15. Anteporre
Mason
Il sole rischiara il cortile dell'Accademia. I raggi scavalcano i rami spogli e secchi degli alberi, accarezzando con dolcezza l'erba umida.
A giudicare dal tempo atmosferico non si direbbe, ma tra due giorni è Natale. Anche se, quest'oggi, la neve ha ceduto il suo trono al Sole.
L'aria fresca mi scalfisce la pelle del volto, smuovendo i capelli e pungendo gli occhi. Noto una massa di capelli chiarissimi raggiungermi.
«Mi mancava correre» confessa Emily, col fiato corto.
«E a noi mancavi tu» si intromette Carter, prendendo il nostro ritmo.
Emily lo spinge leggermente, nonostante stia sorridendo. Glielo leggo in faccia che è felice di quello che ha detto Carter. È contenta del fatto che a lui sia mancata.
Potrebbero esserci anche un centinaio di studenti che hanno sentito la sua nostalgia, ma a lei importerà sempre e unicamente di uno.
Di Carter. Del ragazzo che non avrà mai.
«Non dovresti correre così, Em» la rimbecco. «La ferita potrebbe riaprirsi.»
Emily sbuffa, sprecando il poco ossigeno che le rimane. Robert l'ha dimessa ieri pomeriggio, raccomandandole di non sforzarsi troppo. Lei, però, ha archiviato di proposito il consiglio del medico e si è fiondata in palestra.
Stamattina, c'è il consueto allenamento con l'Esercito. Ho dato a ognuno la libertà di eseguire l'esercizio che vuole, dal momento che non mi sento in vena di fare il Generale. Non ora.
Io ho scelto una rilassante corsa, per bruciare i pensieri. Speravo di trovarmi da solo con il vento pungente di New York, ma Emily è stata irremovibile.
«Sono appena tornata. Non ti permetto di scaricarmi» ha detto, impuntandosi.
Alla fine, anche Carter si è aggiunto, dato che non c'è due senza tre.
«Non intendo perderla di vista nemmeno per un secondo» ha dichiarato lui, invece, riferendosi alla nostra migliore amica.
E così, abbiamo iniziato a girare intorno al perimetro della scuola, a passo spedito.
«Comunque, Mark è un vero stronzo» commenta Emily, d'un tratto.
Ho raccontato a entrambi della scorsa notte, di come il direttore abbia rifiutato di aiutarmi. Di come non mi abbia creduto. Di come abbia sminuzzato la mia già friabile speranza.
«Insomma, poteva anche mandarli, un paio di Guerrieri» continua, contrariata. «Cosa gli costava? L'Europa si raggiunge facilmente. E, poi, a lui Bridget serve subito. Che senso ha rimandare le ricerche?»
Ignoro l'irritazione che mi si forma dentro. Mi irrita che Emily parli deliberatamente di Bridget, che la nomini mentre sto correndo per dimenticarla.
«Lo sa che per te è importante» infligge il colpo di grazia. «Sa che hai bisogno di riportarla in Accademia.»
I miei piedi si fermano in modo brusco, di punto in bianco. Carter ed Emily bloccano l'andatura pochi secondi dopo.
«Che succede?» mi chiede Emily, mentre riprende fiato. «Perché ti sei fermato?»
Che succede? Succede che mi sono stancato.
«Niente. Torno dentro» dileguo la domanda.
«È per quello che ho detto? Ti ha infastidito?» si rende conto.
«Sì» risponde Carter, al mio posto, il tono di voce arrabbiato.
«Non immischiarti, tu» ringhio.
«Questa situazione si riversa sull'intera scuola, Mason. Non solamente su di te. Non sei l'unico che sta male, okay? Ci sentiamo tutti a pezzi» sbotta il mio migliore amico.
«Smettila di psicoanalizzarmi.» Alzo gli occhi al cielo limpido.
«Smettila di prendertela col mondo» ribatte il mio migliore amico, fulminandomi con gli occhi verdi.
«Ragazzi, fatela finita» ci riprende Emily. «Non avete più cinque anni.»
Vorrei tanto che Emily capisse che, ultimamente, mi sento fragile come un bambino di cinque anni. Ho perso il mio sostegno, il mio equilibrio, la mia pace interiore.
Non è facile placare l'uragano che hai dentro, una volta che assume il controllo.
«Continuiamo, su» ci esorta, riattaccando con la corsa.
Io e Carter ci accodiamo dietro la sua treccia bionda e svolazzante, avanzando fianco a fianco.
«Scusa» sussurra lui, in mezzo a soffi del vento.
«Non importa» mormoro, mentendo.
Ormai, le bugie sono parte di me.
****
Quando rientriamo in palestra, mi siedo sui soffici tappetini verdi, usati per lo stretching. Emily invade il mio angolino solitario e mi affianca.
«Ne parliamo?» propone, cominciando gli esercizi.
Flette la schiena, toccando con le dita la punta della sua scarpa sporca di terra. Si rimette composta e stiracchia le gambe.
«Immagino di non avere scelta» sbuffo.
Sorride, allungando nuovamente il busto. «No, quindi ti conviene iniziare.»
«Non so più che fare, Em. Ogni cosa ha perso il suo senso logico. È tutto ingarbugliato e confuso. Più provo a sciogliere questo nodo, più la situazione peggiora. Mi decido a condurre le ricerche, e scopro che lei è in un altro continente. Chiedo a Mark una mano, e lui mi sbatte la porta in faccia. Non riesco neanche a frequentare una lezione o a camminare tranquillamente per i corridoi, che l'argomento "Bridget" salta fuori. Dimmi come risolvere questo casino, perché mi sento morire» mi sfogo.
Emily si raddrizza. Sventola le ciglia chiare, riflettendo. «Hai provato a ignorare il dolore e a impegnarti seriamente?»
Schiudo le labbra, pronto a confermare. Però, dire "certo" mi sembra un'enorme bugia. L'ennesima.
«Non proprio» farfuglio, dopo troppi attimi di silenzio.
«Mentre ero confinata in quel letto, mi sono arrivate voci di ogni genere, e attraverso quelle ho scoperto della fuga di Bree e del fallimento delle ricerche. Poi, ovviamente, c'era anche Carter, a raccontarmi la sua versione. Il punto, Mason, è che io mi sono basata sulle parole altrui, ma solo perché non avevo scelta. Tu, una scelta, ce l'hai. Non ascoltarli mentre pronunciano il nome di Bridget, mentre la offendono, o la giustificano, o quant'altro. Ascolta te stesso e basta. Tu sai che non è malvagia, che il cattivo è Seth. Sai che, se ha compiuto azioni stupide, è stato perché si è sentita costretta. Sai che non è un mostro. Tu sai tutte queste cose perché la ami, e ciò dovrebbe portarti ad anteporre lei sul resto. Quindi, anteponi Bridget e fregatene dei Guerrieri e di Mark.»
«Cosa stai cercando di dirmi, Emily?»
Nelle iridi blu oltremare di Emily guizza un'onda di furbizia. «Che è arrivata l'ora di una bella gita in Europa.»
****
Sfreccio lungo il corridoio. Non cammino, non corro, ma sfreccio. Così veloce che, da un momento all'altro, potrei alzarmi in volo. Mi blocco davanti all'aula di storia, dove la professoressa Moore sta spiegando qualche argomento ai suoi alunni del quinto anno.
Sono consapevole del fatto che, dietro quella porta, seduta al suo posto, Stacy Hall stia ascoltando o fingendo di ascoltare Dakota. Me la immagino annoiata, scomposta sulla seggiola di legno, a camuffare gli sbadigli. Oppure, ha le orecchie perfettamente dritte e sta annotando ogni informazione importante.
Veramente, devo ancora inquadrare la sua personalità.
Resto per dieci minuti contro il muro blu e bianco, ad aspettare il termine della lezione. Osservo i dettagli delle lampade a olio attaccate alle pareti. Il rivestimento di ferro è arrugginito e la luce evidenzia le macchie sudicie.
Chissà a quale secolo appartengono. Come mai Mark non le cambia? mi ritrovo a chiedermi. Mi interrogo su questo per altri due minuti. Poi, un flusso di studenti sgorga fuori dall'aula.
Stacy è tra gli ultimi. È la prima volta che la vedo con la divisa e con i capelli sciolti. Il taglio scalato le incornicia gli occhi turchesi e rotondi, che si allargano non appena mi scorgono tra la folla. Mi viene rapidamente incontro.
«Che ci fai qui, Mason?» mi domanda, le sopracciglia inarcate per la sorpresa.
«Ti aspettavo.»
«Perché?»
«Ti ricordi cosa mi hai detto? Che mi avresti aiutato a riportare Bridget da me... in Accademia?» mi correggo.
«Sì, lo ricordo. Perché me lo chiedi?»
«Bene, ho bisogno che tu mantenga la promessa.»
Stacy storce il naso, ancora confusa. «D'accordo, ma spiegati meglio.»
«Tra una settimana andrò in Europa, con o senza l'appoggio di Mark. Non eseguirò più i suoi ordini. Sono io, il Generale. Adesso, decido io. Ma ho bisogno di tutto l'aiuto possibile.»
«Accetto. Qual è il tuo piano?» mi chiede Stacy, determinata.
Glielo spiego.
È giunto il momento di anteporre Bridget a tutto.
Spazio Autrice
Io direi di fare un lunghissimo applauso a Emily👏 Finalmente è tornata tra noi, saggia come sempre. Vi era mancata?
Grazie al suo incoraggiamento, Mason si è deciso a prendere in mano la situazione. È sempre più vicino al ritrovamento di Bree, ma non sarà tutto così semplice. C'è ancora molta strada da percorrere.
Preparatevi al prossimo capitolo: potrebbe scoccare qualche nuova scintilla😏😏 Tra chi?
Xoxo👟
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