37. Un Mondo di Pece Nera

Luke

L'oscurità della Tana bacia la pelle d'avorio di Megan. Si mescola tra i suoi ricci neri, riflettendosi negli occhi scuri.

Passo una mano tra la chioma color pece, ribelle e morbida come seta. Le sue iridi mi divorano, inondate di lussuria e desiderio. Le stesse emozioni impure che, adesso, imbrattano il mio sguardo.

Meg incurva le labbra rosee, contenta di essere ammirata. Mi accarezza il torace con i polpastrelli delle dita sottili, tracciando linee invisibili.

«Devo raggiungere Seth» dico, infrangendo il silenzio. «Mi sta chiamando da dieci minuti.»

La ragazza arriccia la bocca, portandosi le dita tra i riccioli corvini. «Non puoi continuare a ignorarlo?»

«È il nostro Padrone» le ricordo, scendendo dal letto. «Viviamo per lui» ripeto il mantra che Seth ci ha inculcato in testa, mentre cerco i miei vestiti.

Uno sbuffo vola dalle labbra piene di Meg. «Sei troppo responsabile.»

«Sono l'Ombra più forte della Tana. È mio compito, essere perfetto in tutto.»

Megan scorre sul materasso, con il lenzuolo stretto al petto, avvicinandosi al punto dove mi sono seduto. Stavolta, la sua mano sfrega con delicatezza la mia schiena.

«Potremmo divertirci un altro po'» sussurra, suadente, al mio orecchio.

Mi rimetto in piedi, lasciando le sue dita a lambire l'aria umida e soffocante. Afferro gli abiti sparsi sul pavimento di pietra battuta e glieli tiro sgarbatamente.

«Vestiti. Non voglio trovarti ancora qui, al mio ritorno» le ordino, marciando verso la porta.

Riesco a intercettare solo l'occhiataccia stizzita che mi tira Megan, prima di uscire dalla mia stanza.

Una volta fuori, cammino per il corridoio sotterraneo, diretto nel locale dove si tengono le riunioni.

Non mi pento di aver lasciato Meg in modo così brusco. So che non ci è rimasta male: noi Ombre non soffriamo emotivamente. Era solo seccata di dover interrompere il nostro giochetto.

Il pavimento levigato del cunicolo di roccia si protrae per un'altra decina di metri. Giungo alla fine del tunnel, svolto l'angolo destro e percorro l'ennesima galleria.

Quaggiù fa freddo; l'aria è irrespirabile, sporca; è un labirinto che ti stritola. La Tana affonda nelle membra di New York, è un agglomerato di strade di pietra e intrecci bui, un universo di oscurità, un mondo di pece nera.

Le pareti sarebbero completamente spoglie, se non fosse per le fiaccole che splendono a intervalli regolari. Le fiamme - di un insolito colore nero - sono frutto di stregoneria, perciò si mantengono vive e impetuose in questo ambiente ostile.

La porta che conduce al salone è formata da due ante, dipinte di un rosso accecante e decorate da reticoli di righe e curve nere. Spalanco l'ingresso. Intorno a un tavolo rotondo e di marmo, Seth discute con un paio di Ombre. Si girano tutti verso di me, non appena mi sentono entrare.

«Alla buon'ora, Luke» mi saluta Seth, con un ghigno sardonico.

Rispondo con un cenno del capo, raggiungendoli. Logan e Samantha mi guardano di sottecchi e ridacchiano. Mi posiziono tra loro due, scoccando a entrambi uno sguardo di irritazione.

«Com'è stata la scappatella con Meg?» mi stuzzica Samantha, a bassa voce, allungando l'estremità della bocca in un sorriso malizioso.

«Soddisfacente» scandisco, in un sussurro lascivo.

«Ascoltatemi» ci riprende Seth. «Ho scelto voi tre perché, a parer mio, siete le Ombre più potenti di cui dispongo.»

A Logan sfugge un'espressione soddisfatta, che piega i suoi lineamenti duri. Gli occhi dal taglio orientale sono puntati sulla figura del nostro Padrone, che indica qualcosa su una cartina stesa sul tavolo.

«Questa è la mappa dei sotterranei dell'Accademia» ci spiega. Punta con l'indice una linea segnata col pennarello rosso, che si snoda tra i vari percorsi. «Questa, invece, è la strada per arrivare alla sezione delle prigioni.»

«Salveremo l'Erede?» indovina Samantha. Ha legato i lunghi capelli neri in una coda alta, liberando le sue iridi vispe dalla tenda di fili scuri e liscissimi.

«Esatto» conferma Seth. «Ho già avvertito Bridget. È d'accordo e sta aspettando solo che la portiate qui.»

«Come dobbiamo agire?» incalzo, carico di adrenalina verso la nuova missione.

«Attraverserete un portale per raggiungere i sotterranei. Vi condurrà in una stanza desolata e dimenticata da tutti, così non correrete il rischio di farvi scoprire.» Ci mostra il luogo sulla mappa. «Dopodiché, seguite il sentiero che vi porterà dritti alla cella di Bridget. Non dovreste incontrare nessuno, a parte il Capitano dell'Esercito. Non c'è bisogno che la uccidiate: mettetela silenziosamente al tappetto e liberate mia figlia da quella lurida prigione. Poi, percorrete la strada al contrario e tornate al portale. Tutto chiaro?»

Io e i miei compagni d'azione annuiamo.

«Quando?» chiede Logan.

Seth ci inchioda con il suo sguardo nero, solcato da un cerchio di cobalto. «Immediatamente.»

****

«Questo posto puzza di Arcandidi» si lamenta Sam, osservandosi intorno con una smorfia di disprezzo.

«No, Sam, puzza di sottosuolo» la correggo, roteando gli occhi.

«State zitti» sbotta Logan. «Sto cercando di captare qualcuna delle loro ripugnanti aure.»

Io e Samantha ci appoggiamo contro una delle quattro pareti grezze, mentre attendiamo che Logan abbia finito la scannerizzazione dell'area circostante.

«Via libera» annuncia il nostro partner.

Lo seguiamo fuori dalla piccola camera, dopo aver reso il portale magico invisibile. Samantha pesca la cartina che ci ha fornito Seth dalla tasca dei jeans, per poi stenderla.

«Da questa parte» si posiziona in testa al gruppo e ci fa strada.

I sotterranei accademici non sono molto diversi dal covo segreto delle Ombre. Entrambi sono scavati nell'oscurità e immersi nel buio della terra. L'unica differenza sta nell'atmosfera che si respira: quella della Tana è concentrata di malignità, quella dell'Accademia di eroica giustizia.

Per il resto, è tutto ugualmente monotono. I cunicoli sono stretti, bassi e afosi, illuminati dalle torce sui muri di pietra, lunghissimi e identici tra loro.

Ne percorriamo una decina, così identici che ho la sensazione di camminare sempre nello stesso corridoio. Sto per domandare a Samantha se ci siamo persi, quando avvisto una chioma di capelli castano chiaro.

Sam si ferma di scatto e Logan le finisce addosso. Artiglio il braccio del ragazzo, per impedirgli di imprecare e farci scoprire dalla Guerriera.

«È il Capitano» bisbiglia piano Sam, in modo appena udibile.

«Me ne occupo io. Seth mi ha raccontato una cosa che sarà sufficiente a sconfiggere la ragazzina» informo i miei amici.

Nonostante la perplessità incisa sui loro volti, decidono di affidarmi l'incarico di sorprendere Sophia Benson.

Samantha conta fino a tre. Nel preciso istante in cui urla l'ultimo numero, balziamo in avanti, uscendo allo scoperto.

Il Capitano sgrana gli occhi, della tonalità dell'oro, completamente stupita dalla nostra improvvisa comparsa. Sguaina il pugnale, ma io le sono già davanti.

«Siamo venuti a riprenderci l'Erede» la avverto, puntandole la lama della mia arma contro.

Repentina, allunga il coltello nella mia direzione. La sua lama si scontra con la mia, producendo scintille e tintinnii.

«Bridget è la nostra Principessa» ringhia Sophia, difendendo con onore il cartello di proprietà che Smith ha piantato sulla figlia di Seth.

Con un colpo secco urto la sua arma, facendola cadere sul pavimento di pietra. Il Capitano si munisce di poteri magici e al centro dei suoi palmi nascono due sfere energiche.

«Dimmi, Sophia» attacco con la provocazione, mentre lei si prepara a scagliarmi contro la sua magia. «Com'era Tom, mentre moriva tra le tue braccia?»

Le sfere si dissolvono dalle sue mani, sparendo in una nube di scariche volanti. Gli occhi del Capitano si riempiono di lacrime e di un'altra emozione a me sconosciuta. "Dolore", lo chiamano gli umani. Quel sentimento che ti strappa il cuore e ti annienta.

«Allora, Capitano? È stata tua sorella, Jenette, a ucciderlo, vero? È per questo che vi detestate?» continuo, gongolando nella sua sofferenza.

Sophia lotta contro la morsa dell'agonia e riesce a liberarsi dal pensiero di Tom. Carica di nuovo i suoi palmi di energia, ma io rimango immobile. Di punto in bianco, due mani la afferrano per le spalle e la tirano bruscamente contro la parete, facendole sbattere la nuca sulla pietra affilata e grezza.

La Guerriera perde i sensi e le sue palpebre si abbassano, trascinandola nell'abisso dell'incoscienza. Logan molla la presa sul Capitano e lascia cadere il suo corpo inerme tra i sassolini e la terra.

«Prendiamo l'Erede e andiamocene da questa scuola» stabilisce Samantha, stufa di immettere nel proprio organismo la stessa aria che respirano gli Arcandidi.

La serratura della cella si apre facilmente, senza bisogno di chiavi. Dopotutto, sarebbero state inutili. Me ne rendo conto quando le miei pupille si posano su Bridget Kelley. Come potrebbe mai tentare una fuga, da sola, incatenata e sfinita?

Decifro lo stremo nelle sue iridi. Esso, però, viene fulmineamente sostituito dalla sorpresa di vedere tre sconosciuti che fanno irruzione nella gabbia. Successivamente, subentra il timore. E, infine, la consapevolezza.

«Ombre» mormora. Il nome della nostra razza esce debole dalle sue labbra screpolate. Un misto tra affermazione e domanda, tra sicurezza e dubbio.

Mi avvicino lentamente al giaciglio. Bridget ritira le gambe e si addossa alla parete, spaventata. Agguanto i serpenti di anelli arrugginiti che costituiscono le due catene e, sprigionando la magia nera, li spezzo. Il metallo di disgrega e le briciole di ferro cadono sul materasso.

L'Erede osserva le manette che le circondano ancora i polsi. Prendo le sue mani e utilizzo il precedente incantesimo per distruggere anche quei cerchi spessi e taglienti.

Adesso che è libera dal dominio delle catene e degli Arcandidi, alza lo sguardo su me.

«Luke, dobbiamo scappare, prima che arrivi qualcuno» mi incita la voce di Logan, sulla soglia della porta.

«Riesci a camminare?» chiedo alla ragazza.

Lei scuote la testa, e i suoi boccoli ramati e sporchi oscillano. Qualcosa mi annoda lo stomaco, mentre scruto le sfumature delle sue iridi. È una battaglia aperta tra oro e cobalto, tra castano e nero, tra bene e male.

Come fanno due occhi pieni di paura a intimidire così tanto?

«Luke, sbrigati» mi chiama Sam, risvegliandomi dalle mie considerazioni.

Senza avvertire Bridget, le poggio una mano sulla schiena e una sotto le ginocchia, sollevandola dal materasso sudicio e prendendola in braccio. Il mio scatto inatteso la fa trasalire e la porta a circondarmi il collo, per mantenersi stabile.

«Torniamo da Seth» annuncio, e la mia voce rimbomba tra le pareti spoglie.

****

La chioma increspata di Bridget mi solletica il collo. I suoi ricci mi rimbalzano sulla pelle a ogni passo che compio, mentre mi dirigo verso la stanza di Seth.

Il portale ci ha sputati nella sala delle riunioni, da dove siamo partiti. Sam e Logan sono tornati nei loro rispettivi dormitori, lasciando a me il compito di consegnare l'Erede al mio Padrone.

La rimetto giù - mantenendo una mano ancorata al suo corpo - per bussare alla porta di Seth; poi la prendo nuovamente tra le mie braccia.

Il capo delle Ombre si presenta davanti ai nostri occhi. La sua sagoma possente troneggia sia su di me che su Bridget, la quale è scossa da un fremito. La posizione in cui è accartocciata mi impedisce di vedere cosa divampa nel suo sguardo.

Vibrazioni di terrore agitano il suo corpo, alla vista di Seth. L'energia brulica nelle particelle d'ossigeno; i due esseri più potenti del mondo oscuro si sono appena riuniti, e la magia scoppia ovunque. La percepisco, lampante e chiara. Le aure di Seth e della sua Erede si sono appena scontrate. E, appena si intrecceranno, distruggeranno tutto.

****

Quando rimetto piede nella mia stanza, non sono affatto sorpreso di trovare Megan, stesa sul letto. Ha lo sguardo rivolto al soffitto e i ricci della sua criniera di pece sono sparsi sulla coperta.

«È stato divertente, salvare la Principessa dalla torre?» ironizza Meg, senza alzare la testa dal mio cuscino.

«Che ci fai qui?»

Le iridi nere di Megan si inchiodano nelle mie, altrettanto scure. «Voglio riprendere da dove abbiamo interrotto.»

Trasuda fermezza e sensualità dagli abissi caliginosi dei suoi occhi. Mi risulta sempre impossibile, dirle di no. Per questo, la raggiungo sul letto.

Ma, mentre ci sfiliamo gli abiti a vicenda e le nostre labbra si assaporano, non riesco a togliermi dalla testa lo sguardo di Seth, nel momento in cui gli ho lasciato Bridget.

Privo di cattiveria e apatia, era lucido e scintillante. Lacrime amare, proibite, che credevo fossero state prosciugate dall'aridità del suo cuore. Erano lì, agli angoli delle sue palpebre, pronte a cascare.

Quella creatura dalla testa rossa dev'essere davvero potente, se è in grado di risvegliare le emozioni sepolte di un'Ombra tormentata.

Spazio Autrice

Cambio di location: oggi vi porto nelle gallerie della Tana, il nascondiglio delle Ombre. Entrano in scena anche nuovi personaggi: Luke, l'Ombra per eccellenza, e la sua cerchia di "amici".

Seth li manda in Accademia, per recuperare Bridget e per portarla nel loro covo. La missione di salvataggio va a buon fine e, finalmente, Seth può vedere sua figlia dal vivo.

Con questo capitolo inizia ufficialmente la terza parte della storia, la mia preferita. Preparatevi ai cambiamenti drastici di alcuni personaggi, a nuove decisioni, missioni, combattimenti, delusioni e ferite. Nel prossimo capitolo, Bridget si sveglierà e dovrà fare i conti con la sua nuova "casa".

Se avete apprezzato quello di oggi, lasciatemi una stellina e un commento. Sono curiosa di leggere le vostre opinioni!

Xoxo 🚇

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top