Parte 5 Chi?
Eccoli là tutti riuniti attorno al fuoco. Si muoveva con circospezione perché non voleva attirare l'attenzione, il sudore gli si appiccicava addosso. Faceva caldo, ma sudava anche per la paura mista ad eccitazione, all'impellenza di fare qualcosa che gli avrebbe portato quella pace, che da tempo sognava e basta. La vendetta non era la soluzione, ma nel suo caso sì. Era un piatto da gustare freddo. Sentiva ogni muscolo del suo corpo, teso al più piccolo movimento.
Nessuno aveva notato la sua assenza. Meglio così, in un gruppo è più facile sparire senza per forza essere scoperti subito.
Sapeva ciò che doveva fare. La tracolla gli pesava sulla spalla, dentro c'era un pugnale affilato, preso ad un mercatino dell'antiquariato. Era un bell'oggetto. L'impugnatura era in oro, era tutto intarsiato e c'erano delle gemme che luccicavano. Proprio quello che gli serviva. L'aveva affilato personalmente il giorno prima.
Camminò fino al fiumiciattolo, che si snodava tra gli alberi arcuati. Poi si nascose dietro un cespuglio, per aspettare.
Davide stava raccontando in modo concitato una sua disavventura, tutti ascoltavano con il fiato sospeso. Stava raccontando di quando si era trovato a tu per tu con un orso Grizzly. Era riuscito a scamparla per miracolo. L'orso l'aveva lasciato perdere perché era stato distratto da un nugolo di api impazzite. Quella volta l'aveva scampata per un pelo.
All'improvviso Davide tacque. Aveva visto qualcosa che aveva attirato la sua attenzione.
Eccola la farfalla dorata! Tutti la videro. Con l'ineguagliabile leggiadria che la contraddistingue apparve, rilasciando un alone dorato al suo passaggio. Volteggiò leggera nell'aria con la sua imperturbabile grazia. Spiegò le ali vibranti: erano grandissime e da queste cadeva polvere ambrata. La farfalla prese il sentiero del bosco, come a voler indicare la strada da seguire. La seguirono. Tutto nel bosco divenne permeato di magia nell'istante in cui la farfalla fece la sua comparsa.
Tutti i partecipanti la seguirono con il naso all'insù. All'improvviso la farfalla si fermò, sotto ad una grande quercia. Tutti si apprestarono a raggiungerla, ma lei si dileguò alla svelta.
Non ebbero nemmeno il tempo di esprimere i desideri.
Una delle ragazze cacciò un urlo. Non ci avevano fatto granché caso, perché erano presi dalla farfalla.
Lassù appeso ai rami degli alberi c'era uno dei ragazzetti che si divertivano a filmare le loro bravate su Facebook.
Il ragazzetto era là con gli occhi sbarrati, sanguinante. Una ferita profonda gli squarciava la gola rossa come lava vulcanica. Il sangue colava copioso per terra, formando una pozza ai suoi piedi.
«Oh mio Dio», gridarono le donne. Tutti erano ammutoliti e presi da un'angoscia incontenibile.
La domanda di chi era stato ad ucciderlo la si poteva vedere stampata in faccia a chiare lettere, nei visi atterriti dei partecipanti. Qualcuno propose di tornare a casa.
Davide si avvicinò al ragazzo. Era stato legato all'albero con delle corde di canapa. I polsi infatti erano pieni di escoriazioni e macchiati di sangue nero rappreso. L'espressione del ragazzo era di puro terrore. L'assassino non si era preso nemmeno la briga di chiudergli gli occhi. Davide, preso da pietà per quel corpo giovane, ormai senza vita, glieli chiuse delicatamente con il palmo della mano. Poi si fece aiutare dagli altri per deporlo a terra e chiamare poi qualcuno per far portare via il corpo. Purtroppo non riuscirono a mettersi in contatto con nessuno perché non c'era segnale. Coprirono il corpo con un sacco a pelo e decisero che ci avrebbero riprovato tra un po'. Inutile farsi prendere dal panico, ma tutti erano terrorizzati. L'assassino poteva essere ancora in giro.
Davide si rimproverò di non aver controllato che mancasse qualcuno. Quando si era allontanato il ragazzo? Lui non si era accorto di nulla.
Eppure era quello il suo compito. Aveva fallito di nuovo! Non aveva potuto impedire la morte di quel ragazzo. Certo non era un tipino simpatico e Davide disprezzava gli individui come lui. Uno che si vantava sui social network delle aggressioni che compiva insieme ad altri a danno degli animali e dei più deboli, come gli anziani. Il ragazzo non era un buon esempio per nessuno, se fosse stato suo figlio l'avrebbe severamente punito. Ma da qui a meritare la morte, no. Se fosse stato più attento il ragazzo forse poteva essere ancora vivo adesso. Rimaneva pur tuttavia la domanda più inquietante:
Chi l'aveva ucciso? Chi poteva aver commesso un simile delitto a pochi passi da tutti loro? E soprattutto quando aveva colpito l'assassino? Erano sempre stati tutti insieme!
Ripensandoci c'era stato un momento di non controllo da parte sua.
Era quando avevano montato le tende; era talmente assorto da non aver controllato abbastanza. Possibile che nessuno avesse visto niente?
Chiamò a raccolta tutti quanti, per fare un'importante comunicazione. Ormai era notte inoltrata e quindi sarebbero ridiscesi la mattina dopo. L'escursione finiva lì. Fatti disporre intorno a lui a semicerchio, iniziò a contare e si accorse che mancavano all'appello due persone. Fece mente locale di chi fossero. I due fidanzatini! Mancavano proprio loro. Speriamo bene. Davide temeva per la sorte della ragazza. In lei aveva rivisto sua sorella. Un po' si assomigliavano!
"Accidenti", pensò "ma cos'era successo?" Non gli era mai capitata una cosa simile: una persona era morta e due scomparse e magari erano anche loro in pericolo di vita.
Doveva agire alla svelta. Ripensò mentalmente a tutti i partecipanti. Erano tutte persone particolari, ognuno con le loro storie, i loro segreti e chissà magari i loro scheletri nell'armadio.
«Signori, ho bisogno di avere la vostra attenzione! Purtroppo due dei nostri compagni sono scomparsi questa notte, è nostro preciso dovere cercarli perché molto probabilmente incombe un grande pericolo su di loro. Una persona è morta e pur non conoscendo bene la vittima ne siamo profondamente addolorati. Ho chiamato i soccorsi, ma nel frattempo bisogna mantenere la calma perché forse tarderanno ad arrivare.
Siamo in un posto isolato in mezzo al bosco, dove non c'è segnale. I temporali che ci sono stati l'altra notte hanno contribuito ulteriormente a complicare le comunicazioni e a disperdere il segnale.
Propongo di fare una ricerca serrata tutti insieme. Due persone hanno di sicuro bisogno del nostro aiuto. Saremo cauti, dovrete avere fiducia in me, così forse possiamo uscirne. Chiedo la collaborazione di tutti voi. Insieme possiamo farcela».
Ciò detto Davide iniziò a chiedere agli altri quando avessero visto i due fidanzatini e dove. Era essenziale ricostruire nel modo più preciso possibile i loro spostamenti.
L'ultimo ad averli visti fu l'insegnante, che riferì di averli colti in flagrante mentre stavano litigando di brutto. Lei stava piangendo e ad un certo punto era scappata via e lui l'aveva inseguita.
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