietro le orecchie e rivolgo l'attenzione al direttore.

Dopo una serie di affondi, che vengono parati senza fatica dal suo avversario, Mark è in grado di aggirare gli istinti difensivi dell'Ombra e di pugnalarla. Apre uno squarcio sull'epidermide chiarissima del nemico, privandolo della vita e imbrattando la carnagione lattea di sangue.

Smith recupera il coltello, riponendolo in uno scompartimento della cintura, e ci affianca, con il respiro affannato. Si accorge delle due Ombre che stanno ancora combattendo, soggiogate dalla sottoscritta, e pone fine alla battaglia, fulminandole con una scossa elettrica. La saetta centra i bersagli e gli scagnozzi di Seth stramazzano al suolo, tramortiti.

«Bene» fa Mark, una volta messo al tappeto ogni nemico, «pensiamo al Sigillo, adesso.»

«Noi ti guardiamo le spalle» mi assicura mio fratello.

Annuisco e ritorno al cospetto della struttura sacra, con la collana tra le dita. Respiro profondamente, preparandomi ad eventuali effetti collaterali, e inserisco il pendente nello spazio apposito. Il fiocco di neve si incastra alla perfezione.

Mi allontano di poco, per sicurezza. Tuttavia, non accade nulla. Attendiamo alcuni secondi, che diventano minuti, ma non arriva nessuna reazione dal Sigillo.

«È rotto, per caso?» chiede Ryan, in tono spazientito.

«No. Devi attivare il potere della collana, Bridget» mi delucida il direttore.

«Come...»

La mia domanda viene bloccata sul nascere.

«Non attiverà un bel niente» prorompe una voce, dall'entrata della Grotta.

Posiamo in contemporanea gli sguardi sulla figura apparsa. È una ragazza, dagli occhi grandi e neri, con i capelli legati in una lunga treccia color ebano. Il suo incarnato pallido si mescola al paesaggio innevato, visibile alle sue spalle.

Allunga un braccio, con il palmo girato verso l'alto, e mormora qualche incantesimo sotto voce. Mantiene le iridi puntate sul Sigillo; per la precisione, sulla mia collana. E, all'improvviso, il gioiello svanisce. Fisso con le palpebre spalancate la fessura vuota.

Sposto lo sguardo sull'Ombra e vedo la collana sulla sua mano. Ha teletrasportato l'oggetto. Stringe le dita intorno alla catena argentata, con un ghigno vittorioso.

Mark si catapulta sulla ragazza, infiammato dalla rabbia. Lei lo respinge, creando una barriera magica che scaraventa il direttore sulla parete cristallizzata. Io e Ryan ci guardiamo a vicenda e intuisco che ha elaborato un piano.

"Seguimi" mi dice soltanto, mentalmente.

Subito dopo, ripete l'azione compiuta da Mark e si lancia sull'Ombra. Lo seguo a ruota. La ragazza rimanda indietro Ryan, con il suo scudo, ma è troppo impegnata a difendersi da mio fratello, per notare che anche io la sto assalendo. Non accorgendosi in tempo di me, non riesce a colpirmi con la barriera.

Le finisco addosso e atterriamo sulla neve fresca e morbida, fuori dalla Grotta, con la bufera che ci racchiude in una bolla di vento e fiocchi gelati.

Rotoliamo sul terreno freddo e candido, finché lei non si sottrae dalla mia presa e non torna in piedi. La fronteggio, ansimando e rabbrividendo per l'aria gelida.

Mi rendo conto che il mio ciondolo non è più in suo possesso. Lo cerco con lo sguardo e lo trovo a pochi metri da noi, che scintilla in mezzo al bianco del suolo.

Entrambe puntiamo il pendente, per poi squadrarci a vicenda, come predatrici in agguato. Devo pensare a una maniera per metterla fuori gioco.
Un'idea mi balena in testa. Non ho regolato ancora del tutto i miei poteri, ma potrei fare un tentativo.

Apro i palmi e li indirizzo verso il suolo. Sollevo una scia di neve, che sciolgo e trasformo in acqua. Fatico a mantenere il controllo sulla spirale liquida; la magia nera lotta per fuoriuscire e unirsi all'incantesimo.

D'un tratto, capisco una cosa. Capisco che quel potere oscuro fa parte di me. Che devo farlo uscire e usarlo a mio vantaggio.

Perciò, smetto di oppormi e lascio che il vortice d'acqua venga rivestito di filamenti neri. Guido il serpente fino all'Ombra, che lo osserva con gli occhi fuori dalle orbite, e glielo scaglio contro. La scia la avvolge e la stringe, intrappolandola in una morsa letale. L'acqua la tiene legata e le saette nere le risucchiano l'energia, indebolendola e trasferendola a me, attraverso il sottosuolo.

Rubo ogni particella magica del suo corpo, fino a svuotarla. L'Ombra cade, senza la forza vitale necessaria per sopravvivere. E non smetto di prosciugarla nemmeno quando perde i sensi.

Sono così presa dall'incantesimo di indebolimento che non ho più la cognizione del tempo e dello spazio. Infatti, nel momento in cui una mano si posa sulla mia spalla, sobbalzo, stoppando i miei poteri. La scia d'acqua cola sul terreno e le scariche nere si spengono.

«Può bastare» mi ferma Ryan, stringendomi delicatamente la spalla, per farmi rinsavire.

Ritorno bruscamente alla realtà. Serro le palpebre, sentendo gli occhi pizzicare. Le iridi hanno cambiato colore.

Inveisco sottovoce, contro me stessa. Non riesco a equilibrare i miei due lati. Uno cerca continuamente di dominare sull'altro, disseminando caos e disordine, alterando i miei poteri e minando il mio autocontrollo.

Alzo lentamente le palpebre, una volta che il bruciore sparisce. Mi giro verso mio fratello, che mi guarda con dolcezza e comprensione.

«È tutto okay» mi tranquillizza riguardo le mie iridi, sorridendomi.

«Sbrighiamoci, prima che arrivi qualche altra Ombra» stabilisce Mark, massaggiandosi la schiena con una mano, probabilmente a causa del dolore scaturito dal violento impatto sulla parete. Sul suo volto rigido si disegnano smorfie di fastidio.

Recupero la collana dalla neve e rientriamo nella Grotta. Stavolta, non esito neanche un secondo: inserisco la collana nell'intaglio del disco di roccia marmorea.

«Come faccio ad attivarla?» domando al signor Smith.

«Devi trasferirle la tua energia interiore. Incanala i tuoi poteri nel ciondolo e il Sigillo si spezzerà in automatico» mi illustra.

Faccio un tentativo, chiudendo gli occhi per concentrarmi maggiormente. Sento la magia scorrermi nelle vene, abbandonare il mio corpo e stanziarsi nella collana. Ma la situazione resta immutata.

Sbuffo, sollevando le palpebre. Non capisco dove ho sbagliato. Osservo il Sigillo, ancora intatto, e il gioiello di famiglia, con aria critica. Riprovo, ma anche questo tentativo va alla deriva, così come il terzo e il quarto.

«Dannazione» impreco, incastrando con rabbia le dita tra i capelli.

«Bridget» mi chiama Mark, in tono duro. Mi appoggia le mani sulle spalle e i suoi occhi di ghiaccio mi fissano con severità. «Devi riuscirci. Sforzati. So che puoi farcela. Siamo a un passo da Arcandida. La missione dipende completamente da te, il nostro destino è nelle tue mani. Coraggio» quasi ringhia, spronandomi.

Mi stacco dal direttore e una scintilla di determinazione appicca un incendio in me. La fiamma rovente mi spinge a riversare quanta più energia possibile all'esterno, a farla defluire nella collana.

Continuo a donarle la mia magia, finché il ciondolo non sprigiona un lieve bagliore, una luce azzurrastra che aumenta d'intensità, avvolgendo la Grotta. Diventa talmente luminosa che ci costringe a socchiudere gli occhi e a indietreggiare.

Alle mie orecchie giunge il rumore della roccia che si crepa. Sul Sigillo si sta espandendo una spaccatura. Il disco dove si trova la collana viene diviso a metà dalla forza sovrannaturale che emana il gioiello; la struttura di pietra bianca si spezza in due, con un fragoroso boato. Devio lo sguardo e serro gli occhi per proteggermi dalla luce blu e accecante.

Dopo un assordante scoppio finale, un'onda energetica ci spazza via. Ci scaraventa fuori dalla Grotta, sbattendoci sul suolo innevato delle Pianure Ghiacciate.

Poi, silenzio.

Mi metto a sedere, con i vestiti zuppi di neve e tremando per il freddo. Nell'aria alleggia una quiete irreale. La tempesta è finita, il vento si è ritirato.

Porto lo sguardo all'entrata della caverna. I corpi delle Ombre, sparsi lungo il perimetro interno, si stanno dissolvendo. Anche la ragazza a cui ho rubato i poteri, che ho affrontato prima, fuori dalla Grotta, si sta scomponendo in tanti e minuscoli cristalli scuri.

Ma la cosa più importante è Arcandida. Perché, in lontananza, si è formata la sagoma del regno. Le torri del Palazzo di Ghiaccio si stagliano nel cielo, ora limpido. Riesco a vedere il suo splendore da qui.

Un braccio si tende davanti al mio viso, coprendo la sagoma distante, ma ben marcata, di Arcandida. Accetto la mano di mio fratello, che mi aiuta a rialzarmi. Quando sono in piedi, non scoglie le nostre dita intrecciate. Anzi, mi tira a sé e mi abbraccia. Nella sua stretta percepisco tutto il sollievo e la gioia che prova.

«Ce l'hai fatta.»

Sorrido, anche se non può guardarmi in faccia, e lo abbraccio a mia volta.

«Già, ce l'hai fatta» si intromette il direttore.

Mi separo da mio fratello. Gli occhi di Mark si sono ammorbiditi; ha un'espressione commossa, mentre osserva Arcandida, che mi suscita tenerezza.

Rientro nella Grotta per recuperare la collana e la trovo sopra a un mucchio di detriti bianchi. I resti del Sigillo. L'energia magica l'ha distrutto. Osservo le pareti della caverna: il ghiaccio scintilla, donando più luce al posto, che sembra essere rinato. Prendo il ciondolo e lo indosso di nuovo, sorridendo nel sentire il suo peso familiare.

Mi riunisco a Mark e a Ryan e attraversiamo il sottile spazio tra le due rocce della montagna, dietro le quali si nasconde la Grotta. Una volta usciti all'aria aperta, ammiro il paesaggio mozzafiato. Antylia, il continente dei tre regni, è di una bellezza sconvolgente. Senza la tempesta che mi sfoca la visuale, riesco a contemplarne il panorama suggestivo.

Le montagne altissime, che si abbassano morbidamente in una pianura cristallizzata dal freddo, il sole debole che riflette la luce sulla neve candida, il cielo terso, dov'è disegnata la sagoma di Arcandida.

Alcune figure si aggiungono al paesaggio. Sono i Guerrieri, che ci stanno raggiungendo. Noto Mason, in testa al gruppo. Mi incammino verso il mio ragazzo, con un sorriso contento stampato in volto.

Si ferma quando gli sono davanti. Gli altri Guerrieri proseguono la marcia, superandoci. Aspetto che si siano allontanati tutti, prima di rivolgermi a lui. Ma il mio sorriso muore, non appena mi accorgo dello stato in cui è ridotto.

Ha i capelli scombinati, la fronte imperlata di sudore e la divisa strappata e pregna di sangue. Sotto la manica sbrindellata, intravedo un taglio profondo che percorre il braccio, probabilmente inflitto da un pugnale. Però, quello che mi stringe il cuore, è la sua espressione. I suoi occhi vacui, spenti. Le iridi nere, diventate due abissi di dolore. E le lacrime intrappolate tra le ciglia e agli angoli delle palpebre, che conferiscono un luccichio di sofferenza al suo sguardo stremato.

«Cosa... cosa è successo?» gli chiedo, in un sussurro preoccupato.

Si limita a fissarmi, senza rispondere. Gli sfioro una guancia, ma lui si scosta dalle mie dita e mi oltrepassa. Girandomi, lo guardo avvicinarsi al direttore.

«Che cos'ha?» mi interroga Ryan, piazzandosi al mio fianco.

«Vorrei saperlo anch'io» gli dico, frustrata dal comportamento inspiegabile di Mason.

Ci avviciniamo a lui e a Mark, per ascoltare la conversazione.

«Cosa ti è successo, Evans?» domanda il direttore, squadrando il suo aspetto pietoso.

«Le Ombre ci hanno attaccati» riferisce Mason, in tono freddo e laconico.

Mark sospira. «Quante perdite?»

«Sono morti una trentina di Guerrieri» lo informa. Poi, aggiunge, titubante: «Tra cui... tra cui il Capitano».

"Sophia?" esclama Ryan, nella mia testa. È sorpreso, e lo sono anche io.

«Cosa significa?» fa Mark, con l'incredulità negli occhi.

«Significa che il Capitano è morto!» sbotta Mason. Ha perso la maschera apatica che si era costruito: la rabbia e il dolore si impossessano di lui. «Sophia è morta, Mark. È morta» sottolinea, ringhiando contro il direttore.

Io e mio fratello ci guardiamo, sconvolti. Adesso capisco il motivo della sua aria distrutta, sia emotivamente che fisicamente.

Le Ombre hanno ucciso Sophia.

Mason riprende a marciare furiosamente, lasciandosi me, Ryan e Mark alle spalle. I Guerrieri lo seguono, mentre io e mio fratello ci rivolgiamo al direttore. Quest'ultimo ha lo sguardo perso nel vuoto. Forse sta provando a metabolizzare la notizia che gli ha dato Mason.

«Beh, è meglio iniziare ad incamminarsi» decreta, alla fine, Smith. «La strada è lunga. Ci vogliono almeno due giorni, per raggiungere Arcandida a piedi.»

E anche lui ci pianta in asso, raggiungendo il resto del gruppo.

«Coraggio, andiamo» mi incita Ryan, accodandosi dietro Mark.

Affianco mio fratello. Ci ricongiungiamo agli altri Guerrieri e, insieme, cominciamo la marcia verso Arcandida.

Spazio Autrice

Salve lettori! Allora, voi siete già tornati a scuola? Questo è l'ultimo capitolo del periodo delle vacanze. Poi, lunedì, inizia
la tortura anche per me 😵

Comunque, abbiamo un altro capitolo ricco di azione, oggi. Bree, Ryan e Mark sono alle prese con le Ombre, che impediscono loro di avvicinarsi al Sigillo. Però i nostri Guerrieri le fronteggiano e, dopo uno scontro furioso, Bridget riesce a spezzarlo. Si ricongiungono al resto del gruppo (dove abbiamo anche un Mason parecchio incazzato e triste) e iniziano la camminata verso Arcandida.

Il prossimo capitolo sarà più calmo dei precedenti. Una sorta di pausa da tutta questa azione, prima di tornare all'attacco.

Se questo vi è piaciuto, lasciatemi una stellina e un commento ✨

A martedì! Xoxo🌹

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