25. Rinascita
Il laboratorio, quella sera, grondava di energia.
Seth adagiò il palmo della mano nell'incavo apposito, che seguiva la forma delle dita. Un fiume di magia si insinuò in lui, scorrendo nelle vene.
Immagazzinò ogni singola particella di quei poteri rubati. Si trattava specialmente della misera forza vitale umana. Riconobbe con piacere una parte di magia arcandida.
Le sue fidate Ombre si divertivano a torturare gli esseri umani che capitavano nel loro raggio di devastazione. A volta, riuscivano persino a sconfiggere quale Arcandido.
Seth, però, era ancora troppo debole, e le Ombre dipendevano da lui. Quando sarebbe riuscito a tornare nella sua forma carnale, si sarebbe preoccupato di munire anche loro. Un corpo e una dose doppia di poteri sarebbero bastati a sterminare i maledetti Guerrieri di Mark Smith.
Uno dei suoi scagnozzi uccise un'altra vittima. Sentì che l'umano venne prosciugato della sua energia, che ben presto arrivò a lui, tramite un elaborato marchingegno.
Dopo aver sottratto la forza vitale, le Ombre trasferivano la porzione di energia al laboratorio, attraverso le radici del sottosuolo. Così la fonte di vitalità giungeva alla Macchina del Male, che trasformava le cellule umane o arcandide in magia nera.
I suoi poteri si rafforzavano.
Un abitante in meno sulla Terra.
Più possibilità di vittoria per lui e più possibilità di sconfitta per Mark.
Questo procedimento seguitava da diciassette anni. Portare in vita un corpo era un'impresa ardua, e richiedeva una quantità inimmaginabile di magia.
Seth avrebbe potuto farlo anni fa, ma preferì aspettare. Voleva possedere abbastanza potere per animare anche le sue Ombre. Doveva creare un esercito, per contrastare quello degli Arcandidi.
Il traguardo era vicino, ormai. Occorreva pochissimo. Qualche altra morte.
Ci sono quasi, pensò.
Il fatto che sua figlia avesse scelto di affiancarlo, gli dava una motivazione in più per continuare il suo progetto. Era euforico all'idea di vederla, di accoglierla nella sua dimora sotterranea.
Mentre assorbiva l'ennesimo rivolo di energia, spiò i movimenti di Bridget dal suo specchio incantato. Era una finestra sul mondo: poteva controllare qualunque persona, attraverso quell'arnese.
La sua Erede si stava godendo un momento di tranquillità notturna. Sonnecchiava placidamente, avvolta in uno spesso strato di coperte. Stavolta, quel ragazzo norvegese non stava vagliando su di lei. Era strano: dormivano insieme da oltre una settimana. Avevano discusso, a quanto sembrava.
Seth odiava che sua figlia si lasciasse andare alle lacrime e al dolore. Alla felicità, alla speranza, all'ansia. Non appena avrebbe messo mani su di lei, avrebbe annientato ogni stupida, inutile emozione umana che imbrattava la sua anima. La rabbia e il rancore sarebbero state le uniche a restare. Sarebbero state il suo carburante per fare a pezzi i Guerrieri.
Tutti i Guerrieri.
Una scossa vibrò tra le mura del laboratorio. Il Padrone delle Ombre non si allarmò: la Tana era costruita nelle membra del terreno, perciò fenomeni come terremoti e frane erano presenti sempre e ovunque.
Capì tardi che non era un'onda d'urto naturale. Le oscillazioni provenivano dalla Macchina del Male. Tolse la mano dalla piattaforma di incanalatura. Osservò con sospetto il serbatoio e la lancetta che misurava la quantità di energia. La freccetta ruotava all'impazzata.
La Macchina era stracolma di magia nera.
C'era stata una strage? Per causare un simile cortocircuito, le sue creature dovevano aver compiuto un omicidio di massa. Oppure, dovevano aver ucciso Guerriero molto potente.
Il Guerriero più potente.
E chi, se non il Principe? Poteva trattarsi anche del Generale, pensandoci.
O di entrambi.
"Fermatevi", ordinò telepaticamente a tutte le Ombre che aveva mandato in superficie.
Loro rispettarono il suo comando e la Macchina si calmò.
"Tornate alla Tana."
Una dopo l'altra, le Ombre apparirono nel laboratorio. Le entità mi circondano.
«Ce l'abbiamo fatta?» chiese una, con la sua voce sibilante.
«Credo di sì» mormorò Seth.
Riposizionò il palmo al suo precedente posto, sul pannello di trasferimento. E d'un tratto, un turbine violento e intenso di magia nera si insinuò in lui. Si sforzò di mantenere l'equilibrio e di non farsi sopraffare. Non aveva mai accumulato tanto potere.
Quella era la forza di Ryan Kelley. Nell'energia del Principe riconobbe anche quella di Selene. Erano così simili: come oro fuso, fiamme scintillanti e vampate di intenso potere.
Ne assunse ogni goccia, poi un'altra ventata di particelle magoche si infiltrò nel mio spirito. Identificò i poteri di un Evans, stavolta. Aveva già rubato quelli di tre di loro.
Adesso, aveva anche Mason.
Quando staccò il palmo, rischiò di cadere, tanta era l'energia che brulicava nel suo spirito. Lo corrodeva come acido, irradiando un potere incontenibile.
«È arrivato il momento di rinascere» annunciò a gran voce.
Tutte le Ombre si riunirono intorno a lui, intorno al loro Padrone, frementi.
Seth chiuse gli occhi e si estraniò dalla realtà. Si concentrò sull'istante in cui era deceduto, per mezzo di quel bastardo di Smith. Quindici anni fa, Mark era riuscito a coglierlo alla sprovvista, mentre effettuava un attacco alla sua scuola. Era accaduto due anni dopo la morte di Selene. Il fato lo aveva punito, strappandogli il suo corpo e trasformandolo in un'anima vagante.
Mi vendicherò prima di quanto possano immaginare.
Rivide nella mente il suo corpo e se lo cucì addosso. Plasmò i residui della decomposizione secondo i suoi gusti. Pretese di avere il fascino che lo distingueva a quel tempo, le stesse caratteristiche fisiche del Seth ventenne.
In seguito, percepì il suo fantasma solidificarsi. Il freddo pavimento di pietra gli ghiacciava le piante dei piedi. Fu la prima sensazione che provò, tornando in vita: il gelo dell'entroterra che si attaccava alla pelle.
Schiuse le palpebre e ammirò il capolavoro creato da uno degli incantesimi più difficili del mondo magico. Sfiorò il volto, i capelli di seta corvina, la pelle dalla carnagione bianchissima.
«Il vostro Padrone è invincibile, adesso» avvertì le Ombre. «Ed è l'ora che lo siate anche voi.»
Stese orizzontalmente le braccia, con i palmi in direzione delle sue alleate. Una spirale nera, proveniente dalle mani, andò a racchiudere gli spiriti.
Fu questione di rapidi minuti e il vortice si dissolse. Si appoggiò alla struttura della Macchina, sfinito per la fatica. Aveva già consumato gran parte della magia accumulata finora.
Il risultato, però, ne valeva la pena.
Un semicerchio composto da una trentina di ragazzi si stagliava di fronte a lui. Il numero delle femmine era pari al numero dei maschi.
Pelle marmorea, chioma corvina, iridi nere come le tenebre.
Tutti identici.
Le nuove Ombre si guardarono tra loro, senza pudore ed esitazione, sebbene fossero nude. A distinguerle c'erano i lineamenti del volto, il taglio dei capelli e degli occhi, l'altezza e il fisico. In questo modo, potevano riconoscersi con facilità.
«Scegliete un nome, cercate dei vestiti e andate a provare i vostri nuovi poteri» comandò Seth, con un ghigno di macabra eccitazione.
Il primo a parlare fu un ragazzo. Si inchinò al cospetto dell'uomo, premendo le ginocchia sul pavimento. «Ai suoi ordini, Padrone.»
Gli altri lo seguirono, ripetendo la frase, in segno di sottomissione. Avevano perso il timbro raschiante e sottile. La loro voce era normale, adesso.
Ogni cosa di loro era normale, all'apparenza.
Seth ammirò il suo nuovo esercito. «Andate, e conquistate New York.»
Spazio Autrice
Proprio così: il narratore misterioso di cui vi parlavo era Seth! Qualcuno aveva indovinato, mentre altri erano fuori strada. Spero di avervi sorpresi!
Come vi ho accennato, in questo capitolo c'è una svolta importantissima: Seth rianima il suo corpo e le sue Ombre e sembra pronto a iniziare la guerra.
Nel suo mirino, però, sono finiti anche Mason e Ryan, che con la loro energia hanno contribuito alla rinascina delle Ombre. Staranno bene?
Nel prossimo capitolo, per Bree arriverà il momento di ritornare a New York, per raggiungere Seth. Ma qualcuno potrebbe stravolgere i suoi piani...
Aspetto i vostri pareri su questo capitolo diverso dal solito❤
Xoxo☠
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