49. Su Fronti Opposti
Bridget
«Ci vediamo tra un'ora in mensa, d'accordo?» mi chiede Luke, sull'uscio della mia camera.
«Certo. A dopo» confermo, per poi chiudere la porta.
Con un sospiro stanco, mi siedo sul letto. I muscoli, intorpiditi dalla lunga e pesante sessione d'allenamento, si rilassano leggermente, a contatto con la morbidezza del materasso.
Io e Luke ci stiamo esercitando da stamattina. Dopo avermi svegliata, mi ha trascinata in palestra. Pretende che io sia addestrata e preparata, in caso i Guerrieri dovessero ripresentarsi.
Ieri sera, alla fine, il sonno ha avuto la meglio e mi sono addormentata sul divano della biblioteca, con il rumore del fuoco nelle orecchie e il libro che stavo sfogliando rimasto aperto.
Quando Luke non mi ha vista nel mio dormitorio, ha iniziato a cercarmi in tutti i locali e cunicoli accessibili della Tana, senza trovarmi. Seth gli ha suggerito di setacciare la biblioteca, ed è lì che l'Ombra mi ha scovata.
Non era arrabbiato come temevo. Era solo preoccupato per me. Non ne aveva nessun motivo: la nottata pessima e l'incubo sono stati eclissati dalle ore di riposo che hanno seguito la chiacchierata con Seth.
Una volta sveglia, nessun Arcandido mi tartassava la testa. Il merito è di mio padre. Non posso che essergli grata, per aver ricucito la ferita inflitta da Mason e allargata da Selene.
I crampi allo stomaco mi ricordano che ho saltato la colazione e il pranzo e che devo sbrigarmi, se non voglio perdere anche la cena.
Tolgo gli indumenti sportivi ed entro nella cabina della doccia. Lascio che l'acqua calda stiri i tendini e le articolazioni, assopendo il bruciore muscolare. Le gocce bollenti che strisciano sul corpo danno immediato sollievo al mio scheletro indolenzito.
Finita la doccia rigenerante, indosso una semplice t-shirt e un paio di pantaloni morbidi. Raccolgo i capelli in una treccia, che mi accarezza la spalla, e torno in camera.
Il cellulare fornitomi da Seth vibra, appoggiato sul comodino. Allungo un braccio per afferrarlo, ma l'occhio mi cade su un altro oggetto.
La catenina con il ciondolo dei Kelley è attorcigliata su se stessa, accanto al telefono. Il candelabro sulla parete del letto orienta i riflessi cinerini delle proprie fiamme sul gioiello, colorando il fiocco di neve argentato di sfumature sinistre.
Non tocco la collana dal giorno in cui sono arrivata alla Tana. Fino a oggi è rimasta qui, sotto il mio totale disinteresse.
D'impulso la prendo. Trascino la punta del dito sulle linee d'argento, che si intersecano tra loro, formando lo stemma di Arcandida.
Sgancio la chiusura della catena e percepisco il desiderio di rimetterla, almeno un'ultima volta, e di guardarmi allo specchio, per vedere come mi sta il cimelio di famiglia.
Per scoprire se, nel riflesso, c'è la Principessa di Arcandida o l'Erede di Seth.
I miei piani hanno vita breve: qualcuno bussa alla porta e sono costretta a nascondere il ciondolo nella tasca dei pantaloni.
Aprendo il battente, incontro il viso di Luke. I suoi occhi di ossidiana trasmettono agitazione e il suo incarnato è più pallido del normale. È la prima volta che si mostra scomposto, e la cosa mi suscita un crescente senso di paura.
«Hai letto il messaggio?» domanda, il tono frettoloso e grave.
Ricordo all'improvviso che mi è arrivata una notifica e che l'ho ignorata. «No. Cos'è successo?»
«I Guerrieri hanno di nuovo invaso l'esterno del nascondiglio. Alcune Ombre sono già salite, per affrontarli, ma stavolta l'Esercito ha portato i rinforzi. Devo unirmi allo scontro, quindi sono venuto ad avvertirti. Resta in camera e non muoverti per nessun motivo al mondo, va bene?»
«No, non va bene» respingo il suo comando.
«Bridget, quei Guerrieri vogliono te. Devi rimanere al sicuro, lo capisci?» scandisce perentoriamente, posandomi le mani sulle spalle e avvicinando il suo sguardo al mio.
«Abbiamo trascorso le ultime giornate ad allenarci. Sono pronta. Ho imparato a controllare i miei poteri e posso battere con facilità un Arcandido.»
«Non se ne parla. Smettila di insistere e aspetta il mio ritorno. Farò chiudere il portale e piazzerò un'Ombra di guardia, così nessuno si intrufolerà nel covo. Tu, però, devi giurarmi che non ti muoverai dalla tua stanza.»
Luke è inflessibile e non c'è modo per convincerlo a farmi lottare.
«Okay» fingo di accettare, aggiungendo alla recita un pizzico di scocciatura. «Resterò qui.»
«Non scapperai in superficie?» Mi fissa con perseveranza, mentre mi pone la domanda.
«Non scapperò in superficie» ripeto, dipingendomi una maschera di innocenza. «Adesso, vai e rimanda gli intrusi in Accademia.»
Noto che si tranquillizza un po'. Mi sporgo dallo stipite e seguo con gli occhi la sua figura incappucciata che percorre la galleria. Sparisce dietro un angolo e io rientro nel dormitorio.
Spalanco le ante dell'armadio e recupero la mantella nera. La indosso, affibbiando la clip d'oro all'altezza della clavicola, e calo il cappuccio in testa.
Chiudo la porta e mi dirigo verso il varco che collega la Tana alla superficie. In fondo al tunnel principale, dove sfociano tutti gli altri passaggi, si trova una scala a pioli e una botola di legno. Tiro il portello e scoperchio il vortice nero.
Serro le palpebre e attraverso il portale. Le particelle di magia nera mi abbracciano, confortevoli. Quando riapro gli occhi, avvisto il quartiere residenziale e decadente sotto il quale sorge la Tana.
Nei pressi della botola da cui sono uscita non c'è anima viva. Proseguo verso il primo palazzo alla mia destra. Mi affaccio con cautela dalla parete e sondo la situazione.
Una freccia si conficca nel muro, a qualche metro di distanza dal punto in cui mi sono appostata. Questo è un chiaro segno della presenza di Samantha.
Nel viale imperversa una vera e propria battaglia: Arcandidi e Ombre si sono mischiati, tra il tintinnio metallico delle lame che si scontrano, il sangue, i cadaveri, i rumori dei pugni, dei calci e dei piedi sull'asfalto.
Le Ombre coperte dai cappucci neri, gli Arcandidi dalle loro uniformi. In mezzo alla calca scorgo le divise azzurre e bianche dell'Esercito, ma anche quelle blu degli studenti. Ce ne sono circa una decina, di quest'ultime.
Riconosco una chioma bionda e un ciuffo castano che lottano fianco a fianco, contro due figure nascoste dalla mantella. Emily e Carter.
Non li vedo dalla sera in cui ho scoperto di essere un ibrido. È passata un'infinità di tempo dall'ultima volta che ho interagito con loro o con gli altri membri della squadra. Le uniche eccezioni sono Mason, che ho incontrato ieri sera, e Sophia, che mi ha tenuto compagnia mentre ero imprigionata.
Intravedo il Capitano e la sua massa di capelli ricci, ma non adocchio Mason. Scandaglio bene l'area, eppure, di lui non c'è traccia. Troppo impegnata nella sua ricerca, mi accorgo in ritardo di essermi esposta eccessivamente e di essere entrata nell'orbita visiva di un Guerriero.
Due mani mi intrappolano da dietro e mi scaraventano contro la parete del condominio. Non ho nemmeno il tempo di mettere a fuoco l'aggressore che l'estremità di una lama mi preme sullo stomaco.
«Eccoti, finalmente» esclama un ragazzo biondo e dalle iridi chiare. Porta la divisa accademica, con i pantaloni e il gilet blu. «Il Generale ti stava cercando.»
«Digli che non sono interessata a vederlo, grazie» replico.
Il Guerriero accosta ancora di più la lama. Basterebbe un piccolo scatto in avanti del braccio, per trafiggermi.
«Adesso, vieni con me e raggiungiamo Mason. Poi, ti riportiamo in Accademia» decide, parlandomi con falsa cortesia.
«Preferisco stare qua» continuo a insistere, senza cedere.
«Come fai a sopportare la compagnia di questi esseri?» domanda, con una smorfia disgustata.
«Molto meglio loro che voi.»
Nei suoi occhi chiari divampa la collera. «Dovrei ucciderti. Sei un'Ombra» sibila, spingendo di qualche altro centimetro il pugnale.
«Lo so» rispondo, pacata, con un sorriso accennato. «Ma non lo farai. Io vi servo.»
La mia indifferenza non fa che alimentare il suo astio. Sento il vertice della lama che mi accarezza la pelle, pressando sulla maglietta.
«Ti do l'ultima possibilità: seguimi, senza lamentarti, e potrai tornare a vivere la tua vita. Mark sarà clemente, questa volta.»
«Mark sarà anche diventato l'uomo più buono del pianeta, ma io no.»
Non gli lascio più modo di ribattere e scanso il suo corpo con una folata di magia. Il Guerriero viene scagliato contro il muro del palazzo frontale e scivola a terra, gemendo per il dolore e facendo cadere il pugnale.
Torreggio sulla sua figura e preparo un secondo circolo elettrico da lanciare. Il ragazzo mi tira uno sguardo agguerrito; colpisce la mia caviglia con la sua gamba e mi sottrae l'equilibrio. Rovino al suolo e lui recupera con uno scatto il pugnale, per poi fiondarmisi addosso. Mi tiene ancorata al cemento con una presa salda sulle spalle, la lama a un centimetro dalla mia gola e l'espressione furibonda.
«Cosa credevi di fare?» abbaia, ed è così adirato che potrebbe tagliarmi la faringe da un momento all'altro.
Capisco di essere salva solo quando poso gli occhi oltre la sagoma imponente del Guerriero.
«Ucciderti, forse?» rispondo, cercando di prendere un po' di tempo.
Forse non è stata una buona mossa: adagia il pugnale sul mio collo e sembra più irritato di prima.
«Che ne dici se lo faccio io?» minaccia, facendo scorrere lentamente la lama sottile e affilata sulla mia pelle, per intimorirmi.
«Dico che è stato un piacere conoscerti» ghigno.
Sul suo volto si apre un cipiglio disorientato, che dura pochi istanti. Qualcosa lo trafigge da dietro. In preda alla sofferenza acuta, allenta la presa su me. Rotolo su un fianco e mi scosto agilmente, mentre il Guerriero si accascia sulla strada. Dal dorso del ragazzo, all'altezza delle scapole, zampillano fiotti di sangue, attraverso la profonda ferita che gli è stata inflitta.
«Vieni, alzati.»
Luke mi porge la mano. Nell'altra è racchiuso il pugnale, sporco di liquido scarlatto, che ha strappato la vita all'Arcandido. Mi aiuta a rimettermi in piedi. Quando i nostri occhi si scontrano, nei suoi leggo un enorme disappunto.
«Sei impazzita?!» sbraita. «Avevi giurato di restare in stanza. Invece, scopro che sei uscita e che stavi per farti ammazzare!»
«Esagerato. Me la stavo cavando benissimo da sola.»
«Non ti rendi conto della gravità della situazione, Bridget! I Guerrieri ti vogliono riportare in Accademia, a ogni costo, e non si arrenderanno.»
«Lo so, e faranno tutti la stessa fine, se necessario!» urlo di rimando, indicando il cadavere del ragazzo che mi ha precedentemente assalita.
Luke inspira ed espira, per calmarsi. «Non ho ancora chiuso il portale: quando ho trovato la botola spalancata, sono corso a cercarti. Se ci muoviamo con discrezione, posso riaccompagnarti nel covo.»
«Non se ne parla. Sono in grado di controllarmi e di combattere, ormai. Non me ne importa più nulla degli Arcandidi. Lascia che te lo dimostri.»
«Puoi dimostrarlo a me» esordisce qualcuno, interrompendo la discussione.
Ci voltiamo. Un altro Guerriero ci ha raggiunti, un ragazzino castano e dal fisico esile. Un dettaglio specifico attira la mia attenzione. Inveisco e retrocedo automaticamente di un passo. Luke sguaina il pugnale e si piazza difronte a me, per proteggermi, ma è inutile: non può difenderci da una pallottola.
«Bella, vero?» sorride l'Arcandido, ironico, sollevando la pistola lucida, che scintilla sotto la luce lunare.
Creo una sfera magica e attendo il momento giuso per tirarla, però vengo beccata dal nostro aguzzino.
«Io non lo farei, se fossi in te, Principessa» intima, puntandomi contro la canna della pistola.
«Me ne occupo io. Tu scappa. Non appena ti do il segnale, corri e rientra nella Tana. Nasconditi nel dormitorio, nei tunnel, da Seth o dove vuoi. Non ha importanza, ma devi andartene» mi sussurra Luke.
«Assolutamente no» dissento. «Ho detto che ti avrei dimostrato di cosa sono capace, e lo farò.»
«Allora, chi di voi due vuole assaggiare per primo la potenza di questo gioiellino? Potrei anche risparmiarvi, se lei decidesse di seguirmi» fa un cenno verso me.
Supero Luke e mi avvicino al ragazzo. «Non puoi farmi del male. Sono la vostra chiave, ricordi? Però, al contrario, io posso fare del male a voi.»
Il Guerriero scocca un'occhiata al cadavere del suo compagno. Stringe le dita intorno all'impugnatura della pistola e mi guarda con disprezzo.
«Dovresti essere la nostra Principessa, non la loro cavia da laboratorio. Hai ancora la possibilità di fare la scelta giusta.»
Le sue parole mi scivolano addosso, senza graffiarmi. «L'ho già fatta. Piantatela con questi stupidi tentativi di convinzione. Continuate a venire qui, a uccidere Ombre, a propinarmi i vostri discorsi saggi e a sperare, non capendo che non otterrete niente. Proseguite così e ricaverete solo perdite tra i Guerrieri.»
Il ragazzo indirizza la pistola su Luke, senza staccarmi gli occhi di dosso. «Anche voi ricaverete solo perdite, se continuerai a opporti al tuo destino. E, per vendicare il mio alleato, credo che inizierò dal tuo amico. La decisione è tua: seguimi, oppure ogni singola Ombra verrà ammazzata e tu rimarrai indifesa.»
«Non volevo arrivare a tanto, ma mi hai costretta» lo avviso. Poi, procedo con l'unica mossa d'attacco che mi è rimasta.
Mi focalizzo sull'Arcandido, sulle sue iridi nocciola, sui capelli pettinati ordinatamente, sulla divisa scolastica e, soprattutto, sulla pistola grigio metallizzato, che impugna con la mano destra.
Il braccio del ragazzo si piega e io e Luke veniamo esclusi dal raggio di sparo. Il Guerriero si porta la pistola alla testa e sui suoi lineamenti si scolpisce la paura.
«Cosa...» Prova a staccare la canna dalla tempia, invano. «Cosa succede? Perché non riesco a muovermi?»
«Ti ho ipnotizzato» lo informo, sogghignando. «Adesso, sei sotto il mio controllo.»
Strattona il braccio, ma l'arto resta immobile e il beccuccio della pistola non si scolla. Continua a tentare disperatamente, con il panico che lo strozza.
«Lasciami andare!» mi implora.
Deve aver compreso le mie intenzioni, dato che il suo viso sbianca e il suo respiro si appesantisce.
«Per quale motivo? Sono curiosa di testare la potenza di questo gioiellino» riciclo la frase beffarda che lui stesso ha pronunciato, poco fa.
«Non saresti in grado di farlo. Non sei come loro» cerca di fermarmi.
«Ti sbagli: sono come loro, e voglio che tu e i tuoi compagni lo sappiate» dichiaro aggressivamente.
Ordino alle dita del Guerriero di posarsi sul grilletto.
«Ti prego, non farlo! Ti...»
Il boato dello sparo tronca le sue suppliche. Il ragazzo scivola sul cemento, con una scia di sangue che scorre dalla tempia, macchiando l'asfalto, e la pistola appoggiata sul palmo dischiuso.
Lo osservo, impassibile. L'unica emozione che provo è soddisfazione.
Sento una presenza alle mie spalle. Luke. Mi volto e gli rivolgo un sorriso beato e un'occhiata di trionfo.
«Te l'ho detto che so difendermi.»
«Ti ho sottovalutata. Decisamente» riconosce.
Uno scricchiolio improvviso rimbomba nell'aria. Percepisco l'aura di un Arcandido che si intromette tra le nostre. Roteo gli occhi, stufa di affrontare Guerrieri.
«Oh, mio Dio» esclama la ragazza che è appena arrivata.
Identifico subito il suo timbro, i capelli chiarissimi, le iridi blu e il viso puntellato di lentiggini. Al suo fianco, cammina un altro Guerriero che, purtroppo, conosco bene.
Emily fissa i due cadaveri, esterrefatta, mentre gli occhi di Carter scrutano me e Luke. Non abbasso lo sguardo, mantenendolo saldo nel suo.
«Sei stata tu» mormora, rendendosene conto.
«No, il biondino è opera di Luke» rispondo con nonchalance, additando l'Ombra.
«Dio, Bridget, in cosa ti hanno trasformata?» dice Emily, l'angoscia negli occhi oltremare e la delusione nel tono di voce.
«In un mostro» ringhia Carter, rispondendo al mio posto.
«Mason vi ha mandati qui a farmi la paternale? Non gli è bastato il rifiuto di ieri sera?»
«Sta cercando di salvarti da un finale disastroso. La tua casa non è qui. Credi di aver trovato il tuo posto nel mondo, di essere felice, ma sei soltanto caduta nella trappola di Seth.»
Invasa da un lampo di rabbia cocente, marcio nella loro direzione. «Cosa pretendete di sapere, voi? Non mi conoscete, non mi avete mai conosciuta. Dove eravate, mentre Mark mi torturava? Dove eravate, mentre Mackenzie mi comunicava di essere l'errore più grande di mia madre? E dove eravate, mentre Seth mi spegneva e mi rendeva insensibile come una macchina? Sono caduta nella vostra trappola, non in quella di Seth. Se non vi servissi per spezzare il Sigillo, non mi avreste nemmeno cercata! Quella sera, Emily, quando mi hai trascinata in Accademia, hai dato inizio alla rovina della mia vita. Non perdonerò mai te e gli Arcandidi per avermi portata in questo baratro!» Sfruttando la telecinesi, sfilo la pistola dalle dita del Guerriero morto e la sollevo, mirando Emily e Carter. «Ho già ucciso due Arcandidi. Un'altra coppia non farà la differenza.»
«Bridget, riprenditi! Non sei più in te. La Bridget che conosciamo non avrebbe mai minacciato i propri amici con una pistola.» Emily prova a dissuadermi.
«Voi non siete miei amici e io non sono più quella Bridget» contesto, senza abbassare l'arma.
È strano pensare che siamo passati dal combattere fianco a fianco, per una causa comune, a lottare su fronti opposti. Pochi mesi fa aiutavo gli Arcandidi, li sostenevo e camminavo al loro fianco; ora, invece, li massacro.
È cambiato veramente tutto.
Tuttavia, questa riflessione non mi distoglie dal mio obiettivo e non mi convince a riporre la pistola. Anzi, mi motiva a schiacciare il grilletto, utilizzando il potere telecinetico.
Un proiettile viene sparato. Non ho imposto una traiettoria precisa; non sarò io a decidere chi verrà colpito. È tutto nelle mani del fato.
Nel giro di un millisecondo, la pallottola centra il bersaglio, e un grido di atrocità scoppia ed echeggia nello spazio desolato. Quell'urlo proviene da Emily, che si porta le mani davanti alla bocca, con gli occhi che si inumidiscono, mentre osserva Carter.
Il Guerriero è ancora in piedi. Con le labbra schiuse e il respiro che si spezza, guarda il punto dove il proiettile è affondato, perforando la giacca e la camicia dell'uniforme dell'Esercito. Il sangue sgorga copiosamente dallo stomaco, fino a privarlo delle forze e a trascinarlo a terra.
Emily si precipita da lui. Preme i palmi sulla ferita, provando ad arrestare l'emorragia, con scarsi risultati. Carter, agonizzante, fatica a respirare e a tenere gli occhi aperti.
Due ragazze, che indossano la divisa dell'Esercito, irrompono sul posto. «Cos'è successo? Ti abbiamo sentita urlare.»
Quella dalla chioma corvina e dagli occhi cristallini, che ha parlato un istante fa, dovrebbe essere l'Ufficiale Cross. L'altra, che alterna le iridi dorate tra me e Carter, è Sophia, che ha già afferrato la dinamica della situazione.
«Isabel, Emily, riportate Carter in Accademia» ordina il Capitano.
Le altre non sprecano tempo e obbediscono, appoggiando le braccia di Carter intorno alle loro spalle e scortandolo fuori dalla via. Sophia genera un circolo di saette argentee e lo scaglia sulla pistola, rimasta a mezz'aria. L'arma si spacca e il mio incantesimo di telecinesi viene spezzato.
«Fine dei giochi, Bridget» prorompe, forgiando un'altra sfera.
«Luke» chiamo l'Ombra, «raggiungi gli altri. Questa è una faccenda tra me e Sophia.»
«Stai attenta.»
Glielo prometto e lui si allontana, lasciando me e il Capitano a scambiarci sguardi ostili e di sfida. Mi munisco di magia nera e la fisso, aspettando la sua prima offensiva.
«Finiamo sempre contro» osservo. «Divertente, non credi?»
«L'ultima volta ho vinto io» mi ricorda, con un sorriso compiaciuto.
«Ero fuori allenamento. Ora, sono pronta a farti a pezzi. Ma questo dovresti averlo capito da sola: ho ucciso un tuo compagno e ho sparato a uno dei miei ex-amici.»
«La tua fierezza è spregevole.»
«Lo so, ma non me ne importa» scrollo le spalle.
Sophia lancia una sfera magica, che schivo facilmente. Ricambio con un dardo nero, da cui lei scappa con altrettanta elasticità.
Avanza e io indietreggio. Mi invia una pioggia di saette; le distruggo una dopo l'altra, difendendomi con uno scudo. I fulmini si infrangono sulla barriera che ho plasmato.
Ritiro la protezione e passo all'attacco, con uno strascico di magia nera. Sophia ribatte allo stesso modo. Un serpente bianco e uno nero si aggrovigliano, lottando e mordendosi a vicenda. Sono a un livello pari. Entrambe facciamo sempre più fatica a mantenerli in vita, ma nessuna delle due molla. Con uno sforzo finale, la mia scia ingoia quella di Sophia e si schianta addosso alla ragazza, che viene sbalzata dall'altra parte della strada.
Si rialza a stento, con un un'espressione dolorante stampata in faccia. Invece di contrattaccare e continuare il duello magico, come mi aspettavo, si sposta verso la sua sinistra, in direzione del prossimo edificio del complesso residenziale.
Si equipaggia di una sfera che proietta senza preavviso, prima di sparire dietro le mura del condominio. Evito di striscio la palla elettrica e mi incammino, per raggiungerla. Oltre l'angolo, però, non la individuo.
«Non so quale tattica tu stia usando, ma ti consiglio di uscire fuori e di chiudere la sfida, una volta per tutte» intimo, parlando a gran voce. «A meno che tu non abbia paura di perdere.»
Giro l'angolo consecutivo, e Sophia non è nemmeno qui. I suoni della battaglia si fanno ovattati e l'aura arcandida troppo forte. Mi guardo intorno, girando su me stessa. Seguo il percorso delle particelle magiche e pure, che aumentano di intensità, man mano che proseguo.
Svoltando di nuovo, finisco sul retro del palazzo, dove il cemento lascia posto a un prato di erba secca e fango. Mi rendo conto di essermi allontanata davvero tanto dal nucleo dello scontro tra Ombre e Arcandidi: alle mie orecchie non giungono più le grida e il tintinnio delle armi, ma soltanto il vento che soffia e scuote i ramoscelli degli arbusti.
Mentre mi interrogo su dove si sia cacciata il Capitano, non mi accorgo del Guerriero che mi sorprende. E solo quando finisco con le spalle al muro e con due occhi neri davanti, capisco di essere finita in trappola.
Spazio Autrice
Buonasera, guys! Perdonatemi per l'orario, ma non sono riuscita ad aggiornare prima. Comunque, eccovi un capitolo ricco di azione e adrenalina, che spero vi abbia emozionato.
Beh, ormai è chiaro: Bridget ha davvero superato ogni limite. Non è più in sé. Sapevamo che non si faceva scrupoli a uccidere Guerrieri, ma l'avreste mai ritenuta capace di ferire uno dei suoi amici? Ha sparato a Carter e non se ne pente nemmeno. Cosa ne pensate? Sono curiosissima di leggere i vostri pareri.
Non perdete le speranze, però: a fine capitolo viene sorpresa da un Guerriero (immagino che abbiate capito chi) e nel prossimo ci sarà una svolta decisiva. Non vedo l'ora di farvelo leggere!
A venerdì!
Xoxo ☄
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