CAPITOLO 4
Mi svegliai sul tardi, andai in cucina e sentii un buonissimo profumo di crostata. Amavo le crostate e amavo anche la domenica.
Dopo aver fatto colazione accesi il cellulare e vidi che Joel aveva risposto al mio messaggio.
Decidemmo di incontrarci sul tardi per prendere un caffè insieme. Nel mentre aiutai mia madre a preparare il pranzo. Dopo aver mangiato mi sdraiai nel letto, misi le cuffie e iniziai a sentire la musica. Era rilassante ascoltare la musica e guardare fuori dalla finestra. La neve cadeva lenta posandosi sugli alberi e sul prato, era la cosa più bella del mondo.
Nel frattempo scrissi l'ennesima lettera a mia sorella.
'' 09/01/2018
Mia piccola stella,
continuo a scriverti lettere perché in questo modo ti sento più vicina.
Mi hanno detto che sono diventata apatica, che sono diventata una stronza micidiale. Mi hanno detto tante cose, ma nessuna di quelle cose è vera. Il punto è che la gente giudica senza sapere il perché. Mi sento molto fragile, mi irrito facilmente, questo è vero. Ma ho tanta voglia di amare, ho tanta voglia di essere amata. Sai, la mamma fa del suo meglio ma non è più la stessa, è cambiata anche lei, proprio come me. Sarà perché ci manca il tuo sorriso, ci manca il tuo saper affrontare sempre la vita con allegria e positività. Sto cercando di essere esattamente come te, di far vedere alla gente quanto io sia brillante. Sto cercando di convincere gli altri che so essere positiva e ottimista. Ma non ci riesco, fallisco ogni volta che ci provo. Probabilmente perché non riesco a convincere me stessa, e sai meglio di me che non so mentire. Però sto provando a dare un senso al dolore, sto cercando informazioni su Damian, voglio scoprire cosa ti è successo realmente. Al tempo stesso voglio potermi divertire e convincermi che la vita può andare avanti e che posso amare anche senza un pezzo di cuore, è per questo infatti che stasera mi vedrò con un ragazzo. Si chiama Joel, è davvero carino e sembra anche intelligente, forse è proprio ciò che mi serve.
Un bacio, la tua Samantha. "
Posai la lettera, lasciai il telefono e iniziai a lavorare al compito di Mss. Stan.
Ci misi circa un'ora per organizzare il progetto. Decisi di iniziare a fare uno schema di tutto quello che mi serviva e di cosa dovevo fare. Poi il resto lo avrei continuato il giorno dopo, tanto la scadenza era fissata per mercoledì.
Verso le diciotto iniziai a prepararmi. Mi misi una felpa di color blu, una di quelle larghe larghe, e un jeans. Mi infilai le scarpe e il cappotto e andai verso il London Eye.
Joel mi aspettava in un bar lì vicino. Arrivai lì in ritardo, come sempre.
<<Scusa per il ritardo, abito lontano da qui e sono venuta a piedi. >>
<<Tranquilla, non ti preoccupare. Ho già ordinato, tu cosa prendi? Così vado a dirlo al cameriere.>>
<<Un caffè e una brioche vanno più che bene. >>
Si alzò e andò al bancone. Era davvero gentile.
Iniziammo a parlare del più e del meno e delle nostre passioni.
Gli piaceva l'arte, il calcio e suonava la chitarra. Sembrava troppo perfetto per essere reale.
Tuttavia ne restai affascinata, aveva un modo di parlare così sensuale e rilassante.
<<Ma ora, basta parlare di me. Dimmi un po', tu cosa fai nel tempo libero?>>
Non ero molto brava a interagire con le persone, soprattutto con chi conoscevo da poco tempo. Mi imbarazzai subito ma gli riposi con dolcezza e tranquillità.
<<Mi piace disegnare. Leggo molti libri, troppi in realtà. Ascolto tanta musica. Vivo in solitudine praticamente. >>
<<Beh, si può dire che ti piace scappare dalla realtà e rifugiarti nel tuo mondo. >>
<<Esattamente. Un mondo tutto per me. Sono una specie di Alice nel paese delle meraviglie.>>
Gli dissi accennando un sorriso.
<<Dai su andiamo Alice, ti porto a fare un giro, devi vedere il mondo che è lì fuori.>>
Andammo al Londo Eye, poi all' Hyde Park.
Come era mio solito fare, scivolai a causa del ghiaccio, ma lui riuscì a prendere il mio braccio e mi sollevò risparmiandomi una caduta con i fiocchi. Aveva dei riflessi ottimi a quanto pare.
<<Scusami, sono un po' impacciata.>>
<<Tranquilla, capita a tutti di scivolare. Puoi farmi un favore? >>
<<Certo, dimmi pure. >>
<<Smettila di scusarti ogni volta.>>
<<Oh.. scusami. >>
Mi accorsi di essermi nuovamente scusata e scoppiai a ridere e lui mi assecondò.
Dopo un po' ci salutammo e tornai a casa in taxi, era troppo tardi per camminare da sola per le strade di Londra.
Salve people.
La storia continua, come vi sembra?
Se vi va lasciate una stellina. :)
With love, Flavia.
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