56. Legami Familiari

Bridget

«Tiffany?! Sei serio, Ryan?» esclamo, sconcertata, guardando mio fratello con gli occhi sgranati.

«Sì, lei. Ci siamo avvicinati parecchio, in questo periodo» dice, con un'alzata di spalle, come se fosse una notizia irrilevante.

Mi fermo nel bel mezzo del cunicolo sotterraneo, davanti alle fiamme di una torcia, e gli dedico un'espressione contrariata. «Tra tutte le Guerriere della scuola, proprio Tiffany

«Mi è stata accanto, mentre tu non c'eri.»

«Non voglio neanche immaginare in che modo ti abbia tenuto compagnia» borbotto, storcendo il naso in una smorfia disgustata.

Riprendo a camminare lungo il tunnel e Ryan mi segue. Siamo diretti nella stanza dove si trova lo specchio magico, così che io possa parlare con nostra madre, come avevamo stabilito la scorsa sera. È passato qualche giorno, da quando ho rimesso piede in Accademia. Mi sono scusata con ogni mio conoscente - persino con Mark - e ho chiarito con tutti. Con tutti tranne che con Selene.

«Lei mi piace, Bree, e io piaccio a lei. Non puoi accantonare l'odio che provi nei suoi confronti?»

«Ho paura che ti stia prendendo in giro» gli rivelo i miei timori. Quel poco che ho appreso dal carattere di Tiffany non è affatto positivo.

Ryan mi lancia un'occhiataccia, e sembra infastidito dalle mie parole. «Hai un'opinione completamente sbagliata di lei. Dovreste conoscervi meglio entrambe.»

«Non mi fido di Tiffany, non dopo tutto ciò che mi ha fatto passare. Si è scusata con me e io l'ho perdonata, ma non significa che sia pronta ad accoglierla a braccia aperte.»

«È una cosa seria, credimi. Mi ha parlato di Chris. Immagino che Mason ti abbia già raccontato quella storia.»

Annuisco, confermando. Mi costa ammetterlo, ma è evidente che Tiffany stia facendo sul serio, con mio fratello. Ryan ne è convinto. Ho notato la scintilla che si accende nei suoi occhi, ogni volta che la nomina. Gli piace davvero tanto.

«Quindi, Tiffany Campbell è diventata mia cognata» appuro, simulando un tono di entusiasmo.

«Non correre. Ci stiamo frequentando» precisa. «Per quanto sia possibile frequentarsi in Accademia, ovviamente.»

«Che gioia» mormoro, roteando lo sguardo, scocciata.

Ryan arresta i suoi passi. Mi fissa, serio. «Puoi impegnarti a trattarla bene, per favore?»

«Se lei si degnerà di fare lo stesso, con me» ribatto.

«Lo farà, te lo giuro. Ti prego, sorellina, fai uno sforzo. Fallo per me» mi implora, congiungendo le mani, come a pregarmi. Mi sta praticamente supplicando, con i suoi occhi castani e dorati, dove brillano i riflessi delle fiamme delle fiaccole.

Sbuffo, sapendo di non poter resistere a quello sguardo. «D'accordo» sibilo tra i denti, cedendo. «Proverò a farmela piacere.»

Sul suo volto si apre un sorriso di ringraziamento. Mi scocca un bacio tra i capelli, per poi arruffarli giocosamente, ricevendo un'occhiata torva da parte mia. Continua a camminare, senza nascondere la contentezza. Non trattengo un sorriso, nel vederlo così. Nonostante il disappunto che provo verso la sua relazione, sarei disposta ad accettare di tutto, persino di convivere con Tiffany, pur di renderlo felice.

Ryan mi guida tra i cunicoli intricati dei sotterranei, finché non sbuchiamo dinanzi alla porta di vetro dietro la quale si nasconde il mezzo di comunicazione con il mondo dei defunti. Sotto ordine di mio fratello, inserisco il ciondolo nella toppa e la serratura scatta. Prima di entrare, però, mi volto verso lui.

«Posso...»

«Stare da sola?» conclude, leggendomi nella mente. «Sì, è meglio: avete bisogno di parlare faccia a faccia, senza nessuno tra i piedi.»

Gli sorrido, ringraziandolo per essere così comprensivo, e apro il battente trasparente. Mi posiziono al centro della minuscola stanza, sporca e tetra, di fronte allo specchio rettangolare. La lastra scintillante è l'unico elemento pulito e luminoso.

Schiudo le labbra, per chiamare mia madre, ma mi blocco, non sapendo cosa dire. Non ho preparato nessun discorso. Alla fine, mi convinco che è inutile tergiversare ancora.

«Mamma?»

Selene appare sulla superficie di vetro. Non appena mi vede, spalanca gli occhi, chiaramente sorpresa.

«Bridget?»

Rispondo con un debole sorriso. Continua ad esaminare la mia figura, stupita. Forse non si aspettava una visita, non così presto.

«Come ti senti?» mi domanda, per intavolare una conversazione.

«Meglio» affermo. Il dolore alle costole si è affievolito, lasciandomi, finalmente, respirare a pieni polmoni e muovermi in libertà.

Tra noi cala un silenzio soffocante e incerto. Avremmo così tante cose, da dirci, ma manca il coraggio. Non riesco nemmeno a guardarla negli occhi, per paura di trovare la delusione tra le scaglie dorate. Mia madre aspetta, paziente, finché non mi decido a parlare.

«Sono venuta a chiederti scusa.»

«Non devi, tesoro. Sono io, che devo scusarmi. Non mi perdonerò mai, per averti mentito in quel modo.»

Alzo lo sguardo, e nel suo non scorgo contrarietà, ma solo un'immensa tristezza. Si sente in colpa, tanto quanto me.

«Non... non importa. È solo che mi sono sentita rifiutata, quando mi hai confessato che non mi avresti mai voluta» rivelo, con un filo tremante di voce. Fa un male assurdo, ripensare a quelle parole.

«Non devi mai più pensare una cosa del genere, Bridget. Sei mia figlia e ti ho sempre amata, anche se l'ho capito troppo tardi» mi rimprovera con dolcezza.

«Sono stata una vera stupida, a crederlo» assevero, capacitandomi del mio immenso sbaglio.

«Adesso, è tutto finito. Ti perdono, tesoro.»

«E io perdono te, mamma.»

Selene asciuga le lacrime che le colano sul viso e mi regala un sorriso pieno di affetto.

«Mark ha organizzato il viaggio ad Arcandida» le comunico, spostando la conversazione su un argomento meno malinconico. «Partiremo fra tre settimane.»

I suoi occhi si illuminano, nel ricevere questa notizia. «È fantastico!»

Provo a concordare, biascicando un paio di affermazioni falsamente gioiose. Il risultato dev'essere abbastanza mediocre, dato che mia madre aggrotta le sopracciglia ramate, captando il mio tono inquieto.

«Sicura che vada tutto bene?» mi interroga, sebbene abbia già capito il problema.

«No» sospiro, nervosa, «non sono pronta, mamma. New York è la mia casa, non riuscirei mai a trasferirmi altrove. E ho paura che Seth riuscirà a batterci, che non sarò in grado di sconfiggerlo» confesso le mie ansie.

«Anche se il regno è stato distrutto, ti sentirai immediatamente a casa, lì. Sei nata ad Arcandida, Bridget, è quello il tuo posto. E, comunque, potrai tornare a New York ogni volta che vorrai. C'è un portale che collega direttamente Arcandida e l'Accademia» mi informa, rincuorandomi.

«Devo portare qualcosa in particolare, per il viaggio?»

«Solo vestiti pesanti e una buona dose di coraggio» ridacchia, scostandosi un riccio ramato che le è scivolato davanti agli occhi. «Soprattutto la seconda.»

«Spero di averne a sufficienza» mormoro a me stessa.

Noto che mia madre sta svanendo dalla superficie di vetro. La sua sagoma sbiadisce gradualmente.

«Sta per scadere il tempo. Rimangono pochi minuti» annuncia.

«Abbiamo risolto tutto, vero?» le chiedo, bisognosa di una risposta affermativa.

«Sì, tesoro» mi sorride e il peso dei sensi di colpa, che mi schiaccia da giorni, si fa più leggero. «Ma c'è qualcun altro, con cui dovresti chiarire.»

«Chi?» faccio, stranita. Ero sicura che Selene fosse l'ultima della lista.

«Dovresti parlare con Den.»

Sgrano le palpebre, mentre osservo i contorni di mia madre che sfumano. La sua espressione è determinata.

«No» rifiuto seccamente, «io e Den non abbiamo nessun legame.»

«Ti ama come se fossi sua, Bridget. È stato lui a farti da padre. Ti farà piacere, conoscerlo, ne sono certa.»

Mantengo un cipiglio scettico, anche se il desiderio di conoscere l'uomo di cui si è innamorata mia madre si fa sempre più forte.

«Non te ne pentirai» insiste lei.

Non ci avanza altro tempo: la figura di Selene si è dissolta quasi del tutto. Ne è rimasto un sottile strato evanescente, che potrebbe volatilizzarsi da un momento all'altro.

«Va bene, gli parlerò» acconsento.

Mi rivolge un sorriso, che distinguo a malapena, tra i suoi lineamenti sfocati.

«Bridget» mi chiama, un secondo prima di andarsene completamente, «riguardo Seth, riuscirai a sconfiggerlo. Sei l'unica che ne è in grado.»

«Ti vendicherò, mamma» le prometto, guardandola dissolversi del tutto e sparire in un soffio d'aria.

La lastra dello specchio è vuota, pronta ad accogliere un altro spirito. Stavolta, non mi fermo a rimuginare: pronuncio il nome di Den, anche se con timbro tentennante e flebile.

L'ex-Comandante si manifesta, occupando il punto dove, un attimo fa, c'era sua moglie. Di primo impatto, mi sembra di avere dinanzi Ryan, tanta è la somiglianza tra i due. Ha gli stessi capelli scuri di mio fratello, i lineamenti decisi e lo sguardo rigido, di un azzurro limpido.

Ryan ha ereditato ogni sua caratteristica, a eccezione delle iridi. Lo scruto, sperando di trovare anche solo un minuscolo dettaglio che lo colleghi a me. Inutile dire che la ricerca è vana: io e Den non abbiamo niente in comune. Niente di niente.

E il motivo è semplice: non è mio padre.

Averlo qui, di fronte a me, rende la verità ancora più evidente e amara.

«Bridget?» domanda Den, sbalordito, come a chiedersi se la ragazza davanti a sé sia davvero la figlia di sua moglie.

«Sì, sono io» confermo, abbozzando un sorriso tirato.

«Wow» esclama, «non ti avevo riconosciuta. Sei maledettamente identica a Selene» dichiara, ed è l'ennesima persona da cui sento dire ciò.

«È stata lei a consigliarmi di parlarti.»

«Desideravo tanto conoscerti, sai?» confessa, lasciandomi interdetta. «Tuo fratello mi parla sempre di te.»

«Tu non... non ce l'hai con me, vero?» domando impacciatamente, con il timore che incornicia il mio tono di voce.

Le labbra di Den si incurvano, rasserenandomi leggermente. «Come potrei? Non sei stata tu, a sceglierti i genitori» asserisce con tristezza. Ripensare al tradimento di Selene deve essere una tortura, per lui.

«Hai perdonato la mamma? Insomma, dopo aver scoperto che...» mi blocco, non trovando termini adeguati.

Den risponde comunque, afferrando il concetto della frase: «Ho scoperto la verità poco prima della nostra morte. Abbiamo litigato e non abbiamo avuto il tempo di chiarire la situazione, per questo non l'ho mai perdonata ufficialmente. Ma, ormai, non ha più senso portare rancore. È acqua passata».

«E cosa hai fatto, dopo aver capito che non ero tua figlia? La mamma dice che mi hai amata lo stesso, ma perché lo avresti fatto? Dovresti odiarmi.»

«Ho provato ad odiare te e Selene, però ho fallito. Non si può detestare una persona che ami immensamente. Ti ho sempre considerata mia figlia, e ti considero così tuttora. Non ho mai smesso di volerti bene, neanche per un attimo. L'errore più grande di Selene è stato Seth, non tu. Sei stata l'unica cosa bella ricavata da quel disastro, Bridget. Tu e Seth sarete anche legati dal sangue, ma non dall'amore. Ed è questo elemento, a rendere una famiglia tale.»

Guardo Den, con le lacrime agli occhi, un sorriso cucito sul volto e il cuore più leggero, libero dal tormento che lo affliggeva. E, osservandolo, capisco chi è davvero mio padre. Nonostante le differenze abissali, sento di appartenergli veramente.

«Ti voglio bene, Bridget. Non scordarlo mai» mi dice. Incido quelle tre parole nella mia anima, in modo da custodirle per tutta la vita.

Den inizia a dissolversi, segno che il tempo a nostra disposizione è terminato.

«Vai ad Arcandida e distruggi Seth» mi ordina, tirandomi uno sguardo pieno di fiducia, con i suoi occhi azzurri.

«Lo farò» proclamo, mentre la sua figura si fa più sbiadita. «Lo farò, papà» ripeto, in un sussurro basso, quando scompare.

Spazio Autrice

Salve readers!💓

Dunque, anche in questo capitolo Bree si è scusata. Stavolta, con Den e Selene. Tranquilli, loro erano gli ultimi della lista. Dal prossimo capitolo, cambierà tutto!

In questo, Bree scopre che Ryan ha una relazione con Tiffany, e anche se la biondina non le va a genio, decide di fare uno sforzo, per suo fratello. Parla con sua madre e le due si perdonano a vicenda.

Conosciamo anche un personaggio che viene nominato spesso ma che non è mai apparso: Den. Come vi è sembrato? Finalmente Bree ha capito che lui non potrebbe mai odiarla, e trova anche la forza di chiamarlo "papà".

Vi è piaciuto questo ricongiungimento dei Kelley? Se sì, lasciatemi un commento e una stellina 💫

Dal prossimo capitolo comincia la quarta (e ultima) parte della storia. Tenetevi pronti, perché succederà di tutto!

A martedì

Xoxo👨‍👩‍👧‍👦

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