58. La Grotta di Cristallo
Bridget
Stringo le mani intorno alla tracolla del borsone, che penzola dalla mia spalla destra, e cerco di placare il senso di agitazione che mi attorciglia le viscere.
Racchiudo il manico in una morsa ferrea, fino a procurarmi bruciore ai palmi. Rilascio la presa e, un istante dopo, ricomincio a torturare la tracolla, con nervosismo, mordicchiandomi le labbra e tamburellando il tallone sul pavimento.
È arrivato il giorno della partenza.
L'ansia mi ha impedito di dormire, stanotte, ma la cosa buona è che scaccia anche la stanchezza, tendendo ogni nervo del mio corpo.
Sono le otto di mattina e tutti i Guerrieri e gli impiegati dell'Accademia sono riuniti nella Sala Principale.
La gente mi circonda e mi toglie la poca aria che riesco a ingerire. Dall'atmosfera tesa, vivacizzata dal chiacchiericcio degli Arcandidi, capisco che ognuno di noi è in fermento.
A sovrastare il brusio delle voci è il tono imponente di Mark. Il direttore sta facendo gli ultimi controlli, prima di lasciare l'Accademia. Chiama i Guerrieri e loro rispondono, confermando la loro presenza. Poi, passa alla lista del materiale occorrente e delle provviste.
L'elenco sembra infinito. O, forse, sono io che non posso aspettare ulteriormente. Restando un altro minuto qui, ferma e all'in piedi, rischio di essere sbranata all'agitazione.
Istintivamente, setaccio la folla con lo sguardo, alla ricerca delle iridi nere di Mason. Lo scovo a qualche metro di distanza, insieme all'Esercito. Sta illustrando qualcosa ai suoi compagni di squadra, serio e deciso nella sua uniforme azzurra e bianca. Probabilmente, sta pianificando uno schema di difesa dalle Ombre, o sta riflettendo su cosa fare, una volta attraversato il portale.
Alza gli occhi dai suoi compagni e intercetta il mio sguardo. Decifra al volo il mio stato d'animo, perciò incurva lievemente le labbra all'insù, accennandomi un sorriso appena visibile. Eppure, dal lato opposto della Sala, in mezzo alla confusione e all'ansia, quel banale gesto è sufficiente a tranquillizzarmi.
«Questa attesa è logorante» prorompe Tiffany, sbuffando.
È avvinghiata al braccio di Ryan e ha la guancia premuta sulla sua spalla. Storco naso, infastidita dal modo in cui è incollata a lui. Se non le scaglio una frecciatina velenosa, è solo perché ho promesso a mio fratello che mi sarei impegnata a trattarla bene.
«Allora, è vero. Ryan e Tiffany stanno insieme» appura Alexandra, al mio fianco.
Mark ha ordinato a me e a mio fratello di stargli accanto, dato che saremo i primi a valicare il portale, e Alex e Tiffany ci stanno facendo compagnia. È presente anche Yara Smith, la figlia del direttore, che si è posizionata a fianco a lui.
«Sì, purtroppo» sibilo, squadrando Tiffany con una nota di contrarietà.
Nonostante stiamo per raggiungere il Circolo Polare Artico, non ha rinunciato alla sua fedele minigonna blu e alla camicetta. È coperta solo da una giacca di pelle, con la cerniera aperta.
Ryan mi tira un'occhiata ammonitrice, afferrando i miei pensieri poco cortesi nei confronti della sua ragazza. Ruoto lo sguardo al cielo e sposto l'attenzione dalla coppia alla mia migliore amica.
«Beh, adesso capisco perché si dice che niente è impossibile» attesta Alex, guardandoli.
La scoperta della relazione tra i due l'ha sconvolta. Non la biasimo: anche io faccio ancora fatica a digerire la notizia.
«Parlando di altro, sei pronta?» mi domanda, volgendo il suo sguardo verde verso me.
«Non molto» mormoro, poco convinta. «Anzi, per niente» mi correggo.
«Nemmeno io. Non ho chiuso occhio, stanotte, per l'agitazione.»
«Siamo in due» mi associo, ridacchiando, sebbene la situazione critica.
Lei si accoda. Nel sentire il suono della sua risata, mi rendo conto che saprei cosa fare, senza Alex. È l'unica Guerriera che comprende ogni mio atteggiamento e che lo condivide. Mi era mancato, avere una migliore amica su cui contare.
«Bene» esordisce, all'improvviso, Mark. Piega i fogli dove sono appuntati gli elenchi e li mette in tasca. Deve aver concluso. «Il piano è il seguente. Ora, creerò il portale, che ci condurrà ad Antylia, in prossimità della Grotta. Guiderò il Principe e la Principessa al Sigillo e, nel frattempo, voi aspetterete. Dopo averlo spezzato, vi raggiungeremo e ci incammineremo verso Arcandida. Tutto chiaro? Le Ombre non dovrebbero interferire.»
Non pare tanto sicuro dell'ultima affermazione, ma evitiamo di farglielo notare.
Nessuno ribatte. Il direttore si avvicina a un quadro appeso alla parete, raffigurante il palazzo reale di Arcandida. La tela rettangolare, a grandezza d'uomo, copre una buona porzione di muro, arrivando quasi al pavimento. Stacca il dipinto e lo appoggia lì vicino.
Il quadro nascondeva una linea di pennarello nero, che forma il contorno di un ovale. Mark posa la mano al centro della figura e serra le palpebre. Una serie di scintille bianche gli saetta intorno al braccio e alla mano, scagliandosi sulla parete. Sul muro prende vita un vortice azzurrino, che ruota e sprigiona particelle magiche.
Mark fa un cenno a me e a Ryan. Lo affianchiamo, davanti al portale. Prima di darci il segnale di entrare, però, il direttore fa una cosa che non mi sarei mai aspettata di vedere: abbraccia sua figlia, qui, davanti a tutti. Stringe forte Yara e le accarezza i capelli neri, scoccandole un bacio sulla testa, con un tale amore e tanta dolcezza che mi sento d'intralcio a guardarli.
«Tornerò presto» le promette, e sono sicura che stia trattenendo le lacrime. «Ti voglio bene.»
«Anche io, papà. Sta' attento» si raccomanda Yara, incastrata nell'abbraccio di Mark.
«Te lo prometto, piccola.»
A volte penso che quella ragazzina dagli occhi celesti sia l'unica persona in grado di tirare fuori l'umanità di un uomo severo e freddo come Mark Smith.
Padre e figlia si separano e Mark posa i suoi occhi azzurro ghiaccio su me e Ryan. «Andiamo» decreta.
Guardo di traverso mio fratello, e nelle sue iridi scopro il medesimo timore che colora il mio sguardo.
«Coraggio» mormora, spronando sia se stesso che me.
Mi stringe la mano ed entriamo nel varco, io avanti e lui subito dietro. Superiamo il condotto di scariche magiche e, quando usciamo, la prima cosa che sento è un vento gelido che mi sferza. Schiudo le palpebre, ma sono costretta a riabbassarle immediatamente, a causa dell'aria tagliente.
Aspetto di abituarmi, prima di riaprire gli occhi e di sondare il paesaggio.
Siamo nel bel mezzo di una tempesta di neve. Un turbinio di cristalli ghiacciati si scaglia su di noi, colpendoci la pelle come proiettili congelati.
Accanto a noi, si erge una composizione di monti, pareti rocciose, versanti ripidi e cime innevate. Il portale ci ha trascinati ai piedi di una catena montuosa. Alzo lo sguardo: le vette bucano le nuvole, grigie e gonfie, cariche di neve, sfiorando il cielo torbido.
Alla nostra destra, opposta alle montagne, si staglia una distesa piatta di neve, di cui è impossibile scorgere la fine, data la fitta tempesta di ghiaccio, che annebbia i dintorni.
«Quelle sono le Pianure Ghiacciate. Questi, invece, i monti Himmelsk, se non erro» mi spiega mio fratello, la voce elevata per sovrastare il rumore del vento e gli occhi socchiusi per ripararsi dai fiocchi di neve pungenti.
Ammiro il panorama, freddo, desertico e, nonostante ciò, mozzafiato. Sono sicura che questa porzione di continente un tempo fosse splendida, prima che venisse distrutta da Seth.
Mi stringo nel cappotto, rabbrividendo per la temperatura estremamente gelida. Devo ricordare a me stessa che ci troviamo pur sempre al Polo Nord. Un normale essere umano sarebbe morto di ipotermia sul colpo. Fortunatamente, il sangue di noi Arcandidi possiede una notevole resistenza al freddo.
Mark sbuca dal varco e, uno alla volta, anche i Guerrieri. Gli occhi del direttore, di solito freddi come l'ambiente circostante, si sciolgono, alla vista del continente in cui è nato e vissuto. Gli Arcandidi più grandi hanno la stessa reazione, mentre i ragazzi si guardano intorno con curiosità.
Poco dopo è il turno di Tiffany e Alex, che tornano al nostro fianco. Quando anche l'ultimo Arcandido è uscito, Mark chiude il portale, con uno schiocco di dita. E, un istante più tardi, solo dopo che il varco è sparito, capisco di essere lontana migliaia e migliaia di chilometri da casa. Anche se, grazie al mezzo di trasporto immediato, sono apparsi come pochi metri.
«Aspettate qui il nostro ritorno e tenete gli occhi aperti. Una volta spezzato il Sigillo, le Ombre attaccheranno.» Mark recupera autorità e avverte i presenti.
Poi supera me e Ryan, piazzandosi in testa al gruppo, e ci esorta a incamminarci con lui. Gli Arcandidi iniziano a spargersi e a sistemarsi nella zona. Intanto, io saluto Alex, mentre Ryan abbraccia Tiffany e le promette di fare in fretta.
Mi separo dalla mia migliore amica e scruto la massa di Guerrieri, cercandone uno in particolare. Come se fosse stato richiamato dai miei pensieri, Mason lascia i suoi compagni e mi raggiunge, oltrepassando gli Arcandidi disseminati disordinatamente nello spazio.
Quando mi è davanti, non dice niente, al contrario di ciò che credevo. Semplicemente, mi circonda con le sue braccia e appoggia le labbra sulla mia testa, stampandomi un bacio tra i capelli.
Su di noi scende il silenzio: la tempesta sembra essersi allontanata, placata, spazzata via, insieme al freddo e al vento.
«Fa' attenzione, va bene?» mi sussurra all'orecchio, in tono preoccupato.
«Va bene» rispondo, annuendo contro il suo petto.
Si stacca e mi posa le mani sulle guance, scandagliandomi con i suoi occhi scuri e spaventati. Gli sorrido, per rassicurarlo.
«Starò attenta, te lo giuro.»
A malincuore, decide di fidarsi e di lasciarmi libera. Torno da Mark e Ryan e ci incamminiamo, distanziandoci dagli altri. Percepisco gli occhi di Mason sulla schiena, che mi seguono, finché la bufera non ci avvolge e non ci rapisce dal suo campo visivo.
Il direttore ci fa strada. Arranchiamo dietro di lui, con i piedi che affondano nella neve e il gelo che ghiaccia le ossa.
«Dopo che spezzerai il Sigillo, Bridget, finirà il maltempo. Questa zona di Antylia è disabitata da anni, perciò si è creato un clima ostile» ci informa Smith, parlando a gran voce, contrastando lo scrosciare del vento.
Il peso del mio incarico e delle mie responsabilità mi schiaccia sempre di più. Tutto dipende dallo spezzare quel maledetto Sigillo. Da me.
«Dove si trova la Grotta?» gli domanda Ryan.
«Qui vicino. Siamo quasi arrivati.»
«È sicuro che le Ombre non attaccheranno prima?» gli chiedo. La domanda mi preme da quando ha pronunciato i suoi comandi, nella Sala Principale. «Ha detto che non interferiranno, non prima di aver spezzato il Sigillo, ma non mi sembrava tanto certo delle sue parole» gli faccio notare.
Mark sospira, producendo una nuvoletta di aria condensata. «Non ne sono certo, infatti. Ma non potevo seminare il panico tra i Guerrieri. E, comunque, se Seth dovesse attaccare, saranno pronti a difendersi. Di questo ne sono convinto.»
La camminata procede per un'altra decina di minuti. Dopo quell'arco di tempo, Mark arresta i propri passi, e anche io e mio fratello ci immobilizziamo.
«È qui» annuncia il direttore.
Ci siamo fermati davanti a un'insenatura, creata da due rocce della montagna. Lo spiraglio tra i massi è abbastanza largo da farci passare, se ci appiattiamo contro la pietra.
Smith è il primo ad addentrarsi nella fessura. Ryan lo segue a ruota e io chiudo la fila. Esco dall'altro lato del passaggio e, dinanzi a me, sorge l'ingresso di una caverna.
Entriamo in quella che dovrebbe essere la Grotta di Cristallo. Nel momento in cui metto piede nella caverna, capisco da cosa deriva il suo nome.
È uno spazio enorme, scavato nella montagna, e il ghiaccio si è depositato sulle pareti rocciose e immense, disegnando una ragnatela di brina sulla pietra. L'effetto dei raggi luminosi sulle pareti ghiacciate crea giochi di luce e riflessi nella Grotta, che scintilla come se fosse fatta davvero di cristallo.
Al centro, c'è un altare di pietra bianca, simile al marmo. Sopra la base cilindrica si eleva un disco circolare, dove è inciso un fiocco di neve. Guardo la mia collana e di nuovo l'intaglio. A vista, il solco nella roccia coincide con il ciondolo.
Il direttore avanza verso il Sacro Sigillo, con attenzione. Arriva davanti alla struttura e ne inquisisce ogni dettaglio, forse per assicurarsi che sia tutto al proprio posto e che le Ombre non abbiano piazzato trappole.
Una strana sensazione mi prende in contropiede, distogliendo la mia concentrazione da Mark. Mi giro di spalle, osservando la fessura tra le rocce che nascondono la Grotta, ma non avvisto niente di insolito. Continuo a fissare l'apertura, con un cattivo presentimento che si fa strada nella testa.
La Grotta di Cristallo brulica di magia pura, così come Antylia; eppure, capto una fonte secondaria di energia. Energia diversa, che macchia quella arcandida.
"C'è qualcosa che non va" confesso i miei timori a Ryan, telepaticamente.
"Lo credo anche io."
Il panico si impossessa di me. L'aura maligna si fa sempre più forte, più vicina. Io e mio fratello ci scambiamo un'occhiata preoccupata.
«Okay. Possiamo procedere» dichiara Smith, interrompendo le nostre riflessioni, quando ha finito la sua minuziosa analisi. «Avvicinati, Bridget.»
Faccio come mi ha detto, muovendomi a passi piccoli e prudenti. Lo raggiungo davanti al Sigillo, senza, però, abbassare le difese.
«Adesso, devi...»
Non conclude, perché un frastuono lo interrompe, esplodendo in un eco continuo nella caverna. Ci voltiamo entrambi di scatto, nella direzione di Ryan.
Sgrano gli occhi. Mio fratello è stato scagliato contro la parete cristallina della Grotta. E, con la sua aura oscura che ci ronza intorno, un'Ombra lo tiene inchiodato alla roccia.
Spazio Autrice
Salve, readers!
Finalmente, i Guerrieri sono partiti alla volta di Antylia. Dopo aver attraversato il portale, che li ha condotti nel continente magico, Bridget e Ryan, insieme a Mark, hanno raggiunto la Grotta, ma hanno trovato una spiacevole sopresa: un'Ombra. Come sempre, Seth deve rovinare ogni loro piano. Riusciranno a liberarsene e a spezzare il Sigillo?
Come vi sembra la terra dei Guerrieri, per ora? Andando avanti scopriremo sempre più particolari, che non vedo l'ora di mostrarvi. Dovrete aspettare qualche altro capitolo prima di entrare ad Arcandida, nel regno vero e proprio, ma ne varrà la pena, ve lo assicuro.
Intanto, stellinate e commentate 🌟🌟
Nel prossimo capitolo ci sarà una sanguinosa battaglia, la prima di
tante. Preparatevi!
A martedì.
Xoxo💎
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