Capitolo 1
L'ennesimo click, l'ennesimo flash, ecco una nuova foto mia che finirà a qualche testata giornalistica o a qualche giornalino di gossip. In fondo, non posso biasimarli, il mio nome è sulla bocca di tutti. Mi manca solo di vedere articoli come: "Gwen Atlas è andata in bagno, chissà com'è cambiata quest'esperienza dopo la morte di suo padre" e poi posso dire di averle viste tutte.
Sono abituata a finire tra le notizie dell'ultimo minuto, ma solitamente per qualche mio vestito che diventa moda, non per la morte di mio padre. Anzi, diventare famosa per questo avrei preferito evitarlo.
Solitamente i paparazzi non mi danno fastidio, sono cresciuta con loro alle calcagna, ma sono umana anch'io, vorrei una pausa, ma non posso averla. Perchè se prima ero quella da invidiare, ora sono quella di cui avere pietà ed io la odio. È falsa ed inutile.
In una settimana, però, la mia vita è andata davvero a rotoli. Ho perso mio padre, trovandolo io stessa morto nel suo ufficio con la pistola in mano. Ho visto infangare il suo nome in mille modi differenti, soprattutto dopo che qualche idiota anonimo ha fatto trapelare il fatto che l'eredità è sparita. Il giorno dopo ogni giornale, in prima pagina, riportava come titolo "Gwen Atlas senza eredità? Come l'avrà presa? Cos'è successo a suo padre, il celebre imprenditore Lewis Atlas?" o cose peggiori.
Poi, dopo quella che ha perso il padre, sono diventata anche quella il cui padre è un suicida e, ancora una volta, la notizia è trapelata e di nuovo la prima pagina di ogni giornale è stata dedicata a questo.
Le sventure però non finiscono ed ecco che in meno di una settimana ho anche litigato con mia madre pesantemente, chiudendoci i rapporti senza guardarmi indietro, non dopo ciò che ha fatto. Come si è permessa di infangare il nome di mio padre, il suo migliore amico di una vita. Poi, il colpo finale per i media è stata la rottura con il mio ragazzo e la perdita di tutti i miei amici di una vita. Perché? Non ero più abbastanza ricca per loro.
Quindi, in una settimana ho perso ogni punto di riferimento, tutto ciò che avevo da sempre e a cui ero più legata. Ragionevolmente, ogni ragazza della mia età cadrebbe in una depressione senza precedenti dopo tutto ciò, ma io no.
Perché io sono Gwen Atlas e nessuno riuscirà mai a distruggermi, ecco perché sono qui. All'ennesimo gala a poco più di una settimana dal crollo della mia vita.
Perchè se c'è qualcosa che mio padre mi ha insegnato, è proprio di essere imprevedibile. Non bisogna mai far capire la mossa successiva al proprio rivale, qualunque sia il prezzo.
Nessuno lo sa. Tutti si stanno chiedendo come io faccia ad essere qui sorridente e raggiante, mentre guardo il mio ex ragazzo ballare e baciarsi con la mia ex migliore amica.
Sento i fotografi della serata fremere. Vogliono una mia reazione, anche la più minima, si accontentano di una smorfia, non devo per forza fare una scenata plateale. Perché la foto di quella semplice smorfia potrebbe fargli guadagnare il profitto più alto mai avuto. Sarebbe la mia prima reazione umana dopo l'accaduto. Infatti, non ho mai lasciato trapelare mezza emozione, ho sempre mantenuto uno sguardo distaccato, come se il mondo mi schifasse. Anche se ho davvero rischiato di perdere questa maschera più volte durante il funerale, quando mi sono resa conto quanto poco rispetto avessero certe persone. Come si può chiedermi un autografo durante il funerale di mio padre?
Eppure, quasi mi diverto a vedere questi miseri fotografi. Loro dipendono da me, dalle mie parole, dalle mie mosse e non è importante che io abbia letteralmente la villa assediata da paparazzi alla ricerca dello scatto vincente, continuano ad arrivarne.
Poco importa se sanno che questo scatto non arriverà mai, perché io non dimostro mai le mie debolezze. Quando Micheal mi ha lasciato la mia sola reazione è stata: "okay", poi me ne sono andata.
Quindi, loro sono solo degli illusi se pensano davvero che io possa anche solo mostrare un briciolo dell'uragano che ho dentro.
Perché sì, sono umana anch'io e oltretutto sto anche attraversando il periodo più complicato della mia vita, l'adolescenza, è normale che io stia male per tutto ciò.
Insomma, ho davvero perso tutto. Ho perso mio padre, il mio eroe, mia madre, il mio ragazzo che speravo sarebbe diventato mio marito, la mia migliore amica, semplicemente tutto ciò che aveva un po' d'importanza.
Eppure, non esiste che io mi mostri debole davanti agli altri.
Micheal mi ha lasciata due ore dopo il funerale e la sera stessa è stato paparazzato in un locale con la mia "migliore amica", che guarda caso il giorno dopo mi ha scritto che io non ero più degna di stare con loro.
Dentro di me, a tutto ciò ho reagito distruggendo ogni cosa e sentendomi spezzare in tanti pezzettini, distrutta dal peso di quello che mi stava succedendo, ma ufficialmente il giorno dopo ero su tutte le copertine per la mia apparizione al gala della famiglia di Micheal.
Tolta però ogni facciata ed ogni apparenza, c'è solo una domanda che mi tormenta: perché?
Perché è successo tutto questo? Mi credono davvero così stupida da accettare l'idea del suicidio? Perché non me ne ha parlato? Qualsiasi cosa stesse succedendo, insieme saremmo stati in grado di risolverla. Perché noi eravamo gli Atlas, una famiglia ricchissima, arrivata dal nulla, che ha sbaragliato tutti. Lui era mio padre, qualunque cosa fosse successa, avrebbe potuto dirmela ed io l'avrei aiutato. Era il mio eroe, ma ero più che consapevole che non fosse indistruttibile, eppure ha preferito fingerlo piuttosto che chiedermi aiuto. È una cosa proprio da lui.
Una cosa è certa. La scusa del suicidio io non me la bevo, mio padre era molte cose, ma non sarebbe mai stato un suicida.
Una volta, qualche mese fa, stavamo guardando un film. Alla fine di esso il protagonista si era suicidato e lui era rimasto turbato per una settimana, continuando a chiedersi come potesse qualcuno decidere di mettere spontaneamente fine alla propria vita.
Perché mio padre credeva nello spirito di sopravvivenza e perseveranza, concetti che vanno contro tutto ciò che rappresenta il suicidio.
Me lo sono promessa sulla sua tomba, mentre lo seppellivo con la consapevolezza che chiunque poteva essere il mandante o l'assassino stesso, persino la persona più vicina a me. Io riuscirò a scoprire la verità, anche a costo della vita. Voglio risollevare il mio nome e quello di mio padre.
Perché lui era il mio eroe e non posso accettare che fosse diventato un vigliacco come tanti, un povero d'animo che ha preferito mettere fine alla propria vita piuttosto che accettare di essere in difficoltà.
Dove sono i soldi? Cos'è successo nelle ultime settimane? Perché non mi sono resa conto di nulla? Sono stata davvero così egoista da non vedere le sue richieste d'aiuto?
Oh, papà...cosa ti è successo?
Vorrei averti qui come l'aria, perché al tuo fianco sarebbe tutto più semplice. Non dovrei continuare a mantenere questo sorriso falso mentre vedo quello che credevo essere l'amore della mia vita che balla con la mia ex migliore amica, colei che consideravo come una sorella. Se tu fossi qui con me, mi terresti distratta e io sarei felice davvero.
Invece no, sono qui, sola come non mai, a combattere con un mondo troppo crudele.
No. Non devo essere così triste.
Io sono Gwen Atlas e niente riuscirà a distruggermi.
Io sono invincibile, per lui. Per mio padre che non mi ha mai fatto mancare nulla.
Lo vendicherò, fosse l'ultima cosa che faccio.
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