Disordine
Era passata una settimana da quando Loren Sutton, ex-allieva dell'investigatore Taylor, era arrivata a Spellmount per risolvere un caso che avrebbe dovuto concludersi molto prima, se solo l'ispettore Benjamin Carter avesse avuto l'accortezza di leggere le lettere abbandonate in qualche angolo della stazione. Ma così non era stato e il tempo perso non sarebbe stato recuperato. Poi arrivò l'alba di quel martedì del 28 novembre, con la luna incantata che pian piano sarebbe svanita nel cielo. I lampioni si spensero e le finestre si aprirono. La città si svegliò gradualmente e i suoi abitanti iniziarono a compiere le loro azioni quotidiane che, ognuno a modo proprio, caratterizzavano Spellmount.
Davanti alla finestra della sua stanza, Loren osservò il ponte in pietra lontano che sovrastava il tranquillo fiume che scivolava silenziosamente sotto di esso. Con quell'immagine nella mente, chiuse le valigie con un gesto deciso. Un'ora più tardi, la sua presenza sarebbe svanita completamente, portata via da un treno che l'avrebbe riportata da dove era venuta. Doveva ancora sbrigare solo due questioni per porre fine a quel legame temporaneo che aveva stretto con Spellmount. Si diresse quindi al piano di sotto, dove Lord Charles l'attendeva alla porta.
- Vi ringrazio - disse Loren.
- Figuratevi, - rispose gentilmente l'uomo, accompagnandola fino alla carrozza che aveva fatto chiamare. - Posso accompagnarvi?
- No, non è necessario, - affermò lei. - Ma vi ringrazio. -
Una delle due faccendel'attendeva alla fattoria del signor Brown. Sarebbe stata una cosa semplice:gli avrebbe lasciato una lettera e sarebbe sparita in direzione della stazioneper ritirare quel rapporto che non aveva nulla di eclatante. Già, lo vedevaarchiviato o scartato, insieme ad altri casi simili, dimenticati da chi ciaveva lavorato per giorni o settimane. Ma per fortuna Loren non era così.Possedeva una memoria eccezionale che a volte si rivelava una maledizione.Ricordava ogni dettaglio di ogni caso investigativo con la propria vittima,protagonista di quella storia, privata di un dono meraviglioso come la vita ocondannata a un destino tormentato. Fortunatamente, sembrava che quell'indaginenon facesse parte di quella lunga lista.
Era contenta così, anche se non sapevadove si trovasse la ragazza. Non aveva avuto tempo di creare legami aSpellmount, ma doveva ammettere che quel bizzarro personaggio personificato daLord Charles le sarebbe mancato un po', così come miss Mary e i suoi pastisostanziosi, caserecci e pieni d'amore. E poi c'era l'ispettore. Si stavaabituando alla sua presenza e avrebbe voluto approfondire la sua conoscenza. Ledispiaceva per quello che aveva dovuto passare, ma non poteva cambiarlo. Eraandato a trovarlo diverse volte, ma non aveva mai avuto il coraggio di varcarela soglia. Si limitava a osservarlo, sperando di vederlo migliorato. Gli avevadato spazio e tempo per elaborare il tutto, senza pressarlo per stilare ilrapporto sul caso. Per questo motivo era rimasta a Spellmount tre giorni inpiù. Ma alla fine era arrivato il momento di partire e tornare.
***
Intorno alle recinzioni e ai capanni silenziosi c'era una piccola casa. Alcune anatre starnazzavano nello stagno, alcune pecore pascolavano da sole e un vecchio cane poltriva sotto una sedia a dondolo sulla veranda antistante la casa. La porta si aprì e uscì una donna un po' traballante, con l'aria di chi aveva molte cose da fare. Loren si avvicinò mentre la donna posava il cestino dei panni a terra e tirava sui cordini per stendere il bucato.
- Buongiorno.
- Buongiorno a voi - Rispose cordialmente la donna - Chi cercate?
- Abita qui il signor Brown?
- Sì, ma al momento è in città.
- Non fa nulla - spiegò la ragazza mostrando una busta che aveva scritto personalmente - Potreste consegnargliela - La donna tese la mano, guardando la detective con incertezza - Ditegli di darla al signor Ellis quando tornerà in città.
- Potete farlo voi stessa - affermò l'altra restituendo la lettera - Morris è tornato stamani.
- Stamattina?!
- Sì, ma non abbiamo ancora avuto modo di parlargli. Al momento solo io so che è tornato.
- Sapete se è ancora in casa? - chiese.
- Penso di sì, a meno che non sia uscito dalla porta sul retro.
- Vi ringrazio - la salutò, unendo le mani e facendo un piccolo inchino.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top