54. Tra Passato e Futuro

Ryan

Osservo le venature chiare del legno della porta, tentennando davanti all'ingresso. Sollevo la mano chiusa e avvicino le nocche al battente, per poi ritirarla un istante più tardi.

Non capisco da dove provenga tutta questa insicurezza. Non dovrei sentirmi così, non dopo gli avvenimenti di qualche notte fa. Mi ravvio i capelli con le dita, frustrato.

Una volta uscito dalla stanza di mia sorella, per poter lasciare un po' di spazio a lei e a Mason, mi sono diretto qui. I miei piedi hanno agito autonomamente e mi hanno trascinato davanti a questa dannata porta, a cui non ho il coraggio di bussare.

Stufo di aspettare di autoconvincermi, ignoro il timore e batto le nocche sul legno. Devo replicare il gesto, prima che il battente si apra di pochi centimetri.

La Guerriera che si sporge a controllare tiene i capelli biondi legati in una crocchia ordinata e sembra sorpresa, nel constatare che sono stato io a bussare.

«Ryan» esclama, e le sue labbra fini si piegano in un sorriso.

Tiffany schiude completamente la porta e mi fronteggia, incrociando le braccia al petto. Indossa una canottiera nera, di raso, e un paio di pantaloncini dello stesso tessuto e colore.

«Vuoi accomodarti?» mi domanda, spostandosi dall'ingresso.

Confermo, ringraziandola, e supero la soglia della sua camera da letto. La lampada sul comodino è accesa ed emana una luce calda e dorata, che abbraccia le pareti. Tiffany chiude la porta e si siede sul bordo del letto, mentre io resto in piedi, guardandola.

Mi chiedo come faccia a sopportare le temperature gelide di febbraio, con quei vestiti leggeri addosso. La stoffa le scende morbidamente sulle curve del corpo e la scollatura ampia è impreziosita da uno strato di pizzo.

Dal rossore che si espande sulle sue guance, capisco di averla messa in imbarazzo, con il mio sguardo indagatore. Disloco gli occhi dalla sua figura ed esamino l'arredamento della stanza.

«Puoi... puoi sederti, se vuoi» mi invita al suo fianco, colpendo il materasso con la mano.

Accetto e mi accomodo accanto a lei. Rimaniamo in questa posizione, vicini, senza emettere fiato, per un paio di minuti, con la tensione che governa l'atmosfera. Anche lei è nervosa, a quanto pare.

«Ho sentito che la missione è andata a buon punto» si decide a rompere il silenzio per prima.

«Sì, ce l'abbiamo fatta.»

«Ne sono contenta.» Mi sorride dolcemente, voltandosi nella mia direzione. «Bridget come sta?»

«Bene. È con Mason, adesso.»

«È per questo che sei venuto da me?» chiede, facendomi intuire dove volesse arrivare.

«È uno dei motivi, ma non l'unico. Sento sempre il bisogno di raggiungerti, e non capisco perché. È una... percezione

«Anche quella dell'altra notte era una percezione?» chiede, il tono basso e gli occhi che vagano sulle piastrelle del pavimento, per non incontrare i miei.

«Sì» affermo, «lo era.»

Tiffany tira l'orlo della canottiera, i denti che pestano il labbro inferiore e un'evidente agitazione. «Ryan...»

La fermo, notandola in difficoltà. «Non sei costretta a rispondere.»

«Non riesco ancora a capire cos'è successo, tra me e te. Ti ho detto cose che non ho detto a nessuno» sospira, afflitta dai dubbi, i medesimi che mi torturano.

«Vale lo stesso per me. Non ci ho capito niente, Tiff, ma mi è piaciuto

«Anche a me» confessa in un sussurro. Non l'ho mai vista tanto insicura e spaventata.

Ometto il fatto che non mi è semplicemente piaciuta, quella nottata trascorsa insieme. Non le comunico che avrei voluto stringerla tra le mie braccia anche la mattina seguente. E nemmeno che, con il suo corpo contro il mio, mi sono sentito finalmente bene; oppure, che le nostre sagome combaciavano alla perfezione.

Non uso la voce, per informarla di ciò. Le trasmetto tutti questi pensieri con lo sguardo, e lei li afferra al volo, ricambiandoli.

«Ho parlato a Mason di noi, comunque» cambio argomento, interrompendo il contatto visivo.

Corruga le sopracciglia sottili, delineate perfettamente. «Di noi

«Gli ho detto che sono interessato a te, e lui approva la nostra strana "relazione"» mimo le virgolette con le dita.

«Relazione?» ripete, di nuovo, sgranando gli occhi castani, dalle sfumature verdi. «Aspetta, Ryan: da quando esiste un "noi" e da quando abbiamo una relazione?»

«È un modo di dire, Tiffany. Rilassati» la tranquillizzo.

Lei, però, non sembra affatto rilassata. Mi osserva, terrorizzata, come se le stessi puntando un pugnale al petto.

«Io credo... credo che...» comincia, farneticando in preda all'ansia.

Poso le mie mani sulle sue spalle. «Ehi, calmati.» Incastro i nostri sguardi e le sfioro una guancia imporporata con il dorso della mano. «Non voglio metterti pressione.»

Si sottrae dalla mia presa, in uno scatto brusco. Indietreggia sul materasso, distanziandosi da me.

«Mi stai preoccupando. Che succede?» la interrogo, impensierito dal suo comportamento, diventato improvvisamente strano.

«Io credo che dovremmo fermarci, Ryan. Dovremmo fermarci, finché siamo in tempo» trova il coraggio di ammettere.

«Cosa significa?» domando, sperando di aver compreso male.

«Che dobbiamo allontanarci e chiudere, prima che sia troppo tardi.» Il suo tono è risoluto, e mi sembra di aver ricevuto un pugno nello stomaco.

«Pensavo che fosse nato qualcosa, dopo la scorsa notte» sostengo, ferito e confuso.

«Il problema è questo, infatti! È nato più di qualcosa, ma dobbiamo smetterla subito, perché potrebbe trasformarsi in una situazione troppo grande da gestire» sbraita, gesticolando convulsamente.

«Non sei da sola, Tiffany. La gestiremo insieme.»

«No, Ryan, io non voglio gestirla. Non posso. Non è giusto.» Prende un respiro profondo e serra le palpebre, prima di continuare. «Ho giurato di amare Chris per sempre.»

Quando apre gli occhi, le lacrime illuminano le venature verdi delle sue iridi.

«Non esagerare. È presto per parlare di amore.»

«Non voglio legarmi a nessun altro. Ho paura. Ogni volta che sono felice, finisce male, per me e per chi mi sta intorno. Perciò, è meglio se mi stai lontano» dichiara, la voce infranta e le lacrime trattenute a stento.

«Tiffany» la chiamo dolcemente, avvicinandomi a lei e prendendole il viso tra le mani, «andrà bene. Te lo prometto, okay?»

«Non fare promesse che non puoi mantenere» mi ammonisce, scostandosi.

«Tu mi piaci davvero. Ci tengo, a te. Come devo fartelo capire?»

«Quando sto con te provo la stessa sensazione di quando stavo con Chris. Ed è insopportabile. Non ce la faccio, Ryan.»

«Non soffrirai. Fidati di me. Potremmo essere felici, insieme» insisto, intrecciando la sua mano destra con la mia sinistra.

Tiffany scruta le dita attorcigliate, poi riporta gli occhi nei miei. «Non voglio vivere nell'ansia di perderti. Non voglio soffrire ancora.»

«Non dovrai» le assicuro, stringendole anche l'altra mano.

Vacilla sempre di più. Alterna lo sguardo tra me e le dita intrecciate. Finché, mentre credo che stia per darmi corda, non scioglie la stretta.

«Mi dispiace» mormora a testa china. «È meglio così.»

Preso dalla rabbia, mi alzo dal materasso e raggiungo la porta. Abbasso la maniglia, pronto a uscire e a mettere un punto a ciò che abbiamo condiviso, a distruggere i momenti trascorsi assieme. Però mi blocco, nel sentire i passi di Tiffany, che mi viene incontro, fermandosi alle mie spalle.

«Bravo, vattene! Vattene, Ryan. Vattene, come fanno tutti gli altri» sbraita, accusandomi, con il tono pregno di veleno e delusione.

«Sei tu che non mi vuoi, Tiffany! Cos'altro devo fare, per convincerti a darmi una possibilità?» urlo di rimando, al suo stesso volume.

«Niente! Non puoi fare niente

Le lacrime sporcano il suo viso immacolato, insieme ai singhiozzi che volano dalle labbra. Nell'osservare la sua figura, demolita dal dolore, il mio cuore si spezza. Comprendo che Tiffany ha disperatamente bisogno di qualcuno che tenga uniti i cocci della sua anima frantumata e che la ami per quello che è.

E, ormai, ho giurato a me stesso che sarò io, a ricoprire quel ruolo.

Per questo non indugio oltre e disintegro i centimetri che ci separano, fiondandomi da lei in pochi passi. Metto le mani sui suoi fianchi, prendendola alla sprovvista, e, con uno strattone, incollo le mie labbra sulle sue.

Tiffany allaccia le braccia dietro il mio collo e mi restituisce il bacio con maggiore intensità. Le accarezzo la pelle sotto la canottiera, mentre lei affonda le dita tra i miei capelli.

Camminiamo all'indietro e ci arrestiamo solo quando sbatto la schiena contro la porta della stanza. Ribalto la situazione e spingo il suo corpo a ridosso del battente, premendovi sopra il mio.

La sollevo e lei mi circonda il bacino con le gambe, con la colonna vertebrale attaccata alla porta e il mio petto contro il suo. Riesco quasi a sentire il suo cuore che pulsa insieme al mio, a un ritmo esorbitante.

Siamo costretti a separarci, per mancanza di fiato. Scruto la sua figura, non più composta. Ciuffi di capelli biondi sono fuoriusciti dallo chignon, conferendole un aspetto totalmente diverso, insieme alle labbra gonfie e agli occhi ancora arrossati dal pianto. Le sistemo le ciocche ribelli dietro le orecchie e asciugo gli ultimi rimasugli di lacrime, sotto le palpebre inferiori. Le nostre fronti aderiscono e recuperiamo ossigeno insieme, con i respiri mischiati.

«Voglio stare con te» le ribadisco, guardandola in modo irremovibile.

Tiffany emette un soffio d'aria sconsolato. Il suo sguardo è triste. Giocherella con i capelli alla base della mia nuca e lambisce la pelle del collo.

«Non hai la sensazione di stare tradendo Mackenzie? Perché io ho l'impressione di farlo, con Chris.»

Stacco la sua schiena dalla porta e, dopo un urletto di sorpresa, è costretta a reggersi a me, per non perdere l'equilibrio. La conduco al letto e la stendo sul materasso, troneggiando su di lei.

«Ascoltami, perché non te lo ripeterò più.» La esamino dall'alto della mia posizione, la serietà nei lineamenti e nel timbro. «Mackenzie non c'è più, e neanche Chris. Loro sono il passato, Tiff, e non si può vivere ancorati al passato. Bisogna pensare al presente e al futuro. E io voglio che tu sia il mio presente e il mio futuro.»

Mi sorride e, per una volta, sono sicuro di averla convinta. Alza il capo e fa scontrare le nostre labbra, con più delicatezza, rispetto a prima. Sugelliamo il nostro accordo, con questo bacio.

«Anche io lo voglio, Ryan» sussurra, quando ci separiamo. «Metterò da parte il passato. Voglio un presente e un futuro sereni, e li voglio con te.»

Spazio Autrice

🔆 Buongiorno readers 🔆

Anche oggi, capitolo super extra shipposo, dedicato a un'altra coppia: Ryan e Tiffany.

Ryan raggiunge Tiffany, le confessa i suoi sentimenti e dichiara di voler stare con lei, ma Tiff non la prende tanto bene: soffre ancora per la perdita di Chris e non se la sente di ricominciare con Ryan. Lui, però, riesce a convincerla, facendole capire che non può vivere nei ricordi passati. Così, decidono di darsi una possibilità. E si sono anche baciati per la prima volta!

Non so voi, ma io li adoro, insieme. Sono la mia coppia preferita, escludendo Mason e Bree. Che opinione avete, su loro? Se prima non vi convincevano, adesso avete cambiato idea? Scrivetemelo qui 👉

A martedì!

Xoxo💋

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