Parte 1 Leggenda o realtà
Nel bosco di Montemarcello in Liguria si racconta di una farfalla dalle ali d'oro, che di notte uscirebbe dal suo nascondiglio, per volteggiare nell'aria, lasciando una scia dorata del suo percorso. Secondo il racconto di alcune persone che l'hanno vista, la farfalla si renderebbe visibile solo nelle notti di luna nuova e sempre vicina ad un grosso tronco cavo marcio, residuo di un imponente albero, abbattuto in tempi recenti, a causa di una malattia. Fatto sta che nel vicino paesino di San Marcello gli abitanti sono parecchio suggestionati da questa storia, al punto tale da organizzare escursioni in notturna nei boschi, per cercare la fantomatica farfallina.
Il motivo di tanto accanimento va ricercato nel potere che darebbe la farfalla a chi la vede. Molti affermano con certezza che la farfalla sarebbe in grado di esaudire tutti, ma dico tutti i desideri di una persona. Unica condizione è che la persona sia buona di cuore, altrimenti non funziona. Ci sono stati casi di persone che l'hanno vista e hanno visto esaudire i loro desideri, altri casi di persone che si sono ritrovate nell'incubo peggiore. Si, perché se tu chiedi e non sei buono, la farfalla lo sente, dicono sia una fata dei boschi, trasformata in farfalla da Diana, la dea della caccia nella mitologia greca. Qualcuno l'ha vista anche sotto queste spoglie. Turisti un po' alticci, che si erano allontanati nel bosco, per smaltire la sbornia, avevano riferito di aver osservato tra gli alberi una bellissima fanciulla, dai capelli d'oro, vestita con una lunga tunica azzurra, che le arrivava fino ai piedi. Il tempo di stropicciarsi gli occhi per accertarsi che la fanciulla fosse reale, che lei era svanita nel nulla. Non tutti credettero a questa storia, dal momento che non si sapeva quanto potessero essere attendibili dei turisti stranieri, per giunta sbronzi. La storia cadde nel dimenticatoio, anche se qualcuno continuava a ricamarci su. Si sa, i turisti sono ghiotti di storie misteriose e ciò incrementò di parecchio l'afflusso di gente curiosa che ne voleva sapere di più. Per questo i gruppi trekking della zona iniziarono a organizzare escursioni notturne.
David ne era il capo spedizione. Era un appassionato. Aveva studiato botanica all'università, poi si era specializzato nello studio della storia del territorio. Si divertiva molto a guidare queste persone nella notte, per cercare la farfalla dei desideri. In tutte le sue spedizioni non l'aveva mai vista. Quella sera avrebbe avuto un'altra escursione. Non era dell'umore adatto. Aveva litigato con la fidanzata e si erano provvisoriamente lasciati. Non aveva fame, ma si impose di mangiare, anche perché doveva prendere qualcosa per il mal di testa. La notturna era fissata per le 21. Dopo aver cenato iniziò a preparare l'attrezzatura: lo zaino con tutto il kit del pronto soccorso, le torce, una scorta d'acqua, frutta secca e biscotti, per rifornirsi di energia. Il ritrovo era fissato nella piazza del paese. Era la notte ideale: stellata e senza luna. Uscì di casa e l'accolse tutta la magia del cielo pieno di stelle; un alito di vento spirava e donava una piacevole frescura. Ci voleva, dopo il caldo torrido di quei giorni. Si recò verso la piazza del paese. C'era già un capannello di gente, che aspettava di fronte alla chiesa. Lanciò loro uno sguardo distratto. Si trattava di un gruppo eterogeneo: famiglie con bambini, coppie giovani, un gruppo di ragazzotti e anche qualche individuo in età attempato. Avevano un'espressione tra lo svagato e l'incuriosito. Si presentò loro, schiarì la voce e iniziò a parlare. Notò che quasi tutti avevano delle scarpe da trekking, anche se non mancavano quelli che indossavano semplici scarpe da ginnastica. La storia del luogo non interessava quasi a nessuno, soprattutto ai ragazzetti, che iniziarono a dare segni di noia e a schiamazzare tra di loro.
"Maleducati. Ragazzi di papà che non avevano rispetto per nessuno e l'unico modo per spassarsela era trovare qualcosa di eccitante da fare. Certo, sempre meglio questo che fare qualcosa di estremo che mettesse a repentaglio le loro vite, come era in voga tra i giovani d'oggi", pensò. Ai suoi tempi non c'erano tutte queste cavolate, al limite potevano prendere una sbronza e stop. Non voleva giudicare nessuno, ma quando sentiva di ragazzi che avevano perso la vita, scattandosi un selfie in posti pericolosi inorridiva per la stupidità di certe persone.
Lui era cresciuto con dei valori ben radicati. Figlio di una casalinga e di un operaio in pensione si era sempre reso conto di quanti sacrifici avevano fatto i suoi genitori, per farlo studiare e lui non li aveva delusi. Con la stessa determinazione di uno che non molla mai si era laureato a pieni voti e poi aveva fatto un corso di specializzazione.
La sua naturale curiosità, l'amore per la sua terra l'avevano spinto a fare la guida.
L'interesse che fino ad allora nessuno aveva dimostrato iniziò a trapelare negli occhi delle persone che aveva davanti, non appena cominciò a parlare della farfalla.
In realtà ne sapeva ben poco pure lui, ma quel poco che bastava per mantenere vivo l'interesse di quelle persone. Il percorso che avrebbero seguito non era impegnativo, avrebbero attraversato un tratto del bosco, fino a Montemarcello.
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