40. Patto col Diavolo
Bridget
La Sala Principale degli Arcandidi non è paragonabile all'elegante salone delle Ombre.
La stanza in cui metto piede è grande e riccamente arredata. Il soffitto, da cui pendono due lampadari di cristalli e fili di perle d'ossidiana, è altissimo. Sembra il cielo al contrario: bianco, puntellato di stelle scure.
Calpesto il pavimento di marmo nero, mentre mi osservo intorno. La luce proveniente dai lampadari è soffusa, scarsa. Nemmeno le fiamme scure dei candelabri d'argento, affissi alle pareti, bastano a scacciare tutte le ombre.
Un tavolo di ebano occupa il centro, insieme a qualche sedia. La strada che devo percorrere per raggiungerlo pare infinita, tanto sono enormi le dimensioni del salone.
Sono contenta di metterci tanto. Più mi avvicino a quella figura avvolta nel buio, che mi dà le spalle, più l'ansia mi tortura. I miei passi si arrestano, una volta che giungo dietro la sagoma di mio padre.
La nuca è rivestita da un telo di capelli corvini, che si mescolano alle tenebre. Faccio fatica a distinguere i contorni dell'uomo e dei suoi abiti scuri. I miei occhi non si sono completamente adattati all'assenza di luminosità che vige nella Tana.
Noto una sedia vuota, posta accanto alla sua e rivolta verso la parete frontale. Aggiro il tavolo e scopro cosa ha catturato l'interesse di Seth. Mi lascia talmente affascinata che resto immobile, in piedi, a contemplare un altro capolavoro plasmato dalla magia delle Ombre.
Il fuoco che scoppia nel camino è candido, chiaro come un cumulo di neve. È oro bianco, striato di venature color carbone. Le macchie di antracite sporcano la purezza delle fiamme nivee.
«Siediti» mi invita la voce di Seth, calma.
Non è un ordine dettato con il tono crudele e indiscutibile a cui sono tanto abituata. Le sue parole non echeggiano, non mi martellano il cranio. Devo ricordare a me stessa che non provengono più dalla mia mente. Sono reali.
Non è più un incubo.
Prendo posto al suo fianco. Non riesco a rilassarmi sulla sedia imbottita; mantengo la schiena dritta, lo sguardo immerso tra il fuoco bicolore e le mani strette, per allentare la tensione che mi stira i muscoli.
«Perché hai voluto vedermi?» chiedo in un esile sussurro, temendo di svegliare la quiete che dorme nel salone.
«Sei sicura della tua decisione?»
«Conosci già la risposta.»
Scruto il suo profilo con la coda dell'occhio, e giurerei quasi di rilevare un sorriso dilettato, a interrompere la barba curata.
«Non si torna indietro, Bridget.»
Volto il capo, e anche lui si gira. Le nostre iridi, tanto simili quanto diverse, si scontrano. La luce che sprigiona il camino investe gli occhi di mio padre, dove il cobalto brilla e il nero governa.
«Lo so. Non voglio tornare mai più indietro» dico, e ne sono sicura: ho chiuso per sempre, con l'Accademia.
«Sei disposta a pagare il prezzo?»
Il senso di angoscia che ero riuscita ad assopire mi artiglia di nuovo, prepotente, allacciandomi la gola con un nodo stretto.
«P-prezzo?» ripeto, bisbigliando. Il tono mi è uscito terrorizzato e stridulo.
«Una garanzia, sai» prosegue, studiandomi di traverso.
«In cosa consiste?» mi mostro interessata, sgonfiando il panico nella mia voce.
Mi dimentico, però, che Seth mi legge dentro. Che recepisce i miei pensieri. Che la mia mente, ormai, è sotto il suo dominio.
«Non sei obbligata. Non ti costringerò in alcun modo. Non mi serve una prigioniera, al contrario di Mark.»
Mi guarda, mentre pronuncia il nome del direttore. Improvvisamente, l'idea di essere rinchiusa un'altra volta nei sotterranei diventa più spaventosa di ciò a cui vuole sottopormi mio padre. Perciò, decido di ascoltarlo.
«Cosa devo fare?»
«Niente. Devi solo darmi il tuo consenso.»
«A quale scopo?»
«Se rimarrai nella tana, dovrai diventare un'Ombra a tutti gli effetti.»
Sgrano le palpebre, percossa da un fremito. «"A tutti gli effetti"?»
Seth si alza, posizionandosi davanti al camino e congiungendo le mani dietro la schiena. La pelle slavata contrasta con il tessuto nero della giacca e dei pantaloni del completo.
«Sopprimerò il tuo lato arcandido, in modo da permettere a quello di Ombra di assumere il controllo.»
«Vuoi... vuoi disintegrare l'ultimo briciolo di umanità che mi è rimasto?» sussurro, tremante.
Toglie gli occhi dal fuoco magico, per collocarli sulla mia figura. Le sue iridi sono fredde, come le sue giustificazioni: «Prova a capirmi: hai trascorso molto tempo, con i Guerrieri, e nessuno mi assicura che le tue intenzioni siano sincere».
Innervosita, salto giù dalla sedia. «Dopo tutto ciò che mi hanno fatto, credi che io stia ancora dalla loro parte?»
«È una semplice precauzione, Bridget. Ne trarrai vantaggio: da Ombra, i tuoi poteri saranno illimitati.» Muove un piede nella mia direzione. «Sarai l'essere più forte di questo pianeta.» Un altro passo. «Sarai invincibile.» Si avvicina ancora. «Nessuno potrà fermarti.» Quando mi arriva dinanzi, mi prende il mento tra le dita pallide. «Non è allettante? Potrai vendicarti di ogni Guerriero, dal primo all'ultimo.»
Sono incastrata nel limbo delle sue iridi, ammaliata dai suoi sussurri persuasivi. E sto per cedere, per acconsentire. Ma qualcosa - una barriera di resistenza, la lucidità - mi tiene ancorata saldamente alla realtà, impedendo all'ipnosi ti offuscarmi la capacità di giudizio.
Strizzo gli occhi e scuoto la testa, per risvegliarmi. Mi sottraggo dalla presa di Seth e indietreggio, andando a sbattere contro il bordo del tavolo rotondo.
«Tu... tu mi stavi ipnotizzando» farnetico, accusandolo.
«Tu hai resistito» ribatte.
«Cos'era, un test?» rido, per nulla divertita.
«Non ho bisogno di testarti. Speravo solo di farti arrabbiare, a dire il vero.» Il ghigno che gli deforma le labbra mi manda su tutte le furie. «E ci sono riuscito, a quanto pare» mormora, squadrandomi.
Soltanto adesso mi accorgo dei pugni serrati, delle nocche sbiancate per lo sforzo, del calore che mi arrossa il viso e del pizzicore che mi brucia gli occhi.
Distendo le dita e un respiro strozzato mi scivola dalla bocca. Il candelabro, messo come centrotavola, è coperto da uno stato di cera bollente e sciolta. Delle tre candele compatte è sparita ogni traccia.
«Lo vedi, il tuo problema?» Seth indica il disastro che ho combinato.
Delle gocce bianche colano dalla superficie ricurva, atterrando sul pavimento. Osservo le minuscole pozzanghere di cera che sporcano il marmo.
«Le emozioni ti divorano la ragione» afferma, severo. Mi posa una mano sulla spalla. «Se accetterai di dare il comando alla tua metà oscura, potrai dire addio a queste sensazioni. Avrai il pieno controllo della tua anima.»
Le sue frasi si insinuano nelle mie orecchie, sorpassando la membrana del timpano e penetrando nel cervello. Stavolta, però, non c'è nessun incantesimo.
«Allora, Bridget? Accetti di allearti con le Ombre?»
Mentre fisso la cera che imbratta il legno scuro del tavolo, rifletto sui benefici che mi porterà quest'accordo. Niente più dolore che mi stritola, rabbia che mi ustiona, preoccupazione che mi annoda le membra. Solo una profonda indifferenza.
La mano di Seth aumenta la pressione sulla mia spalla. «Sarai la nostra Erede?»
Il mondo ai miei piedi, il pieno controllo della mia energia, la possibilità di vendicarmi degli Arcandidi.
Non posso rinunciare.
Chiudendo gli occhi e sprofondando nel buio, rispondo. «Va bene.»
****
«Com'è andata?» mi chiede Luke, dopo che ho richiuso i battenti della porta rossa e nera.
Lo ignoro e inizio a incamminarmi per il corridoio dal quale siamo venuti.
«Male?» prova a indovinare, affiancandomi.
«Ho appena accettato di fare a pezzi l'eredità di mia madre» prorompo, riassumendo con frustrazione il vicolo cieco in cui mi sono infilata.
«Hai stretto un patto col diavolo?»
«Una specie.»
«Beh, considerati spacciata, angioletto» sghignazza.
«Non sono riuscita a dire di no. Insomma, come potevo perdere quest'occasione? Ho bisogno di ritrovare un equilibrio interiore e le emozioni non mi aiutano. Ma, adesso, ho paura che mi distruggerò da sola» blatero, con gesti nervosi e un'agitazione palpabile.
Luke blocca l'andatura. «Ehi, ehi, frena, Principessa. Di cosa stai parlando?»
Mi immobilizzo anche io. Le fiamme dei candelabri scavano zone d'ombra sulla sua carnagione lattea. I suoi occhi neri mi analizzano, confusi.
«Seth spegnerà la mia parte arcandida» gli spiego. Ripeterlo a voce alta contribuisce a rafforzare la stretta che ho allo stomaco.
«È una cosa positiva, no?» fa lui, incosciente della gravità della situazione.
«Perdere una parte di se stessi non è positivo.»
«Se la pensi così, perché hai accettato?»
«Non ne ho idea» sbuffo, esasperata, appoggiandomi una mano sulla fronte e scostando le fastidiose ciocche di capelli.
«Magari, ti sei stancata di soffrire. Non credi?»
«Cosa ne capisci, tu, della sofferenza?» sibilo, dura.
Luke continua a camminare e, ora, sono io che devo inseguirlo per stare al suo passo.
«Hai ragione, non ci capisco niente. Ma sono sicuro che, senza, vivrai meglio.»
È una teoria semplice. Scelgo di concordare e di smettere di affliggermi, per il momento.
Perdendo la capacità di soffrire, però, si perde anche la capacità di amare. E questo non l'ho messo in conto.
«Dove stiamo andando?» chiedo, accorgendomi che Luke ha svoltato in un cunicolo secondario.
«Ti porto nel tuo nuovo dormitorio, che, guarda caso, si trova esattamente accanto al mio. Voglio farti conoscere i miei compagni di stanza.»
«Devo proprio conoscerli?» bofonchio, storcendo il naso in una smorfia.
«Sì, devi. E ricordati di ringraziarli: loro erano con me, quando ti ho salvata.»
Annuisco e lo seguo in silenzio. Percorriamo un corridoio in linea retta, poi giriamo a sinistra, entrando nella parte della Tana dove ci sono i dormitori. Una fila di porte scure occupa la parete, con lo scintillio dei loro pomelli dorati. Tra un battente e l'altro splende la luce cupa dei candelabri.
Superiamo una decina di porte e ci fermiamo alla penultima. Suppongo che quella a fianco - l'ultima della fila - nasconda la mia camera. Luke bussa e, quasi all'istante, l'ingresso viene spalancato.
«Sei tornato, finalmente» esclama la ragazza corvina che occupa l'uscio. Scorre gli occhi neri dal suo compagno a me, e una scintilla di curiosità le colora lo sguardo. «E hai portato un'ospite» mormora con un sorrisino, ispezionandomi da capo a piedi.
Si sposta, lasciandoci entrare. Il dormitorio è costituito da pochi e semplici mobili: un letto singolo, uno a castello e un armadio. Stravaccato sul materasso superiore del letto doppio, un ragazzo fissa il soffitto, senza accorgersi della nostra presenza.
«Logan, abbiamo visite» lo chiama la ragazza.
L'Ombra solleva la testa dal cuscino. Quando mi nota, inarca un sopracciglio e scende agilmente dal letto.
«Angioletto, loro sono Samantha e Logan, i compagni di stanza peggiori della storia» me li presenta Luke, ricevendo un'occhiataccia da entrambi.
«Divertente.» Samantha recita una risatina. Poi si rivolge a me. «Sei Bridget, giusto?»
Confermo con un debole cenno del capo, messa in soggezione dalle iridi cupe che mi inchiodano.
In un gesto naturale, le dita di Logan afferrano una ciocca dei miei capelli, stiracchiandola. Esamina i fili rossi come se non avesse mai visto quella tonalità in vita sua. Non lo biasimo: le Ombre vivono nel buio di un abisso senza luce.
Riporto il boccolo dietro l'orecchio, sentendo il viso incendiarsi a causa del contatto con la pelle gelida dell'Ombra. Samantha scruta il mio volto arrossato, diventato dello stesso colore della chioma, e le sue pupille scavano una fossa dentro i miei occhi.
«Sei così... colorata» osserva, disprezzando il mio aspetto da Arcandida.
«Tra poco non lo sarà più, vedrai. Ha accettato di trasformarsi totalmente in un'Ombra» li informa Luke, con un sorriso compiaciuto.
Lo guardo male: non ha il diritto di spiattellare le mie scelte ai suoi amici, né di vantarsene.
«È davvero un peccato» mormora Logan. «Serviva qualcuno di diverso, in questo posto. Di Ombre ce ne sono a sufficienza.»
«Ma lei non sarà una semplice Ombra» annuncia Luke, spingendomi a fare un passo in avanti. «Sapete meglio di me che i mostri peggiori si nascondono sotto le maschere di un angelo. Una doppia faccia è l'arma più potente di cui potremmo disporre.»
Samantha e Logan si scambiano un'occhiata di approvazione.
«Gli Arcandidi hanno già perso» conclude Luke.
È sicuro delle sue parole. È dannatamente certo di avere la vittoria in pugno. E, mio malgrado, anche io ne sono convinta.
Ho distrutto tutte le speranze dei Guerrieri.
Spazio Autrice
Hi, guys!❤ Come procedono le vacanze?
Finalmente, assistiamo alla chiacchierata tra Bree e suo padre. Seth le ha dato un ultimatum: se vuole restare nella Tana, deve spegnere il suo lato arcandido. Lei, per nulla intenzionata a tornare in Accademia, ha accettato. Non vedo l'ora di farvi leggere della sua trasformazione! Preparatevi a una Bridget completamente nuova 😈
Opinioni riguardo la sua decisione? Secondo voi, si è cacciata in un altro casino?
Lasciate commenti e stelline, mi raccomando! ✨ Ci ritroviamo martedì con un capitolo dal punto di vista di Carter. Pronti a scoprire la sua decisione finale, riguardo Alex ed Emily?
Xoxo🦚
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